Amsterdam e Zaandijk, canali e tulipani

La mia amica Fernanda ha sempre avuto paura di volare e credo che il viaggio in mia compagnia ad Amsterdam, da ragazze, sia stato l’unico in cui si sia lasciata convincere a salire a bordo di un aereo. Il suo stato d’animo è palpabile fin dal nostro arrivo all’aeroporto Marco Polo dove incontriamo una vip, la cantante Laura Pausini che, come noi, è diretta nella capitale olandese, ovviamente in prima classe.

The Bulldog, coffee shop

Saliamo a bordo e Fernanda già al decollo dà segni di panico, la hostess capisce al volo la situazione e, per tranquillizzarla, la invita a rilassarsi in prima classe. Ed è così che la mia amica si fa tutto il viaggio a chiacchierare con Laura Pausini, una delle sue cantanti preferite, mentre io, da sola in classe economica, comincio a studiare la guida che ci porterà alla scoperta della capitale dell’Olanda. Raggiungiamo in bus il centro città dove c’è il nostro ostello, la cui caratteristica principale è il perenne e diffuso odore di marijuana che aleggia in tutte le stanze e camerate. Non ci mettiamo molto a scoprire che l’acquisto di erba è possibile un po’ ovunque, ma soprattutto nei coffee shop autorizzati. Il nostro preferito è Bulldog The First aperto fin dal 1975, davvero un pezzo di storia di Amsterdam, il primo di quella che oggi è un’autentica catena. Nei suoi ambienti informali, briosi e divertenti, trascorriamo più di qualche serata anche se, né io né Fernanda nella “vita normale” siamo state mai dedite all’uso di droga di alcun tipo, “pesante” o “leggera” che sia. Decidiamo però che Amsterdam è il luogo giusto dove provare anche questa esperienza. Ovviamente i coffee shop sono frequentati dai turisti, e anche dagli olandesi, che desiderano consumare in modo legale modiche quantità di erba, ma sarebbe un errore credere che la loro clientela si componga esclusivamente da persone che hanno quest’esigenza: al nostro The Bulldog di fiducia (facilmente riconoscibile grazie al suo logo: il mastino con il collare borchiato), si può anche mangiare qualcosa di buono, concedersi una bella bevuta e divertirsi ascoltando musica.

Amsterdam, Sexmuseum

The Bulldog, peraltro, sorge in una zona decisamente viva nelle ore serali e notturne, ovvero il celebre quartiere a luci rosse.

Tra tutti i musei di Amsterdam il primo che visitiamo, se non altro per curiosità, è il museo erotico, dove tra peni giganteschi e rosati, “giochi” erotici di tutti i tipi, statue, fotografie, non mancano neanche le cabine singole dove poter assistere a brevi filmati ad alto tasso pornografico. La gestione del museo ha pensato ad ogni evenienza, anche la più scabrosa, quindi in ogni privè c’è in dotazione un pacchetto di fazzolettini di carta ed un cestino per i rifiuti fortunatamente svuotato ad ogni uso. Situato a pochi passi da Piazza Dam, cuore di Amsterdam, i Sexmuseum è uno dei primi musei sul sesso al mondo. Qui ogni cosa ruota intorno ai temi dell’erotismo e dell’amore carnale e, tra arnesi kitsch e paradossali spiccano anche dipinti, statue, fotografie e oggetti che raccontano l’evoluzione delle pratiche sessuali nel tempo.

Amsterdam, Piazza Dam e il Palazzo Reale

Amsterdam, cuore della cultura olandese, ci colpisce per la sua varietà e per la sua singolare conformazione urbanistica. La città, le cui origini risalgono al XIII secolo quando, in una zona un tempo paludosa e ricca di acquitrini, si stabilì il primo nucleo di pescatori. Oltre al fiume Amstel che oggi divide in due la città, sono almeno un centinaio i canali, tra grandi e piccoli, che attraversano Amsterdam, parecchi dei quali si dispongono a semicerchio attorno all’antico centro storico. La Venezia del Nord, come è universalmente conosciuta per le sue affinità urbanistiche con la città italiana, annovera diverse centinaia di ponti che mettono in comunicazione le cento piccole isole su cui è costruita. La serena bellezza dei tranquilli canali, fiancheggiati dai tipici frontoni degli edifici in mattoni rossi e da file di verde vegetazione, costituisce il quadro ambientale e paesaggistico di una città che ci conquista fin dal nostro arrivo. E’ un piacere passeggiare ammirando le ricche dimore mercantili sfarzosamente adornate che riflettono la loro bellezza nel placido paesaggio dei canali.

Amsterdam, Begijnhof

Piazza Dam, la piazza centrale della città, non distante dal nostro ostello, è piena di vita ad ogni ora del giorno anche se il nostro è un viaggio fuori stagione turistica (novembre). Famosa per essere stata teatro dei convegni internazionali dei Figli dei Fiori negli anni ’60, oggi Piazza Dam è caratterizzata da un via vai di turisti impegnati a visitare il cuore della città olandese ed i suoi simboli. Qui si trova infatti l’imponente Palazzo Reale, seicentesca struttura promossa a dimora dei reali d’Olanda nell’800 e il Nationaal Monument, obelisco eretto dopo la Seconda Guerra Mondiale in ricordo delle vittime belliche.

Amsterdam, Casa di Anna Frank

Altrettanto trafficata la Damrak, una delle principali arterie cittadine che collega la stazione centrale delle ferrovie al Dam. Nella vicina Karlvestraat, caratteristica e piena di locali pubblici, fotografo lo scenografico Begijnhof, complesso di edifici cinque-seicenteschi sorti sul luogo un tempo adibito ad ospizio per i vecchi. Nell’antico quartiere ebraico visitiamo la casa dove visse per un lungo periodo il celebre pittore olandese Rembrandt, un edificio che oggi ospita acqueforti e disegni del grande maestro. Il suo sepolcro è conservato nella Westerkerk, una chiesa rinascimentale affiancata da un elevato campanile che si specchia in uno dei tanti canali della città. Ma la dimora che ci emoziona di più è quella di Anna Frank, ebrea originaria di Francoforte sul Meno che, per sfuggire ai nazisti, visse per oltre due anni in clandestinità insieme alla sua famiglia, ai Van Pels e al dentista Fritz Pfeffer.

Amsterdam, Rijksmuseum Vincet Van Gogh

Una sorta di retro-casa di circa 50 metri quadrati, resa segreta grazie ad una libreria girevole appositamente creata nella parte dell’edificio che Otto Frank, il padre di Anna, non utilizzava per la sua attività imprenditoriale. I dipendenti di Otto nel frattempo rifornivano di nascosto i clandestini con cibo, materiale didattico e utensili di ogni genere, consentendo loro di sopravvivere. L’alloggio segreto, divenuto poi casa-museo nel 1960, fu scoperto due anni dopo, il 4 agosto del 1944, dai tedeschi avvisati molto probabilmente da un traditore sconosciuto. Tutti gli occupanti della casa furono deportati in differenti campi di concentramento, Anna nel famigerato lager nazista di Bergen-Belsen, e nessuno sopravvisse, eccezion fatta per Otto Frank. Tra un via vai di gente assiepata negli spazi ristretti della casa-museo di Anna Frank respiriamo un’atmosfera che, nonostante le ristrutturazioni, è rimasta inalterata nel tempo. Le stanze sono vuote e in esposizione ci sono il famoso diario e diverse citazioni delle sue frasi più belle, oltre naturalmente ad alcuni documenti risalenti all’epoca, filmati storici, fotografie e oggetti personali, sconcertanti testimonianze sulle deportazioni naziste in Olanda.

Zaandijk

Lasciata la casa-museo di Anna Frank cerchiamo conforto nel bello. E cosa c’è di più bello del Rijksmuseum Vincet Van Gogh ? Il museo, costruito nei primi anni ‘70, accoglie centinaia tra pitture e disegni del celebre artista e di suoi contemporanei, oltre a cimeli e a testimonianze della sua vita.

Ho sempre amato i luoghi piccoli, raccolti, pittoreschi e preferibilmente colorati. Quindi nel nostro viaggio ad Amsterdam con poteva mancare la visita del borgo di Zaandijk, a circa mezzora dalla capitale. Nel 1570 l’insediamento contava 19 case, che vennero incendiate due anni dopo durante la guerra degli ottant’anni, la famosa rivolta dei Paesi Bassi contro il dominio spagnolo. Dopo il conflitto Zaandijk risorse e venne ripopolata, rimanendo municipalità autonoma sino al 1974, anno in cui fu accorpata alla nuova città di Zaanstad. Il grazioso paese ci appare come un vero e proprio angolo dell’antica Olanda con i suoi numerosi mulini a vento ancora in funzione, le caratteristiche case in legno, gli stand gastronomici all’aperto su cui troneggiano pile di formaggi dalle grandi forme rotonde.

Amsterdam, tripudio di tulipani

Visitiamo il mulino de kat (del gatto), un antico mulino seicentesco in cui non si macinava farina bensì minerali (ocra, gesso, amarillo, ossido di piombo) e vegetali per la fabbricazione di coloranti. Il legno veniva importato da tutto il mondo, dal Brasile il legno rosso (Pernambuco), dal Messico il legno blu (campeche), dalle Indie Occidentali il legno giallo (Geelhart). Prima di lasciare l’Olanda ci concediamo un piatto di squisito filetto alla griglia (il mio con funghi porcini) nel più rinomato ristorante argentino della città ed un’ultima visita serale al nostro The Bulldog di fiducia. Acquisto una bustina di plastica piuttosto consistente di “maria” che non riusciamo a finire prima della partenza. Nel dilemma se buttare o cercare di portare con me fino a Venezia le foglie di cannabis scelgo la seconda opzione anche se Fernanda mi annuncia che, qualora mi avessero fermata in aeroporto, lei avrebbe giurato di “non conoscermi”. Rifletto sul nascondiglio migliore, ma noto subito diversi cani poliziotto che annusano ogni bagaglio in partenza. Decido quindi di non mettere la bustina in borsetta o in valigia bensì di stringerla semplicemente nel palmo della mano e passare con fare disinvolto il controllo di sicurezza. Fernanda mi osserva da lontano con una certa apprensione, mentre mi dirigo, sorridente e soddisfatta, verso il gate ancora con la bustina ben stretta nella mano.

di Claudia Meschini