Al Carnevale di Ascoli Piceno tutti sono protagonisti

Un concorso mascherato con centinaia di iscritti che si affianca anche agli aspetti più tradizionali come la gara di Ramazza, la Raviolata e, ancora, il saluto di Re Carnevale cui vengono consegnate le chiavi, per una settimana, dal sindaco della città. E poi l’approccio satirico unico nel suo genere, con grande spazio alla spontaneità e all’improvvisazione, sull’attualità, sui principali temi locali e nazionali che tanto fanno discutere e, almeno in questo caso, ridere a crepapelle.

Carnevale di Ascoli Piceno

Il Carnevale di Ascoli Piceno, in programma dal 16 al 21 febbraio, è uno di quegli eventi ai quali, almeno una volta, val la pena partecipare per ritrovarsi, involontariamente, inaspettatamente, ma anche positivamente, protagonisti e spettatori al tempo stesso. Il primo degli eventi in calendario è quello insostituibile del giovedì grasso, con la mattinata dedicata al Carnevale delle scuole, con una foltissima partecipazione di studenti in maschera, in piazza del Popolo, alla presenza proprio di Re Carnevale e di Buonumor Favorito, un evento a cui fa seguito, nel pomeriggio, il Carnevale dei Bambini con l’esibizione del gruppo VHS Disney Rock Band, con un repertorio di grandi classici di Disney. Ricca di appuntamenti anche la giornata del sabato con il laboratorio di Maschere e Carnevali in programma al Palazzo dei Capitani e con i primi gruppi mascherati pronti ad esibirsi in Piazza del Popolo e, tra gli altri eventi, la tradizionale Raviolata, una degustazione gratuita delle dolci specialità carnascialesce in programma nel chiostro di San Francesco. Ma il vero clou resta, ovviamente, la grande abbuffata di Gruppi Mascherati in gara (la prima edizione del Concorso si è tenuta nel 1958) nelle giornate della domenica e del martedì grasso in Piazza del Popolo. È qui che trova sfogo tutta la creatività, la fantasia, la grande ironia e un inconfondibile spirito satirico che da sempre, nel corso degli anni, hanno accreditato il Carnevale ascolano come evento unico nel suo genere. Coda del Carnevale di Ascoli Piceno è la premiazione del Concorso dei Gruppi Mascherati, in programma sabato 25 al Teatro dei Filarmonici. In uno splendido territorio del sud delle Marche troviamo in realtà ben quattro Carnevali che, oltre ad essere diversi rispetto al panorama nazionale, lo sono anche tra di loro.

Carnevale di Ascoli Piceno

Si tratta di manifestazioni storiche, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Infatti al Carnevale di Ascoli si affiancano quelli Castignano, Offida e Pozza-Umito (in ordine alfabetico) che non sono manifestazioni nate per soddisfare esigenze di carattere commerciale e/o turistico, ma sono sempre esistiti nel corso dei secoli: frutto della spontaneità popolare, sono stati tramandati fino ai giorni nostri così come noi li vediamo, anzi li viviamo. Perché la differenza tra i Carnevali dell’ascolano ed altre manifestazioni simili è proprio questa, mentre gli altri costituiscono uno spettacolo realizzato per essere ammirato al suo passaggio, non ha senso qui limitarsi a guardare lu Bove finte, i Moccoli, gli Zann’ o il Carnevale Ascolano, e per apprezzarli pienamente, occorre necessariamente partecipare da protagonisti. Ad Ascoli, Offida, Castignano e Umito-Pozza non ci sono transenne separatrici, sia perché esse non sono mai esistite nelle epoche precedenti, sia perché non se ne ravvisa assolutamente l’esigenza.

Carnevale di Ascoli Piceno

Spettatori ed attori infatti, non vengono divisi ma, per ottenere il massimo divertimento reciproco, essi devono interagire nel migliore dei modi. Lu Bove non è nulla se non è circondato dagli offidani che, indossando lu guazzarò, lungi dall’essere statici soggetti passivi, finiscono con l’essere i veri protagonisti della festa. Parallelamente ad Ascoli, le maschere ed il pubblico si scambiano di ruolo continuamente, tanto che in breve tempo non è più possibile distinguere le une dall’altro.

VIAGGIO AD ASCOLI PICENO

Ascoli Piceno è conosciuta come la città delle cento torri per le innumerevoli torri (in effetti quasi 200, ma oltre la metà fu abbattuta da Federico II nel XIII secolo) sorte nel trascorrere dei tempi. Alcune sono state ridimensionate ed inglobate nelle abitazioni o trasformate in campanili di chiese, altre tuttora delineano il profilo della città marchigiana.

Ricca di storia, cultura e bell’architettura, Ascoli Piceno ha un carattere medioevale e rinascimentale ed è caratterizzata da edifici in travertino bianco e pietra calcarea, luminosi e maestosi.

Travertino illuminato a Carnevale

E il travertino, ad Ascoli, dal periodo umanistico è diventato parlante, grazie all’incisione sugli architravi delle porte dei palazzi di frasi, motti e proverbi, colti o dettati dalla saggezza popolare, religiosi o irriverenti, in latino e in volgare. Oggi se ne possono leggere oltre cento, in una sorta di vero e proprio testo che si può leggere lungo le rue (le strade) del centro storico.

Situata a 30 chilometri dal mare Adriatico, nella Valle del Tronto dove scorre l’omonimo fiume ed il suo affluente, il Castellano, Ascoli Piceno è circondata da tre montagne e da due aree naturali: la montagna dell’Ascensione, il colle San Marco, la montagna dei Fiori, il Parco Nazionale del Gran Sasso e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

La storia della città si fonda su origini antichissime. Se reperti indicano che la zona fosse abitata già nell’epoca neolitica, è nel III secolo a.C. che i romani si insediarono nel territorio dei Piceni facendo di Asculum un centro nevralgico grazie anche alla sua posizione sulla via Salaria.

Lo scenografico loggiato di Piazza del Popolo

Tante e variegate le vicende che coinvolsero la città nel corso dei secoli ma il periodo romano per Ascoli Piceno, e tutte le Marche, fu sinonimo di grande prosperità. Dominata da diverse signorie, Malatesta e Sforza per citarne alcune, Ascoli Piceno fu anche sottoposta allo Stato Pontificio. La città si è guadagnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana (2001) grazie al ruolo cardine della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l’occupazione tedesca.

Ascoli Piceno, lo storico Caffè Meletti

Fulcro della città è la rinascimentale Piazza del Popolo, conosciuta anche come il “Salotto d’Italia”, letteralmente incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali arricchiti da portici e merlature. Tutta la pavimentazione è in lastre di travertino che, dopo la pioggia, assumono un suggestivo effetto a specchio. Vi si affacciano alcuni importanti edifici fra cui il Palazzo dei Capitani del Popolo, di origine duecentesca con la sua torre medioevale merlata, simbolo architettonico dell’intera città, oggi sede del Comune (all’interno la Sala degli Stemmi è un vero e proprio scrigno), lo storico Caffè Meletti in stile Liberty, locale da sempre considerato il ritrovo dei personaggi più illustri, nonché punto d’incontro di cultura e di vita mondana. Qui si sono seduti Sartre, Hemingway, Mascagni, Gottuso, Pertini, Soldati e tanti altri. Dai primi anni del ‘900, Caffè Maletti offre la bevanda calda con l’aggiunta dell’Anisetta con ‘mosca’ annessa (un inebriante chicco di caffè). Annoverato tra i 150 caffè storici d’Italia è caratterizzato da originali arredi lignei lavorati ed intagliati.

Ascoli Piceno, Piazza Arringo

Re Vittorio Emanuele vi fece visita nel 1908 e 1910 per acquistare l’Anisetta e lo decretò “Fornitore della Real Casa”. Sempre in Piazza del Popolo si affacciano la Chiesa di San Francesco, caratterizzata da una splendida facciata gotica e la limitrofa Loggia dei Mercanti, elegante costruzione del 1513.

Altro elegantissimo spazio urbano è Piazza Arringo, che prende il nome dalle arringhe (assemblee) pubbliche che vi si svolgevano nel medioevo. E’ la piazza più antica di Ascoli e vi sorgono, oltre a due fontane gemelle realizzate nel 1882, interessanti edifici: il medioevale Battistero di San Giovanni, con la fonte battesimale del XII secolo e il Duomo di Sant’Emidio, che racchiude al suo interno, in stile romanico-gotico, la cripta dedicata anch’essa al santo patrono. La facciata imponente del ‘500 venne realizzata in travertino bianco e arricchita da colonne corinzie con architrave, fregi e cornicioni. Sulla medesima piazza si affacciano il Palazzo Vescovile, il seicentesco Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale e il Palazzo dell’Arengo, sede della Pinacoteca Civica e di alcuni uffici comunali.

Ascoli Piceno, il Ponte Romano Agusteo

Qui è possibile ammirare la “Carrozza del tempo” nei cui finestrini sono incastonati dei monitor che permettono la visione di immagini e l’ascolto di una narrazione sulla storia della città. Tra gli altri edifici di architettura religiosa da non perdere la duecentesca chiesa di San Pietro Martire, appartenuta al potentissimo ordine domenicano la cui facciata lineare e sobria contrasta con gli interni in stile gotico.

Il Ponte Romano Agusteo, risalente al I secolo a. C. non solo è percorribile esternamente ma, attraverso un corridoio d’ispezione, si può visitare anche il suo interno. Alto 25 metri e lungo 22,20 (misure straordinarie per l’epoca della sua edificazione), è considerato uno dei ponti più rappresentativi della tecnica e della civiltà romana avendo conservato integralmente le sue caratteristiche costruttive. Tra gli altri monumenti sono da ricordare  le grotte dell’Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia, il Forte Malatesta, gli ottocenteschi Teatro dei Filarmonici e Teatro Ventidio Basso (quest’ultimo dotato di  842 posti e di un prezioso foyer  con stucchi originali) e il Palazzetto Longobardo, unico esempio di architettura protoromanica in città con l’adiacente Torre degli Ercolani.

Ascoli Piceno, citta della ceramica

Nelle vicinanze della città si trova la Rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo situato nei pressi del torrente Castellano.

Ascoli Piceno è la città della Ceramica, con una forte tradizione tramandata e conservata oggi dalle tante botteghe artigiane disseminate nel centro storico. Nel museo della Ceramica, situato nella chiesa di San Tommaso, si possono osservare i ceramisti che decorano con sapiente pazienza. Qui, periodicamente, sono organizzati corsi e laboratori in cui vengono svelati i trucchi del mestiere. Altra attività molto diffusa è quella del ramaio, ovvero lavorazione del rame realizzato per lo più per utensili.

I dintorni della città sono altrettanto ricchi di sorprese. Qui si possono ammirare i calanchi, una meraviglia della natura rappresentata da una fitta successione di acute creste nude e franose dovute all’erosione dei versanti argillosi delle colline.

I calanchi dell’Ascensione

I calanchi si estendono ai piedi del Monte Ascensione, determinando un paesaggio a tratti quasi lunare. Il Dito del Diavolo è un monumento naturale in pietra posto tra Piagge e Colle San Marco: la leggenda narra che il diavolo, invidioso del fiorire di eremi, volle insediarsi tra loro mettendoli uno contro l’altro. Intervenne Dio che lo scaraventò nel fuoco dell’inferno ma il diavolo, sprofondando, lasciò fuori un dito che nel tempo è rimasto pietrificato. Ultima tappa di questo particolare territorio è la montagna dei Fiori, divisa dall’altra montagna “gemella” di Campli da un profondo canyon scavato dal torrente Salinello. Alta 1.814 metri, è l’unica montagna del centro Italia a trovarsi ad una distanza di soli 30 chilometri dal mare e, nelle giornate limpide, permette addirittura di vedere la costa slava. Essendo parte del complesso sistema viario della transumanza che permetteva il trasferimento invernale delle greggi, attraverso le terre d’Abruzzo, verso il Tavoliere delle Puglie, ancora oggi vi si trovano circa 100 Caciare, piccole costruzioni in pietra, realizzate a secco e utilizzate dai pastori come ricovero vicino ai pascoli.

L’imponente e scenografico portone d’ingresso del B&B Piazza del Popolo

Per chi desiderasse soggiornare ad Ascoli per apprezzare in tranquillità tutte le sue bellezze, consigliamo il B&B Piazza del Popolo, un alloggio di charme situato immediatamente dietro Piazza del Popolo in un palazzo storico del XIII secolo, vincolato dalla Soprintendenza. L’appartamento è stato completamento restaurato e rinnovato nel 2011, senza tuttavia intaccare quella che era la struttura originaria nobiliare ed i suoi arredi, anch’essi restaurati. Le ampie camere sono tutte rifinite con cura, modernamente arredate per il comfort dei suoi ospiti e dispongono ciascuna di un bagno interno, di una scrivania e di un tavolo utilizzabile anche per la colazione (riscaldamento ed aria condizionata sono regolabili in ogni camera). Oltre al soggiorno, dove è possibile godere di un ottimo caffè al rientro dalle escursioni, è presente una piccola cucina ad uso comune con frigorifero e microonde. Complessivamente il B&B Piazza del Popolo è fornito di tre camere da letto matrimoniali/uso singola, di cui una family room dotata di porta interna con letto alla francese e relativo bagno. A disposizione degli ospiti è presente una raccolta di pubblicazioni e libri su luoghi e monumenti da visitare.

ASCOLI PICENO NEL PIATTO

I piatti che maggiormente rappresentano la cucina e la gastronomia locale sono in primis l’oliva all’ascolana del Piceno DOP ed il fritto all’ascolana. Le olive verdi polpose, tenere, non amare e grandi, vengono denocciolate a elica con lo spelucchino, uno specifico coltellino usato in cucina, e poi ricomposte con un morbido composto (maiale, pollo, manzo, vino, uova, parmigiano e olio) e quindi impanate e fritte.

Cartoccio di olive ascolane

Pur essendo una ricetta ricca ed elaborata, l’oliva tenera ascolana farcita e fritta conserva quel carattere amichevole di cibo anche da strada, che molti gradiscono consumare proprio passeggiando per le vie della città con un cartoccio in mano.

Le olive sono parte principale del “fritto misto“ all’ascolana, una pietanza che si compone di costolette di agnello, carciofi, olive ascolane e crema fritta (cremini). Un’altra specialità territoriale, legata alla tradizione è l’oliva in salamoia: la tenera ascolana è trattata, appena raccolta, con la tecnica della salamoia, in acqua, sale ed erbe selvatiche, e conserva così la sua fragranza e il suo sapore dolce. Tra gli altri prodotti tipici di Ascoli Piceno ricordiamo il Ciauscolo IGP, un insaccato a grana fine, ottenuto dalla doppia macinatura di tagli pregiati di carne suina quali pancetta, spalla e rifilature di prosciutto e lonza. Tra i piatti tipici vanno annoverati lo speciale ragù fatto con diversi tipi di carni, la cacciannanze ascolana, una focaccia con olio e rosmarino ed i ravioli incaciati con ripieno di gallina, una ricetta che viene servita come primo piatto durante il Carnevale.

Anisetta Meletti

Conosciuti in tutto il piceno, possono essere serviti freddi o caldi, lessati o fritti, solo con formaggio o con della cannella. Tra i dolci da non perdere il Frustingo, a base di frutta secca e fichi. La bevanda alcolica più conosciuta di Ascoli Piceno è l’anisetta, un liquore a base di anice verde (pimpinella anisum). La zona dell’ascolano è nota anche per la produzione del Rosso Piceno Superiore, un rosso mediterraneo di antichissima tradizione e del Falerio, un vino bianco con un uvaggio a base di Trebbiano e di due vitigni autoctoni, la Passerina e il Pecorino e il vino cotto IGP, ottenuto dalla concentrazione del mosto mediante cottura.