A San Secondo Parmense si disputa il Palio delle Contrade

Il Palio delle Contrade torna protagonista a San Secondo Parmese, borgo emiliano legato al nome di un grandissimo Casato – quello dei Rossi – che nel corso del Medioevo e del Rinascimento ha saputo esprimersi ai massimi vertici politici e militari.  La manifestazione, riproposta ufficialmente dal 1990, solitamente si svolge nel primo weekend di giugno ma quest’anno, a causa delle restrizioni pandemiche, si è preferito rinviarla a sabato 18 e domenica 19 settembre.

Palio delle Contrade, corteo storico

Le giornate del Palio rievocano le sfarzose cerimonie ed i festeggiamenti tenutisi nel 1523 in occasione del matrimonio tra il conte Pier Maria de’ Rossi e Camilla, figlia di Giovanni Gonzaga di Vescovato e cugina del futuro duca di Mantova Federico II. Tanti i nobili signori furono invitati alla festa, tra i quali spiccava Giovanni Medici fratello della Marchesa Bianca. La rievocazione fa tornare San Secondo Parmense a quei temopi fastosi e lontani: cortei in costume, case addobbate, strade imbandierate, banchetti e libagioni, culminano nella disputa del Pallium Sancti Secundi, fra le sei Contrade: Buregh di Minén, Castell’Aicardi, Dragonda, Grillo, Prevostura, Trinità. Tra i figuranti che intervengono alla festa spiccano Giovanni de’ Medici, fratello della contessa Bianca e zio di Pier Maria, e Pietro Aretino, sempre al seguito dell’amico Giovanni.
La rinomata spalla di San Secondo (Presidio Slow Food) e regina della festa, viene dispensata in occasione delle cene propiziatorie, abbondantemente innaffiata dal vino Fortana. Spettacoli di musici e sbandieratori, falconieri, duelli di spade, visite notturne alla splendida Rocca dei Rossi e scenografie suggestive caratterizzano i giorni magici del Palio. Infine la domenica si disputa la giostra della Quintana, che viene corsa con gli anelli più piccoli di tutta Italia. Questo il programma dell’edizione 2021 fortemente voluta dagli organizzatori, sia pur in forma ridotta: venerdì 17 alle 21, nel Cortiletto d’onore della Rocca dei Rossi, avranno luogo la svelatura del Drappo ed il sorteggio delle carriere di partenza della giostra della Quintana. Sabato 18, a partire dalle 12 allo stadio Luigi Del Grosso, si svolgeranno le prove dei Cavalieri, mentre in serata, il Palio entrerà nel vivo con il tradizionale Corteo Storico che si dislocherà lungo le vie del borgo, accompagnato da musici e sbandieratori, fino a giungere alla Rocca dei Rossi dove avrà luogo l’offerta dei doni da parte delle Contrade agli sposi Pier Maria Rossi e Camilla Gonzaga, giunti da Mantova per la celebrazione del loro matrimonio.

I musici del Palio di San Secondo Parmense

A seguire, cerimonia di presentazione dei Capitani di Contrada, investitura dei Cavalieri e gran finale con le rinascimentali cene propiziatorie organizzate nelle contrade. Domenica 19, alle 11.45, in piazza della Rocca dei Rossi, benedizione dei cavalieri e dei cavalli e, alle 15, partenza del Corteo Storico alla volta dello stadio Del Grosso dove, alle 16, avrà inizio la disputa del 31° Palio delle Contrade, giostra della quintana con gli anelli più piccoli del mondo, al termine del quale sarà assegnato il Palio 2021. L’evento che quest’anno, nonostante la pandemia è riuscito nell’intento di preservare la tradizione, sarà trasmesso in diretta streaming sui canali Youtube del Palio di San Secondo Parmense e Facebook (www.facebook.com/paliosansecondo).

Palio delle Contrade, sbandieratori

VIAGGIO A SAN SECONDO PARMENSE

San Secondo si adagia sulla sponda occidentale del Taro, nel cuore della pianura parmense. I sepolcreti dell’età del bronzo, le centuriazioni romane, l’architettura medievale e l’arte rinascimentale – ancora oggi superstiti nella Pieve di San Genesio e nella Rocca dei Rossi – sono le tappe miliari di una storia che poche zone, anche limitrofe, possono vantare. San Secondo Parmense fu feudo e residenza ufficiale dei conti e marchesi Rossi fino al 1817. A occidente del borgo si erge la Rocca dei Rossi fatta costruire da Pier Maria Rossi (Il Magnifico) nella prima metà del ‘400, a difesa del borgo fortificato di San Secondo sul quale i Rossi vantavano diritti sin dal XII secolo ed esercitavano signoria come conti dal 1365. Nel XVI secolo il castello si trasformò da fortezza difensiva in una fastosa residenza monumentale di gusto rinascimentale.

San Secondo Parmense, la Rocca dei Rossi

Testimonianza del potente Casato dei Rossi, imparentati con i Medici ed i Gonzaga, è la Rocca, edificio simbolo del paese, frutto di profonde trasformazioni avvenute tra il XV e il XVI secolo. La sala delle gesta rossiane è la più importante e maestosa del castello. Un capolavoro di ben 1200 mq di affreschi eseguiti da alcuni tra gli artisti più importanti dell’epoca (Cesare Baglione, Orazio Samacchini, Ercole Pio, Bertoja). Si tratta di uno splendido susseguirsi di grottesche e allegorie, interrotto da 13 quadri-arazzo dalle grandi dimensioni raffiguranti altrettanti episodi fondamentali per la famiglia Rossi, a partire dal 1199 per arrivare al 1542. La Sala dell’Asino d’Oro, una delle più antiche del castello (datata tra 1528 e 1532), è un indiscusso gioiello ottimamente conservato. Era la camera nuziale ed è dominata nel soffitto da 17 quadri tratti dall’opera “Le metamorfosi” di Apuleio, con particolare attenzione alla vicenda di “Lucio-l’asino”, senza alcun riferimento ad “Amore e Psiche”, favola in genere molto cara agli artisti rinascimentali. Questa scelta rende l’affresco unico nel suo genere.

San Secondo Parmense, Rocca dei Rossi, interno

La Galleria di Esopo, con il suo apparato di favole ispirate all’antico scrittore greco, è uno dei più ricchi dedicati a questo genere. Tra le storie più note rappresentate: Il lupo e l’agnello, La volpe e il leone, La volpe e la maschera. Come in tutti i castelli medioevali, anche nella Rocca dei Rossi c’è una leggenda legata ad un fantasma: si narra che una giovane fanciulla venne trucidata non ancora ventenne e che la sua presenza ancora si avverta, certe sere, nel castello. A sostegno di questa tesi vi sarebbe una presunta macchia di sangue nel punto in cui sarebbe stata assassinata, sul camino della Sala di Latona. Alcuni storici ipotizzano che nella favola “La volpe e la maschera” affrescata nella Galleria di Esopo, la maschera raffiguri Papa Paolo III Farnese, verso il quale notoriamente la famiglia Rossi provava una forte avversione. La maschera simboleggia “una testa magnifica ma senza cervello”. Altri riferimenti nascosti si trovano nei diversi affreschi di favole e miti. La Corte dei Rossi propone coinvolgenti visite spettacolo pensate per le scolaresche, per approfondire la storia del Casato dei Rossi. Le visite vanno prenotate e concordate nei fine settimana e si possono effettuare tra le 18.00 e le 22.30, e i gruppi devono essere composti da almeno 40 persone tel. 0521871500 – 0521873214 – uit@comune.san-secondo-parmense.pr.it).

San Secondo Parmense, Piazza Mazzini, l’antico alveo del Taro morto

Di notevole interesse la visita al Museo Agorà Orsi Coppini che riporta alla memoria la tradizione dimenticata dell’olivo nel parmense. Ubicato nel podere Fieniletto, un antico casello del parmigiano reggiano restaurato, alle porte di San Secondo Parmense, il museo, grazie a un percorso guidato, consente al visitatore di ammirare svariati macchinari di lavoro utilizzati in diverse epoche nell’arte olearia: i sistemi meccanici di produzione e quelli idraulici. Nella struttura sono possibili percorsi didattici ad hoc per le scuole ed è presente una sala per conferenze, seminari, convegni attrezzata per registrazioni e videoconferenze. Nel parco di pertinenza del podere, piantumato con olivi secolari, è collocata un’agorà che può ospitare su gradoni a tre livelli sino ad un massimo di 500 persone a sedere, costituendo un teatro all’aperto utilizzato per convegni e manifestazioni. Tra gli altri luoghi d’interesse, ricordiamo la Pieve Romanica di San Genesio, antica plebana dell’XI secolo che sorge isolata due chilometri ad ovest del centro abitato, in aperta campagna. Danneggiata da un’alluvione del Taro nel XIII secolo fu più volte ricostruita.

San Secondo Parmense, Pieve di San Genesio

Iniziò la sua decadenza a partire dal 1470 con la perdita della parrocchialità, in disuso subì una menomazione alla fine del Settecento, quando fu accorciata di alcune arcate e trasformata in oratorio con annessa casa colonica. Ormai fatiscente e prossima al crollo venne salvata nel 1967 con un intervento di restauro che ripristinò la pieve nella sua configurazione originaria. Posto lungo la strada che conduce a Fontanellato, al margine dell’allora parco della Rocca dei Rossi, troviamo l’oratorio della Beata Vergine del Serraglio, costruito intorno al 1670 e caratterizzato da un’architettura lineare e sobria che dona all’edificio un carattere di accentuato verticalismo.

La chiesa Collegiata della Beata Vergine Annunciata, posta al centro del paese, fu costruita attorno al 1450 come semplice oratorio per volere d Pier Maria II de Rossi, ma già a pochi anni dalla sua costruzione, precisamente nel 1470, venne insignita della parrocchialità divenendo la chiesa principale del paese, nonché sede della prevostura. Al suo interno sono presenti decorazioni dello stuccatore Carlo Bossi e opere dei pittori Pier Antonio Bernabei, Giovanni Sons e Antonio Bresciani. Di origine cinquecentesca la parrocchiale di San Giorgio è posta nella frazione di Pizzo sulla riva della Fossaccia Scannabecco, poco prima del suo sbocco nel fiume Taro.

San Secondo Parmense, chiesa dell’Annunciazione

Di interesse si rammentano un dipinto ad olio del XVIII secolo raffigurante di S. Giorgio che affronta il drago e una croce astile risalente alla metà del XVI secolo in rame. Posta in località Castell’Aicardi, la chiesa di San Pietro è già citata nel XIII come cappella sotto la giurisdizione della Pieve di San Genesio. L’attuale chiesa è frutto di una ricostruzione di inizio Ottocento, fatta eccezione dell’abside e della cappella della Madonna del Carmine. In località Corticelli troviamo la chiesa di San’Andrea Apostolo. Già citata nel XIII come cappella sussidiaria sotto la giurisdizione della Pieve di San Genesio, l’attuale chiesa è anch’essa frutto di una ristrutturazione ottocentesca. Di struttura a singola navata, presenta un orientamento opposto rispetto a quello tradizionale degli edifici religiosi, avendo l’abside a ovest. Omonima della collegiata del capoluogo comunale, la chiesa dell’Annunciazione di Maria Vergine di Ronchetti è in realtà ad essa antecedente essendo menzionata per la prima volta nel 1354 in una pergamena (estimo) dove figurava nel territorio della Pieve di San Genesio. Cappella sussidiaria ormai sconsacrata, sorge a due chilometri a sud del paese sull’antica strada romana che collegava Parma a Cremona.

San Secondo Parmense, chiesa di Sant’Andrea, località Corticelli

All’interno della chiesa furono girate alcune scene del film “Don Camillo e i giovani d’oggi”. La Cappella di San Secondo, edificio religioso costruito fra i secolo VIII e IX sopra ad un dosso al margine di una zona acquitrinosa, ha dato il nome al territorio di San Secondo Parmense.

L’Ospedale della Misericordia, struttura pensata da Federico I de Rossi per ospitare i poveri a seguito della peste manzoniana del 1630, si colloca nella piazza adiacente all’asse viario principale. L’ospedale fu costruita in tempi differenti, probabilmente a causa della morte dell’ideatore avvenuta nel 1634 che ne rallentò inesorabilmente l’esecuzione. Recentemente ristrutturato, è l’attuale sede della Casa della Salute. Posto al centro della piazza antistante all’Ospedale della Misericordia, il monumento ai caduti è una delle opere principali dello scultore sansecondino Ernesto Vighi, fu costruito in memoria ai caduti della prima guerra mondiale nel 1922 ed inaugurato nel 1923. La statua originale, in bronzo, venne fusa durante il periodo bellico nel 1942, lasciando il piedistallo mutilo sino al 1968, anno in cui una copia identica all’originale venne fusa e ricollocata al suo posto.

San Secondo Parmense, Oratorio della Beata Vergine del Serraglio

Lungo l’asse viario principale del paese, via Garibaldi, è ubicato l’Oratorio di San Luigi o del Riscatto, eretto tra il 1717 e il 1728. La pianta della chiesa è a croce greca, e l’interno è arricchito da eleganti paraste allineate, chiuse da capitelli corinzi e da delicati medaglioni tondi. Completano l’arredamento, un bellissimo altare in legno intagliato e dorato di stile neoclassico e raffinate tribune in legno dipinto. Prende anche il nome di Oratorio di San Luigi dalla statua del santo, figlio del duca di Mantova, che si trova al suo interno. Nel 2017, 300° anno dalla posa della prima pietra, l’Associazione Contrada Trinità, ha deciso di promuovere e finanziare i lavori di ripristino dell’oratorio. A breve, dopo un lungo restauro durato oltre due anni, l’antica struttura religiosa riaprirà nuovamente le sue porte e sarà visitabile dal pubblico.

Ubicato in via Garibaldi, a fianco dell’Oratorio di San Luigi Gonzaga, sorge il Teatro Comunale, edificato a partire dal gennaio 1853 su progetto dell’architetto dell’architetto Pier Luigi Montecchini.

Oratorio San Luigi Gonzaga, interno

Inaugurato nel 1857, divenne comunale pochi anni dopo (forse già nel 1859). Rimangono della struttura originaria la facciata neoclassica, bugnata nella parte inferiore, le tre finestre del secondo piano, di cui la centrale sormontata da un timpano; tra queste bassorilievi in gesso rappresentanti Verdi e Rossini e, ai lati, lampioni in ferro battuto.

All’interno del territorio comunale si trova l’Oasi la Barcassa originata dal recupero naturalistico di una cava utilizzata dall’industria del laterizio. L’Oasi si trova racchiusa tra il canale San Genesio e la Fossaccia Scannabecco nel tratto dove convergono sino a divenire affiancati. All’interno dell’Oasi, un ambiente “umido” di alto valore naturalistico, si trovano zone di acqua più o meno profonde, vegetazione palustre e riparia. Qui nidifica l’unica coppia di Voltolino presente nella provincia di Parma, sono presenti regolarmente 500 – 600 Germani reali, nidificano coppie di Marzaiola, di Schiribilla, di Forapaglie, di Migliarino di palude, di Airone rosso. L’Oasi è divenuta punto di sosta per i migratori e riserva biogenetica per piante palustri ormai scomparse. In sintesi l’Oasi Barcassa, ex cava Barcassa, è un esempio di come l’attività di grandi industrie possa armoniosamente inserirsi nel territorio e di come l’uomo possa utilizzare le sue tecnologie per migliorare l’ambiente che lo circonda.

SAN SECONDO NEL PIATTO

“Io non diventerò feudatario della Rocca di San Secondo, ma posso benissimo mandarti una spalletta di quel santo. Anzi te l’ho già spedita stamattina per ferrovia. Quantunque la stagione sia un po’ avanzata, spero la troverai buona” (Giuseppe Verdi dalla lettera al conte Arrivabene del 27 aprile 1872). La spalla di San Secondo è uno dei salumi più antichi del quale si abbia menzione nel parmense.

Spalla cotta

La tradizione della preparazione e trasformazione della spalla del maiale è accertata già nell’anno 1170. La parte del suino dal quale si ricava la spalla è la parte superiore della zampa anteriore. Tale taglio rispetto all’omologo posteriore da cui si ricava il prosciutto, si differenzia per la presenza dell’osso piatto della scapola che ne rende piuttosto complessa la stagionatura, proprio per questa difficoltà la versione cruda della spalla è molto meno diffusa della versione cotta. Le lavorazioni della spalla sono differenti a seconda che venga prodotta nella versione cruda o nella versione cotta.

La spalla cruda può essere stagionata senz’osso rimuovendo la scapola o con l’osso. La stagionatura del salume, avvolto in vescica dura circa 18 mesi. Dopo essere stata disossata rifilata e salata, la spalla nella versione cotta viene fatta stagionare in vescica per un breve periodo (30-40 giorni) senza l’aggiunta di spezie. Al termine di questa leggera stagionatura si procede alla fase di cottura della spalla in acqua, vino (può essere bianco o rosso Fortana) con l’aggiunta di quelle spezie e verdure che le conferiranno aroma e gusto.

Gnocco fritto

La cottura avviene a fuoco molto lento a una temperatura di circa 75° e dura diverse ore dando così il tempo agli aromi di insaporire la carne in modo uniforme. La preparazione tradizionale della spalla cruda consiste nel riscaldare la spalla in acqua a fuoco lento e servirla ancora tiepida tagliata grossolanamente, accompagnata con torta fritta e vino Fortana del Taro. Meno comunemente si può trovare servita fredda e affettata sottile, accompagnata con il burro. La spalla cotta viene anche utilizzata per conferire gusto e sapore a paste ripiene come ravioli e tortelli.