L’Antica Fiera di Godega Sant’Urbano, la Fiera del Nord Est

Antica Fiera di Godega Sant’Urbano

EVENTO ANNULLATO IN OTTEMPERANZA AD ORDINANZA REGIONALE 

Torna dal 29 febbraio al 2 marzo l’Antica Fiera di Godega Sant’Urbano, la Fiera del Nord Est, nel trevigiano: macchine agricole, viticultura, artigianato, giardinaggio e arredo casa, energie alternative, giochi e attività didattiche con asini e cavalli, spettacoli equestri e battesimo della sella, show cooking e degustazioni, salone del turismo locale sostenibile, area bimbi, Festa dello Scolaro presso il Luna Park e cena con spettacolo al ristorante Fiera, tutto questo è l’Antica Fiera di Godega.

Antica Fiera di Godega Sant’Urbano

In concomitanza con l’Antica Fiera di Godega si svolgerà Terra Nostra, il salone dei prodotti DOP, IGP, STG, dei prodotti agroalimentari tradizionali, dei prodotti di montagna, dei prodotti biologici e dei vini DOC, DOCG, DOP e IGP.

La Fiera di Godega Sant’Urbano, nella sua struttura odierna è la sintesi di due antiche manifestazioni, probabilmente coeve, le quali, fino al dopoguerra, hanno avuto storie parallele: il mercato franco di Godega che si svolgeva a marzo e la fiera di Sant’Urbano di Pianzano, in programma a maggio. Entrambe queste manifestazioni agricole nacquero verso il Mille quando, esauritesi le violente spallate migratorie dei popoli orientali e nordici, riprese la vita nelle campagne e si assistette ad una grande spinta economica e demografica di tutta la zona. Origini che si perdono nell’alto medioevo, quando realtà e leggenda si intrecciavano in forma orale e pittoresca.

Antica Fiera di Godega Sant’Urbano

La leggenda vuole infatti che la Fiera di Godega fosse nata al seguito delle orde barbariche che, entrando in Italia da Est, ponevano i loro vasti accampamenti di Jurte in zone asciutte e salubri, come il Campardo, ma nello stesso tempo vicine all’acqua che sgorga copiosa poco più a sud, lungo la linea delle risorgive. Ipotesi originata proprio dal toponimo di Godega, cioè Villa Gotica che indica chiaramente un piccolo insediamento di Goti, popolazione germanica che, sotto la guida di Alarico e poi Teodorico, invase l’Italia nel V° secolo.

La Fiera di Godega ha sempre avuto un ruolo determinante nello sviluppo socio-economico dell’intero circondario, favorendo scambi commerciali, contrattuali e tecnologici, ed entrando nel cuore e nelle consuetudini della gente che la considera, e a ben ragione, un appuntamento a cui non si può mancare, come auspicio per l’entrante nuova stagione agricola. Una manifestazione che ha visto sempre rivolta l’attenzione al futuro per anticiparne lo sviluppo, in maniera particolare in questi ultimi anni nei quali l’evoluzione tecnologica ha compiuto passi da gigante rischiando di emarginare o sopprimere tutte le piccole realtà locali ricche di tradizioni, ma, spesso, prive di risorse economiche ed umane.

Le risposte delle ultime Amministrazioni sono state la ricerca di tecniche di allevamento non tradizionali prima e la tutela dell’ambiente attraverso metodi di coltura e costruzione ecocompatibili poi, con proposte tali da qualificare l’Antica Fiera di Godega come fiera all’avanguardia nel settore. Qui l’elenco degli espositori presenti alla Fiera di Godega edizione 2020

VIAGGIO A GODEGA DI SANT’URBANO

Antica Fiera di Godega Sant’Urbano

Godega di Sant’Urbano, in provincia di Treviso, conta poco più di seimila abitanti (godeghesi) e si estende su una superficie di circa ventiquattro chilometri quadrati. Trova collocazione nella parte orientale del Veneto, non lontano dalle Dolomiti, in un’area per lo più pianeggiante e confinante con i comuni di Gaiarine, di Colle Umberto, di Codognè, di San Fior, di Orsago e di Cordignano. Include le frazioni di Pianzano e Bibano, centro di origine romana.

Il toponimo Godega è una derivazione dell’aggettivo gotica, a ricordare che nel periodo delle invasioni barbariche, nel territorio del comune, intorno al V secolo d.C. sorse un insediamento dei Goti. Nella zona sono stati tuttavia trovati reperti archeologici più antichi, che testimoniano la presenza di popolazioni autoctone dedite all’agricoltura e alla pastorizia, e successivamente di coloni romani, verosimilmente ex-soldati, ai quali erano stati assegnati piccoli appezzamenti di terreno da bonificare e coltivare. I nomi delle frazioni sono infatti di sicura derivazione latina (Pianzano da Plancius, Bibano da Baebius).

Godega di Sant’Urbano, Pozzo della Regola

Sotto il dominio dei Da Camino, nel XIII secolo la comunità di Godega si sviluppò intorno a un pozzo, detto Pozzo della Regola, che ancora oggi contrassegna il nucleo abitativo più vecchio del paese. Da qualche anno, nella prima domenica di marzo in concomitanza con l’Antica Fiera di Godega Sant’ Urbano il Pozzo diventa il punto di partenza del corteo storico, un importante momento della manifestazione che attira sempre molti curiosi e visitatori. La Regola era un’assemblea costituita dai capi famiglia maggiori di 25 anni, che si riuniva più volte l’anno per deliberare su questioni amministrative, di utilità e di ordine pubblico. A questo periodo risale la prima testimonianza scritta che riferisce dell’Antica Fiera come evento che si svolgeva già da “tempo immemorabile”, e che costituiva un importante punto d’incontro tra i residenti dei paesi vicini in occasione del mercato del bestiame. Fino al 1420, la zona fece parte della podesteria di Sacile, pertanto apparteneva amministrativamente al Friuli-Venezia Giulia; successivamente passò sotto la Repubblica di Venezia, della quale seguì il destino storico.

Godega di Sant’Urbano, chiesa di Santa Margherita

Con la caduta di quest’ultima, Godega subì prima il passaggio delle truppe dell’esercito napoleonico, poi di quello austroungarico. Con la formazione del Regno Lombardo-Veneto, al Comune di Godega venne riconosciuta autonomia giuridico-amministrativa e, con l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1867, al toponimo “Godega” venne aggiunta la denominazione “di Sant’Urbano” dichiarata prima dal Consiglio comunale il 19 febbraio 1867 e confermata con Regio Decreto 4098 del 10 novembre 1867.

Il paese è molto attivo sul fronte delle manifestazioni culturali e popolari ed oltre alla pluricentenaria Antica Fiera di Godega Sant’Urbano, vi si svolgono varie manifestazioni di street food organizzate nel corso dell’anno. Particolarmente interessante è il mercatino dell’antiquariato che richiama, ogni mese, numerosi curiosi da diverse parti della provincia e anche dal vicino Friuli Venezia Giulia.

Molteplici e peraltro di grande interesse storico e artistico sono le architetture religiose comprese anche nelle limitrofe frazioni. La chiesa di Santa Margherita, di recente costruzione, si erge nella stessa area nella quale un tempo trovava collocazione un antico palazzo, ovvero nel centro del paese; internamente ci si imbatte in alcune tele settecentesche e ottocentesche raffiguranti il martirio di Santa Margherita. Della chiesa andata distrutta nella seconda guerra mondiale, che di fatto era un oratorio, rimane il campanile in posizione più a nord rispetto alla chiesa attuale.

Godega Sant’Urbano, ex oratorio di Sant’Urbano

L’attuale edificio dell’ex oratorio di Sant’Urbano intitolato al santo protettore del raccolto che veniva invocato in caso di siccità, risale al XII sec. Esso si presenta con la forma semplice di un oratorio campestre: facciata a capanna, un’unica aula e una piccola abside orientata verso oriente. Il primo documento in cui è ricordato è del 1180 e racconta di una rissa tra due nobiluomini del luogo durante la era di Sant’Urbano, che si teneva vicino alla chiesetta. All’interno, i recenti restauri hanno portato alla luce due cicli pittorici.

Nella frazione di Bibano, si trovano la chiesa di San Bartolomeo, la più vetusta tra le architetture religiose del paese ma recentemente ristrutturata, la chiesa di San Martino vecchia e la chiesa di san Martino nuova. Sono entrambe collocate nella piazza principale di Bibano ma se la costruzione della prima risale al sedicesimo secolo quella della seconda ci riporta al ventesimo secolo quando fu realizzata su pianta a croce latina con tre navate interne separate da colonne di marmo divise da un transetto. L’intitolazione a San Martino della parrocchia di Bibano potrebbe essere anche dovuta ai

Franchi, di cui il santo è patrono, quando giunsero in queste zone. Le voci della tradizione popolare, soprattutto con l’arrivo dei primi venti freddi autunnali, ricordano la leggenda, particolarmente diffusa e sentita in queste zone, relativa a San Martino che diede ad un povero metà del suo mantello perché così potesse proteggersi dalle intemperie. Una raffigurazione posta sopra l’ingresso della chiesetta di San Martino vecchia ricorda il gesto del santo. Il campanile in passato fungeva da torre di guardia. La vita del circondario, specialmente ad inizio secolo scorso era scandita dalle campane nelle diverse ore della giornata.

Bibano, San Martino Nuova

L’altra frazione, Pianzano, in località Baver, ospita la chiesa di San Biagio, il santo notoriamente legato alle tradizioni popolari. Della chiesa non si conosce l’anno di fondazione; le prime notizie documentate risalgono al 1398 e ci sono giunte attraverso un documento del Cinquecento. All’interno un mirabile ciclo di affreschi riveste l’abside. Le pareti e la volta a crociera offrono alla vista quattrocentesche pitture raffiguranti episodi della vita di Cristo e di San Biagio. L’autore è sconosciuto. Sempre a Pinzano sorge la chiesa di San Lorenzo che, pur non avendo un campanile è fornita di tre campane nate dalla fusione delle campane distrutte durante i bombardamenti del 1945 ed infine la cappella di San Giuseppe, edificio fortemente voluta dalla famiglia Dal Cin e da Teresa Conte Dal Cin per ricordare i soldati morti durante la Prima Guerra Mondiale. I lavori per la sua edificazione iniziarono nel 1929 e si conclusero nel 1934. La chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice della Levada si trova sulla strada che da Baver porta a Codognè. È stata costruita dopo la Prima Guerra Mondiale dagli abitanti di Pianzano per rispondere ad un loro voto alla Madonna.

Pianzano, località Baver, chiesa di San Biagio, affreschi

L’attuale chiesetta della Madonna della Salute, dedicata al culto della Beata Vergine, è stata ristrutturata nel 1988 e costruita nel 1600 e si rifà alla cappella originaria dell’XI o del XII secolo. Sorge in località Salvatoronda toponimo già citato nel 1093 come Silva rotunda. Secondo alcuni studiosi l’attuale chiesetta venne costruita sulle rovine di quella medievale dopo la peste del 1630 che flagellò la zona portando carestia e morte. La chiesetta apparteneva nel 1700 alla famiglia Battaglia, nobili della zona, tant’è vero che l’interno conserva la tomba di Nicolò Battaglia qui sepolto nel 1721. Nel piccolo spazio interno si trova l’altare ligneo in stile barocco. La chiesetta non è visibile dalla strada principale, infatti, bisogna addentrarsi nel piccolo borgo subito dopo il sottopasso che divide Godega di Sant’Urbano da Orsago. È di proprietà della famiglia Marcolin.

Caratteristiche sono le ville venete sparse nel territorio di Godega di Sant’Urbano: da ricordare, la settecentesca Villa Marinotti-Da Re, in stile neoclassico caratterizzata da una facciata imponente ingentilita da tre timpani che ne alleggeriscono l’immagine e che ben si inseriscono nelle simmetrie dell’edificio.

Pianzano, Villa Amalteo Lucheschi

La villa è immersa in un bellissimo parco, delimitato da un alto muro di cinta. Interessanti a Pianzano anche Villa Amalteo Lucheschi e Villa Pero-Riello, quest’ultima sede dell’aviazione austro-ungarica durante la Prima Guerra Mondiale e oggi ancora caratterizzata da ampi saloni affrescati. Infine a Sequals troviamo Villa Savognan, la cui famiglia, di origine friulana, si insediò nel paese intorno al quattordicesimo secolo. L’edificio si estende per diversi metri lungo la via principale di Bibano e si nasconde alla vista grazie a un muro di sassi che costeggia tutta la via.

La chiesetta di San Bartolomeo, realizzata in stile tardo romanico, è la chiesetta più antica di Bibano. Le su origini non sono note ma con tutta probabilità risalgono al XII secolo. L’edificio venne ampliato, ristrutturato e ammodernato in diverse occasioni. All’interno i lavori hanno messo in evidenza un affresco cinquecentesco che raffigura da sinistra a destra: San Sebastiano, San Bartolomeo, la Madonna in trono con il bambino Gesù, San Pietro e San Rocco.

Pianzano, Villa Pero-Riello

Sulla parete di fondo del presbiterio, si trova una pala d’altare settecentesca dello Zampini che ritrae San Bartolomeo in piedi con in mano un coltello, strumento del suo martirio e un libro, simbolo della dignità di apostolo. Si pensa che intorno alla struttura ci fosse il più antico camposanto del paese poiché sono stati trovati dei corpi sepolti.

L’area naturalistica di San Bartolomeo si trova tutt’intorno alla chiesetta di San Bartolomeo ristrutturata e portata all’antico splendore sul finire degli anni 90 del ‘900 insieme al parco circostante dal gruppo alpini di Bibano-Godega.

Sequals, Villa Savorgnan

Nell’area è stato creato un percorso denominato Sorgenti di Godega, difatti questa è una zona ricca di risorgive che danno origine a corsi d’acqua pura, adatta anche alla pescicoltura. Una passerella in legno permette di superare il percorso delle acque lungo il quale, nella bella stagione, si possono notare il germano reale, il tuffetto, la garzetta, l’airone cenerino, l’usignolo di fiume ed altra fauna della zona. Interessanti sono anche le specie arboree che arricchiscono il paesaggio. Nel parco è possibile soffermarsi ad ammirare il paesaggio circostante seduti comodi sulle panchine che si trovano nei pressi della chiesetta.