Il “Carnevale Pavonense” nella terra dei Castelli Romani

Foto Davide Olivero

A Pavona, frazione di Albano Laziale, nell’area dei Castelli Romani, arriva il tanto atteso “Carnevale Pavonense“. Pavona si distingue infatti dal resto dei paesi dei Castelli Romani non per una sagra specifica, bensì per alcune feste che ogni anno coinvolgono centinaia di persone, tra queste è molto viva la tradizione del carnevale che viene organizzato dal Comitato Feste Pavona, con il patrocinio del Comune di Albano Laziale e col contributo sia partecipativo sia economico di tutta la popolazione e in particolare dei commercianti. Il 23, 25, 26 e 28 febbraio saranno quindi allestiti carri allegorici e si esibiranno bande e gruppi mascherati. Lo stesso Comitato si occupa anche dell’organizzazione della festa del santo patrono, San Giuseppe dei lavoratori, che viene appunto festeggiato il Primo Maggio con giochi popolari e vari spettacoli ludici. Sono sentite e partecipate dalla cittadinanza molte altre festività, sia religiose che laiche, come la festa di Sant’Antonio abate, organizzata dal Circolo Ricreativo Libertas.

Programma del Carnevale Pavonense 2017

VIAGGIO A PAVONA E ALBANO LAZIALE

I Castelli Romani hanno una storia le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che risalgono ancora prima della fondazione di Roma. Il nome deriva probabilmente dal fenomeno urbanistico del cosiddetto “incastellamento”, sviluppatosi in epoca medioevale, che vide la nascita di borghi ben fortificati. Quindici sono i centri storici inglobati nell’area dei Castelli Romani disposti concentricamente sulle alture vulcaniche dell’antico Vulcano Laziale: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genziano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Porzio Catone, Monte Comparti, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priori e Velletri.

Foto Davide Oliviero

Si tratta di borghi ricchi di storia e monumenti, meta di villeggiatura e di riposo di nobili e potenti che, a partire dal secolo XVI, iniziarono la costruzione delle magnifiche Ville Tuscolane descritte più volte da artisti di tutto il mondo in occasione del loro Gran Tour d’Italie. Per la particolare bellezza dell’area e, soprattutto, per il piacevole stile di vita che offrivano questi luoghi, Imperatori e Papi scelsero l’area dei Castelli Romani per costruire le loro dimore fuori Roma. Immersi nel verde e ricchi di storia e cultura, oltre a palazzi, ville, chiese e musei, i Castelli Romani offrono luoghi di forte interesse turistico e grandi manifestazioni legate alle tradizioni, come appunto il “Carnevale Pavonese”.
Lasciando la città da sud, quale che sia la via consolare scelta, l’Appia, la Tuscolana, l’Agnagnina, i Castelli rimangono la meta obbligata per conoscere una “Roma minore”, come gli stessi romani amano definire queste terre.

Tornando a Pavona, sede dell’atteso Carnevale, si racconta che le origini antiche del borgo fossero legate al Lacus Turni (l’odierno “laghetto”) dove, secondo la leggenda narrata da Virgilio nell’Eneide, viveva la ninfa Giuturna, sorella del re dei Rutuli, Turno, ucciso in duello da Enea. Sempre nel territorio di Pavona, sul vicino Monte Savello, sorgeva in epoca arcaica la città latina di Apiolae, distrutta dal re di Roma Tarquinio Prisco alla fine del VII secolo a.C. In questa zona sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici a testimonianza della Civiltà Latina. In particolare, da questa zona proviene la magnifica testina policroma di un guerriero latino conservata presso il Museo Civico di Albano Laziale.
Intorno al VII secolo d.C. qui sorsero due importanti domuscultae (centri agricoli organizzati intorno ad un torrione che poi furono protetti da cinte murarie (castra), anticipando la costruzione dei castelli dell’età feudale.

Pavona, chiesa di Santa Teresa d’Avila

Il primo di questi insediamenti, la domusculta Sulpiciana, sorse là dove era Apiolae e intorno al XIII secolo divenne un feudo dei Savelli che vi eressero la loro roccaforte, conosciuta poi come “Corte Savella” in Roma. L’altra importante domusculta nel territorio di Pavona fu quello di S. Eufemia, in seguito storpiato in S. Fumia (corrispondente all’odierno Casale Scaramella Manetti), risalente al VII secolo d.C. e costituito da un casale con annessa chiesa e torre, un adiacente mulino, un pozzo altomedievale (tuttora conservato) ed un’area funeraria paleocristiana del V-VI secolo. Nel 1611 il Lacus Turni (o Lacus Iuturnae) fu parzialmente prosciugato da papa Paolo V, in quanto le sue acque ristagnanti nuocevano alla salubrità della zona. Oggi quest’area fa parte del Country Club di Castel Gandolfo.

L’attuale centro abitato di Pavona, sito alle pendici dei Colli Albani, nasce intorno alla metà del Novecento come centro agricolo e come luogo di svernamento per molti pastori provenienti dalle regioni limitrofe. Sull’origine del nome Pavona esistono almeno due ipotesi, legate entrambi alla bellezza di una donna. La prima vuole che il toponimo Pavona derivi dal nome di un’antica osteria, la cui padrona, evidentemente molto bella e vanitosa, era soprannominata dagli abitanti dei luoghi limitrofi “la pavona”. L’altra ipotesi è legata alla villa fatta costruire dal cardinale Flavio Chigi, nipote di papa Alessandro VII, in località Laghetto. Il cardinale fece costruire questa villa, non lontana dal suo palazzo di Ariccia, per ospitarvi una sua amica particolarmente bella, nota come “la pavona” che poi diede il nome a questa località.

Casale di Santa Maria in Formarola sovrastante il mausoleo

A Pavona si conservano i resti di un mausoleo romano, in opera laterizia del II secolo d.C., trasformato nel Medioevo nella chiesa di S. Maria in Fornarola, con torretta soprastante. Da segnalare anche la presenza in zona dell’emissario di Pavona, un cunicolo sotterraneo risalente ad epoca romana (forse del IV secolo a.C.), che scaricava le acque del laghetto di Giuturna nel fosso di S. Fumia, e ancora noto nel medioevo come Formellum. 

Nel corso del Duecento si assiste alla fondazione di Castel Savelli, sotto i pontefici Onorio III e Onorio IV, ambedue della famiglia Savelli ed originari di Albano. Adiacente ai resti del castrum medievale si conserva oggi la chiesetta medievale di S. Teodoro, forse eretta dai soldati bizantini nel VI secolo ed in seguito interamente restaurata nel XIII secolo.

Tra le costruzioni di età moderna c’è da annoverare la stazione ferroviaria. La linea ferroviaria Roma-Velletri (ad oggi in esercizio) fu inaugurata nel 1863 da papa Pio IX. Villa Contarini, originariamente un convento, poi acquistato dall’ingegner Contarini, è oggi di proprietà del comune di Albano Laziale.

Albano Laziale, Sepolocro detto degli Orazi e Curiazi

Questo luogo fu probabilmente costruito su vecchi ruderi romani (nella zona di Pavona sono numerosi i reperti di antiche ville romane) e fu durante la seconda guerra mondiale luogo di riparo dai bombardamenti alleati che da Anzio risalivano (tramite la via Nettunense allora battuta) a Roma. Da annoverare anche il Casale della famiglia Sterbini, una delle prime famiglie di coloni, che oltre a possedere molte terre nella campagna pavonense, dà il nome anche al palazzo (peraltro ancora in possesso della famiglia) sito proprio nel centro urbano: appunto Casale Sterbini. Anche la Ferramenta Toppi (Creata all’incirca nel 1955/6 ) è molto significativa nella storia di questo piccolo paese.

Il territorio di Albano Laziale è in parte incluso nel Parco regionale dei Castelli Romani. Il comune comprende due popolose frazioni: Cecchina ed appunto Pavona. Il borgo di Albano rappresenta uno dei siti di maggiore interesse archeologico dei Castelli Romani. L’abitato, si formò, infatti, intorno a un grandioso palazzo, fatto erigere nel I secolo d.C. dall’imperatore Domiziano. Molto importante per il successivo sviluppo della città fu l’accampamento militare che vi impiantò nel 192 d.C. l’imperatore Settimio Severo: una vera città militare chiamata Castra Albana capace di ospitare fino a 6.000 legionari, di cui sono visibili tutt’oggi numerose testimonianze come i resti delle Mura e la Porta Pretoria che costituiva l’ingresso principale.

Lago vulcanico di Albano

Dei numerosi monumenti romani situati lungo l’antica Via Appia sicuramente il più noto e singolare è quello del Sepolcro detto degli Orazi e dei Curiazi, (I sec.a.C), un complesso misterioso unico per la sua architettura, attribuito ai protagonisti della leggendaria battaglia tra Roma ed Alba Longa. Il monumento è un caso unico per la sua storia intrisa nel mito e nella leggenda e per la sua architettura, che si può facilmente ritrovare nelle tombe etrusche a Volterra. Il monumento è totalmente realizzato in grandi parallelepipedi di peperino; sul basamento quadrangolare vi erano quattro tronchi di cono sugli angoli e probabilmente un quinto più imponente sulla base centrale a tamburo.

I Cisternoni di Albano Laziale

Edificato in età repubblicana il mausoleo non può essere riferito ai fratelli Orazi e Curiazi, alcuni studiosi pensano che il mausoleo sia una ricostruzione della tomba di Arunte, realizzata dalla famiglia Arruntia che presenziava vicino alla zona.

Interessante è anche una visita ai Cisternoni, una delle cisterne romane più grandi al mondo costituita da cinque navate, utilizzata come riserva idrica dell’accampamento. Una delle testimonianze più interessanti dal punto di vista architettonico è la Rotonda, un grande edificio a pianta centrale ornato con pavimenti mosaicati fatto costruire da Domiziano con funzione di Ninfeo e trasformato da Settimio in edificio termale. Merita una visita anche villa Doria-Pamphili, o semplicemente villa Doria, oggi parco pubblico anticamente villa nobiliare suburbana. Edificata dal Cardinale Fabrizio Paolucci nel XVIIIsec., fu acquistata in seguito dalla famiglia Doria, che fece edificare la palazzina su via Appia e curò la sistemazione del vasto parco. La palazzina della villa, colpita dai bombardamenti alleati del 1º febbraio 1944, venne rasa al suolo nel 1951 dal comune di Albano, ed oggi nel sito della palazzina si apre la vasta piazza Mazzini.

Prodotti tipici dei Castelli Romani

La villa diventò quindi parco pubblico, uno dei più vasti dei Colli Albani. Al centro dell’area verde affiorano i resti di strutture romane, convenzionalmente attribuite ad una villa romana di proprietà di Gneo Pompeo Magno.

GASTRONOMIA

Nell’immaginario collettivo i Castelli Romani si identificano con il vino, rigorosamente bianco e secco (Malvasia, Trebbiano, Greco, e altri), da accompagnare alle specialità della cucina romanesca: trippa, coda e pagliata, panzanella, fagioli con le cotiche, cicoria ripassata in padella, fave servite crude con il pecorino e l’immancabile porchetta (è inutile dire che la migliore è quella di Ariccia), la cui preparazione è un mistero gelosamente conservato. Molte pietanze sono realizzate con ingredienti di una cucina povera e casereccia, tipiche di un’antica cultura contadina, le cui origini sono antichissime e strettamente legate ai prodotti di facile reperimento del territorio o riciclando le parti meno nobili della macellazione. Sono molti i prodotti che esprimono al meglio l’eccellenza di questa area geografica, tra i più noti troviamo i famosi i broccoli di Albano Laziale dal gusto delicato.

Costine d’agnello alla griglia

La cucina tradizionale di Albano Laziale è molto legata a quella romana, ma conta anche piatti propri che utilizzano il broccolo di coltivazione locale, una varietà dal gusto più delicato (broccolo attufato, broccoli lessi) e poi dolci che legano con il vino dei Castelli Romani (ciambelline al vino, tozzetti). A Pavona, a piazza Berlinguer, si svolge ogni sabato mattina dalle 8.30 alle 13.30 un importante appuntamento con i prodotti genuini a km 0, si tratta di una nuova sede del tradizionale Mercato Contadino dei Castelli Romani. l mercato contadino offre l’opportunità di acquistare prodotti genuini senza intermediari, dalla terra alla tavola, dal produttore al consumatore. In questo modo viene garantita la qualità del prodotto, diminuito l’inquinamento causato da distribuzione e trasporti, ridotto il prezzo di vendita. I produttori, infatti, si sono impegnati a tenere i costi al di sotto almeno del 20 per cento rispetto alla media dei prezzi al consumo rilevato dall’osservatorio del Ministero dell’Agricoltura “sms consumatori”.