A Dolonne, Courmayeur l’antica tradizione della Festa del Pane

Il borgo di Dolonne

Come ogni anno, anche il prossimo 30 dicembre il forno di Dolonne, frazione di Courmayeur Mont Blanc in Valle d’Aosta, sarà il protagonista indiscusso della Festa del Pane. In passato ogni frazione di Courmayeur aveva il proprio forno collettivo dove la comunità preparava pane in abbondanza. In alcuni borghi, ancora oggi, è possibile vedere gli antichi forni in funzione e rivivere l’atmosfera magica dei villaggi d’antan, rito sociale insostituibile.

Al lavoro per la Festa del Pane

In passato il forno di Dolonne, collocato dietro alla chiesa e costruito dagli abitanti del villaggio, era utilizzato per tutto l’anno dagli aventi diritto per la produzione di ottimo pane. Oggi il forno è tornato in uso per celebrare alcune feste tra cui per l’appunto la Festa del Pane di Dolonne. In quest’occasione la popolazione di Dolonne ed il Comitato di Courmayeur si riuniscono già alcuni giorni prima dell’evento per realizzare e cucinare il pane nero, almeno 400 pani ed il greichen un dolce antico a base di uova e uvetta, noto anche come pane dolce. Entrambi, accompagnati da vini locali, vin brulé ma anche da cioccolata calda, sono poi venduti od offerti come piccolo spuntino insieme ad altri prodotti tipici come la fontina o il lardo. Durante il resto dell’anno il locale viene utilizzato solamente per alcune riunioni o per qualche festa privata. I principali forni di villaggio si trovano a Dolonne, La Saxe, Villair, Entrèves.

VIAGGIO A DOLONNE

Dolonne, caratteristico borgo valdostano, separato dal capoluogo del Comune di appartenenza dalla Dora Baltea, sorge ai piedi del Mont Chétif, montagna molto frequentata per il trekking, sulla cui cima è posta una statua della Vergine Maria visibile dalla vallata, voluta da Giovanni Paolo II.

La statua della Madonna in cima al Mont Chétif

Il toponimo della località ha origine latina dal verbo “dolere”; con ogni probabilità infatti, la frazione sorgeva in un’area prossima alle miniere di epoca romana del Mont Chétif, dove la manovalanza era rappresentata dagli schiavi; la denominazione fa quindi riferimento alla sofferenza provata dai minatori di quell’epoca. Successivamente, verso la fine del XVIII secolo, il borgo raggiunse una certa notorietà come centro termale e nel 1883 fu inaugurato da Michel Tavernier lo stabilimento idroterapico Jeanne Baptiste, dove l’alta aristocrazia sabauda era solita a recarsi per usufruire delle cure termali. Questa struttura, decisamente all’avanguardia per l’epoca, fu trasformata in un albergo nel 1923. Oggi Dolonne è un rinomato centro turistico che tuttavia conserva la sua fisionomia tipica da villaggio rurale valdostano. Accanto alle strutture alberghiere e private di recente costruzione è infatti possibile ammirare manufatti antichi, fontane, lavatoi e passaggi coperti di legno caratteristici del posto. A Dolonne si trova una cappella dedicata a San Benedetto e San Giacomo.

Dolonne, foto Gughi Fassino

Nominata per la prima volta in un testamento del 1603, fu più volte ricostruita. All’interno è possibile ammirare una tela raffigurante la Madonna dei Sette Dolori, assieme ai due santi Benedetto e Giacomo, oltre ad un altare ligneo ottocentesco di pregevole fattura. Tra le antiche abitazioni che si possono osservare a Dolonne, la Casa Favre, che appartenne ad un’antica famiglia nobile del Vallese, è sicuramente una delle più caratteristiche. Presenta sulla facciata due stemmi: a sinistra lo stemma sabaudo e a destra quello dei Favre. Sotto quest’ultimo è incisa la data del 1610. Casa Favre è decorata anche con una croce di Malta, il giglio di Francia, il monogramma di Cristo e altre immagini. Di particolare interesse risulta l’architrave, sagomato ad arco a chiglia rovesciata, nella sua parte inferiore. Dolonne è collegato direttamente al comprensorio sciistico di Courmayeur, grazie alla cabinovia Dolonne – Plan Chécrouit, aperta durante la stagione sciistica invernale. Nel borgo ha sede il Palaghiaccio di Courmayeur, struttura sportiva polifunzionale che oggi ospita gli incontri casalinghi de Les Aigles du Mont Blanc.

Comprensorio sciistico Courmayeur

VIAGGIO A COURMAYEUR MONT BLANC

Courmayeur (1.224 metri) sorge alle falde del massiccio del Monte Bianco in una conca verdeggiante circondata da abeti e larici, montagne e ghiacciai. La natura spettacolare che la circonda, i ghiacciai e la vista magnifica sulle Alpi, rendono questa cittadina di circa 3000 abitanti un gioiello naturalistico unico. Pur essendo una località turistica di importanza internazionale, Courmayeur, ultimo comune che si incontra prima di arrivare in Francia, a Chamonix, attraverso il Traforo del Monte Bianco, conserva un’atmosfera alpina autentica.

Il Municipio di Courmayeur

La si respira sia passeggiando tra i negozi della centrale via Roma, stretta e tortuosa, sia nei villaggi tradizionali – bellissimi – che circondano il nucleo principale di Courmayeur e si spingono fino alla testa della valle centrale, dove la Dora della Val Veny e la Dora della Val Ferret confluiscono nella Dora Baltea, che attraversa tutta la Valle d’Aosta. Mondana e sofisticata, Courmayeur è una delle località più blasonate dell’arco alpino, ma non è una stazione riservata a pochi eletti. Vanta infatti un’offerta alberghiera diversificata che spazia dai lussuosi alberghi quattro e cinque stelle, a meublé accoglienti e familiari e piccoli hotel dallo charme montanaro. Atmosfera alpina e stile italiano si ritrovano nelle diverse strutture ricettive ma anche nei caffè storici del centro e nei ristoranti sulle piste: a Courmayeur accoglienza, amore per la tradizione e rispetto dell’architettura locale sono curati nel dettaglio, ovunque. Tanti sono i momenti in cui si può avere un assaggio della tradizione di questo paese, dalle Feste patronali dei villaggi, al Carnevale, dalla Festa del Pane di Dolonne, all’arrivo di Rhémy de Noel la sera delle Vigilia, dalla Desarpa delle mucche, alle festa dell’Accensione dell’Albero il primo sabato di dicembre.

Courmayeur, la chiesa di San Pantaleone

La popolarità di Courmayeur era legata nel XVII secolo al turismo termale, grazie alla presenza di quattro fonti di acqua solforosa. In seguito, verso la seconda metà del XVIII secolo, ebbero inizio le esplorazioni del massiccio del Monte Bianco, il Tetto d’Europa, alla ricerca di una via per raggiungerne la vetta. Dopo alcuni tentativi di ricognizione effettuati dall’alpinista e naturalista ginevrino Horace-Bénédict de Saussure insieme alla guida Jean-Laurent Jordaney, la prima ascensione sino alla vetta fu compiuta in sole 15 ore nell’agosto del 1786 da Michel Gabriel Paccard, alpinista, medico e botanico savoiardo e da Jacques Balmat. Courmayeur, insieme a Chamonix, divenne così la capitale dell’alpinismo mondiale e fu sede della prima compagnia di guide alpine d’Italia, la Società Guide Alpine di Courmayeur. A partire dal XX secolo, in seguito alla costruzione di impianti sciistici, è diventata una delle più importanti stazioni sciistiche dell’arco alpino.

La chiesa di San Pantaleone, in piazza Abbé Henry, è il principale luogo di culto cattolico di Courmayeur, sorto su un precedente edificio ad una sola navata risalente alla prima metà del 1200. Di esso resta il campanile, databile tra XI e XII secolo, sormontato da una cuspide più tarda. L’edificio attuale, a tre navate, consacrato il 13 luglio 1742 da Pierre-François de Sales, vescovo di Aosta, è opera di maestranze provenienti dalla Valsesia guidate da Michel e Jean-Pierre Mourqua e Pierre Caristia. La facciata, molto semplice e ricoperta da intonaco, si presenta asimmetrica, per l’inserimento del campanile subito a lato del portale d’ingresso. Quest’ultimo, sormontato da un rosone circolare, è preceduto da una scalinata culminante in un protiro.

Il museo alpino “Duca degli Abruzzi” nella Casa delle Guide

A metà del fianco destro dell’edificio, una doppia scalinata conduce al piccolo balcone coperto, dal quale, un tempo, al termine della Messa, veniva data pubblica lettura di bandi ed editti. Da questo balcone, inoltre, si può anche accedere alla chiesa tramite una piccola porta. Allo scampato pericolo della peste del 1630 è legato il quadro raffigurante San Sebastiano nella navata sinistra che ospita anche un ex-voto del 1704 donato dalla comunità grata a Maria per non aver subito saccheggi durante le invasioni francesi del 1691 e del 1704: si tratta di un quadro in cui sono raffigurati gli invasori che scendono dal Piccolo San Bernardo, un angelo e gli abitanti di Courmayeur raccolti in preghiera alle porte del paese. Sulla cantoria in controfacciata, si trova l’organo a canne Vegezzi-Bossi opus 363, costruito nel 2012. Lo strumento è a trasmissione mista, meccanica per i manuali ed elettrica per il pedale, i registri e le unioni e gli accoppiamenti.

All’inizio della Val Veny, nel comune di Courmayeur, sorge il santuario mariano di Notre-Dame de Guérison, uno dei più famosi della Valle d’Aosta. Edificato nel XIX secolo, venne consacrato nel 1868.

Il Santuario mariano Notre-Dame de Guérison

I moltissimi ex voto presenti al suo interno, riguardano soprattutto alpinisti scampati alla morte durante i tentativi di risalita del Monte Bianco o l’attraversamento dei valichi. Anche papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI, durante le loro vacanze a Les Combes, vi si sono recati più volte.

Imperdibile durante una visita di Courmayeur, la traversata del Monte Bianco, un’esperienza straordinaria resa possibile dalla Funivia del Monte Bianco, che in pochi minuti copre oltre 2.000 metri di dislivello. Nel corso della traversata, che offre una vista magnifica sui ghiacciai e sulle grandi vette delle Alpi, è possibile fermarsi a visitare un giardino botanico alpino e la mostra di cristalli del Monte Bianco.

Da sempre legata al Monte Bianco, Courmayeur è una delle capitali storiche dell’alpinismo e dell’escursionismo di montagna. Per conoscere le grandi imprese che hanno segnato la storia dell’alpinismo si può visitare il museo alpino “Duca degli Abruzzi”, dove sono raccolti documenti, cimeli, attrezzature da scalata, reperti naturalistici, modelli e riproduzioni di bivacchi, a testimonianza di imprese alpinistiche epiche, come quelle sul K2 e al Polo Nord, sull’Himalaya e sullo Yosemite, ma anche del duro lavoro quotidiano delle guide e la nascita del soccorso alpino valdostano. Il museo è ospitato nella Casa delle Guide, proprio nel centro di Courmayeur, a fianco dell’antica chiesa parrocchiale.

Courmayeur propone per gli sport invernali un’offerta varia e di alto livello, tra ciaspolate in media montagna, arrampicate su ghiaccio (sono attivi i corsi di ice climbing), snowbike, ovvero una mtb con ruote chiodate per pedalare sulla neve e ancora tour dei villaggi ed escursioni più impegnative verso i ghiacciai.

Sulla neve a Courmayeur

Il comprensorio di sci alpino è frequentato da sciatori di tutto il mondo. Sciare sulle oltre trenta piste da sci della skiarea Courmayeur Mont Blanc è divertente e sicuro. Ci sono due versanti quello dello Chécrouit e quello della Val Vény, con piste sci per tutti: sciatori principianti, esperti, snowboarder e telemarker. Eccezionali, per lo sci fuori pista, sono la discesa sul ghiacciaio del Toula e la discesa della Vallée Blanche, che attraversa il ghiacciaio della Mer de Glace per raggiungere Chamonix, sul versante francese del Monte Bianco. Per gli appassionati dello sci di fondo Courmayeur offre, insieme a splendide piste, un ambiente vivamente alpino, tra meravigliose foreste e magnifiche distese di neve da novembre fino a maggio. E’ laVal Ferret, una delle due grandi valli che seguono il filo della catena del Monte Bianco. Si raggiunge Planpincieux (1580 metri) con il pullman o con l’auto. Le piste partono dall’abitato di Planpincieux, snodandosi lungo l’intera valle, fino alla località di Lavachey. Le piste, sempre tracciate e battute, prevedono molte deviazioni con le quali si possono allungare, o diminuire, gli itinerari base, percorrendo un totale di 22 chilometri su terreno particolarmente adatto a questo sport.

Baita innevata

La pista per lo sci nordico della Val Ferret, piacevolissima e adatta anche per sciatori non esperti, è in parte affiancata, per i non sciatori, da un percorso pedonale sulla neve: una passeggiata in piena natura a pochi chilometri da Courmayeur. La cittadina è facilmente raggiungibile tutto l’anno: dalla Francia e dal resto d’Europa attraverso il traforo del Monte Bianco, e dalle altre regioni italiane con l’autostrada della Valle d’Aosta, che collega Torino al traforo del Monte Bianco

COURMAYEUR NEL PIATTO

Courmayeur Mont Blanc ha una ricca tradizione culinaria che sapientemente trasforma materie prime eccellenti in piatti tipici dal forte carattere. Imperdibili, tra le tante specialità valdostane, sono quelle che hanno ottenuto il riconoscimento “Denominazione di Origine Protetta”: la Fontina, il Valle d’Aosta Fromadzo, il Jambon de Bosses e il Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, senza dimenticare lo yogurt artigianale prodotto a Courmayeur con il latte degli alpeggi.

Vallée d’Aoste Lard d’Arnad

A tavola non possono mancare selvaggina e sughi di carne, formaggi e polenta, sformati di patate, zuppe e affettati. I ristoratori di Courmayeur portano avanti la tradizione, spesso con un tocco contemporaneo e ricercato, servendo antipasti a base di prodotti Dop, di tipiche seuppe le zuppe e di innumerevoli declinazioni della polenta, come la concia, tipica polenta di farina gialla passata al forno con fette di fontina e burro fuso. Tra i secondi spicca la carbonade, manzo sotto sale tagliato a fettine sottili e cotto nel vino. Il pasto però deve essere accompagnato da un vino Doc della regione, dai bianchi ai rossi la scelta è ampia. Le particolari condizioni climatiche della Valle d’Aosta – unitamente alle caratteristiche dei terreni e alla loro esposizione, giacitura e pendenza – non hanno certo reso la vita facile ai viticoltori. Tuttavia, il recupero e la valorizzazione della coltivazione della vite in Valle d’Aosta ha creato una gamma ampia e qualificata di vini di montagna prestigiosi, riuniti sotto un’unica Denominazione di Origine Controllata Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste, declinata in 7 sottodenominazioni di area e 15 di vitigno. In Valle d’Aosta la produzione dei distillati di erbe di montagna richiama antiche tradizioni. Le erbe alpine che fioriscono a quote elevate sono note per le proprietà terapeutiche e comprendono essenze peculiari quali l’artemisia glacialis e l’artemisia weber, componenti base del génépy, il famoso liquore valdostano.

Il génépy ha un sapore unico, tipicamente alpino

Il suo aspetto cromatico – giallo verdolino, il profumo balsamico e il gusto pieno e amarognolo derivano proprio dalle caratteristiche di quelle piantine, raccolte con parsimonia nelle morene dei ghiacciai (ad oltre 2000 metri di quota), per poi essere selezionate ed essiccate con meticolosità certosina. Questo pregiato “elisir” si ottiene facendo macerare in alcool, per diversi giorni, la parte migliore delle erbe essiccate. Il génépy ha un sapore unico, tipicamente alpino, e, sorseggiato a fine pasto, è un ottimo digestivo.

Impastando il pane nero di Dolonne