Rajasthan, l’India dei Maharaja

Jaipur, Palazzo dei Venti

Lo Stato del Rajasthan evoca sempre nella nostra mente la terra dei Maharaja e dei regni principeschi situati ai limiti del deserto Thar, dove i cammelli lasciano le loro impronte sulla sabbia e dove menestrelli e cantastorie ancora girano di villaggio in villaggio raccontando le storie degli antichi splendori.
Il Rajasthan è uno stato vibrante ed esotico nel quale tradizione e gloria reale si incontrano in un trionfo di colore che si staglia sull’immenso sfondo di sabbia del deserto. Presenta una diversità insolita nella sua globalità: gente, tradizioni, cultura, costumi, musica, usanze, dialetti, cucina, artigianato e geomorfologia. Questo paese, che non ha mai smesso di intrigare ed incantare, è dotato di forti inespugnabili, di maestose havelis, i palazzi dei ricchi mercanti o dei proprietari terrieri, nonché di risorse naturali di assoluta bellezza. L’aura romantica che lo pervade aleggia ovunque nell’aria.

Bikaner, il Lalgarh Palace

Già residenza reale, è una delle mete più esotiche per i turisti provenienti da tutto il mondo. Non soltanto questo stato ha preservato integra la propria etnicità, ma deve il suo carisma e il suo colore anche alla conservazione del proprio stile di vita tradizionale che si tramanda nel tempo.
La suddivisione in piccoli clan dei rajput, dal medioevo signori di queste terre, ha fatto sì che ogni città divenisse un piccolo regno a sé e che ogni centro offrisse spesso ancora oggi fortezze e palazzi mirabili, cesellati e costruiti con la raffinatezza unica dello stile Rajput o indo-islamico. Questo particolare genere architettonico è il prodotto della fusione della cultura locale con quelle che si susseguirono nel medioevo e oltre come dominanti. La popolazione mantiene spesso inalterati abbigliamento e tradizioni antiche: spirito marziale, baffi da competizione, gioielli principeschi, raffinatissimi tessuti, turbanti e colori indimenticabili affascinano così il visitatore sin dal primo istante.

Jaisalmer, il Moti Mahal all’interno del forte

Cominciamo il nostro viaggio da Bikaner. Fuori dalle rotte turistiche più battute, Bikaner è un’oasi tra dune e sterpaglie, nel mezzo delle quali si erge la sontuosa reggia-fortezza Junagarh, una delle più affascinanti e meglio conservate del Rajasthan e forse dell’India intera. La città vecchia, pregna di atmosfera medievale, è racchiusa da alte mura ed è ricca di belle havelis, di templi e di bazar. Vi si può accedere dalla Porta di Kota, sulla sinistra della stazione ferroviaria, che immette direttamente ai vicoli e alle botteghe senza tempo del centro storico. Procedendo verso Est si trova il forte Junagarh, uno dei migliori esempi indiani di mediazione architettonica tra fortezza militare e sontuosa reggia. Fu fondato col nome di Chintamani nel 1588 dal raja Rai Singh, Nonostante tutte le fiabesche meraviglie offerte dalla città, curiosamente negli ultimi decenni Bikaner ha ricevuto notorietà a livello internazionale principalmente di riflesso da un’altra località, sita circa a 30 chilometri e che si chiama Deshnoke: è qui che si trova infatti il famoso Tempio dei Topi, Karni Mata, che tanto interesse-raccapriccio pare destare nei visitatori stranieri.

Venditrice di monili a Jaisalmer

Una magica fortezza, l’ambiente medievale, il silenzio e il deserto. Jaisalmer vi conquisterà in un attimo e per sempre. Fondata nel 1156 dal principe rajput della casata dei Bhatti, Jaisal, Jaisalmer conobbe un grande sviluppo nei secoli seguenti come stazione sulla rotta delle carovane commerciali verso occidente, attraverso il temibile deserto del Thar. Su di una collina di base vagamente triangolare, la Trikuta Hill, sorge la fortezza che domina la città, circondata da bastioni seicenteschi costruiti a secco: pare un gigantesco castello di sabbia. All’interno si erge un’ulteriore cinta muraria con porte, che protegge il cuore della cittadella. Vi si entra salendo un rapido piano inclinato e pavimentato attraverso una serie di quattro maestose porte. Oltrepassata la porta più interna, la Hawa Pol si raggiunge la piazza Chaugan Ouda sulla quale si affacciano i palazzi dei rajput, e dove avvenivano in tempo di guerra i riti di suicidio collettivo delle dame, i jauhuar. L’area è tuttora abitata e le abitazioni passano di mano di generzione in generazione. Sarà facilissimo perdersi ammirando magnifici portali intagliati, greggi, animali vari, lungo stradine pieni di banchetti e negozietti di artigianato tipico. Bellissimi anche i templi jainisti presenti nella fortezza che risalgono al XII – XVI secolo. Nella città bassa, fuori dalla cittadella, troverete le havelis. Erano queste le magioni dei mercanti più ricchi, con bellissime facciate scolpite, balconcini, jalis (le grate in pietra) e cortili interni circondati dalle eleganti costruzioni.

Incontri ai margini del deserto del Thar

Se Jaisalmer è la città gialla, Jodhpur potrebbe essere definita la città blu, per la tipica colorazione azzurra delle case costruite ai piedi del forte. Inizialmente il colore indicava le residenze dei brahmani, perchè molti secoli fa, secondo la tradizione, alcuni di loro dipinsero le loro case di questo colore dopo aver scoperto che teneva lontane le zanzare e poi l’usanza si diffuse. Oggi Jodhpur è la seconda città del Rajasthan, ma sotto molti punti di vista non è cambiata rispetto alla vecchia città fortificata sviluppatasi ai piedi del forte di Meherangarh. Le sue mura quattrocentesche sono infatti intatte, intervallate da porte massicce e la città vecchia è un luogo incantato con stretti vicoli, splendide havelis, antiche e sfarzose dimore e medievali cisterne per l’acqua. Si può passeggiare per Jodhpur partendo dalla vecchia Jai Pol, la Porta della Vittoria, passando dalla cisterna Jetha Bera del XV secolo e arrivare fino al Juni Dhanmandi, il mercato delle granaglie. Le affollate botteghe del Sadar Bazar, nei pressi della Torre dell’Orologio, vendono il meglio dell’artigianato locale, che qui si specializza in pelletteria, stoffe e bracciali in vetro. Sull’intera città domina la straordinaria fortezza Meherangarh, arroccata su di un declivio roccioso alto 122 metri. La fortezza è decisamente imponente e con le sue mura e torri cilindriche aggettanti pare essere una cosa sola con la rupe sulla quale si innalza. Vi si accede percorrendo una salita tortuosa oltrepassando sette porte fortificate. Il complesso dei palazzi interni, unico nel suo genere, contrasta per finezza e leggerezza con la massiccia imponenza delle mura difensive e del rilievo roccioso stesso, sviluppandosi attorno a un labirinto di cortili collegati tra loro e alleggeriti da strutture e decorazioni a filigrana scolpita nell’arenaria.

Jodhpur, il Jaswada Thada

Poco fuori dal forte, costruito su una piccola altura che si affaccia su uno specchio d’acqua, sorge il candido palazzo Jaswant Thada, magnifica stravaganza di fine Ottocento e cenotafio del grande raja Jaswant Singh II, dal quale si gode una bella vista d’insieme della fortezza. A soli nove chilometri da Jodhpur sorge Mandore, l’antica capitale dei re Rathore di Marwar fino al XV. Attorno a uno splendido giardino a terrazze si trovano i chatri in arenaria rossa dei primi re di Jodhpur. Accanto, nella Hall of Heroes, si sono 15 statue a grandezza naturale di divinità ed eroi incise sulla roccia. Più in alto sulla collina si trovano i cenotafi delle regine. Imperdibile, poi, la visita di Udaipur, la città Bianca. Preceduta da una campagna a tratti semi desertica, sorprende con l’incantevole vista dei suoi palazzi in marmo candido riflessi sulle acque dei suoi laghi, circondati da verdi colline e giardini. Fu fondata da Udai Singh II del Mewar, nel 1568 sulle rive del lago artificiale Pichola, secondo la leggenda su consiglio di un saggio eremita che il sovrano aveva incontrato durante una battuta di caccia.

Jodhpur, particolare del forte Mehrangarh

Cinque porte fortificate, con spunzoni metallici per difendere l’entrata dagli elefanti da guerra, danno accesso alla città vecchia, mentre il lato occidentale è limitato dalle acque e quello meridionale protetto dalla collina fortificata di Eklingigarh. La città vecchia è composta da un affascinante labirinto di stradine bordate da alte case, imbiancate a calce e spesso decorate con dipinti tradizionali dai brillanti colori, finestre a grata, jalis, o vetrate multicolori, alternate con magnifiche havelis, spesso dotate di ampi cortili interni. Tra le più celebri, la Bagore-ki-haveli, con 130 stanze e che ripete in miniatura l’architettura del City Palace. La strada principale porta dalla Hathi Pol, la porta degli Elefanti, a Nord, fino all’imponente City Palace, che domina le rive del lago e la città. Si tratta di un impressionante edificio composto da svariati palazzi interni, costruiti in stile rajput con ampie concessioni a quello Moghul, buona parte dei quali sono ancora abitati dalla famiglia reale, che gestisce anche la fondazione a cui fanno capo le aree adibite a museo. Sul lago Pichola sorgono deliziosi palazzetti come il Jag Niwas, in marmo bianco costruito nel 1746 dal Maharana Jagat Singh II, ora hotel di extra lusso e il Jag Mandir, una sorta di torre in arenaria gialla con interni arabescati edificata tra il 1615 e il 1622. Lungo l’altro lago artificiale di Udaipur, il Fateh Sagar, si estendono vari giardini; il più famoso è il Sahelion ki Bari, con il bacino dei fiori di loto guardato da quattro elefanti marmorei e padiglioni in marmo nero immersi tra i fiori.

Udaipur, il City Palace sul lago Pichola

Udaipur, il City Palace sul lago Pichola

La poderosa fortezza di Chittaurgarh si innalza su di una rupe massiccia alta 180 metri alle propaggini dei monti Aravalli, nella regione del Mewar a circa 115 chilometri a Nord-Est di Udaipur. Considerata da molti l’esempio esistente più notevole tra le fortezze medievali indù, possiede un fascino unico e vi si accede per una strada tortuosa, protetta da sette porte fortificate. Entrati nella fortezza sulla destra si erge il palazzo del Mahrana Khumba, l’edificio residenziale più antico della cittadella, con una bella serie di balconi con mensole e tettoie e un muro esterno a gradini. Di fronte a questo palazzo si trova il Kunwar Pade ka Mahal, Palazzo del principe della corona, meraviglioso esempio della prima architettura rajput. Subito dietro l’imponente tempio Vraj-ji e un tempio più piccolo dedicato dal sovrano a Mirabai, la celebre santa poetessa. Il vero capolavoro architettonico di Chittaurgarh è la grande Vijay Sthamba, Torre della Vittoria, a nove piani eretta sempre da Maharana Khumba, nel 1458, per commemorare la sua vittoria sui regnanti del Gujarat. Camminando a sud della Vijaysthamba, ci si imbatte nel Mahasati, la terrazza sulla quale venivano cremati i sovrani.

Tempio jainista a Chittaurgarh

La fiera del bestiame che si svolge ogni anno tra ottobre e novembre a Pushkar ha reso celebre questa piccola città santa, tra le più antiche del Paese, interamente disposta attorno a un piccolo lago sacro. Vi si organizzano corse di dromedari splendidamente ornati per la vendita e si esibiscono cavalli rigorosamente cavalcati a pelo, mentre la musica dei menestrelli e dei musicisti di strada ritma ogni attività.
Jaipur, la capitale del Rajasthan è una città che fu attentamente pianificata nel 1700 dal Maharaja Jai Singh II e che resta sempre attraente per il colore rosato dei suoi edifici principali. Si può cominciare la visita dal City Palace, il palazzo reale, con le magnifiche raccolte di tessuti, armi decorate, dipinti e tappeti conservate nelle aree oggi adibite a museo. Nei pressi si erge il Jantar Mantar, l’osservatorio astronomico, un affascinante insieme di enormi strumenti, yantra, progettati dal Maharajah per calcolare il tempo e i movimenti celesti con maggior precisione. Al di fuori del palazzo, i mercati di Jaipur sono un vero caleidoscopio di colori e mercanzie: bracciali, calzature, marionette e profumi al Badi Chaupar, di fronte al Palazzo dei Venti; tessuti, gemme e gioielli al Jhoari Bazar.

La città sacra di Pushkar

Il Palazzo dei Venti, Hawa Mahal, fa parte delle mura orientali del City Palace e ce ne si fa un’idea migliore osservandolo dall’esterno. Pur essendo infatti l’edificio più celebre della città e uno dei più noti dell’India intera, più che di un edificio vero e proprio si tratta infatti di una sorta di facciata d’edificio, costruita in arenaria rosa da Sawai Pratap Singh nel 1799 per le ospiti dello Zenana, la versione hindu dell’Harem. I suoi cinque piani, in alcuni punti così angusti da impedire il passaggio di due persone contemporaneamente, si ergono su un alto podio, presentando un’elaborata facciata esterna che conta 953 nicchie e balconcini schermati da jalis, le finestre a grata che consentivano alle dame della corte di osservare parate e processioni in transito lungo il viale senza essere viste.

Incontri ad Udaipur

Incontri ad Udaipur

A circa 10 chilometri da Jaipur sorge Amber, fondata nel X secolo da un principe rajput del clan Kachhavaha. La cittadina, circondata da una potente cinta muraria che si connette con quella del posteriore forte di Jaipur, è nota per la maestosa Jaygarh, la Rocca della Vittoria, il forte che fu residenza dei Maharaja di Amber fino alla fondazione della vicina Jaipur. Si entra nel cortile interno tramite la porta del sole o Suraj Pol. All’interno si trova il tempietto dedicato alla dea Kali, risalente alla fine del XVI secolo ma restaurato nella prima metà del XX secolo per volere di Man Singh II, ultimo Maharajah di Jaipur. Tra i palazzi più belli del complesso, il Diwan-i-Khas, la sala delle udienze private con decorazioni in specchio e vetro colorato che le hanno valso il nome di Shish Mahal (Palazzo degli Specchi) e poi il Jasha Mandir, “Sala della Gloria”, una delle costruzioni più ammirate, decorata con raffinati mosaici in vetro colorato e ancora Sukha Mandir, un edificio riservato agli svaghi della corte e decorato in avorio e legno di sandalo. Vi si trova un canale pavimentato con fasce zigzaganti in marmo bianco e nero, alimentato da una macchina idraulica e sfociante con una cascatella nel Char Bagh, il giardino a quattro settori.
E’ impossibile parlare del Rajasthan senza menzionare il suo straordinario artigianato. Nei mercati di ogni villaggio e città potrete acquistare stoffe ricamate o stampate a mano, oggettistica in legno, babbucce da sogno, gioielli in argento, miniature e tutto ciò che siamo abituati a vedere ormai sulle bancarelle, ma anche in raffinati negozi, delle nostre città. Normalmente i prezzi sono abbastanza abbordabili, ma poichè stiamo parlando dello Stato indiano più visitato, considerate che sono probabilmente esorbitanti rispetto a quello che potreste pagare in altri Stati meno turistici.

Questo viaggio ti ha incuriosito ? contatta Alessandra Massignani, rappresentante Ufficio Turismo Indiano. Cell. 3333950267
http://www.aletravels.com/

foto di Claudia Meschini

Nel deserto del Thar