Fabrica di Roma festeggia il “Fagiolo Carne”

Fabrica di Roma, 26 chilometri da Viterbo, ospiterà dal 16 al 18 settembre la quarta edizione della sagra del “Fagiolo Carne”. 

“…V’è un paese del Viterbese – Fabbrica di Roma – dove i fagioli, di varietà piccola e colorata, sono squisitissimi. E là non mangiano, o per lo meno fino a qualche anno fa non mangiavano, altra cosa che essi. La piluccia di quella minestra borbottava sul fuoco tutti i giorni per il pasto serale; eppure, niente disturbi intestinali, né flatulenze! Il segreto era questo: li condivano col finocchio.
Anonimo” (Rivista del primo Novecento).

Fagiolo Carne

La coltivazione del fagiolo nel territorio di Fabrica di Roma ha origini antichissime e grazie alle condizioni climatiche e territoriali favorevoli che ne rendeva possibile la coltivazione in “secondo raccolto” dopo la mietitura dei cereali, c’era la possibilità di ottenere due raccolti annuali differiti favorendo la diffusione delle due antiche varietà: fagiolo cera e fagiolo carne (il cui nome deriva dal fatto che possiede più calorie della carne).

Una semenza estremamente ricca dal punto di vista nutritivo, con vitamine, proteine, amidi, fibre, zuccheri, calcio, ferro e fosforo: questo è il fagiolo carne che in epoche remote veniva addirittura usato come pagamento in natura per il canone di locazione di terreni e che ai giorni nostri, dopo aver rischiato di scomparire, torna prepotentemente alla ribalta a Fabrica di Roma, nel cuore della Tuscia. In questi ultimi anni la stessa Amministrazione Comunale, per dare un impulso all’agricoltura e per far conoscere questo prodotto, ne sta promuovendo la coltivazione e la commercializzazione anche attraverso il riconoscimento di “prodotto tipico locale”, ed è così che il fagiolo carne è stato inserito nel registro regionale delle specie autoctone.

Fabrica di Roma

La sagra del “fagiolo carne” è nata nel 2013 con lo scopo di contribuire appunto alla conoscenza e diffusione di questo prodotto tipico locale. Nel corso della manifestazione, ideata dal comitato San Matteo in collaborazione con Proloco e Comune, vengono esaltate le specifiche proprietà attraverso un menu popolare interamente cucinato secondo le ricette della tradizione. Sarà quindi possibile gustare a prezzi molto popolari piatti gustosi e robusti come l’antipasto del faciolo, gli gnocchetti co i facioli, i facioli, facioli co le cotiche e co le sarsicce.
Ad allietare l’iniziativa ogni sera (e domenica a pranzo) saranno invitati anche formazioni musicali che si esibiranno dal vivo.
La sagra è anche una buona occasione per scoprire Fabrica di Roma, antico paese che sorge a 300 metri sul livello del mare nelle vicinanze del Lago di Vico.

COSA VEDERE A FABRICA DI ROMA

Per trascorrere una piacevole giornata a Fabrica di Roma si inizia con il visitare a piedi tutto il centro storico, concentrato nella zona denominata La Rocca: il percorso inizia da Piazza Duomo (il centro del paese) e percorre tutta la parte centrale di vie e viuzze attraverso le quali è possibile leggere la storia di Fabrica di Roma a livello storico ed artistico, con gli stemmi e le icone sacre ancora impresse sui vecchi edifici e sulle case scavate nel peperino tipico del viterbese.

Fabrica di Roma, Palazzo Cencelli

Il percorso Urban Trekking, come ormai vengono denominate queste lunghe passeggiate attraverso la città, prosegue in Via della Fontanella, poi in Piazza Marconi, Piazzetta della Cella (dove sorgevano le prime cellule di abitazioni del paese antico) fino a ritornare a Piazza Duomo e lì riposare un attimo per poi spostarsi in auto o in bus verso il sito archeologico di Falerii Novi e visitare la porta di Giove ed anche la chiesa di Santa Maria in Falleri del XII secolo, ma forse, potendo, questo nuovo percorso turistico è meglio farlo il giorno dopo, per visitare con tutta calma sia la necropoli che la chiesa abbaziale cistercense. Nel centro del paese troviamo la chiesa Collegiata di San Silvestro Papa (Duomo di Fabrica). Ingrandita e rimaneggiata nel XVI secolo, si presenta oggi nelle linee dell’ultimo consolidamento risalente al Settecento. La prima notizia che si ha di questa chiesa risale al 1177, ma con molta probabilità l’edificio già esisteva dato che in quell’anno viene chiaramente inserito nelle proprietà del monastero di S. Elia che elenca “S.Silvestri in castrum Fabricae” tra gli altri suoi beni. L’interno propone, nella parte absidale, un vasto affresco cinquecentesco, attribuito ai fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani, raffigurante l’Ultima Cena, la Crocifissione, la Flagellazione e il Paradiso.

Chiesa della Madonna della Vittoria

Secondo un’antica tradizione locale, la chiesa di Santa Maria della Pietà sorse intorno ad un’edicola raffigurante la Vergine con il Bambino risalente, probabilmente, alla metà del XV secolo. La decorazione pittorica della chiesa, in gran parte opera di Lorenzo e Alessandro Torresani, si estende lungo dieci nicchie realizzate in spessore di muro. La più importante è quella che si trova a destra della navata. Questo affresco raffigura S. Silvestro in cattedra con scene tratte dalla sua vita e riporta l’anno di esecuzione delle opere, il 1560. Interessante anche l’affresco raffigurante la Madonna con Bambino, tra santi Antonio Abate e Leonardo, racchiuso in una cornice in peperino inserita nella seconda metà del XX secolo.

Il Castello che si trova al centro del paese viene da sempre indicato col solo nome della Rocca, dando così anche il nome al borgo che si estende tutto intorno ad esso. Presumibilmente costruito intorno all’anno 1000, fu poi ricostruito ed ampliato nel 1217 sotto l’egemonia della famiglia dei Prefetti De Vico, potenti feudatari della Tuscia romana. Nel 1539 fu ceduto a Pierluigi Farnese, e sarà il cardinale Alessandro Farnese a provvedere a sua volta ad alcune migliorie, ordinando la costruzione del torrione circolare settentrionale, terminato entro il 1590. Da qui nasce l’altra denominazione del castello che viene definito anche Castello Farnese. Il Castello, di forma quadrangolare, è costruito su uno sperone di roccia, il lato verso il borgo è cinto da due poderosi torrioni circolari angolari e dalla torre quadrata che domina il paesaggio di Fabrica. La Rocca è stata completamente restaurata alcuni decenni fa dalla contessa Lia Mariani Bianchi-Ninni.

La chiesa della Madonna della Vittoria è in realtà intitolata a San Sebastiano ma è conosciuta da tutti come Madonna della Vittoria dato che al suo interno custodisce un’importante tegola con l’immagine del Salvatore probabilmente ridipinta nel 1400.

Una bella immagine di Fabrica di Roma in inverno

La chiesa mostra una facciata a vela dotata di campanile con al centro il bel portale sormontato da un solo oculo, e si innalza su alcuni ripidi scaloni scavati nel peperino. L’interno è ad un’unica navata con un soffitto coperto a capriate.

La storia della chiesa della Madonna della Stradella inizia con l’edificazione di una semplice edicola mariana al margine della strada che portava fuori Fabrica con lo scopo di proteggere il viandante. In effetti la Madonna della Stradella è da considerare una chiesa extra moenia, cioè costruita al di fuori delle mura del primo nucleo fabrichese, quindi è possibile che sia nata come piccola cappella successivamente trasformata nell’edificio attuale. La pianta è ottagonale, la facciata è semplice ed essenziale, all’interno l’unico elemento decorativo è il dipinto murale dell’altare, che rappresenta la Madonna con Bambino simbolo della pittura quattrocentesca locale. Il palazzo Cencelli (ora palazzo comunale) è stato realizzato in epoca medioevale. Intorno alla metà del XVIII secolo, per volere della facoltosa famiglia Cencelli che ne era entrata in possesso, fu rimaneggiato più volte e conserva al suo interno pregevoli affreschi e buona parte dell’arredo originale. Limitrofo al palazzo un giardino storico all’italiana, composto da siepi di bosso, cipressi e zampillanti fontane. Un ponte in legno collega il giardino pubblico allo stabile.

La chiesa abbazia a Fallerii Novi

Nel quarto decennio del XII secolo i cistercensi, provenienti dal monastero di S. Sulpice-en-Bugey in Savoia, fondarono la chiesa abbaziale di S.Maria in Fallerii. L’edificio, austero e sobrio, rispecchia ancora oggi l’architettura cistercense con i suoi blocchi di tufo regolari con inserti in peperino e decorazioni marmoree. Al portale lavorarono anche alcuni marmorari “cosmati” che probabilmente si ispirarono ad antichi monumenti già in zona.

Falerii Novi, città romana, a circa metà strada tra Fabrica di Roma e Civita Castellana, si trova su quella che forse potrebbe essere la via Annia, una deviazione della via Cassia; questa strada si avvicina da sud venendo da Nepet (ora Nepi), mentre il suo proseguimento a nord certamente prende il nome di via Amerina, la via che conduceva ad Amelia. Il sito è molto suggestivo poiché attraverso i suoi resti è possibile ricostruire la pianta originale della città con la sua cinta muraria di 2.108 metri di perimetro (bell’esempio di architettura militare romana) e le torrette (50 su 80 sono ancora ben conservate). Inoltre due delle porte d’accesso alla città, in origine erano otto, sono notevoli, in particolare quella denominata di Giove. Poco resta invece sia del teatro interno che dell’anfiteatro esterno alle mura.

Falerii Novi, Porta di Giove (foto G. Garofoli)

Il complesso archeologico della necropoli meridionale di Falerii Novi copre un’area estesa per 1500 metri distinta in tre settori denominati Cava Foce, Tre Ponti, Cavo degli Zucchi. Il Gruppo Archeologico Romano si occupa dal 1983 del recupero e della valorizzazione della zona; dal 1993 è stata inaugurata la sede operativa di Casale Montemeso, situata a poca distanza dall’area archeologica, che ospita ogni estate i campi di ricerca archeologica dei volontari del GAR e i campi Junior, dedicati esplicitamente ai bambini di 8-14 anni.
L’area archeologica presenta ampi tratti di strada perfettamente conservati e più di un centinaio di tombe di varia tipologia (tombe a camera, a portico, loculi, nicchie, colombari, fosse ) ricavate lungo le pareti della tagliata tufacea attraversata dal suo percorso, in quello che si può a ragione definire uno dei complessi archeologici più interessanti dell’intera Etruria Meridionale. Il lavoro pluridecennale dei volontari del GAR ha permesso il recupero di numeroso materiale, anche di pregio, conservato attualmente presso i Musei Archeologici di Civita Castellana e di Nepi e che è stato protagonista di numerose mostre dedicate.

Via Armerina

Vicinissima a Fabrica di Roma c’è la Via Amerina, un itinerario turistico da fare rigorosamente a piedi, di grande impatto storico-religioso, poiché essa rappresentava già agli albori dell’Impero romano una via molto trafficata che collegava gran parte del territorio falisco. La costruzione della strada, sebbene non se ne conosca la data precisa, è strettamente legata agli avvenimenti che segnarono la romanizzazione del territorio anticamente occupato dai falisci successivamente alla conquista e distruzione della città di Falerii Veteres (l’antica Civita Castellana) nel 241 a.C. e alla fondazione della città di Falerii Novi, dove vennero trasferiti i falisci sopravvissuti. Si trattava della strada più diretta per raggiungere l’Umbria da Roma. La via Amerina faceva parte delle principali “viae Pubblicae” dell’Ager Faliscus.

In mountain bike a Fabrica di Roma

Oggi, quando si parla dell’Amerina, ci si riferisce all’intero percorso di 56 miglia romane, poco più di 80 chilometri, tra la Cassia e Amelia in Umbria, ma è probabile che con questo nome si indicasse anticamente soltanto il tratto tra Falerii Novi e Ameria (da cui il nome) mentre il restante tracciato, cioè la sua parte meridionale, si sarebbe chiamato Via Annia. La strada romana e le decine di tombe rupestri della necropoli meridionale della vicina città di Falerii Novi formano un’estesa area archeologica (seconda metà del III secolo a.C. – fine del III d.C.) e costituiscono una delle più importanti testimonianze storiche del territorio anticamente abitato dai Falisci.
Durante l’età altomedievale l’Amerina ebbe rilevanza strategica consentendo il diretto collegamento tra il Ducato di Roma e l’Esarcato di Ravenna, costantemente minacciati dalla pressione longobarda. Ancora durante Medioevo e Rinascimento l’importanza della via Amerina è testimoniata dai numerosi insediamenti dislocati lungo il suo tracciato. Solo la costruzione della strada tra Nepi e Civita Castellana ne segnerà il definitivo abbandono.
In linea d’aria Fabrica di Roma è ben collegata alla Riserva Naturale del Monte Soratte, dove si possono organizzare molteplici e vari percorsi non solo per esperti della montagna ma anche per qualsiasi persona che voglia entrare in contatto diretto con la natura.

In mountain bike alla Riserva Naturale del Monte Soratte

GIRO FABRICA IN MOUNTAIN BIKE

Fabrica di Roma è un paese collinare di origine vulcanica e quindi la sua orografia si presenta come una tipicità e con buone caratteristiche per percorsi in mountain bike. La particolarità di questi percorsi è quella di offrire agli escursionisti tutte le migliori caratteristiche del territorio, sia urbano che di campagna, con interessanti escursioni in diversi boschi della cittadina, sia di alto fusto che di vera e propria “macchia”. Lo snodarsi del tragitto porta ad una visita praticamente completa del centro storico e a toccare i migliori punti panoramici di Fabrica, vista da diverse angolazioni. Nei 45 chilometri si toccano ambienti quasi incontaminati, ruscelli da attraversare, strade antichissime e tracciati da poco riattivati, un territorio ancora ben conservato, dove spiccano per la loro importanza, i passaggi in diversi siti archeologici e monumentali, insomma un lungo e piacevole giro nella terra degli antichi Falisci, tra vestigia romane e su un territorio invitante ed ospitale. Il tracciato del “Giro in Mtbk” di Fabrica di Roma è ben segnalato e già da tempo frequentato da appassionati ciclisti e tappa della importante manifestazione annuale “Tre Comuni in Mountain Bike“. Alla partenza è disponibile un ampio parcheggio con fontana per approvvigionamento acqua. Il percorso è di grado medio impegnativo, si consiglia un buon allenamento ed una attrezzatura in caso di maltempo. Contatti: Ufficio Sport-Cultura Comune di Fabrica di Roma. Tel. 0761/569001, e-mail cultura@comune.fabricadiroma.vt.it – Uffici Pro-Loco tel. 0761/568230

Monte Soratte, il profilo del volto