Montefalco: vino …e non solo

Dal 18 al 20 settembre va in scena a Montefalco, in Umbria, “Enolongica 2015” e “Cantine Aperte in Vendemmia”.

Il Sagrantino di Montefalco, una delle massime espressioni del vino italiano, il più famoso dell’Umbria, è un vino che raggiunge i 16° e si caratterizza per il bel colore rosso rubino con velature violacee, il sapore è asciutto e armonico ed il profumo delicato con ricordi di frutti di bosco. L’elevato contenuto polifenolico gli dona capacità di invecchiamento e grande intensità. Il Sagrantino ha ottenuto le certificazioni di qualità e autenticità DOC nel 1979 e DOCG nel 1992.

E’ tempo di vendemmia a Montefalco

Alla scoperta di quest’ottimo vino, e non solo, sarà dedicato il weekend dal 18 al 20 settembre a Montefalco, in Umbria, sede di una delle due tenute Lugarotti che domina i 20 ettari di vigneto a regime biologico (l’altra si trova a Torgiano).
Si inizia venerdì 18 settembre con l’apertura di “Enologica 2015”. L’evento, giunto alla 36° edizione, è dedicato al Sagrantino Docg ed organizzato dal Consorzio Tutela Vini e dal Comune di Montefalco. Una tre giorni ricca di appuntamenti, quest’anno con un focus internazionale, legato ad Expo 2015, tra arte, enologia, territorio e cooperazione.

“SuperEnolotto” è, invece, l’iniziativa in programma per sabato 19 settembre nella cantina di Turrita di Montefalco; un appuntamento dedicato a tutti gli enoappassionati che vogliono cimentarsi nella degustazione alla cieca e che, al pari degli assaggiatori professionisti, dovranno scoprire i vini proposti.

Cantina Lungarotti a Turrita di Montefalco

Domenica 20 settembre, in contemporanea con l’ultima giornata di Enologica, Lungarotti, insieme ad altre sette cantine, sarà protagonista di “Cantine Aperte in Vendemmia”, l’evento del Movimento Turismo del Vino che celebra il rito della raccolta delle uve con vigneti e territorio in primo piano, per rivivere, in compagnia dei vignaioli, l’atmosfera festosa che da sempre caratterizza il primo momento della produzione di vino.

Enologica in piazza a Montefalco

Cantine Aperte, è l’occasione ideale per aprire le porte delle aziende e far assistere turisti e visitatori alle fasi topiche del ciclo di produzione, coinvolgendoli direttamente attraverso passeggiate fra i vigneti, visite alle aziende, degustazioni dei prodotti tipici abbinati ai vini di produzione. L’organizzazione di momenti ricreativi, spettacoli folclorici, sfilata di carri per le vie del centro storico, mostre di attrezzi enologici, oltre ad un ricco programma di convegni, daranno vita, anche quest’anno ad una vera “festa della vendemmia”, che contribuirà al massimo coinvolgimento di appassionati ed esperti, consentendo ad ognuno di approfondire il proprio rapporto con il territorio e le sue risorse.

Passeggiando tra i vigneti

“Enologica Montefalco” e “Cantine Aperte in Vendemmia” sono i principali appuntamenti dedicati alla valorizzazione della produzione vitivinicola locale di qualità che costituisce il volano fondamentale dello sviluppo economico di questo territorio.
Ma Montefalco e la frazione Turrita di Montefalco, distante poco più di 2 chilometri, sono una incantevole meta turistica a prescindere dalle iniziative legate al vino. Splendido borgo ricco di fascino e atmosfera e circondato da vigneti e uliveti, conserva quasi intatto il suo assetto urbanistico medievale. La sua storia affonda le radici sino alla civiltà etrusca e all’epoca Romana, di cui troviamo testimonianze all’interno del Museo di San Francesco e nel chiostro della Chiesa di San Fortunato. Per la sua splendida posizione geografica, posto sul vertice di un ameno colle (473 metri.), che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, Montefalco è stato definito “Ringhiera dell’Umbria”.

Degustando ad Enologica

Celebre per gli affreschi delle sue chiese, che ne fanno un punto di riferimento essenziale per la conoscenza della pittura umbra e per i suoi suoi santuari che rappresentano, nel turismo religioso, una tappa importante della spiritualità umbra, Montefalco è patria di otto santi tra i quali emerge la insigne mistica agostiniana Santa Chiara Della Croce. Il toponimo Montefalco si deve, secondo la tradizione, a Federico II di Svevia. L’imperatore, visitando i luoghi nel XIII secolo, constatando il gran numero di falchi presenti nell’area, decise di cambiare il nome della località da Coccorone (Cors Coronae) a quello attuale.

La Piazza del Comune di Montefalco

Il gioiello della “Ringhiera dell’Umbria” è sicuramente la chiesa-museo di San Francesco che rappresenta una sintesi della storia, della cultura e della tradizione di Montefalco. Fu costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati minori, terzo insediamento francescano nell’ambito montefalchese, ma il primo entro le mura. Nel1863 passò in proprietà al Comune che dal 1895 la rese la sede del Museo civico. Dal 1990 il museo si articola in tre spazi espositivi: la ex chiesa, nota in tutto il mondo per gli affreschi dell’abside centrale raffiguranti le Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli.

Un particolare del ciclo di Benozzo Gozzoli

Commissionato da Jacopo da Montefalco, guardiano del convento di San Francesco, il ciclo di Benozzo Gozzoli è illustrato in dodici scene disposte su tre registri. La narrazione procede, come un’ideale elevazione, dal basso verso l’alto e culmina nella volta con la gloria di San Francesco. La ex chiesa contiene inoltre a una Natività del Perugino Il secondo spazio espositivo è la pinacoteca, dove sono custodite molte opere di Francesco Melanzio, Antoniazzo Romano, Niccolò Alunno, Melozzo da Forlì, dipinti di Scuola umbra dal ’300 al ’700, e una raccolta di Arti Minori ed infine la cripta, in cui si trovano reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche.

Il Comune di Montefalco

La Pinacoteca Comunale rappresenta uno dei sacrari dell’arte italiana, un punto di riferimento insostituibile per lo studio della pittura umbra, presente in tre secoli di evoluzione e nei suoi monumenti migliori e più significativi.
Terminata la visita al museo si risale verso la piazza per ammirare il Palazzo Comunale (XIII secolo) con il loggiato quattrocentesco e la torre dalla quale si gode di una vista superba. Qui si trova anche la ex chiesa di San Filippo Neri oggi teatro, l’oratorio di Santa Maria e significativi esempi di residenze signorili del XVI secolo.

Le mura medioevali della cittadina, stupendamente conservate, presentano cinque porte d’ingresso: di Sant’Agostino, di Camiano, della Rocca, di San Bartolomeo e di San Leonardo. Si scende poi lungo Corso Mameli sul quale si affacciano numerosi palazzi signorili costruiti dal XV al XVII secolo (Palazzo Moriconi Calvi, Tempestivi, Langeli, Senili, Ciardelli, Santi – Gentili, De Cuppis).

Montefalco, corso Poggio dei Pettirossi

All’interno della prima cinta di mura sono presenti molte chiese, tra cui Sant Agostino, costruita insieme al convento nella seconda metà del Duecento su un piccolo edificio preesistente, probabilmente consacrato a San Giovanni Battista e la chiesa di San Bartolomeo che mantiene della prima costruzione (XI secolo) una monofora lunettata e una bifora sulla parete absidale esterna.

Da non perdere, poi, la chiesa di Santa Chiara (XVII secolo), fu Santa Chiara stessa che fece costruire la chiesa che oggi porta il suo nome e vi venne sepolta nel 1308, ma successivamente l’edificio venne ricostruito due volte, nel 1430 e nel 1615. La chiesa ha una severa e classica eleganza con un interno solenne a tre navate e un’urna d’argento dove riposa il corpo della Santa. Attraverso la Sagrestia si raggiunge l’antica chiesetta di Santa Croce, con pregevoli affreschi trecenteschi di scuola umbra.

Della Santa resta anche il monastero agostiniano di Santa Chiara, del quale divenne badessa nel 1291. All’interno del monastero di clausura, visitabile su richiesta, vi sono numerose opere d’arte, in gran parte sistemate nel chiostro quattrocentesco. In una delle sale si trova un affresco di Benozzo Gozzoli raffigurante Santa Chiara. Il Chiostro Piccolo ha un giardino molto particolare: le sue aiuole raffigurano i Misteri della Passione e vi cresce l’Albero di Santa Chiara, le cui bacche vengono utilizzate dalle monache per intrecciare le corone del rosario.

Montefalco, Porta Sant’Agostino

Nel convento di Santa Chiara, dove vivono le suore di clausura, c’è la vite di Sagrantino più vecchia di Montefalco e dell’Umbria, che ha 150 anni. Studiando le caratteristiche di questo antico vitigno anni, attraverso le più moderne tecniche di genetica molecolare, sono state censite e classificate le viti di Sagrantino esistenti.

Una visita merita anche la chiesa di Santa Illuminata ( XVI secolo), caratterizzata da una bella facciata in laterizio preceduta da un portico e un fastigio lunettato che rammenta l’architettura lombarda; all’interno ospita tra l’altro cappelline affrescate da Francesco Melanzio.
La chiesa di San Leonardo ha una facciata ornata con due semplici portali rinascimentali; accoglie una tela del Melanzio (1515), rappresentante la Madonna in trono col Bambino. Nei dintorni meritano certamente una visita la chiesa Convento di S. Fortunato, complesso edificato sulla tomba del Santo nel IV secolo e ristrutturato nel secolo XV, fu affrescata dal Gozzoli e da Tiberio d’Assisi; circondata da un bosco di elci secolari, è meta ideale di passeggiate.
Il Castello di Fabbri dall’alto di una collinetta domina la pianura sottostante in cui predomina la cultura della vite ed è posto a metà strada tra Trevi e Montefalco. Costruito nel sec. XIV, faceva parte del sistema difensivo albornoziano. Ha forma di un rettangolo sghembo con alte mura merlate, bastioni quadrangolari, fossato e ponte levatoio.

Intatto è il mastio alto 20 metri, costruito da Gregorio da Cerreto nel 1395, lo stesso che costruì la torre di Matigge; a forma quadrata con lato di 7 metri, sotto le cui fondamenta si trovano lunghi sotterranei, si staglia maestoso nella verde pianura sottostante. La torre è in perfetto allineamento con quelle di Matigge, Montefalco e Morcicchia e la leggenda vuole che esse erano collegate attraverso un camminamento sotterraneo.

Le magnifiche vigne di Montefalco

Montefalco, per la sua centralità si presta in particolar modo ad una serie di gite e di escursioni. Un itinerario di centri dalle origini molto antiche, lo ripropone la moderna Via del Sagrantino, che si snoda tra panorami stupendi e monumenti quasi ignorati, per il loro isolamento in aperta campagna, in contesti invidiabili, perché rimasti intatti attraverso i secoli.

Chiesa di Santa Lucia a Turrita di Montefalco

Turrita, frazione del comune di Montefalco, si trova a 309 metri d’altezza. Una zona particolarmente vocata alla vite e all’olivo e che domina una valle magnifica, con paesaggi che l’Umbria sa offrire con una bellezza struggente. Nel periodo romano Turrita era una palude, bonificata dai Romani e diventata una delle campagne più produttive del comune soprattutto per quanto riguarda il vino di Montefalco. Di importante rilevanza è la chiesa di Santa Maria di Turrita, risalente al XII secolo, a cui in origine era annesso un monastero benedettino, successivamente soppresso. La leggenda del patrono San Fortunato narra che il Santo era il parroco di questa chiesa. Gli affreschi presenti all’interno della chiesa sono di carattere devozionale, i più famosi sono quelli del 1400 di Giovanni di Corradduccio e Bartolomeo da Miranda. Presente nella chiesa è la “Madonna che appare a San Filippo Neri” (pre-1713), del pittore Giampiero Canotti. Le prime testimonianze del monastero benedettino (un priorato dipendente dall’abbazia di Santo Stefano di Manciano nei pressi di Trevi), si hanno non prima del 1161: infatti da tale anno la vita monastica è ben documentata fino al 1295, allorché il vescovo spoletino, Gerardo, ricevette l’ordine da Roma di allontanare i monaci e di annettere la chiesa e i suoi beni al Capitolo della cattedrale poiché il monastero era ormai in grave stato di degrado spirituale. L’edificio attuale, che risale alla prima metà del XII secolo, è composto da un’unica navata con l’abside semicircolare ornata di eleganti archetti pensili. La porta dell’ingresso laterale presenta un sobrio cordolo decorativo ad arco alle cui estremità emergono due teste a tutto tondo rappresentanti il papa e l’imperatore.

Strangozzi al tartufo

Montefalco e Turrita sono note anche per l’ottima cucina. Al Sagrantino si accompagnano ottimamente i piatti corposi e semplici della cucina umbra. Ideali la porchetta, la panzanella o una bella fetta di pane e olio, pecorino, salumi o un bel piatto di strangozzi al tartufo. Il pan mostato, prodotto da forno simile ad una filetta di pane che viene preparato nel periodo della vendemmia e sicuramente da provare così come i tozzetti alle mandorle con un bicchiere di Passito. Un souvenir gastronomico, oltre all’immancabile vino, è l’olio d’oliva, di un intenso colore giallo-verde e di sapore amabilmente fruttato, quello della zona di Montefalco è un olio che trae dalla conformazione geologica dei colli su cui la sua pianta trova habitat ideale, spiccate qualità organolettiche. Accanto all’olio, il miele, prodotto di assoluta genuinità, frutto della cura solerte degli apicoltori locali che di questa arcaica attività continuano con competenza e passione la tradizione.