Sudan: il regno dei Faraoni Neri

I siti archeologici nubiani e l’incontro con popolazioni e paesaggi meravigliosi.

Khartoum

Un viaggio che permette di visitare un Paese poco conosciuto, ai primordi del turismo, ma di straordinario interesse, il Sudan. Un viaggio che attraversa le regioni del nord del Sudan, la “Nubia”. Vestigia archeologiche uniche: le piramidi della Necropoli Reale di Meroe, i templi di Naga e Musawwarat, (tutti siti Unesco) le tombe sotterranee policrome di El Kurru, i templi alla base del Jebel Barkal la montagna sacra, (sito Unesco). Siti spettacolari e sorprendenti, che si gustano senza la presenza di folle di turisti. Ma anche gli splendidi villaggi nubiani nei pressi del suggestivo sito cristiano di Old Dongola e i semplici mercati frequentati dalle popolazioni sedentarie e dai nomadi. Un paese tormentato, nelle sue regioni periferiche da instabilità e tensioni sociali, ma tranquillissimo e sicuro nelle regioni lungo il Nilo, dove si sviluppa il nostro itinerario.

Mahdi Grave ad Omdurman

KHARTOUM E OMDURMAN

Una breve visita di Khartoum percorrendo il verdissimo viale lungo il Nilo Azzurro, costeggiando il Palazzo Presidenziale ex-Palazzo del Governatore Anglo-Egiziano dove, dopo un lungo assedio da parte delle forze mahadiste, nel 1885 venne decapitato il Generale Gordon. Visitiamo l’interessante museo Archeologico che contiene numerosi oggetti a partire dal periodo preistorico fino al periodo egizio e meroitico. Antichissime ceramiche, statue in granito, bassorilievi, sarcofagi, gioielli ritrovati grazie alle numerose missioni archeologiche, ecc. Al primo piano una splendida collezione di affreschi di tema cristiano recuperati dalla cattedrale di Faras, localizzata nel nord. Nella parte esterna del museo si trovano tre interi templi (Semna Est, Semna Ovest, Buhen) salvati dalle sponde del Nilo, quando si creò il lago Nasser, e trasportati qui dall’Unesco negli anni ’60 del secolo scorso. Poi si attraversa il Nilo nel punto di confluenza tra Nilo Bianco e Nilo Azzurro per raggiungere Omdurman l’antica capitale del Sudan situata di fronte a Khartoum sulla sinistra (ovest) del Grande Fiume. Qui visitiamo la tomba del Mahdi e l’interessante museo a lui dedicato che si sviluppa all’interno di una casa tradizionale sudanese dei primi del secolo scorso, la casa del khaliffa.

L’entrata di una guesthouse sudanese

Questo personaggio, mitico ancora oggi, fu un condottiero che alla fine del secolo scorso riuscì ad unire attorno a se, sulla base di un fanatismo religioso molto spinto, tutte le tribù della parte nord del Sudan per combattere il potere anglo-egiziano. Si passeggerà poi nel grande souk di Omdurman, dove si potrà effettuare anche qualche acquisto di artigianato locale.

KARIMA – VILLAGGI NUBIANI – OLD DOGOLA

Partiamo con gli automezzi 4×4 del viaggio. Pochi chilometri fuori dalla città si è già in pieno deserto e man mano che si procede verso nord il paesaggio diventa sempre più arido e piatto dove lo sguardo spazia a 360°. Si farà qualche sosta nelle chai house letteralmente le case del thè, che sono semplicemente delle specie di “autogrill”, molto spartane, in pieno deserto dove si fermano abitualmente i bus e i camionisti locali. Picnic on the road. Si raggiunge di nuovo il Nilo nei presi della cittadina di Merowe e si attraversa sul ponte di recente costruzione per arrivare a Karima.

Una donna a Khartoum

Dopo la prima colazione breve visita al mercato di Karima con l’opportunità di sorseggiare un chai (thè), un gawa (caffè) o un karkadè in una tipica chai-house. Si parte poi verso nord con le auto per raggiungere un punto lungo il fiume dove si sale a bordo di un’imbarcazione locale per iniziare una piacevole navigazione sul Nilo a valle della diga di Merowe che nel 2008 ha dato origine alla formazione di un vasto lago artificiale che purtroppo ha sommerso le formazioni granitiche della Quarta Cateratta. A valle della diga sono rimaste comunque delle belle formazioni rocciose, levigate dallo scorrere continuo dell’acqua, che si alternano a lingue di sabbia argentata, ciuffi di papiri, e isolotti con campi coltivati. Frequente l’avvistamento di varani del Nilo e della numerosa avifauna.

Una tipica tavola sudanese

Piacevolissimi gli incontri con i contadini che coltivano i piccoli campi sulle isole e che mostrano sempre una grande gentilezza nei confronti degli stranieri. Dopo un allegro pic-nic all’ombra di alberi di mango sulla riva est del Nilo si prosegue con la visita delle piramidi di Nuri, la più importante delle necropoli di Napata, l’antica capitale dei Faraoni Neri, ove furono sepolti tutti i faraoni sino al IV secolo a.C. a partire dal grande re Taharqa. Attraversiamo poi il deserto nubiano per giungere nuovamente lungo il Nilo, dove sono localizzati i più caratteristici villaggi Nubiani. Trascorriamo tutto il giorno lungo il fiume, fermandoci in alcuni villaggi dagli affascinanti portali colorati.

Questa è la parte centrale della Nubia, dove la popolazione particolarmente ospitale, parla una lingua diversa dall’Arabo e le donne spesso non si coprono il volto. I villaggi sono bellissimi, situati tra dune di sabbia e palmeti; alcune case sono decorate con disegni colorati rappresentanti motivi floreali o altro. Proseguiamo con la visita al sito Cristiano Copto di Old Dongola dove si trovano i resti di un monastero, di numerose chiese e del palazzo dei Re cristiani, trasformato dai Mamelucchi in Moschea.

Antiche abitazioni a Karima

JEBEL BARKAL E LE TOMBE DI EL KURRU

Punto di riferimento nel deserto nubiano, il Jebel Barkal (Jebel in arabo significa montagna), può essere visto da qualche decina di chilometri di distanza quando si è ancora in pieno deserto. Ai piedi di questa splendida montagna isolata di arenaria rossa dalle pareti strapiombanti e che fin dall’antichità era considerata sacra, si trova il grande tempio, dedicato dai faraoni del Nuovo Regno al loro protettore Amon.

Karima

L’antica “Montagna Pura” di Amon, l’Olimpo dei nubiani rimase per oltre 1000 anni il cuore religioso della Nubia. Oltre ai resti del grande tempio si trovano ancora numerosi arieti scolpiti in granito. Scavata nella parete alla base della montagna si trova una grande stanza decorata con bassorilievi. A Sud del Jebel si ergono in pieno deserto alcune piramidi dal profilo molto slanciato, tombe di una dinastia kushitica probabilmente parallela a quella ufficiale. Le necropoli reali dell’antica città di Napata, capitale della Nubia (dal 740 al 350 a.C.) prima del periodo meroitico, contavano numerosissime piramidi in tre differenti località: poche centinaia di metri a nord del Jebel Barkal, a El Kurru, una decina di chilometri a sud della montagna ed a Nuri, che si trova sull’altra sponda del Nilo.

Le rovine a Meroe

Ci si sposta poi a sud fino al villaggio di El Kurru dove si trova una delle antiche necropoli. Qui si possono vistare due tombe scavate nella roccia, sottostanti a piramidi in parte crollate e completamente decorate con rappresentazioni del faraone, delle divinità e con iscrizioni geroglifiche policrome. Si prosegue poi con una breve puntata nel deserto nubiano per visitare una foresta pietrificata: resti di tronchi fossili, alcuni lunghi svariati metri, giacciono sul terreno da milioni di anni.

Jebel barkal

DESERTO DEL BAYUDA

Si procede poi nel deserto percorrendo una pista lungo il wadi Abu Dom verso il cuore del Deserto del Bayuda, area delimitata dall’ansa dal Nilo fra la Sesta e la Quarta Cateratta. Questo deserto si caratterizza per le aspre montagne basaltiche nere, molte delle quali di origine vulcanica e dalla tipica forma tronco-conica. Vaste distese pianeggianti di ciottoli di quarzo intervallate da wadi asciutti dove cresce un pò di vegetazione. Probabile è l’incontro con popolazioni nomadi di etnia Bisharin con le loro carovane di cammelli e bestiame che spesso troviamo attorno ai pozzi con gli animali in abbeverata. Dopo aver percorso una parte di strada asfaltata, la lasciamo nuovamente per attraversare, fuori da qualsiasi pista in direzione sud-est, una parte del deserto del Bayuda particolarmente bella, e raggiungere il Nilo. Attraversiamo il fiume con un ponton – traghetto locale. L’attesa del traghetto e l’attraversamento del fiume sono momenti molto interessanti che permettono di venire a contatto con la gente del luogo e di sperimentare la loro gentilezza ed ospitalità. Spesso a bordo del traghetto assieme alle nostre vetture ci sono asini, cammelli, pecore e capre. Si prosegue poi verso sud lungo la sponda orientale del Nilo fino a quando si arriva in vista delle piramidi della Necropoli Reale di Meroe che svettano su di una collina lambita da lingue di sabbia.

Le piramidi di Meroe

LA NECROPOLI E LA CITTA’ REALE DI MEROE

La Necropoli Reale di Meroe si trova a circa 3 chilometri dal Nilo su lievi rilievi ricoperti di piccole dune di sabbia gialla. Oltre 40 piramidi, alcune perfettamente conservate, svettano con la loro forma aguzza verso il cielo terso in un ambiente particolarmente suggestivo. Le piccole cappelle votive poste di fronte alle piramidi presentano le pareti decorate con bassorilievi che mostrano episodi della vita del Faraone ed immagini delle divinità. La necropoli fu utilizzata fra il 400 a.C. ed il 400 d.C. nel periodo di maggior splendore della civiltà meroitica. A differenza delle piramidi egizie le camere mortuarie non si trovano all’interno della piramide, ma sottoterra, la piramide era semplicemente un monumento funerario.

Pitture a El Kurru

Nel pomeriggio ci si sposta verso il Nilo per visitare i resti della Città Reale: gli scavi hanno confermato che occupava una grande area con una zona centrale circondata da sobborghi e da una cinta di mura. La maggior parte del terreno occupato dalla città, che è formato da molte collinette ricoperte di frammenti di ceramica rossa, attende ancora di essere scavata. Le poche vestigia sottratte fino ad oggi alla morsa della sabbia ci mostrano però la vastità degli edifici di cui la città era costituita. Interessante anche il “bagno”, una piscina che veniva riempita con l’acqua del Nilo, riservata ai nobili e con numerose decorazioni in stucco. I siti archeologici del periodo meroitico (Necropoli e Città Reale di Meroe, i templi di Naga e Mussawarat) nel Giugno 2011 sono stati iscritti nelle liste del Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’Unesco, definendoli con il termine “Isola di Meroe”, come identificavano questa zona gli antichi viaggiatori Greci e Romani.

Beja men

I TEMPLI DI NAGA E MUSSAWARAT

Ci dirigiamo quindi verso sud e dopo circa 50 chilometri ci si inoltra nel deserto per la visita di due località archeologiche del periodo meroitico. Con una bella pista si arriva al sito di Naga a circa 30 chilometri dalla strada asfaltata. Questo è uno dei maggiori centri che si svilupparono durante il periodo meroitico. A Naga, in un ambiente tipicamente sahariano di rocce e sabbia, si trova il tempio di Apedemak (I° sec. d.C.), una magnifica costruzione decorata con bassorilievi che riproducono le immagini del dio con la testa di leone, del faraone, della nobiltà e varie rappresentazioni rituali del dio Apedemak. A poche decine di metri sorge una piccola e strana costruzione con archi e colonne, soprannominata il “Chiosco”, in cui appaiono contemporaneamente gli stili egizio, romano e greco. Poi il tempio di Amon, con un viale di arieti e numerosi piloni decorati. A Mussawarat, non lontano da Naga, l’insediamento era posto in una bella vallata circondata da colline. Oggi sono visibili i resti di un area sacra che ebbe una importanza eccezionale. Il suo complesso principale, il “Grande Recinto” o “Tempio degli Elefanti” è formato da numerose costruzioni e muri perimetrali che circondano un tempio costruito nel I° sec. d.C. o poco prima.

Dervishi

La quantità di elefanti rappresentati nelle scene decorative di mura e colonne fa pensare che questo animale a Mussawarat avesse un ruolo di primo piano. Al di là del grande wadi si trova poi un altro tempio dedicato al dio Apedemak che è stato ricostruito da una missione archeologica dell’ex Germania Est. Torniamo quindi a Omdurman. Al tramonto ci si sposta nei pressi della moschea Ahmed El Nil dove il venerdì sera si svolgono le interessanti danze dei Dervisci. Questa “setta” di puri dell’Islam, generalmente vestiti in verde, il colore dell’Islam, si lanciano in danze ruotando su se stessi al ritmo dei tamburi circondati da un cerchio di folla che si muove al ritmo ossessivo della musica. Una situazione veramente unica e molto coinvolgente.