Un tuffo nel Medioevo a Montecchio Maggiore (VI) il 30 aprile ed il 1° maggio, dove è in programma la XXII edizione di “Montecchio Medievale – La Faida“, storica disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti organizzata nella suggestiva cornice dei castelli scaligeri, le rocche che diedero l’ispirazione a Luigi Da Porto per la sua novella dedicata all’amore eterno di Romeo e Giulietta, resa poi immortale da William Shakespeare.
Divulgare e far conoscere il patrimonio storico, artistico, architettonico e naturalistico di Montecchio Maggiore è la finalità per cui è nato il progetto “Montecchio Medievale”, una rievocazione storica tesa a riscoprire un glorioso passato che troppe volte è rimasto avvolto nell’oscurità e nel pregiudizio, ma che ha lasciato le sue tracce ben visibili nel territorio.
Montecchio Maggiore è conosciuta come la città castellana per la presenza di due romantici e misteriosi castelli posti l’uno di fronte all’altro, sulla sommità di due colli, il Castello della Villa e il Castello della Bellaguardia, due rocche che, secondo la leggenda, erano le dimore estive delle famiglie veronesi dei Montecchi e Capuleti. Narrata per la prima volta da Masuccio Salernitano (1415-1476), la tradizione che lega le rocche a Romeo e Giulietta si rifà alla novella “Historia novellamente ritrovata di due giovani amanti” del vicentino Luigi Da Porto (1485-1529) che si ispirò al Salernitano e immaginò lo svolgimento della storia a Verona nel Trecento, al tempo della signoria di Bartolomeo della Scala (1301-1304), attribuendo una violenta rivalità tra due nobili famiglie veronesi, a scapito dell’amore tra i due giovani protagonisti.
Se dunque la tragica vicenda di Giulietta e Romeo non sembra avere alcun fondamento storico, se l’ambientazione letteraria è stata comunque da sempre collocata a Verona, è possibile pensare che un ruolo non secondario nell’ispirare l’immaginazione poetica del suo creatore abbiano avuto anche i castelli di Montecchio Maggiore, già di per sé affascinanti e gloriosi per le vicende storiche da essi realmente vissute.
La trasmissione orale, alcuni esempi di letteratura minore, l’azione di recupero delle due rocche ad opera dell’Ente Provinciale per il Turismo effettuata negli anni Trenta, il ripristino di sentieri che consentono l’accesso al colle, pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo e la realizzazione di eventi che caratterizzano l’estate culturale cittadina, hanno radicato questo legame nell’immaginario di un’intera comunità. Oggi le due rocche vengono chiamate “I Castelli di Giulietta e Romeo”. Il progetto si è interrotto nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19 dopo venti edizioni consecutive, mentre nell’anno 2021 ha avuto luogo una versione ridotta, con pubblico contingentato, volta a eleggere la nuova coppia vincitrice di Romeo e Giulietta. Nel 2022 l’Associazione Storico-Culturale “Giulietta e Romeo” è tornata in tutta la sua maestosità e nel 2023, affiancata dal Comune di Montecchio Maggiore, ha organizzato un grande evento a cui collaborano gruppi storici provenienti da tutta l’Italia e associazioni locali.
Intorno ai castelli viene ricostruito un vero e proprio borgo quattrocentesco animato da un mercato tipico, il quartiere degli armigeri, alchimisti, giocolieri, cavalieri, sputafuoco, nobili, giochi cortesi e avvincenti scontri tra le casate dei Montecchi e Capuleti per l’aggiudicazione dell’ambito Palio. Completa la rievocazione storica l’elezione di Giulietta e Romeo, scelti tra “baldi giovani e gentili fanciulle” che si candidano a rivestire i panni dei due innamorati. I prescelti rappresentano per un anno la città di Montecchio.
IL PROGRAMMA IN PILLOLE
25 Aprile – Corso Matteotti “Il corteo” (dalle 20.30 alle 22)
Un lungo corteo dalla chiesa di San Pietro sino a Piazza Marconi preannuncia la rievocazione storica che coinvolgerà il paese nella serata del 30 aprile e nella giornata del 1° maggio. Il pubblico potrà lasciarsi coinvolgere accompagnando il corteo fino alla Piazza animata da giullari, tamburini, sbandieratori e giocolieri del fuoco.
Domenica 30 aprile – Area castelli “Notte medievale” (dalle 17 alle 23)
Tra le mura dei suggestivi castelli di Romeo e Giulietta un tuffo nel Medioevo gustando gli antichi sapori dei regali banchetti allietati dal suono di ghironde, tamburi e pive. Una ricca scelta culinaria accompagnata da spettacoli di danza aerea, giocolieri, rievocatori, maghi. Brigate di armati, vigileranno in questa notte carica di suoni, profumi e sapori inaspettati, intrisi di storia e leggenda. Concluderà la serata un concerto di musica bretone che con il suono di strumenti antichi contaminati da strumenti moderni, ci porterà in un mondo antico ma estremamente coinvolgente.
Lunedì 1 Maggio – Area castelli “Rievocazione storica” (dalle 9 alle 19)
Alle 9 di mattina Minimarcia biancorossa: passeggiata non competitiva dal centro del paese alla sommità del colle. Una camminata di aggregazione e festa, nel clima primaverile arricchito da allestimenti medievali nell’area dei castelli. Dalle 11 alle ore 19 – Rievocazione storica.
La suggestiva scenografia dei castelli farà da cornice alla rievocazione dove storia e leggenda si mescolano per creare una magica realtà con sbandieratori, armati, musici, danzatori, mercanti e artigiani per scoprire arti e mestieri antichi e falconieri che si esibiranno fino al tramonto. I visitatori troveranno modo di soddisfare i propri palati nei ricchi e forniti stand gastronomici, mentre i più intrepidi potranno avventurarsi nel buio delle antiche Priare (cave di pietra) tra pareti di roccia e camini naturali. Chiuderà la giornata la nomina di due giovani al titolo di “Giulietta e Romeo 2023”. Dalle 9 di mattina alle 19 sarà possibile visitare nella Torre Castello di Romeo (Castello Della Villa), la mostra fotografica, a cura del Fotoclub di Montecchio Maggiore, dedicata alle coppie elette Giulietta e Romeo delle varie edizioni passate. Ingresso gratuito. Dalle 11 di mattina alle 19, sono in programma le visite guidate nelle Priare, suggestivo complesso di cave sotterranee che si trova sulla sommità della dorsale collinare di Montecchio Maggiore, poco sotto il castello di Giulietta o della Bellaguardia.
Sentieri naturalistici: dodici itinerari semplici e affascinanti conducono l’escursionista tra gli scorci più nascosti e più dolci del territorio castellano, lungo le dorsali dei colli e fin negli angoli delle sue frazioni più lontane. Passeggiate facili, di lunghezza variabile dai tre ai dieci chilometri, percorribili da chiunque intenda concedersi qualche ora di fuga dai rumori e dalla frenesia del vivere quotidiano.
Un’area ben delimitata sarà adibita a servizi igienici, Punto di Primo Intervento, Punto Informazioni con collegamento con il servizio di Polizia Locale per l’afflusso delle persone lungo i sentieri e il servizio di bus navetta. Chiusura all’imbrunire. Dalle 10 alle 13 del 1° maggio e dalle 17 alle 19 del 30 aprile, sarà attivo un punto telefonico per informazioni chiamando 0444 492259. Servizio BUS Navetta: funzionerà al costo di 3 euro solo nella giornata del 1° maggio dalle 10 alle 19: biglietto valido per l’andata e il ritorno. Partenze da: Parcheggio Via Degli Alberi (servizio anche per disabili) – Parcheggio Ditta Xylem Via Lombardi.
VIAGGIO A MONTECCHIO MAGGIORE
Incastonata nella vicentina Valle dell’Agno, tra i dolci rilievi dei Colli Berici, Montecchio Maggiore conserva evidenti testimonianze storiche risalenti al Medioevo ed è troneggiata dal Castello della Bellaguardia e dal Castello della Villa, che la tradizione popolare ha voluto ribattezzare rispettivamente con Castello di Giulietta e Castello di Romeo.
I manieri si guardano da secoli, in una posizione panoramica strategica, separati da un vallone ma vicini come i due infelici amanti. Il primo che si incontra salendo dal centro di Montecchio percorrendo via Salita Castelli è il castello della Villa, o di Romeo, eretto da Cangrande II della Scala nel 1354 e smantellato dai Veneziani nel 1514; ne restano la cinta muraria con il mastio e torre, che fanno da sfondo a rappresentazioni teatrali e manifestazioni estive. A poche centinaia di metri di distanza, poco più in alto, si trova invece il castello della Bellguardia, o di Giulietta, più scenografico grazie a un lavoro di ricostruzione che ha permesso tra l’altro di allestirvi un ristorante. La statua di Romeo, posizionata nel 2016 accoglie l’arrivo del visitatore al castello. Chi visita Montecchio Maggiore non può dimenticare Villa Cordellina Lombardi, sontuosa dimora realizzata nel ‘700 dall’architetto Giorgio Massari che qui rende omaggio alle architetture classiche e agli spazi inventati dal Palladio.
Subito all’entrata del borgo, la dimora si presenta imponente col suo pronao ionico a quattro colonne, quasi un pantheon, mentre all’interno la magnificenza è data dal salone centrale in cui sono custoditi i preziosi affreschi di Giambattista Tiepolo del ciclo ‘Il Trionfo della Ragione sull’ignoranza e sulle passioni’. Da ammirare anche il vasto giardino alla francese ornato da statue. La villa si compone di un corpo padronale e di due edifici laterali, indipendenti, a pianta quadrata, adibiti rispettivamente a scuderia e a foresteria. Alle porte del paese, in località Biron di Monteviale, edificata nel 1734 dal Muttoni su una precedente costruzione del quattrocento, sorge Villa Loschi Zileri, ora Motterle, di pregiato valore artistico ed architettonico, con il suo vasto e ridente parco. La bella Villa Lorenzoni, in stile neoclassico, è ora sede del Museo Civico “Giuseppe Zannato”, con una sezione archeologica e una naturalistica.
Il Museo ospita nelle sue sale reperti relativi al territorio Agno Chiampo provenienti da nove Comuni confinanti con Montecchio e appartenenti al Sistema Museale Agno-Chiampo. Dal 2007 il nuovo e moderno allestimento, nato nel 1922 dalla Collezione privata del Cavaliere Giuseppe Zannato, si snoda lungo dodici sale. La sezione archeologica comprende reperti che vanno dalla preistoria fino all’età Longobarda, attraverso il periodo dei Veneti Antichi, Celti e Romani.
La sezione naturalistica vanta tra i suoi materiali una collezione paleontologica di crostacei fossili di livello internazionale formata da più di 4000 reperti di cui 1400 crostacei fossili, 150 olotipi (primo esemplare che individua le caratteristiche della specie) e 480 paratipi. La collezione mineralogica consta di 3200 campioni provenienti prevalentemente dal territorio vicentino tra cui preziose Natroliti di origine vulcanica.
Tra gli edifici religiosi che meritano una visita ricordiamo l’ottocentesco Duomo di S. Maria e S. Vitale, costruito in stile neogotico a navata unica fiancheggiata da nicchie con altari. Al suo interno è conservata una preziosa pala del settecento di Antonio De’ Pieri, pittore vicentino, e un trittico in pietra di origine quattrocentesca. Interessante anche la chiesa di S. Pietro Apostolo che conserva una pregevole pala d’altare del ‘500 con la Vergine in trono e Santi di Giovanni Buonconsiglio, detto il Marescalco. L’edificio risale al XIII secolo e fu rifatto nel 1504. Fra il 1853 e il 1878 l’ ing. Villanova lo ampliò per dargli la struttura odierna.
Chi desiderasse alloggiare nelle vicinanze di Montecchio Maggiore per apprezzare in tranquillità tutte le bellezze del territorio, consigliamo la Locanda degli Ulivi situata in Via Santa Giustina 6 – 36057 Arcugnano (VI), un’antica villa di charme, immersa tra il verde dei Colli Berici e dotata di 10 camere, una garanzia per un soggiorno di qualità, dove tutto ha la giusta dimensione. Alla Locanda degli Ulivi regnano il sapore dell’autentica ospitalità, il comfort moderno e la natura. La verde cornice degli ulivi e la vista sul Lago di Fimon fa risaltare ancora di più l’eleganza e lo charme di questa antica villa, dotata di piscina esterna e ristorante. La cucina della Locanda degli Ulivi è nata dalla passione per la buona tavola, la ricerca di quanto di meglio propone il territorio, la curiosità verso nuovi abbinamenti e tradizioni diverse. Il ristorante propone piatti e prodotti del territorio e pesce fresco, accuratamente selezionati per qualità delle materie prime e preparati con creatività secondo le stagioni.
La saletta del caminetto e la terrazza panoramica ospitano le cene alla carta, i banchetti e gli aperitivi più informali, oltre, naturalmente, alle deliziose colazioni del mattino. Il ristorante è aperto per aperitivi e cene dal lunedi al sabato e la domenica a pranzo. Aperture speciali per eventi, pranzi di lavoro e banchetti. Gratuitamente a disposizione degli ospiti: connessione wifi, parcheggio privato, ricovero per biciclette con ricarica per e-bike, navetta per la stazione di Vicenza, mappe per escursioni. Servizi a pagamento: lavanderia, noleggio bici, navetta per gli aeroporti, saletta riunioni.”
MONTECCHIO MAGGIORE NEL PIATTO
Per molti buongustai Montecchio è legato al ricordo della mostarda, uno dei prodotti più schiettamente vicentini. I romani la chiamavano mustum ardens, mosto ardente, e la ottenevano pestando semi di senape con aceto e vino nuovo, ma nei secoli la mostarda verrà preparata con le basi più disparate, dal miele al grasso di cappone. Il Veneto, che è una delle regioni dove se ne fa ancora largo uso, ha scelto per tradizione il tipo che si ricava dalla mela cotogna, frutto tanto avverso al palato da fresco, quanto profumato di rosa una volta cotto e denso di sapore se portato a marmellata.
Il merito di tale specificità sarebbe da attribuire ai mercanti veneziani che importarono il frutto dal Medio Oriente. La prima citazione scritta della mostarda vicentina, in un ricettario di casa Breganze, risale alla seconda metà dell’Ottocento. Famose, come riferisce il Candiago, erano a Vicenza quelle del farmacista Valeri e del pasticcere liquorista Nardini. Dal punto di vista commerciale la mostarda vicentina è indissolubilmente legata al nome di un’azienda storica, la Boschetti, che aveva il suo stabilimento proprio a Montecchio Maggiore fino al recente trasferimento in quel di Ronco all’Adige. La ricetta codificata risale al 1918: mele cotogne (pelate, macinate, raffinate e cotte), frutta candita (ciliegie, albicocche, fichi, pesche e mandorle, che rendono “perlinata” la mostarda), zucchero e olio essenziale di senape per dare il giusto contributo di piccante al prodotto. La consuetudine ancora oggi è quella di accompagnarla al bollito o al mascarpone, ma non mancano accostamenti che suscitano la curiosità dei forestieri, come con il pandoro e la panna montata, sotto le feste.