Due giorni di esposizione con Mercato dei Produttori, degustazioni guidate e Laboratori del Gusto. Torna, il 22 e il 23 aprile, a Cerea, in provincia di Verona, “Pianura Golosa”, il grande mercato enogastronomico della pianura veronese che mette in vetrina aziende con prodotti di eccellenza per riscoprire un “consumo consapevole”. Un evento che valorizza e tutela chi produce su piccola scala prodotti tipici e tradizionali, nel rispetto dell’ambiente.
Nel corso della manifestazione, ad ingresso libero (gli stand enogastronomici apriranno già la sera di venerdì 21), sarà possibile trovare in degustazione e vendita, centinaia di prodotti provenienti da tutto il territorio italiano. Salumi, formaggi, confetture, miele, sughi, condimenti, cioccolato, dolci e caffè. Una particolare sezione, sarà dedicata quest’anno ad alcuni vini in degustazione in un apposito percorso del gusto, accompagnati a salumi e formaggi introvabili. La filosofia della manifestazione, che nasce a supporto della Stortina Veronese del Presidio Slow Food che dallo scorso anno è un marchio registrato e tutelato ha come finalità la realizzazione di un mercato in cui i produttori di eccellenze enogastronomiche possano incontrare un pubblico attento e consapevole, creando occasioni di incontro e socializzazione tra chi produce cibo e chi lo consuma. Il visitatore tipo è colui che condivide la missione di Slow Food per un cibo buono, pulito e giusto per tutti. Un consumatore consapevole e informato che ama il cibo artigianale, ma anche chiunque voglia scoprire che il cibo di qualità non è solo per ricchi gourmet.
La fiera, ideata dalla Condotta Slow Food Valli Grandi Veronesi, con il patrocinio del Comune di Cerea e del Distretto Territoriale del Commercio “Le Terre Piane”, si terrà nell’AreaExp, 36.000 metri quadri di superficie, un centro polifunzionale che rappresenta il maggiore polo fieristico del Basso Veronese e dell’Alto Polesine.
Particolarmente ricca questa quinta edizione post Covid: oltre al Mercato dei Produttori e alla Piazza dei Sapori, allestita in collaborazione con la Pro Loco di Cerea, dove degustare i piatti preparati direttamente dagli espositori presenti, non mancano iniziative per i bambini promosse dagli Orti in Condotta di Slow Food, con il coinvolgimento delle scuole. Già a partire da sabato 22 pomeriggio sono in programma alcuni laboratori in collaborazione con la Scuola di Ristorazione Don Calabria di Bovolone. Per la prima volta, saranno inoltre presenti anche alcuni stand istituzionali dei Comuni della Pianura Veronese, con l’obiettivo di iniziare un percorso che porti Pianura Golosa a diventare la vetrina delle eccellenze enogastronomiche e delle tradizioni culturali del territorio delle Valli Grandi Veronesi da cui volutamente la Condotta Slow Food prende il nome.
“Pianura Golosa” 2023 sarà caratterizzata anche da animazione, musica e spettacoli. Venerdì 21 alle 21.30 nell’area della “Piazza dei Sapori” si esibiranno gli Ottozerodue, gruppo tributo alla storica band dei Nomadi. Il front-man Davide Bazzoni, per oltre dieci anni voce dei Sempre Noi, nota band di due grandi musicisti storici dei Nomadi, sarà accompagnato da un ensemble di musicisti, composto da professionisti di rilievo nel panorama nazionale. Gli Ottozerodue con “Storia nomade” presentano uno spettacolo molto coinvolgente, con le intramontabili canzoni che hanno fatto la storia della band emiliana. Sabato, sempre alle 21.30 salirà sul palco dell’AreaExp, Dj Stoppa, disc jockey storico, attivo sin dal 1977. Come sua consuetudine cercherà di emanare al pubblico energia, emozioni e grande spettacolo. Domenica 23 alle 21.30, sarà la volta di Alex Zaupa, un professionista del settore musicale che sa intrattenere il pubblico con una performance che spazia tra Disco, musica italiana, pop, revival, commerciale e hit internazionali attuali.
VIAGGIO A CEREA
Nonostante siano stati rinvenuti in località Tombola ed al Castello del Tartaro numerosi reperti risalenti all’epoca del bronzo, le prime notizie certe su Cerea si hanno verso il 923, quando era un castrum, cioè un luogo fortificato dipendente dai monaci di Verona che vi dominarono fino al 1223.
In quell’anno Cerea divenne libero comune ma, un anno dopo, fu saccheggiato a causa della guerra tra mantovani e veronesi. In quell’occasione venne distrutto anche il castello che sorgeva nelle vicinanze del fiume Menago. Seguì un periodo di decadenza a causa anche delle frequenti epidemie. Nel 1700, sotto il dominio veneziano, il centro di Cerea iniziò ad allargarsi e i nobili iniziarono a costruire le loro ville. Villa Medici, Verità, Sommariva, sono alcuni esempi, mentre nei dintorni sorsero Villa Dionisi a Cà del Lago, Villa Franco al Piatton e Villa Guastaverza a Ramedello.
Uno dei maggiori reperti storico-artistici risalente al primo o secondo secolo d.C., è un’ara rinvenuta nella cinquecentesca chiesa dei S.S. Vito e Modesto. La fondazione del convento intitolato a San Vito, la nutrice Crescenzia ed il tutore Modesto, viene attribuita al canonico Ubaldo dell’ordine di San Marco di Mantova, vissuto nella prima metà del XIII secolo. I fabbricati furono demoliti nel 1772, rimase solo la chiesa, caratterizzata da una struttura interna a croce latina, dove è possibile ammirare una bella statua della Madonna del Carmelo scolpita da Giuseppe Antonio Schiavi nel 1758. Secondo la tradizione sotto l’altare maggiore della chiesa fu rinvenuta una cassetta contenente i presunti resti mortali dei tre santi: San Vito Martire, San Modesto (tutore di San Vito) e Santa Crescenzia (nutrice di San Vito). La loro antica presenza è documentata dall’iscrizione fissata sotto l’altare: Corpora Sanctorum Martirum Viti Modesti et Crescenzie Eius Nutricum Hic Iacent.
L’edificio religioso è stato per molti anni chiesa parrocchiale per la comunità di San Vito (Cerea), ora è luogo dedicato alla Beata Vergine di Lourdes, nel quale vengono celebrate alcune funzioni in particolari occasioni. Dal 2004, inoltre, si tiene ogni anno la mostra dei presepi, manifestazione sempre più importante che vede la partecipazione di artigiani e famiglie da molte parti d’Italia. Nel 1923 fu eretta nella chiesa una riproduzione della Grotta di Lourdes. Durante la prima guerra mondiale infatti, molte furono le famiglie di San Vito che fecero voto alla Madonna, promettendo di fare un pellegrinaggio a Lourdes qualora i figli mandati al fronte fossero tornati sani e salvi. Al termine della guerra molti furono i caduti ed i figli che non tornarono. Ciò nonostante, le famiglie del quartiere andarono in pellegrinaggio come ringraziamento alla Madonna per quei figli che erano tornati. Al ritorno dal pellegrinaggio decisero di ricreare nella chiesetta di San Vito una grotta simile a quella di Lourdes. Nel corso degli anni molte sono state le persone che si sono rivolte alla Madonna, come dimostrano i molti quadri “per grazia ricevuta” appesi nella grotta.
Resti della civiltà romana possono essere ammirati anche nella chiesa di San Zeno, fatta erigere dalla contessa Matilde di Canossa nel 1109 ed impreziosita da affreschi del ‘300. A partire dal XII secolo, con la costruzione di un’ulteriore chiesa nel centro cittadino di Cerea, dedicata a Santa Maria, si temeva che l’antica chiesa di San Zeno venisse abbandonata e trascurata, ma grazie agli abitanti di Cerea, è sopravvissuta al logorio dei secoli fino ai giorni nostri.
Fu costruita quasi interamente in laterizio, con filari di mattoni più grossi alternati a filari più sottili che creavano un particolare effetto coloristico, quasi una vibrazione delle superfici. L’aspetto attuale della chiesa è il risultato dell’ultimo restauro, compiuto nel 1910.
Altro interessante edificio religioso di Cerea è la chiesa della Beata Vergine detta anche dello “Spasimo”. La sua costruzione risale ai primi anni del 1700 la dove era presente da tempo un capitello votivo, fatto erigere dall’allora parroco Filipperio come ex voto in seguito alla peste del 1630 e dedicato alla “Madonna dello Spasimo”. Attestata come parrocchia per la prima volta nel 1462 dal Vescovo Ermolao Barbaro durante una sua visita pastorale, la chiesa di Santa Maria Assunta crollò nel gennaio del 1730 per essere poi ricostruita, più ampia della precedente. Nel 1750 fu inaugurato e consacrato il nuovo edificio, dedicandolo alla Beata Vergine Maria e a San Zeno, come recita la lapide murata dietro l’altare maggiore. Sempre al Settecento risalgono alcuni pregevoli edifici situati nel centro di Cerea: Palazzo Medici, Verità e Sommariva,
Tra le architetture civili ricordiamo, inoltre, Villa Bresciani sita in pieno centro cittadino. Un palazzo bello e maestoso datato 22 agosto 1492 e che fu abitato prima dai conti Medici di Verona, in seguito dalla famiglia Grigolli, finché non fu posseduta dalla famiglia Bresciani che lo donò al comune perché divenisse sede di una scuola materna intitolata ad Antonietta Grigolli Bresciani.
In località Ramedello troviamo Villa Guastaverza, ora Buttura, in località Piatton, vicino al quartiere di San Zeno sorge Villa Franco, ampiamente rimaneggiata in stile neoclassico un paio di secoli dopo la sua costruzione e attualmente di proprietà della famiglia Bertelè. La villa, immersa in un imponente e meraviglioso parco di tigli, ippocastani, olmi e platani, delimitato dagli scoli Canossa e Cornetto, è collegata a Villa Dionisi-Fenaroli, detta Ca’ del Lago, da un lungo viale alberato chiamato “Stradon de la Marchesa”. Villa Dionisi-Fenaroli, visitabile previo appuntamento, fu costruita sui resti di una villa del ‘200. Rimaneggiata nel ‘400, venne trasformata in villa barocca nel ‘600 e affrescata elegantemente. L’edificio si propone con il classico schema della villa veneta: un ampio salone centrale, con due ingressi posti alle estremità, ai cui lati vi sono varie stanze piuttosto larghe e molto luminose, disposte in modo simmetrico.
Una grande scala porta al piano superiore, che si impernia attorno ad un altro alto salone centrale, ricoperto da una volta affrescata da Giuseppe Gru e dal Montanari. Originariamente il palazzo doveva elevarsi fino a tre piani, ma l’idea venne presto abbandonata. Vi è poi, come da tradizione del Settecento, una cappella, luogo di culto per la piccola comunità che viveva attorno alla villa. Villa Dionisi-Fenaroli è una delle circa 70 ville che furono costruite, ampliate o rifatte nel XVIII secolo nella provincia di Verona e dislocate in un contesto pianeggiante. Oggi l’edificio ospita una delle sedi del MAAM (Museo delle Arti Applicate nel Mobile) della Fondazione Aldo Morelato, un “museo nel museo”, in cui i preziosi mobili dal design contemporaneo ospitati nelle sale diventano piccole opere d’arte contenute nell’involucro di una grande opera d’arte, l’elegante villa settecentesca.
A pochi passi dal centro cittadino si estende l’Oasi Valle Brusà, che rappresenta un importante progetto del Comune di Cerea per far rivivere una parte dell’antico habitat naturale di queste zone paludose.
Assieme al vicino territorio delle Vallette di Cerea, costituisce l’ultimo residuo delle Valli del Menago, antiche zone palustri che si estendevano all’interno del paleoalveo del fiume Menago e che, dal territorio del nuovo parco Le Vallette di Cerea, si estendevano fino alle cosiddette Valli Grandi Veronesi. Situata sulla riva destra del fiume Menago, a sud ovest dell’abitato di Cerea, l’Oasi Valle Brusà è una zona depressa e torbosa dove in antichità scorreva un ramo del fiume Adige, in seguito occupato dal fiume Menago. Ha estensione pari a 117 ettari, dei quali 87 fanno parte dell’area Vallette, i rimanenti 30 appartengono alla Valle Brusà. All’interno dell’oasi vi è un rilievo artificiale che raggiunge la quota altimetrica di 21 metri chiamato localmente “Motta della Tombola“. Il primo scavo in quest’area risale al 1955 e fu voluto dal direttore del Museo civico di storia naturale di Verona, Francesco Zorzi, che ipotizzò potesse trattarsi di un abitato dell’età del bronzo.
L’area è stata in seguito indagata in modo più approfondito nel 1999 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, sotto la direzione di Luciano Salzani, che ha scavato una porzione di circa 90 metri quadri. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce 164 pali in legno infissi verticalmente nel terreno, mentre lo studio della complessa stratigrafia testimonia una lunga frequentazione del sito, orientato lungo l’asse nord-est/sud-ovest. Oltre ai pali verticali furono rinvenuti anche alcune travi orizzontali, che fanno ipotizzare la presenza di una piattaforma lignea e sembrano confermare che il sito fosse un abitato preistorico su palafitta all’interno di un ambiente di tipo palustre, posto all’interno di un paleovalle del fiume Menago, cioè di un’incisione della pianura larga centinaia di metri e profonda una decina, con un forte spessore di torbe. Durante le indagini sono stati individuati circa 620 kg di materiale ceramico oltre ad alcuni manufatti in bronzo, terracotta osso e corno, tra cui un pugnale e due spilloni. Nel 2011 il sito è divenuto Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, all’interno del progetto seriale “Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi“, che include 111 siti villaggi palafitticoli ritenuti i più interessanti tra i siti noti presenti in altri sei Paesi oltre all’Italia: Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia. Il Parco Le Vallette si trova sulla riva destra del fiume Menago, a ovest dell’abitato di Cerea. È situato in una depressione valliva scavata in origine da un antico ramo del fiume Adige. Gli elementi principali del progetto del parco riguardano la realizzazione dello specchio d’acqua e relativa zona umida (di complessivi 40.000 metri quadri), la creazione di un percorso ciclopedonale su passerella e la realizzazione di camminamenti su fondo stabilizzato.
La aree umide sono state ottenute asportando ben 110.000 metri cubi di materiale torboso, la vendita del quale è servita per ridurre in modo consistente il costo del progetto. Nella parte meridionale del parco vi è anche un boschetto. Il Parco Le Vallette è stato inaugurato il 21 novembre 2009. Per il progetto di questo parco il Comune di Cerea, ha vinto il I premio dell’undicesima edizione del premio nazionale “La Città per il verde”.
Chi desiderasse alloggiare a Cerea per apprezzare in tranquillità tutte le bellezze del territorio, consigliamo la Locanda Divinis (Via S.Vito 87, Cerea). Situata in una posizione tranquilla nella campagna intorno a Cerea, a due passi dal centro storico, la struttura è dotata di terrazza e ristorante con cucina tradizionale italiana. La ricca colazione è di tipo continentale self-service. Le sei camere, dotate di aria condizionata, arredi moderni e vista sulla chiesa Beata Vergine, dedicata alla Madonna di Lourdes, dispongono inoltre di minibar, TV a schermo piatto e bagno privato con set di cortesia.
La Locanda Divinis ha una storia molto antica ed articolata: nel 1480 faceva parte del convento dei Frati del Sacro Ordine del Carmelo che cessò di esistere nel 1770. Nel 2005 Giovanni Nardantonio e sua moglie Antonella hanno riportato a nuova luce la struttura che esisteva già dagli anni ’30 ed è sempre rimasta attiva, tranne che nel periodo del restauro. Dal 2012 Locanda Divinis è diventata una vera e propria stazione di posta dove si dorme e si mangia. A gestirla, con amore e attenzione, è Melania Nardantonio, figlia di Giovanni e Antonella. L’Area Exp, dove si svolge “Pianura Golosa” dista due chilometri dalla Locanda che è limitrofa anche alla stazione dei treni.