La Festa del Nodo d’Amore a Valeggio sul Mincio

1.300 metri di tavola apparecchiata, 900.000 tortellini fatti a mano, 74.000 presenze nelle scorse edizioni. Torna a Veleggio sul Mincio (Verona), martedì 20 giugno “La Festa del Nodo d’Amore”, una cena all’aperto per 3.300 persone, sedute ad una tavola lunga più di 1 chilometro sul Ponte Visconteo a Borghetto sul Mincio.

I protagonisti di una passata edizione de “La Festa del Nodo d’Amore”, foto di Silvia Malco

Una serata evento che accompagnerà i commensali, dall’aperitivo fino a notte inoltrata, nella storia del Nodo d’Amore di Valeggio. La ricetta e le origini di questo piatto si allacciano con i racconti e le favole tramandate da una generazione all’altra, nell’intimità delle case. In particolare è ad una leggenda ambientata alla fine del ‘300, scritta e illustrata dal maestro orafo Alberto Zucchetta, cui si riconduce l’origine di questa autentica gemma della cucina locale: la leggenda narra la storia di due amanti, la ninfa Silvia e il capitano Malco, che lasciano sulle rive del fiume Mincio un drappo di seta gialla annodato come pegno del loro contrastato amore. Ed è proprio a questa storia che si ispira la denominazione più celebre e fortunata del Tortellino di Valeggio, che grazie all’intuizione e perseveranza dell’Associazione Ristoratori ha oggi conosciuto e conquistato i palati più raffinati in tutt’Europa e in parte del mondo come “Il Nodo d’Amore“.

Quest’anno la Festa avrà inizio alle 18 nella storica piazza Carlo Alberto di Valeggio sul Mincio, per l’occasione trasformata in un elegante salotto con effetti di luce e musica.

“La Festa del Nodo d’Amore”, la cena

Gustando le prelibatezze locali, come il formaggio Monte Veronese DOP e la bollicina “Generale” della Cantina Predomo, il pubblico potrà osservare la preparazione artigianale del Nodo d’Amore, direttamente dalle mani delle “sfogline”. Una volta terminato l’aperitivo l’evento si sposterà sul maestoso Ponte Visconteo, raggiunto a piedi o a bordo di una delle navette/trenini in partenza da Piazza Carlo Alberto e dai parcheggi, attraversando i romantici giardini di Borghetto. Alle 20 tutti ad ammirare da vicino tutti i protagonisti della Leggenda del Nodo d’Amore: la bellissima ninfa Silvia, il valoroso capitano Malco, il conte di Virtù, il buffone Gonnella e la gelosa Isabella, accompagnati dal loro entourage di corte. La leggenda dell’amore prenderà vita davanti agli occhi del pubblico presente. Alle 20.30 avrà inizio la cena. In menù tutti i piatti pregiati all’insegna dell’eccellenza veronese e italiana. Grande protagonista il Nodo d’Amore, a cui verranno abbinati prodotti che per la loro indiscussa qualità, meritano un posto nelle ricette dei ristoratori di Valeggio sul Mincio.

Nodo d’Amore e tortelli di Valeggio, foto di Claudia Meschini

Gran finale alle 23.30 con un’esperienza coinvolgente e multisensoriale tutta da vivere a base di giochi di luce, colori e musica. Al termine della Festa, ogni ospite riceverà un regalo speciale ritirabile esibendo l’apposito tagliando sul biglietto.

Il menu: insalata di pollo alla Gonzaga, ovvero fresca insalata di pollo nostrano, agrumato e arricchito dal sapore dolce di mostarda, uvetta e dal tocco croccante dei pinoli. Deliziosa intuizione del cuoco della corte ducale di Mantova Bartolomeo Stefani nel XVII secolo. Il Nodo d’Amore, il vero Tortellino di Valeggio sul Mincio, unico e inimitabile. Uno scrigno di sottilissima sfoglia dorata arricchito con un profumato ripieno di carne brasata, rigorosamente fatto a mano dai ristoranti dell’Associazione, depositari della ricetta originale. La Follia di Gonnella. Quest’anno la Festa del Nodo d’Amore celebrare la figura del nostro leggendario giullare e narratore Gonnella, con un tortello speciale, rosso come il suo mantello, ripieno di cremosa ricotta, robiola e pesto di basilico. Millefoglie di Scottona, ovvero la pregiata bovina nostrana condita con salsa allo scalogno, olio extravergine di oliva, rucola fresca e scaglie di Grana Padano, accompagnata da contorno all’italiana. Cuore fruttato, una cheese cake con cuore gelèe di lamponi e lime, cremoso e biscotto alle mandorle su frolla croccante agli agrumi. Vini della serata: Custoza DOC a cura del Consorzio Tutela Vino Custoza, rosso Nodo d’Amore Cantina Farina e spumante Cantina Valdo.

Valeggio sul Mincio, Castello Scaligero, foto di Claudia Meschini

Oltre all’attesissimo appuntamento del 3° martedì di giugno, “La Festa del Nodo d’Amore”, Valeggio sul Mincio ospita anche l’itinerante kermesse enogastronomica “Tortellini e Dintorni” che si svolge a settembre per 3 giorni nelle vie del centro storico coinvolgendo tutte le attività del paese. Valeggio sul Mincio è famosa anche per i tortelli di dimensione più grande rispetto al Nodo d’Amore, ovvero i tortelli ripieni di verdure di stagione, formaggi, selvaggina, pesce e molto altro, da gustare asciutti al burro e salvia in uno dei tanti ristoranti del paese ma anche acquistabili in uno dei numerosi pastifici artigiani della cittadina.

VIAGGIO A VALEGGIO SUL MINCIO

Al confine fra due regioni, Veneto e Lombardia a sud del Lago di Garda, Valeggio sul Mincio è situato nell’anfiteatro naturale delle colline moreniche che si affacciano sulla pianura padana. La Valle del Mincio, che lo attraversa da nord a sud, si rivela un paesaggio di grande suggestione naturalistica, un fascia verde tra le più belle del basso lago, una sinuosa strada d’acqua che indugia tra anse e canneti, habitat e rifugio di numerose specie di uccelli.

Valeggio sul Mincio, chiesa di San Pietro in Cattedra

Classificata “Città d’Arte” per il patrimonio artistico che la distingue, Valeggio sul Mincio può offrire molto a tutti coloro che vogliono trascorrere un soggiorno all’insegna della cultura, della natura e della gastronomia più genuina. Il paese di Valeggio, nominato Bandiera Arancione secondo il Touring Club Italiano grazie alla varietà e al valore del patrimonio storico-culturale, è sovrastato dal Castello Scaligero che, nonostante i segni del tempo, mantiene inalterata la suggestiva imponenza delle fortificazioni medievali del XIV secolo. La parte attualmente visitabile, originariamente chiamata la “Rocca”, a cui si accede percorrendo un ponte levatoio (in origine i ponti erano tre), comprende i ruderi delle mura perimetrali e l’antica Torre Tonda, alla quale è legata una leggenda densa di mistero e sangue. Si narra che qui venne murata la spada strappata ad un cavaliere ucciso in battaglia. Lo spettro dell’antico combattente ritorna nelle notti di tempesta o di plenilunio per cercare la spada, l’unica che possa garantirgli il riposo dell’anima e il recupero del proprio onore. Non avendola mai trovata, la sua ricerca ricerca nella Torre Tonda continua senza fine. Nel periodo estivo, vengono organizzate serate di spettacolo e cinema all’aperto, nel suggestivo scenario del cortile interno del Castello. Nel centro storico incontriamo la chiesa parrocchiale di San Pietro in Cattedra, di cui colpisce l’insolita facciata con il bel portale in bronzo, realizzato nel 2006, in occasione del 200° della consacrazione. Di stile neoclassico, fu eretta nel 1753 sui resti di una precedente chiesa del ‘600, ma alcuni documenti testimoniano una pieve romanica del 1145.

Valeggio sul Mincio, Villa Sigurtà, foto di Claudia Meschini

Mentre la facciata è rimasta incompleta, all’interno una grande navata convoglia lo sguardo verso un’immensa pala dell’800. Sulla sinistra, un magnifico organo a canne (1812) opera di G.B. Sona, della scuola veneto-gardesana del XVIII sec., completamente restaurato e perfettamente funzionante.

Proseguendo dalla chiesa di San Pietro in Cattedra lungo via Roma, si giunge in Piazza Carlo Alberto dove si può ammirare la storica sede del governo cittadino: il Palazzo Municipale. La sua facciata è caratterizzata da un alto portale di ingresso, incastonato fra forti colonne bugnate che sostengono il balcone su cui si apre la porta della vasta sala consiliare. Durante il dominio francese (1805-1815) il palazzo subì sostanziali trasformazioni. Il pianterreno fu lasciato ai privati e trasformato in abitazioni e botteghe: qui fu aperta la prima bottega di caffè del paese.

Proseguendo alla scoperta dei luoghi di rilievo artistico-culturale valeggiani, si giunge in via Antonio Murari, dove è collocato Palazzo Guarienti, residenza di campagna dei marchesi Guarienti di Verona.

Villa Sigurtà, un dei saloni, foto di Claudia Meschini

Disegnato in rigoroso stile neoclassico, più severo che elegante, l’imponente edificio venne progettato da uno dei meno noti architetti veronesi del ‘700, Piero Ceroni (1737-1802). Interessante anche Villa Gandini Zamboni, situata sul fianco del Monte Ogheri fra il Castello Scaligero e il centro storico di Valeggio. Questa villa residenziale del XVIII secolo venne destinata nel 1929 ad uso pubblico (scuola dell’infanzia), tramite il testamento del proprietario Giuseppe e da allora continua ad essere di proprietà del Comune. Decisamente più scenografica Villa Sigurtà, detta anche “Della Quercia”. La progettazione e la realizzazione di Villa Maffei-Sigurtà furono affidate al valente architetto Vincenzo Pellesina (1637-1700). Memore della lezione palladiana, l’architetto veronese compì l’opera nel pieno della sua maturità, sottolineando il trapasso stilistico fra il tramonto del barocco ed il nascente neoclassico. Dal 2020 il palazzo, abbellito dagli affreschi di Biagio Falcieri, è aperto alle visite con percorsi tra la villa e il magico giardino in stile inglese di circa tre ettari, impreziosito dal Ninfeo del Maffei, una splendida fontana con giochi d’acqua. Sin dal Risorgimento questa sontuosa Villa (che fa o parte dell’associazione Dimore Storiche Italiane), ha ospitato personaggi illustri come gli imperatori Francesco Giuseppe I d’Austria e Napoleone III di Francia. Nel Novecento, i Conti Sigurtà vi ospitarono la Regina Vittoria Eugenia di Spagna, il Re Costantino di Grecia, il Re Simeone di Bulgaria, il Re Filippo del Belgio, il Principe Carlo d’Inghilterra, il Principe di Monaco, il Duca d’Aosta, i premi Nobel Alexander Fleming (penicillina) e Albert Sabin (antipolio) e la soprano Maria Callas.

Villa Sigurtà, il Ninfeo del Maffei, foto di Claudia Meschini

Un luogo, quindi, colmo di storia, di bellezza e di poesia dove sollevare i calici e trascorrere momenti di piacevole compagnia. Le visite e le degustazioni dei vini sono organizzate dall’Azienda Agricola Onofria che appartiene alla famiglia. Gli spazi di Villa Sigurtà sono anche aperti ad eventi, in particolare cocktail e banchetti per feste nuziali. Per ulteriori informazioni: www.villasigurta.org

IL PARCO GIARDINO SIGURTA’

Il Parco Giardino Sigurtà, limitrofo a Villa Maffei-Sigurtà, è un pluripremiato tesoro green custode di prati e boschi che fanno da cornice a fioriture stagionali, luoghi di interesse storico ed eventi per tutta la famiglia. Un angolo di verde storico dove perdersi tra alberi antichi, panorami mozzafiato e fioriture favolose e immensi spazi. Il Parco Giardino Sigurtà, perla naturalistica di 600.000 metri, vanta tantissimi punti di interesse, anzitutto il Viale delle Rose, immagine simbolo con 30.000 rose antiche rifiorenti in due varietà che impreziosiscono la veduta a “cannocchiale”, un effetto ottico che sembra condurre il Castello Scaligero dentro le mura del Parco.

Parco Giardino di Sigurtà, foto di Claudia Meschini

E poi il Labirinto, inaugurato 10 anni fa, con le 1500 piante di tasso e i corridoi verdi, che percorrono una superficie di 2500 metri quadrati, è uno dei labirinti più belli al mondo. E ancora il Castelletto & Eremo, due edifici storici immersi nei boschi che proiettano il visitatore in un salto a fine Settecento. Imperdibili poi le fioriture stagionali in particolare Tulipanomania, la più importante fioritura di tulipani in Italia con oltre un milione di tulipani accompagnati a giacinti, muscari e narcisi. Nella zona agricola del Parco merita una visita la Fattoria Didattica con animali da cortile, uno spasso per i giovani visitatori che potranno anche osservare alberi come il ginkgo biloba e la metasequoia risalenti all’era dei dinosauri. I diciotto specchi d’acqua, Giardini Acquatici e Laghetti Fioriti che impreziosiscono il Parco sono tra i punti più visitati dal pubblico, dimora di fioriture stagionali e carpe giapponesi o koi. Da non dimenticare, infine, la presenza di alberi antichissimi, come la Grande Quercia, con oltre quattro secoli d’età.

Parco Giardino di Sigurtà, foto di Claudia Meschini

Il Parco Giardino Sigurtà, aperto a pubblico dal marzo 1978, risale al 1407 quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intero possedimento che al tempo aveva una funzione puramente agricola. Oggi è una realtà dinamica che ha l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al fantastico mondo della Natura. Nel 2013 il parco di proprietà della famiglia Sigurà si è aggiudicato il Premio il Parco Più Bello d’Italia, istituito dal network www.ilparcopiubello.it, mentre nel 2016 Tulipanomania ha vinto il premio di Fioritura Più Bella d’Italia, indetto dal network www.ilparcopiubello.it. Dal 2020 il Parco è stato inserito nel prestigioso progetto della Garden Route Italia, volto a valorizzare i giardini italiani promosso da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia – e supportato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Il progetto si propone di rilanciare la fruizione culturale e turistica dei parchi e dei giardini italiani, anche in relazione con il paesaggio.

Parco Giardino di Sigurtà, foto di Claudia Meschini

BORGHETTO SUL MINCIO

Edificato sulle rive del Mincio, nella valle cinta dalla colline moreniche e a pochi passi dal centro paese Borghetto è sicuramente la frazione più conosciuta di Valeggio sul Mincio per diversi motivi – storici, paesaggistici e monumentali – che rendono questo luogo così interessante da vantarne il recente inserimento nel Club dei Borghi più Belli d’Italia. Questo piccolo villaggio, nato in simbiosi con il fiume Mincio e caratterizzato da antiche fortificazioni risalenti al periodo medievale, deve il suo fascino all’armonico rapporto che storia e natura hanno conservato quasi intatto nei secoli e oggi rappresenta un “unicum” urbanistico.

Il centro più antico della frazione mantiene ancora oggi intatto il caratteristico aspetto del “borgo medioevale”, sottolineato dalla presenza del campanile, dalle ruote dei mulini ad acqua (utilizzati un tempo per la molitura del frumento e dei cereali) e dalle rocche del Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, allo scopo di garantire l’impenetrabilità dei confini orientali del ducato. Lungo 650 metri e largo circa 25 metri, con il piano stradale 9 metri sopra il livello del fiume, il “Ponte Lungo” (così comunemente chiamato dagli abitanti) si collega con il sovrastante Castello Scaligero tramite due alte cortine merlate ed è integrato in un complesso fortificato detto “Serraglio”, che a suo tempo, si estendeva per circa 16 chilometri, fino alle pianure di Nogarole Rocca.

Borghetto sul Mincio, foto di Claudia Meschini

Percorrendo le sue stradine si possono visitare la piccola chiesa di San Marco Evangelista del XVIII secolo, sorta sui resti di una precedente pieve romanica del XI secolo ed osservare la misteriosa statua di S.Giovanni Nepumoceno, che tradizione vuole protegga dall’annegamento coloro che cadono nelle acque del fiume. Una curiosità, nel 1954 nelle vicinanze del ponte di legno sul Mincio sono state girate alcune scene del film Senso di Luchino Visconti.