Riparte il Grand Prix Bordino dedicato alle auto storiche. L’edizione 2023 è in programma dal 26 al 28 maggio nelle terre piemontesi i cui paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero, così come il Monferrato, sono sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
La manifestazione, giunta alla trentunesima edizione prevede momenti gourmet di altissimo livello, immersioni nella natura, nella storia, nell’arte e nella cultura locali rivolti agli equipaggi delle auto. Dopo il grande successo del trentennale celebrato nel 2022 a Portofino, il Veteran Car Club “Pietro Bordino” di Alessandria, promotore della manifestazione, torna quindi a casa, in Piemonte, terra ricca di tradizioni e bellezze. La partenza del Grand Prix Bordino 2023 è prevista venerdì 26 maggio da Alessandria, dove si vivrà un’atmosfera d’altri tempi, una vera e propria festa con la partecipazione di un folto pubblico che inciterà gli equipaggi vestiti rigorosamente in abiti d’epoca. Meta della prima giornata sarà una rinomata cantina vitivinicola di Canale d’Alba. Verranno degustate le specialità tipiche piemontesi accompagnate da vini di assoluta eccellenza, in un ambiente di grande prestigio tra barricaie, depositi e crotin, le antiche cantine a cunicolo scavate nel tufo usate per la conservazione di vino e derrate alimentari già nel Medioevo.
Uno spettacolare ambiente sotterraneo rivestito oggi con mattoni in cotto. L’Albergo dell’Agenzia, antica residenza Sabauda nata a Pollenzo da un’idea di Slow Food, accoglierà i partecipanti per la notte. A partire dal 1835, sull’area della città romana Pollentia, per volontà di Carlo Alberto nacque una Tenuta reale di casa Savoia. Centro economico-finanziario della tenuta fu l’Agenzia che, nelle intenzioni di Carlo Alberto, sarebbe diventata una masseria modello per mezzo della quale condurre esperimenti per il miglioramento nella redditività delle attività agricole.
L’idea di recuperare e restituire ad un utilizzo pubblico il complesso architettonico dell’Agenzia di Pollenzo nacque alla fine degli anni novanta da una felice intuizione di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Dopo i lavori di recupero, terminati nella primavera del 2004, oggi l’Agenzia ospita la sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, primo ateneo al mondo interamente dedicato alla cultura del cibo, l’Albergo dell’Agenzia e la Banca del Vino. Nelle ottocentesche cantine dell’Agenzia di Pollenzo, dove è nato l’attuale metodo di vinificazione dei grandi rossi piemontesi, oltre 300 produttori hanno depositato parte dei loro migliori vini. Si tratta di un luogo unico al mondo, in cui si possono conoscere e degustare le produzioni più significative di un’intera realtà nazionale. Sabato mattina il Grand Prix Bordino prevede la visita del Castello di Racconigi (Patrimonio dell’Umanità Unesco), nel pomeriggio gli equipaggi visiteranno la Banca del Vino, per assaggiare alcuni tra i vini più significativi.
Domenica rientro ad Alessandria a Palazzo Ghilini, autentico gioiello del barocco piemontese per il pranzo e le premiazioni. Il Veteran Car Club “Pietro Bordino” è nato ad Alessandria nel 1983 in memoria dell’asso del volante Pietro Bordino che perse la vita durante le prove del Circuito di Alessandria nell’aprile del 1928. Il sodalizio riunisce collezionisti, appassionati e simpatizzanti di autovetture, motoveicoli e veicoli che per il loro particolare interesse storico-tecnico sono meritevoli di restauro e conservazione, quale prezioso patrimonio culturale della Nazione.
VIAGGIO NEI LUOGHI DEL GRAND PRIX BORDINO: ALESSANDRIA
Alessandria, città elegante e raffinata (di particolare rilevanza artistico-culturale sono i palazzi), fu fondata, secondo tradizione, il 3 maggio 1168 con il sostegno dei comuni aderenti alla Lega Lombarda e nello stesso anno assunse il suo nome in onore di papa Alessandro III, fiero oppositore dell’imperatore Federico Barbarossa e capo della Lega Lombarda. Il centro storico cittadino conserva luoghi e monumenti di notevole pregio, ad iniziare da Piazza della Libertà, attorniata da imponenti e maestosi edifici. Qui sorge il Palazzo Municipale dalla rossa facciata, sull’altro lato, il nobile e maestoso Palazzo della Prefettura, meglio noto come Palazzo Ghilini. Fu Benedetto Alfieri a progettare per lo zio Tommaso Maria Ghilini (1732) la “piccola reggia” sul lato orientale della centrale piazza della Libertà, oggi sede della Prefettura e della Provincia.
Molto bella la facciata, con due ordini di finestre; all’interno si possono ammirare stucchi, specchiere, sovrapporte e camini tipici del Settecento. A sinistra quel singolare, moderno edificio adornato da un grande mosaico (37,80 metri di lunghezza per 1 metro e 20 di altezza), in cui si racconta la storia delle comunicazioni, è il Palazzo delle Poste. A realizzare il mosaico fu 1941 Gino Severini. Sua anche l’opera musiva che decora l’atrio interno del palazzo. Nella piazzetta poco più avanti sorge la Cattedrale. Sotto l’alto campanile cuspidato (secondo per altezza in Italia solamente al Torrazzo di Cremona), il Duomo di S. Pietro rivela forme neoclassiche, impostate nel 1875-79 dal vercellese Edoardo Arboreo Mella. L’interno racchiude preziose opere d’arte sacra, tra cui un Crocifìsso in legno del XV secolo, una tavola trecentesca (Madonna dell’Uscetto) e un venerato gruppo ligneo (Beata Vergine della Salute) risalente alla fine del secolo successivo e sei dipinti del Moncalvo sistemati nella cappella dell’Immacolata e negli ambienti della sagrestia.
Da vedere ad Alessandria il Ponte Meier sul fiume Tanaro, uno dei ponti architettonicamente più suggestivi del nord Italia, l’unico mai realizzato da Richard Meier, architetto di fama mondiale autore di alcuni degli edifici bianchi più famosi del mondo come il Getty Center a Los Angeles e il Museo dell’Ara Pacis a Roma. Il Ponte Meier, realizzato tra il 2012 al 2016, dopo qualche critica iniziale perché andava a sostituire un ponte di età napoleonica, è oggi considerato uno dei simboli di Alessandria ed è percorribile sia in auto che a piedi. Una passeggiata su questo ponte, magari nelle ore del tramonto per raggiungere la Cittadella, è assolutamente consigliato. La fortezza ha una storia secolare e le sue trasformazioni hanno segnato la storia e le sorti di Alessandria. Si estende su 20 ettari il cui lato più lungo è parallelo alla asse del fiume e la sua forma esagonale è dovuta alla necessità di difendere il confine lungo della città.
Alessandria è anche la città in cui nacque e visse uno dei più importanti artisti della moda italiana: Giuseppe Borsalino. Immancabile quindi una visita al Museo del Cappello Borsalino (Via Camillo Cavour, 84), dedicato ai famosissimi e rinomati cappelli Borsalino, azienda artigianale conosciuta in tutto il mondo per la produzione di cappelli di qualità elevatissima, unici nel loro genere. Cappelli tanto apprezzati e di alta classe che hanno fatto innamorare personaggi come Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway, Winston Churchill, Harrison Ford, Pharrell Williams e attori come Johnny Depp.
Tra i vari edifici che facevano parte della vecchia fabbrica oggi è stato creato un museo che racconta, attraverso gli esemplari più celebri e stravaganti, dagli anni’20 del secolo scorso fino ad oggi, la storia di questa iconica azienda locale che ha portato il Made in Italy ai vertici del mondo.
CANALE D’ALBA
Situato tra le colline del Roero ai confini con l’Astigiano, Canale D’Alba è il paese più grande del Roero. La sua economia si basa principalmente sulle coltivazioni, in particolar modo della vite, da cui si ricavano ottimi vini, quali Roero ed Arneis e delle pesche, che hanno reso il paese famoso. Alle pesche da tempo è dedicata una fiera; notevole è anche la produzione di tartufi. La cittadina, fondata nel 1260 ex novo dal libero Comune di Asti, sui terreni appartenuti a diversi feudatari legati al Vescovo di Asti, conserva, come molti altri centri edificati durante il corso del Medioevo, la sua antica struttura concentrica.
Tra le principali attrattive ricordiamo la Torre civica (oggi campanile di San Giovanni, unico elemento sopravvissuto dell’antica cinta muraria) e il bel Castello Malabaila, risalente alla seconda metà del XIII secolo, con il suo parco secolare. Il Castello, prima di essere trasformato in dimora nobiliare, aveva scopi difensivi ed era circondato da un fossato oggi scomparso. All’interno, oltre al salone d’onore e ad alcune sale, sono da segnalare le cantine che conservano interessanti parti della costruzione duecentesca. All’interno della scacchiera del centro, meritano una visita alcune chiese barocche: la Parrocchiale di San Vittore, già esistente nel XIII secolo, era originariamente dedicata a S. Stefano. Fu oggetto di frequenti ricostruzioni, di un ampliamento alla fine del XVII secolo e nel XVIII. A tale ultimo intervento si deve l’attuale facciata in stile barocco e l’interno riccamente decorato. La chiesa di S. Bernardino, già citata nel Cinquecento, venne ricostruita in forme barocche nel Settecento.
Sulla piazza del Municipio prospetta la chiesa di S. Giovanni, fatta erigere dai Disciplinanti (“battuti”) tra il 1700 e il 1714 in forme barocche, con facciata a due ordini, colonne binate e lesene; l’interno è graziosamente ornato di stucchi. Ultimamente restaurata, è stata destinata a sede dell’Ufficio turistico del Roero. Da segnalare, infine, la passeggiata sotto i portici della Via Maestra, con imperdibile tappa all’Enoteca Regionale del Roero.
CASTELLO DI RACCONIGI
Visitare il Castello di Racconigi (Cuneo) significa oggi non solo rivivere i fasti di Casa Savoia, ammirando gli arredi originali e la splendida collezione di ritratti, ma anche passeggiare tra serre e cascine e avvistare le cicogne che nidificano nel parco, oasi di grande interesse naturalistico. Il Castello fu residenza ufficiale del ramo dei Savoia Carignano e si presenta come un grande palazzo in mattoni rossi e tetti a pagoda. Fino alla metà del Seicento mantenne la struttura di antico maniero medievale, un impianto quadrato, quattro torrioni angolari, il fossato, un ponte levatoio e un mastio laterale. Nel 1620 il duca Carlo Emanuele I donò il Castello al fratello, il principe Tommaso Francesco di Savoia, capostipite del ramo Savoia – Carignano. Fu suo figlio Emanuele Filiberto Amedeo a stabilirsi a Racconigi, dando il via ad una serie di lavori che interessarono il Castello ed il parco. Nel 1681 il principe commissionò a Guarino Guarini la completa trasformazione della fortezza. Il progetto fu solo parzialmente realizzato e ripreso nel Settecento da Giovan Battista Borra.
Alcuni ambienti mantengono ancora oggi l’impostazione e la decorazione settecentesca, come l’ampio Salone d’Ercole, la Sala di Diana e l’appartamento cinese, dove l’esotismo del tardo Settecento caratterizza gli ambienti. Nell’Ottocento Pelagio Palagi attuò un’ulteriore trasformazione, intervenendo sulla Sala dei Dignitari, il Gabinetto Etrusco e il Bagno di Carlo Alberto. Il gusto ottocentesco trova applicazione anche nelle costruzioni di servizio inserite nel parco, come la Margaria e le Serre. Il complesso, abitato dai Savoia sino al 1946, fu acquisito dallo Stato italiano nel 1980. Merita una visita il Parco annesso al Castello, di cui si ha notizia già nel Trecento. Nel 1746 Luigi di Carignano ne affidò la cura allo specialista francese Michel Benard, che mantenne in gran parte il taglio scenografico del giardino “alla francese” del progetto di Le Nôtre.
Il parco all’inglese di oggi è il risultato dell’intervento ottocentesco del celebre architetto di giardini tedesco Xavier Kurten che impresse all’area verde un impianto di matrice romantica con corsi d’acqua, laghetti, grotte e monumenti.
Chi desiderasse alloggiare nel Roero per apprezzare in tranquillità tutte le bellezze del territorio, consigliamo Villa Valentino (Via Valentino 22, Canale d’Alba). A pochi passi dal centro storico di Canale, immersa tra le verdi colline del Roero, sorge Villa Valentino, signorile dimora risalente agli anni ’30. Recentemente ristrutturata e curata nei particolari e dotata di un bellissimo giardino, offre un ambiente ricco di charme, confortevole ed accogliente. Ogni camera, impreziosita con mobili d’epoca, tessuti pregiati, sontuosi lampadari in cristallo, offre agli ospiti la possibilità di ammirare lo splendido scenario dei rigogliosi vigneti attraverso ampie e maestose vetrate. I proprietari organizzano per gli ospiti tour in mountain-bike, e-bike e bici lungo i sentieri del Roero e delle Langhe, tra vigneti e strade di campagna alla scoperta dello splendido territorio piemontese.
ROERO E LANGHE NEL PIATTO
La tradizione gastronomica roerina si colloca nel solco della più tipica cucina albese. Una cucina che ha i suoi cardini nella carne bovina, in particolare di razza fassona, nei primi piatti a base di pasta fresca e nelle meravigliose prelibatezze del bosco, ovvero funghi e tartufi. Ma la gastronomia del Roero si caratterizza anche per una forte presenza di prodotti ortofrutticoli locali, come la pesca di Canale e la pera Madernassa.
Fra i piatti che si incontrano sempre sulle tavole di questa regione non si possono non citare il vitello tonnato, l’insalata russa, il tonno di coniglio, il fritto misto alla piemontese, le acciughe al bagnet rosso o verde e la carne cruda battuta al coltello fra gli antipasti. Poi i meravigliosi agnolotti e i tajarin (tagliolini), questi ultimi conditi con burro e salvia, oppure con il tartufo o con il ragù di salsiccia di Bra. Fra i secondi immancabile è il coniglio all’Arneis, il brasato al Roero, il cappone ripieno. E per concludere dolcemente panna cotta, bunet (dolce a base di uova, zucchero, latte, cacao, amaretti secchi e liquore), mostarda d’uva. Piatti che si sposano alla perfezione con i vini tipici del territorio, in particolare Roero e Roero Arneis. Dal tartufo alla carne, dai salumi ai formaggi, senza dimenticare la pasta fatta in casa, queste le tipicità che hanno reso le Langhe uno scrigno di sapori che oggi ispira anche le cucine di alto livello in Italia e nel mondo. Ereditate dalla tradizione contadina, le ricette tipiche di Langa richiamano una cucina povera, ma ricchissima di gusto e genuinità.
Anche qui troviamo i tajarin, gli agnolotti con sughi di carne, il fritto misto e poi piatti gustosissimi come la lepre al civet (un ragù preparato con cipolla e vino rosso) e, naturalmente, i dolci, tra cui la torta di nocciole, lo zabaione, crema all’uovo preparata a bagnomaria secondo la ricetta tradizionale piemontese e, poi, l’immancabile bunet.