CARE’s on Tour. Prima tappa Venezia

Suggestivo scorcio veneziano durante il Lockdown

L’ottavo appuntamento di CARE’sThe ethical Chef Days, il progetto internazionale nato in Alto Adige e diventato un’istituzione in ambito sostenibilità, assume quest’anno una forma inedita: un viaggio itinerante che coinvolgerà tre tappe italiane tra nord e sud. CARE’s on Tour partirà da Venezia, con la tappa prevista dal 14 al 16 ottobre, per poi approdare a Brunico e Salina.

Paolo Ferretti e lo chef stellato Norbert Niederkofler

L’idea di coinvolgere tre mete tanto significative a livello territoriale, culinario e culturale nasce dalla volontà di estendere i confini del progetto. Pur mantenendo un formato simile ciascuna tappa avrà una sua precisa caratterizzazione, anche da un punto di vista gastronomico. Cucina internazionale per Venezia, attenzione al territorio per Brunico, cucina italiana giovane a Salina.

Ancora una volta la volontà e necessità di raggiungere nuovi orizzonti sostenibili per rispondere alle esigenze attuali e innescare un cambiamento positivo hanno spinto i due cofondatori Norbert Niederkofler, chef stellato del ristorante St. Hubertus (Hotel Rosa Alpina di San Cassiano) e Paolo Ferretti, titolare dell’agenzia di comunicazione hmc di Bolzano, a ripensare le modalità dell’evento, da qui, la creazione di CARE’s on Tour. La sostenibilità sarà protagonista attraverso progetti green, incontri con altri mondi quali l’arte, l’energia, la moda e il design e diverse attività che coinvolgeranno la partecipazione di personalità di spicco a livello nazionale ed internazionale. “CARE’sThe ethical Chef Days nasce infatti come piccolo tassello che fa da trait d’union tra altri mondi etici e sostenibili”, ha precisato Paolo Ferretti durante la conferenza stampa tenutasi nella scenografica sala Tiepolo dell’Hotel Aman Venice. La prima tappa sarà Venezia, città lagunare dal fascino unico che quotidianamente affronta numerose sfide proprio a causa della sua singolare posizione geografica. Quali sistemi bisogna adottare per essere sostenibili, anche a livello energetico? Sarà questa una tra le domande a cui verrà cercata risposta durante gli incontri ed i convegni che si alterneranno a variegate attività e a cene a più mani con protagonisti chef nazionali e internazionali.

Hotel Aman Venice

Il viaggio di CARE’s inizierà con una visita alla Galleria Michela Rizzo alla Giudecca e proseguirà a Mazzorbo, tra gli orti verdi del ristorante Venissa, il due Stelle Michelin di Chiara Pavan e Francesco Brutto, chef che propongono una cucina locale e stagionale che segue i ritmi della natura. Diverse le attività previste durante la tappa veneziana, in cui la cucina dialogherà con la moda, l’arte, la storia e la tecnologia, sempre in ottica ecosostenibile. Il primo talk si concentrerà sul tema energetico, argomento “caldo” e fortemente attuale. Dopo un’introduzione del co-fondatore di CARE’s, Paolo Ferretti, la riflessione si amplierà con la partecipazione del fondatore di Istituto per Innovazioni Tecnologiche Bolzano Walther Huber per un approfondimento sull’idrogeno. Seguiranno, poi, gli interventi di Axel Kniehl, direttore esecutivo di Miele, Andrea Visentin, ideatore di Radici Future 2030 – Festival della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’etica d’impresa e Alberto Favero, Ceo di Baxi.

Un momento della conferenza stampa all’Aman con il direttore Giampaolo Padula

Federico Giudiceandrea, presidente uscente di Assoimprenditori e attuale presidente di Südtiroler Wirtschaftsring, che presenterà un progetto energetico ambizioso, ovvero la creazione di un microcosmo energetico sostenibile sull’isola de La Certosa. La location per l’incontro sarà la “Casa dell’Ortolano”, situata proprio su quest’isola. In seguito, i partecipanti raggiungeranno San Francesco della Vigna, per un delizioso light lunch basato su prodotti locali all’interno del chiostro, preparato dagli chef Salvatore Sodano di Local (una stella Michelin), Alberto Toè di Horto, Agostino Iacobucci del ristorante Iacobucci (una stella Michelin) e Alessandro Dal Degan de La Tana Gourmet (una stella Michelin) e anticipato da un suggestivo aperitivo nel vigneto accompagnato da Kettmeir. Luogo dall’atmosfera magica, San Francesco della Vigna ha una storia densa ed antica, che si respira non appena raggiunta questa piccola oasi silenziosa immersa nel verde. Attività culturali dedicate, tra cui le visite guidate con la curatrice Michela Rizzo, porteranno i presenti alla scoperta dei tesori della città. La sera, una cena di gala esclusiva ad Aman Venice, preparata da eccellenze del settore nazionali e internazionali come Norbert Niederkofler, chef tre stelle Michelin e stella verde per la Sostenibilità del St. Hubertus -Rosa Alpina, Matteo Panfilio executive chef di Aman, Virgilio Martinez dal Central a Lima, Supaksorn “Ice” Jongsiri dal thailandese Sorn, Christophe Pelé e Aurora Storari da Le Clarence (due stelle Michelin) di Parigi sapranno come stupire i palati dei presenti, per far vivere esperienze multisensoriali uniche e sorprendenti.

Una creazione di Norbert Niederkofler

Domenica gli ospiti potranno scegliere se partecipare ad un tour inedito della laguna a bordo di caratteristiche barche tradizionali, gustando un raffinato light lunch in uno degli angoli più eleganti di Venezia o proseguire l’esplorazione culturale con la curatrice e concludere il weekend deliziando il palato con le specialità di Local.

I temi chiave della tappa di Brunico, in programma dal 3 al 5 marzo, saranno l’eliminazione degli sprechi, la tutela del territorio e il riutilizzo attraverso l’economica circolare. CARE’s on Tour approderà poi a Salina dal 25 al 27 maggio. Perla dell’arcipelago eoliano in Sicilia, Salina è caratterizzata da un assetto geologico unico. Tra dibattiti vista mare legati all’importanza dell’acqua in territori così complessi e l’uso efficiente di risorse naturali e materiali, l’essenza di CARE’s troverà qui terreno fertile e spunto per nuove riflessioni e progetti. Per ulteriori informazioni: info@mo-food.it

L’isola di Mazzorbo

LE LOCATION VENEZIANE. L’ISOLA DI MAZZORBO

Mazzorbo è un’isola che si trova ad est di Burano, a cui è collegata da un ponte in legno chiamato dagli abitanti “Ponte Longo” (ponte lungo). Considerata quasi un’appendice di Burano, spesso viene a torto ignorata dai turisti attratti dalla coloratissima isola e dalle sue vicine Torcello e San Francesco del Deserto. Dalla forma lunga e stretta è caratterizzata dalla presenza di varie aree coltivate: conosciutissime in tutta la zona sono le “castraure di Mazzorbo”, cioè il primo frutto della pianta dei carciofi, il cui sapore, già di per se amarognolo, viene esaltato dalla salsedine di cui è impregnato il terreno di quest’isola.

Pittoreschi canali a Mazzorbo

Un’altra importante tradizione dell’isola è quella del vino. Per scoprire le tradizioni agricole vi consigliamo di fare una passeggiata all’interno della Tenuta Venissa, famosa per suo vigneto di uva Dorona, un’uva autoctona veneziana recuperata dalla famiglia Bisol. All’interno della tenuta si trovano anche nove orti coltivati dagli anziani locali, che riforniscono l’Osteria Contemporanea e il Ristorante Venissa. La tenuta è visitabile gratuitamente. Un’ottima idea è quella di scendere alla fermata di Mazzorbo e raggiungere Burano attraversando la vigna (5 minuti a piedi). Sebbene quest’isola sia poco popolata (circa 350 abitanti), ed abbia avuto un aumento demografico significativo solo negli ultimi vent’anni grazie ad alcuni progetti di edilizia popolare, essa svolge un ruolo importantissimo per gli abitanti delle vicine isole, ospitando un nuovissimo centro sportivo, un parco giochi per bambini e il cimitero. Tutte le estati, nel periodo a cavallo tra giugno e luglio, ospita inoltre una stupenda sagra paesana nel patronato della chiesa di Santa Caterina, dove si possono assaporare piatti tipici a base di carne, pesce e verdure del posto…in un contorno di musica, giochi e lotterie.

I vigneti dell’Osteria Contemporanea e ristorante Venissa

Anticamente denominata Maiurbium (dal latino Magna Urbs cioè “Città Maggiore”) ebbe un importante ruolo commerciale. Fondata in seguito alla fuga degli abitanti dall’entroterra a causa delle invasioni barbariche (640 d.C. ca), godette della vicinanza di Torcello, a quel tempo detta “emporion mega” (grande emporio) della laguna. Mazzorbo era sede di ricchi palazzi e numerose chiese suddivise in ben cinque parrocchie: San Pietro (duomo), Sant’Angelo, Santo Stefano, San Bartolomeo, Santi Cosma e Damiano. Diversi erano anche i monasteri, grandi complessi che provvedevano all’educazione dei figli di nobili e patrizi veneziani, tra cui si ricordano Sant’Eufemia, Santa Maria Valverde, San Maffio, Santa Maria delle Grazie, Santa Caterina. Queste strutture furono altresì custodi di opere di grandi artisti dell’epoca come Paolo Veronesi. Mazzorbo raggiunse il suo massimo splendore nel X secolo, ma dopo il Mille, come del resto la grande Torcello, fu eclissata dalla vicina Venezia, divenendo un’isola “campestre”: tuttavia non venne relegata alle sole attività agricole, bensì continuò ad essere luogo di svago per i patrizi veneziani. Dell’antica gloria non rimane pressoché nulla, eccetto alcune case in stile gotico affacciate sul canale principale e la chiesa di Santa Caterina, eretta tra il 1283 e il 1291 in stile gotico-romano.

L’area lagunare dell’isola della Certosa

Nel suo campanile viene tutt’oggi ospitata quella che è la campana più antica della laguna di Venezia, datata 1318. Anche se gli abitanti delle isole ormai per Mazzorbetto intendono quella parte di Burano che precede Mazzorbo, in realtà l’originale Mazzorbetto sarebbe quel lotto di terra che si trova al di là del canale percorso dai mezzi Actv (il servizio pubblico acque veneziano). Isolata, è raggiungibile solo con imbarcazioni private e ospita alcune case e ville, tra cui quella un tempo appartenuta a Giacomo Casanova.

L’ISOLA DELLA CERTOSA

Nella Laguna Nord di Venezia sorge l’isola della Certosa (o semplicemente “La Certosa”) il cui nome deriva dai Padri Certosini che l’abitarono per secoli. Il passato di quest’isola è da sempre legato alla presenza dei religiosi: dapprima fu infatti sede di un monastero Agostiniano e poi di una comunità di Certosini. Con il XIX secolo e i provvedimenti napoleonici, i monaci vennero allontanati, l’isola fu spogliata delle sue opere d’arte e divenne avamposto militare fino al definitivo abbandono alla metà del secolo scorso.

Le rovine del chiostro sull’isola della Certosa

L’unico edificio storico rimasto sull’isola è il Casello delle polveri, complesso seicentesco che ospitava le munizioni militari, oggi sede di eventi e convegni. Da circa dieci anni l’isola sta vivendo una fase di riqualificazione, con la costituzione di un parco urbano, in parte accessibile al pubblico, che permette facili escursioni naturalistiche, valorizzando il ricco patrimonio ambientale dell’isola, dove piccoli animali selvatici trovano riparo tra pioppi bianchi, frassini, ligustri, biancospini, gelsi e altre piante tipiche dei litorali. Attualmente l’isola è in gestione al Polo Nautico Vento di Venezia, la società fondata da Alberto Sonino che, oltre ad organizzare svariate attività ed eventi culturali, ha realizzato un cantiere navale, una darsena con circa 300 ormeggi attrezzati e una scuola di vela. Sull’isola è inoltre presente una struttura ricettiva con hotel, ristorante e bar. Dal 2020 il Gruppo Alajmo ha aperto un ristorante estivo, realizzato in collaborazione con Vento di Venezia.

Nel vigneto di San Francesco della Vigna

Chi visita La Certosa può effettuare escursioni a piedi oppure noleggiare una canoa o una piccola imbarcazione a motore elettrico per conoscere le isole più vicine. La Certosa è servita dai mezzi di navigazione pubblici, esiste anche una navetta organizzata dai gestori del Polo Nautico per le fasce orarie meno servite.

IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO DELLA VIGNA

I frati francescano residenti nella chiesa di San Francesco della Vigna, situata nell’omonimo nel sestiere di Castello a Venezia, stanno, proprio in questi giorni raccogliendo firme per l’inserimento del loro convento tra i “Luoghi del Cuore” FAI. La fondazione per l’ambiente, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha lanciato lo scorso maggio l’undicesima edizione de “I Luoghi del Cuore” chiamando gli italiani a partecipare al più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano, che dal 2003 ha raccolto 9,6 milioni di voti in favore di oltre 39.000 luoghi in più di 6.500 comuni: luoghi cari, da salvare dall’abbandono, dal degrado o dall’oblio, perché siano recuperati e valorizzati, conosciuti e frequentati. Dal 12 maggio al 15 dicembre 2022 sarà possibile votare i propri luoghi del cuore e spingere più persone possibile a votarli, perché quanti più voti avranno, tanto più potranno accedere al finanziamento messo a disposizione dal FAI grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo per un progetto di restauro e valorizzazione.

Si hanno notizie di un piccolo convento con annessa chiesetta fin dalla metà del Duecento, opera dei frati francescani, rimasti ad occupare quell’area semideserta quale avamposto in città. Attorno al monastero vennero creati grandi orti racchiusi tra le mura del convento, che sono tuttora esistenti. Quest’oasi verde e silenziosa è gestita dall’Ordine dei Frati Minori.

L’area del convento di San Francesco della Vigna

Il nome stesso, San Francesco della Vigna, suggerisce il tipo di coltura predominante: la vigna, donata ai frati nel 1253 da Marco Ziani, figlio del doge Pietro. I due chiostri del convento sono circondati da un colonnato e custodiscono monumentali esemplari di cipresso (Cupressus sempervirens). Attraverso le vetrate si possono vedere i corridoi del convento. I Frati Francescani Minori coltivano ancora parte del terreno, ed hanno realizzato un orto botanico che si affaccia sulla Laguna Nord. Il maggiore dei due chiostri aveva la funzione cimiteriale e custodisce le tombe di nobili veneziani. Grandi lapidi in pietra, con iscrizioni in italiano e in latino, si possono ammirare lungo i quattro lati del giardino e vanno a realizzare un camminamento molto particolare. La leggenda racconta che in questo luogo abbia trovato rifugio l’Evangelista Marco, di ritorno da Aquileia, salutato da un angelo con queste parole: “Pax tibi Marce Evangelista meum“, le parole scritte nella Bibbia raffigurata con il Leone di San Marco, simbolo della Repubblica Serenissima. Il convento custodisce un’importante biblioteca ecclesiastica che raccoglie, conserva e cataloga il patrimonio librario veneto della Provincia S. Antonio dei Frati Minori perché esso sia valorizzato e reso accessibile a tutti, quale testimonianza della fede cristiana e della vita francescana. Della libreria si hanno notizie certe a partire dal 1437.

Il chiostro di San Francesco della Vigna