A Lavis la Carovana delle cucine su quattro ruote

La Carovana delle cucine su quattro ruote targata Dolomiti Eventi è in arrivo a Lavis, Trento e precisamente in Piazza Caduti di tutte le Guerre (ex Piazza del Mercato), con i sapori e le prelibatezze dei migliori Food Truck in circolazione. Il cibo di strada sarà assoluto protagonista del quarto week-end di maggio, accompagnato da musica e intrattenimento per tutti. Dal 27 al 29 maggio, dalle 12 alle 24, “Lavis Street Food” è l’evento ad ingresso gratuito che saprà prendere per la gola anche gli avventori più esigenti, grazie ad un ampio e variegato carnet di prodotti di provenienza locale e non. Infoline: 351600 2780. – dolomitieventi.srls@gmail.com.

Lavis

VIAGGIO A LAVIS

Lavis, centro agricolo e commerciale di rilievo, anche per la vicinanza a Trento e alla zona industriale della piana Rotaliana, si è sviluppato attorno al Torrente Avisio, da cui il borgo trae il nome. La sua posizione strategica, tra la valle dell’Adige e la Valle di Cembra, lo ha portato a un veloce sviluppo economico e demografico. Oggi Lavis è un centro molto attivo nell’ambito commerciale e dei servizi, seppure il settore di maggiore produzione sia quello vitivinicolo. Le suggestive Colline Avisiane sono il fulcro di questa produzione e la zona è disseminata di cantine grandi e piccole. Dall’originario nucleo storico, a ridosso della collina del “Paion”, con stradine strette, chiamate pristoi, l’abitato si è esteso verso la statale del Brennero, quella di Cembra e sulle pendici collinari coltivate a vigneto verso Pressano. Questo ampliamento non ha tolto fascino al centro cittadino, che offre piacevoli scorci e monumenti degni di nota. Tra tutti, citiamo il misterioso Giardino dei Ciucioi, detto anche Bortolotti, recentemente ristrutturato, che domina con le sue rovine romantiche l’abitato sottostante.

Lavis, edifici affacciati sulla piazza principale

Il ritrovamento di molte monete romane e di tombe barbariche, testimonia come la zona di Lavis sia stata, fin dall’antichità, il punto di guado dell’Avisio. Per parecchi secoli fu sede di una specie di “terminal” del legno che arrivava spinto dalle acque del torrente, lungo il quale sorsero vari depositi (i canali detti vodi) e segherie. Per secoli il “Paese del ponte sull’Avisio”, (Pons Avisii, Villa Ponti Avisii, nelle terminologie antiche), ha dunque rappresentato un punto di transito obbligato anche per via delle difficili condizioni della valle dell’Adige la quale, fino a tutto il Medioevo, era ridotta ad una serie continua di paludi e acquitrini. Da visitare a Lavis sono, tra gli altri, il Giardino pensile dei Ciucioi, la piccola chiesa di S. Udalrico risalente al 1450, la Casa Schuldhaus con il suo sfarzoso portale e la chiesa di origine barocca dedicata a S. Giovanni Nepomuceno. La chiesa di Sant’Udalrico, citata già dall’anno 1341 in un contratto relativo all’acquisto di legname, venne ricostruita nell’anno 1488 in stile gotico, nel 1593 in stile rinascimentale, e nel 1760 nelle forme attuali.

Lavis, chiesa di Sant’Udalrico

Ad oggi l’edificio di culto si presenta in forme barocche, a tre navate scandite da due pilastri ciascuna, con volte decorate da scene dell’Esodo nell’aula e da episodi della vita di Sant’Udalrico nel presbiterio, ad opera del pittore veronese Bartolomeo Zeni, che qui operò tra il 1783 e il 1789. Vi sono inoltre pregevoli stucchi rococò e decorazioni a finto marmo. L’altare maggiore è opera marmorea tardo settecentesca del maestro Giovanbattista Antonini da Brentonico. Dietro esso si trova la Pala del Santo Patrono opera del boemo Johann Pock, racchiusa in una imponente ed elaborata cornice marmorea. Narra la leggenda che la chiesa sorse sul luogo della morte di Sant’Udalrico, avvenuta nel 973 d.C. Il santo vescovo di Augusta, al ritorno da un pellegrinaggio a Roma, sentendosi morire chiese di essere trasportato sulla riva destra del torrente Avisio, che all’epoca rappresentava il confine tra il mondo tedesco e quello italiano, per poter spirare nella sua terra. A Lavis sarebbero state quindi sepolte le viscere del santo, secondo la tradizione popolare.

Lavis, particolare portale

La chiesa della Madonna di Loreto, risalente al 1700 circa, è posta sulla sponda del torrente Avisio in prossimità del ponte. Costruita su modello della Santa Casa di Loreto per volere di Giovanni Battista Svaldi, si presenta ad aula unica e volta a botte. L’altare in pietra è sormontato dalla nicchia contenente la statua della Madonna ed è decorato da un affresco opera del pittore Angelo Orlandi raffigurante il trasporto della Santa Casa. La chiesetta di San Giovanni Nepomuceno, affacciato sulla antica Via Imperiale, mirabile opera barocca di Domenico de Costa di Badia risalente al 1755, era la cappella privata dell’adiacente palazzo De Coredo, ora municipio. L’interno a navata unica è arricchito da lesene sostenenti un imponente cornicione e da eleganti stucchi. Capolavoro assoluto è senza dubbio l’ancona barocca a stucco che incornicia la pala, bellissima opera rococò di Francesco Sebaldo Unterpergher, dipinta nel 1741, raffigurante la Madonna con Bambino attorniata dai santi Giuseppe, Giovanni Battista, Giovanni Nepomuceno e Carlo Borromeo.

Lavis e la Paganella

Nella frazione di Pressano sorge la parrocchiale di San Felice da Nola. Rientra nella zona pastorale di Mezzolombardo dell’arcidiocesi di Trento e risale al XII secolo. Interessante anche la chiesa di Santa Maria Assunta, nella frazione di Sorni risalente al XVII secolo.

IL GIARDINO PENSILE DEI CIUCIOI

Il monumento più rappresentativo di Lavis è il Giardino pensile dei Ciucioi un’originale opera architettonica che si affaccia come una scenografia teatrale sul torrente Avisio, tra Lavis e San Lazzaro di Meano, sulle pendici del dos Paion sopra il borgo di Lavis. Il toponimo “Ciucioi” deriva dal tedesco Zu Zoll (Letteralmente significa “al dazio”, perché fino ai primi anni del diciannovesimo secolo l’Avisio faceva da confine fra il principato vescovile e le terre tedesche del Tirolo.). Il giardino caratterizzato da una serie di terrazzamenti artificiali, in parte scavati nella roccia, sui quali si sviluppano architetture che richiamano il gusto eclettico della prima metà dell’Ottocento, fu ideato e realizzato da Tommaso Bortolotti, ricco imprenditore lavisano ex sindaco di Lavis, tra il 1840 e il 1860.

Giardino pensile Ciucioi

Esso si sviluppa su terrazzamenti e si compone di finte quinte architettoniche legate all’eclettismo architettonico dell’epoca. La costruzione del giardino durò circa 20 anni e fu condotta tra il 1840 e il 1860 a seguito di un investimento di oltre 60.000 fiorini dell’epoca. Il giardino ospitava piante rare ed esotiche disposte, nei freddi inverni, in due serre vetrate: palme, magnolie, limoni, aranci, nespole del Giappone, piante officinali ed aromatiche, un patrimonio botanico ammirato anche da imperatori e principesse che passavano lungo la sottostante strada imperiale. Durante la Grande Guerra il giardino subì diversi danni e nel corso degli anni, nonostante alcuni interventi di manutenzione, perse l’antico splendore e si ridusse l’interesse per il monumento. Acquistato nel 1999 dal Comune di Lavis, nel 2000 è stato oggetto di un progetto di restauro, durato oltre 20 anni (sono serviti quasi due milioni e 300 mila euro per completare i lavori) per essere poi riaperto al pubblico il 22 settembre del 2019 per visite guidate e ospitare manifestazioni culturali cittadine.

Giardino pensile Ciucioi

Il giardino dei Ciucioi rappresenta oggi un esempio di architettura romantica che integra elementi eclettici e pittoreschi ottocenteschi. Si sviluppa in un percorso a rampa elicoidale, alla cui sommità si trova la casa del giardiniere, in cui si susseguono terrazzamenti e curiose strutture: la facciata di una finta chiesa neogotica (c’è solo la facciata). Nel rosone della chiesa c’è dipinto un orologio che però non ha le lancette. È possibile che il meccanismo sia andato perduto. Ma è più probabile che esso volesse rappresentare il tempo sospeso, come se dentro al giardino si entrasse in una nuova dimensione. Salendo ancora si incontra un castello lasciato incompiuto con porticato; un criptoportico; una loggia neo rinascimentale che in realtà non è sorretta dalle colonne ma dalla roccia e culmina con strane guglie moresche. Il significato di questi simboli è controverso, ma molti lo interpretano come un percorso iniziatico, ispirato agli ideali della massoneria. Alcuni recenti studi ritengono quindi che la struttura abbia ospitato una Loggia massonica. Una grande serra, ricostruita come l’originale e simile alle limonaie del Garda, occupa il terrazzo superiore.

Giardino pensile Ciucioi

Vi sono custodite diverse specie di agrumi, che spargono nell’aria un’intensa fragranza. Nella parte più bassa esiste una piccola grotta, chiamata “stanza dei fuochi”, dove veniva raccolta l’aria calda. Attraverso un sistema di areazione l’aria veniva poi trasportata in tutto il giardino circolando grazie a dei canali a serpentina posizionati anche sotto al pavimento dei terrazzamenti, dove erano costruite le due serre. Questo sistema ricorda l’hypocaustum: il sistema di riscaldamento delle case romane. Anche in quel caso, l’aria circolava nelle cavità che si trovavano sotto al pavimento e nelle pareti. Nel giardino anche l’acqua piovana veniva riciclata grazie a grosse vasche che la raccoglievano. A tutt’oggi la tecnica di riscaldamento e l’intero progetto risultano pieno di misteri e di domande senza risposta: Tommaso Bortolotti non lasciò nessun testamento riguardo alla sua creazione. Del giardino non è rimasto infatti nessun progetto. È probabile che fosse tutto nella mente del suo ideatore.

Biotopo Foci dell’Avisio

Anzi, ancora oggi è facile immaginare che ogni cosa fosse stata pensata in divenire, con l’intento preciso di stupire chi se ne stava di sotto, a guardare ogni cosa con una certa diffidenza. Anche oggi, visitando il giardino Bortolotti ed entrando nel castello dei Ciucioi, si provano le stesse emozioni. Ci si inerpica lungo scalette, si scoprono angoli nascosti, ci si perde in portici senza uscita. E c’è una particolarità che rende questo giardino unico in Europa: ci sono più superfici verticali che orizzontali.

IL BIOTOPO FOCI DELL’AVISIO

Per un tuffo nella natura suggeriamo la visita del Biotopo Foci dell’Avisio, un’area naturale istituita nel 1994. L’interesse naturalistico del Biotopo Foci dell’Avisio è incentrato principalmente sulla presenza di una straordinaria ricchezza faunistica, che trova la sua motivazione nella sua collocazione fondovalliva, all’unione tra due importanti – e tra loro assai diversi – ambienti fluviali. Numerose sono le specie di pesci che vivono nelle acque del Biotopo.

Ululone dal ventre giallo

Gli anfibi sono qui presenti con varie specie anche localmente rare, come ad esempio l’ululone dal ventre giallo e il rospo smeraldino; si riproducono nelle pozze a fregio del corso d’acqua e, soprattutto, nei grandi stagni realizzati ex novo dal Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento. Numerose sono anche le specie di rettili, sia lucertole che serpenti, che occupano i diversi ambienti dell’area protetta, sia quelli umidi che quelli asciutti. Ma è tra gli uccelli che troviamo i maggiori motivi di interesse, dal momento che la ricca avifauna nidificante comprende entità legate all’acqua divenute ormai molto rare a causa dell’indiscriminata alterazione dei corpi idrici. Tra queste si possono citare il martin pescatore, la cutrettola, il merlo acquaiolo e due specie di uccelli limicoli che depongono le uova direttamente sul greto ciottoloso: il corriere piccolo e il piro piro piccolo. Il Biotopo Foci dell’Avisio costituisce inoltre una preziosissima zona di sosta, rifugio e alimentazione per tutte quelle specie di uccelli (e sono davvero numerose!) che utilizzano la vallata atesina come rotta preferenziale nel corso delle migrazioni.

Biotopo Foci dell’Avisio

Infine anche d’inverno l’area svolge la sua importante funzione nei confronti dell’avifauna, dal momento che molti uccelli, tra cui anatre, oche e aironi cenerini, vi si trattengono per periodi più o meno lunghi.

Da non perdere, infine, in occasione di un soggiorno a Lavis, una visita guidata alla cantina La-Vis. Il territorio nel quale si diramano i vigneti di Cantina La-Vis, è caratterizzato da una tridimensionalità complessa, ricca di dossi, avvallamenti e ripidi pendii. Su piccoli fazzoletti di terra sono coltivate diverse varietà di vite. Il sistema di allevamento tradizionale è la pergola, a cui si aggiungono i sistemi di allevamento a spalliera. La disposizione altimetrica dei vigneti dai 200 agli 800 metri garantisce varietà e ricchezza organolettica, consentendo la coltivazione di vitigni bianchi fini e delicati in montagna e rossi intensi e corposi. La Cantina, che organizza tour guidati ai vigneti e alla Vinoteca, porta nel nome e nel logo il suo legame con il territorio e la sua antica tradizione vinicola.

Vigneti Cantina La-Vis

Per chi desiderasse soggiornare a Lavis per apprezzare in tranquillità tutte le sue bellezze, consigliamo Sartori’s Hotel, un alloggio a 4 Stelle per soggiorni pieni di comfort, benessere e grande ospitalità. Il Sartori’s Hotel, si contraddistingue per uno stile raffinato e moderno, con uno sguardo sempre orientato alle migliorie del progresso tecnologico ed è dotata di tre sale per eventi: meeting, seminari e conferenze.

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L’Hotel dispone di un curato centro Spa, piccola oasi dove potersi concedere momenti di puro relax con bagno turco, sauna finlandese, piccola piscina relax, solarium, sala fitness, area relax e tisane. L’offerta del Centro Spa Sartori’s si completa con cabine attrezzate dove si svolgono massaggi e trattamenti di estetica. Nelle camere del Sartori’s Hotel, l’essenzialità e il caldo del legno usato per gli arredi esaltano la natura circostante in un bellissimo gioco di forme e colori. 40 tra camere e suites, eleganti e confortevoli, per un rigenerante riposo.