Como Città dei Balocchi

Como, luminarie Città dei Balocchi, foto di Andrea Butti

Dopo un anno in cui la pandemia ci ha privato di tanti momenti di condivisione e della possibilità di trascorrere il tempo con i nostri cari, “Como Città dei Balocchi” vuole lanciare un messaggio di speranza, riportando in città la magia tipica del periodo natalizio. Le festività ci porteranno a riscoprire i valori ormai assopiti, quelli dei legami, delle intese, della famiglia, della condivisione e della solidarietà. Si respirerà il Natale sui palazzi, nelle piazze attraverso luci, profumi, colori e sapori tipici.

Como, luminarie Piazza Grimoldi, foto di Andrea Butti

Tante le conferme e le novità per questa XXVIII edizione, in programma a Como dal 27 novembre al 6 gennaio. In un’atmosfera suggestiva di luci e colori, si rinnova il Mercatino Natalizio della Città dei Balocchi entrato da alcuni anni fra le mete più famose del turismo legato ai mercatini che muove milioni di turisti in tutta Europa. Punto di incontro della cultura locale e non, offre un allestimento realizzato ad hoc, tra i sapori delle tradizioni del Natale e dell’allegra atmosfera dei giorni di feste. Il percorso del Mercatino di Natale si snoda tra Piazza Grimoldi, Via Pretorio, Piazza Roma, Piazza Verdi, Via Maestri Comacini, Piazza Cavour, Via Muralto, Passeggiata Lungolario Trento, e il nuovo spazio Truck Food di Natale in Via Corridoni. Il Mercatino di Natale ospita le Casette della Solidarietà destinate gratuitamente alle associazioni di volontariato e associazioni sportive che ne fanno richiesta che possono presentare la loro attività e proporre iniziative di condivisione.

Altro fiore all’occhiello della manifestazione è da diversi anni il Magic Light Festival che quest’anno ha potuto vantare la collaborazione di un gruppo di artisti riconosciuti a livello nazionale e internazionale che hanno contribuito alla progettazione delle illuminazioni: Fabrizio Musa, Andrea Greco, Massimo Malacrida, Melissa Rigamonti, Francesco Murano, Davide Adamo e Marina Botta, con il coordinamento di Chiara Rostagno, della Direzione Regionale Musei Lombardia – Segretariato Ministero della Cultura per la Lombardia – Referente scientifico per la valorizzazione di Palazzo Litta. Piazza Duomo, Piazza Grimoldi, Piazza Verdi, Piazza del Popolo, Piazza San Fedele, Piazza Volta, Porta Torre sono le principali location interessate. Alcune di queste piazze saranno delle vere e proprie piazze d’artista.

Como, bancarelle Città dei Balocchi piazza Cavour, foto di Andrea Butti

Il Magic Light Festival è fra le attrazioni principali di Como Città dei Balocchi e attira turisti da tutta la Lombardia, ma anche dal resto d’Italia e d’Europa e proietta la città di Como in tutto il mondo grazie alle fotografie scattate e diffuse sui social network. Nei giardini di Natale si troverà uno spazio a misura di bambino e famiglia con la pista di pattinaggio, la ruota panoramica e altri giochi e attività a loro dedicate, come le giornate del Natale in Divisa.

Como, illuminazione Via Plinio, foto di Andrea Butti

In un programma che sarà svelato gradualmente, la città sarà poi animata da cori, colorata dal grande albero di Natale in piazza Grimoldi, ormai una tradizione per Città dei Balocchi, uno spettacolo teatrale gratuito al Teatro Sociale l’8 dicembre “Dolce Cenerentola”, il Capodanno. L’immagine grafica fiabesca del Natale e la locandina di Como Città dei Balocchi, cioè il primo biglietto da visita della manifestazione, sono affidate all’illustratore e fumettista di fama internazionale Stefano Misesti. “Como Città dei Balocchi” è un evento organizzato da Consorzio Como Turistica, promosso da Comune di Como, con il contributo di Regione Lombardia, con il sostegno di Camera di Commercio e con il patrocinio di Provincia di Como. Main Sponsor: Amici di Como. Il calendario e gli aggiornamenti (il programma potrebbe subire variazioni) sono disponibili su www.cittadeibalocchi.it – Facebook – Instagram.

VIAGGIO A COMO

Il nucleo storico presenta ancora l’aspetto dell’originario castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta. Il centro della città è situato sul lungolago, intorno alla piazza del Duomo.

Como, Duomo, foto di Bettina Musatti

Considerato uno dei monumenti più belli dell’Italia del nord, il Duomo di Como domina lo sky line e testimonia non solo la centralità della religione nella quotidianità dei lariani, ma anche l’importanza strategica della città, per secoli crocevia dei traffici tra Italia settentrionale, centro e nord Europa. Scambi non solo commerciali ma anche culturali come dimostra la miscellanea di stili che contraddistingue l’architettura della chiesa. Una singolare fusione di gotico, rinascimentale e barocco che consente di ricostruire storicamente le diverse fasi di realizzazione dell’edificio, protrattesi dalla fine del ‘300 fin quasi a metà ‘700. Di fianco al Duomo sorge un altro edificio di grande interesse storico-culturale. Stiamo parlando del Broletto, (dal termine latino brolo, ossia campo, spazio all’aperto in cui si riunivano i cittadini e quindi per estensione il luogo preposto allo svolgimento delle assemblee cittadine). Noto anche come Palazzo della Ragione, il Broletto fu costruito nel 1215 per volere dell’allora podestà Bernardo da Codazo quasi a voler simboleggiare la continuità tra autorità civile del vescovo e il nuovo potere comunale che estendeva il proprio controllo sul territorio diocesano.

Como, il Broletto

L’adiacente torre campanaria serviva a convocare le differenti adunate, mentre la vicinanza con la Cattedrale simboleggiava la contiguità tra potere civile e religioso. In stile gotico-romanico con elementi rinascimentali, si compone di due livelli, pianterreno ad arcate e una torre e primo piano ornato da trifore. Quando nel 1396 venne disposta la costruzione del “nuovo” Duomo a farne le spese fu proprio il Broletto che venne rimpicciolito, tuttavia continuando a esercitare la sua funzione civica fino al 1764 quando fu trasformato in teatro; in seguito fu utilizzato come archivio notarile fino alla fine dell’800. Attualmente il palazzo del Broletto, di proprietà comunale, è sede di mostre d’arte e congressi. Da un punto di vista architettonico, quello che più colpisce è la facciata a fasce bianche, grigie e rosse in marmo lombardo. Nel 1899 si tenne a Como una grande celebrazione in onore di Alessandro Volta, scienziato italiano e, soprattutto, nativo del capoluogo lariano. La celebrazione, pensata sul modello dell’Esposizione Universale, raccoglieva documenti, modelli e un’infinità di altri reperti riconducibili al geniale inventore della lampadina. Peccato che un incendio, provocato da un mozzicone di sigaretta, distrusse gran parte dell’Esposizione Voltiana, obbligando i soccorsi a cercare di salvare dalla distruzione quanto più materiale possibile.

Batteria di Volta esposta nel Tempio Voltiano di Como

Veniamo così al 1928, anno inaugurale del Tempio Voltiano di Como. Il mausoleo, ideato e finanziato dall’industriale e mecenate Francesco Somaini, fu eretto in occasione del primo centenario della morte dell’inventore della pila (1927). Somaini scelse come progettista l’architetto Federico Frigerio che disegnò un tempio in stile neoclassico, chiaramente ispirato al Pantheon di Roma, con lo scopo appunto di farne un museo civico destinato ad accogliere i modelli originali, le ricostruzioni delle opere scientifiche e altri cimeli dello scienziato comasco. L’interno si sviluppa su due piani. Nella sala centrale del piano terra sono messi in mostra gli apparecchi, le macchine e i dispositivi utilizzati dall’illustre scienziato per gli esperimenti di fisica e di elettrologia, e per lo studio dei gas e delle loro proprietà. La loggia al primo piano espone invece, cimeli, lettere, pubblicazioni, ritratti dello scienziato, uomo politico e professore Alessandro Volta, ed i riconoscimenti tributatigli durante la vita e dopo la morte.

The life electric è una scultura recente (inaugurata nel 2015) disegnata da Daniel Libeskind e posizionata sulla diga foranea. Alta più di 16 metri, realizzata in acciaio inossidabile, rappresenta due sinusoidi contrapposte. Si ispira alla grande invenzione di Volta, più nello specifico: “alla tensione elettrica tra i due poli di una batteria” ed è a lui dedicata. Il luogo in cui si trova non è casuale ma è stato scelto come terzo sito tra il Faro Voltiano di Brunate e il Tempio Voltiano di Como. Distante poco più di due chilometri dal Tempio Voltiano, Villa Olmo è un’altra tappa obbligata di una vacanza sul Lago di Como.

Como, Villa Olmo

Esteticamente questa settecentesca dimora è in linea con lo stile delle altre ville presenti a Como, Cernobbio, Bellagio ecc. Due gli ingredienti fondamentali: il giardino all’italiana, curato sin nei minimi dettagli e il gusto neoclassico di esterni e interni. Il nome, com’è facilmente intuibile, fa riferimento alla presenza di due vecchi olmi, poi abbattuti. Negli anni hanno soggiornato qui, per periodi più o meno lunghi, diverse personalità di spicco. Tra gli altri, l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi e la famiglia Visconti di Modrone (la stessa del grande regista Luchino Visconti). Da tempo, ormai, Villa Olmo è sede di mostre, manifestazioni e convegni.

Como, piazza San Fedele

Le Case del Fascio (o Case Littorie, Case del Littorio) erano le sedi del Partito Nazionale Fascista (PNF). Negli anni ’30 del secolo scorso se ne arrivarono a contare più di 10.000 in tutta Italia anche se, va detto, in moltissimi casi, specie nei comuni minori, le sedi venivano aperte semplicemente fittando od occupando edifici preesistenti. In altri casi, invece, furono costruite ex novo secondo i principi architettonici del funzionalismo e del razionalismo, molto in voga in quegli anni. Tra questi edifici ce ne sono alcuni universalmente riconosciuti come veri e propri capolavori. Uno di questi è la Casa del Fascio di Como, distante appena qualche centinaio di metri dal Duomo. Realizzata dall’architetto Giuseppe Terragni che, del razionalismo italiano viene considerato il massimo esponente, la Casa del Fascio di Como colpisce per equilibrio e assoluta simmetria degli spazi e dal 1957 è sede della Guardia di Finanza. Tra le tappe imperdibili di una vacanza sul Lago di Como un posto d’onore spetta senza dubbio alla chiesa di Sant’Abbondio. L’edificio, edificato alla fine dell’XI secolo sull’area della chiesa paleocristiana dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, si trova appena fuori il centro del capoluogo lariano e sul piano storico costituisce una delle testimonianze più importanti dello stile romanico dell’XI secolo.

Como

Uno stile sobrio, che lascia poco spazio a fregi e decorazioni, eccetto i bassorilievi che incorniciano il portale d’ingresso. Voluta dai monaci benedettini, la chiesa intitolata al quarto vescovo di Como subì a partire dal ‘500 notevoli rimaneggiamenti che ne alterarono l’aspetto originario, fortunatamente recuperato grazie al restauro compiuto nell’800.

Inaugurata nel 1894, la funicolare Como – Brunate collega il capoluogo al “balcone” lariano. Il “viaggio” comincia in una galleria e prosegue poi all’esterno dove le due piccole carrozze si arrampicano su una ripida pendice collinare permettendo di vedere lo splendido panorama.

La funicolare Como – Brunate

La funicolare è su un unico binario che raddoppia solo a metà tragitto dove le due vetture si incrociano. Il percorso, lungo 1084 metri che con la massima pendenza del 55% supera un dislivello di circa 500 metri, consente di raggiungere in poco meno di 7 minuti il piccolo paesino di Brunate chiamato appunto il “balcone” per i suoi incantevoli punti panoramici su Como, tutto il ramo del lago, la pianura lombarda, le Alpi con il Monviso e il Monte Rosa.

Como, B&B SantAgata

Per gli amanti del trekking ci sono percorsi adatti ad ogni livello di allenamento, in città e provincia: la Green Way che attraversa i borghi di Colonno, Sala Comacina e Ossuccio in centro lago, è adatta anche ai principianti. Il sentiero delle quattro Valli, lungo 50 chilometri tra il Lario e il Ceresio, è consigliato ai più allenati. Per chi desidera avventurarsi per un paio di giorni di trekking non molto impegnativo, l’itinerario giusto è la Dorsale del Triangolo Lariano. Per un po’ di relax si può approfittare invece di una mini crociera, che offre un punto di osservazione originale sulle magnifiche ville ed i giardini botanici che si affacciano sull’acqua. I battelli sono inoltre un comodo mezzo pubblico per spostarti da una sponda all’altra. Per chi desiderasse soggiornare a Como per apprezzare in tranquillità tutte le sue bellezze, consigliamo il B&B SantAgata (Via Petrarca 24, Como), una villa di città con linee Liberty e con un bel giardino, ai tempi dimora di villeggiatura incorniciata dalle colline lariane e non lontano dalle rive del lago di Como. Completamente ristrutturata, la casa mantiene il suo carattere originario rinfrescato da colori chiari e da una nuova concezione degli spazi, con un gusto raffinato e semplice che avvolge l’ospite in una calda atmosfera.

Como

Sei le camere dotate di ogni comfort, spaziose e ariose, alcune con balcone, tutte con un grande bagno privato. La sala colazioni e il grande soggiorno con camino si aprono sulla terrazza-giardino e accolgono gli ospiti per un momento di relax dopo una giornata in città o un’escursione sul lago di Como. B&B SantAgata si raggiunge in auto, con la comodità di un parcheggio interno, oppure facilmente con i trasporti pubblici.

COMO NEL PIATTO

La cucina lariana offre piatti legati al suo territorio, lago e montagne. Dal lago arrivano i misultitt (gli agoni pescati a maggio, essiccati al sole, pressati con il sale nelle cosiddette missolte di legno insieme a con foglie d’alloro) Si degustano poi dopo breve cottura su griglia con olio, aceto, polenta abbrustolita e vino rosso, le alborelle, il lavarello, il pesce persico (spesso servito con il risotto), la trota salmonata, il luccio e il cavedano. Tra le ricette più tipiche del pesce d’acqua comasco il pesce in carpione, fritto e poi marinato in aceto, cipolla, alloro ed il pesce in salsa verde, grigliato e marinato in una salsa di prezzemolo, mollica di pane con aceto, capperi, acciughe, aglio, rosso d’uovo, olio d’oliva (ideali lavarelli, agoni e salmerini).

Misultitt

Una leccornia il fritto misto di lago da cuocere impanato con l’uovo in burro e salvia con un goccio d’olio. Nella cucina lariana predomina il lago, ma non mancano, i rustici sapori di montagna, né le delizie collinari. Montagna e collina sono custodi di quella tradizione povera e genuina che ha i suoi simboli nelle polente taragna, di grano saraceno, o nella Polenta Uncia: condita con burro, aglio e formaggi, ed il Toc una crema ottenuta cuocendo la tipica polenta lombarda ed aggiungendovi burro e formaggio in buona quantità durante la cottura. Tra i numerosi formaggi, da citare la semuda, lo zincarlin e il triangolo del Lario; di buona qualità sono anche le produzioni di burro e latte, salumi, affettati e miele (acacia, tiglio e castagno). Da ricordare anche l’olio extravergine Dop Laghi Lombardi-Lario e il mondo del vino che con il Consorzio Igt Terre Lariane offre vini bianchi e rossi. Tra i dolci tipici del territorio comasco i più tipici sono la miascia ed il masigott. Quest’ultimo è un impasto rustico e friabile, dalla caratteristica forma semisferica, di farine bianca e di grano saraceno, zucchero, burro, uova, uvette, pinoli, arancia candita e lievito. La miascia, le cui origini sono antichissime, si fa impastando pane raffermo, latte, uova, zucchero, burro, mele o pere, pinoli, uvette e, a discrezione, amaretti sbriciolati, cioccolato amaro, scorza di limone.

Miascia