Civita di Bagnoregio: “Un Presepe per la vita”

Civita di Bagnoregio: “Un Presepe per la vita”

La più antica tradizione del Natale cristiano in un’ambientazione unica al mondo: Civita di Bagnoregio. Nei giorni 26 dicembre 2021 e 1, 2 e 6 gennaio 2022, dalle 16.30 alle 19, quello che è considerato dalla stampa nazionale e internazionale uno dei borghi più suggestivi d’Italia, Civita di Bagnoregio, rinnoverà una magia capace di attirare decine di migliaia di persone ogni anno: il Presepe Vivente. La “Città che Muore” è lo scenario perfetto per questa rappresentazione, i suoi vicoli, le piazzette e gli edifici antichi sono un contesto magico in cui ambientare il presepe e poter vedere i personaggi in abiti d’epoca percorrere le vie del borgo, nella coinvolgente atmosfera natalizia, è qualcosa di indescrivibile.

Civita di Bagnoregio: “Un Presepe per la vita”

L’organizzazione sarà curata anche quest’anno dal Comitato Croce Rossa Italiana di Bagnoregio e Lubriano, con il patrocinio del Comune di Bagnoregio. Il ponte pedonale lungo circa 300 metri è il principale accesso all’antico borgo e prepara i visitatori ad un salto nel tempo di oltre di 2.000 anni e dello spazio per oltre 4.000 chilometri. Lungo circa 300 metri, sospeso nel vuoto e circondato dal panorama mozzafiato della Valle dei Calanchi, il ponte conduce il visitatore a scoprire il Presepe Vivente realizzato nell’antico paese costruito su uno sperone tufaceo.

Civita di Bagnoregio: “Un Presepe per la vita”

Scene diverse che, come in un mosaico, ricostruiscono i giorni della nascita di Gesù. Il Presepe si apre con un piccolo souk di stoffe, una via di frutta e spezie, un castrum romano e un insediamento beduino, si prosegue con l’antica via dei mestieri, falegnami, fabbri, fornai, tessitrici e scalpellini. Non mancano i pastori con le greggi di pecore, il lazzaretto ed in fondo i Re Magi in viaggio dal lontanissimo Oriente per arrivare alla grotta di Betlemme dove nasce Gesù Bambino. La grotta, ricavata in un antico rudere del borgo è particolarmente suggestiva, tutti i visitatori e soprattutto ogni bambino restano incantati dal quadro vivente della natività: la Madonna, San Giuseppe, il bue e l’asinello tutti rigorosamente reali e fedeli alla narrazione delle sacre scritture. Più di cento le persone coinvolte nell’organizzazione, costumi realizzati con attenzione e impegno, ambienti ricostruiti, colori e profumi selezionati con cura sono la traccia portante della particolarissima atmosfera che si crea in questa splendida location ormai famosa in tutto il mondo.

Civita di Bagnoregio: “Un Presepe per la vita”

Un intreccio di colori, emozioni, bellezza. La più antica tradizione del Natale cristiano si sposa mirabilmente con l’ambientazione unica di Civita. La sera, quando cala il sole e il Presepe Vivente ha inizio, il calore dei fuochi si somma alla suggestiva illuminazione dell’abitato che, per l’occasione, indossa il suo vestito più bello per regalare un effetto straordinario. Un’irrinunciabile occasione per vivere un evento straordinario e assolutamente unico nel suo genere.

Civita di Bagnoregio, meglio conosciuta come la “Città che Muore”, ma recentemente ribattezzata come la città incantata, indossa il suo vestito migliore fatto di storia, religione e tradizione e si mostra ai visitatori in tutta la sua bellezza e fragilità che determinano, in fondo, la sua forza e la sua debolezza. Un Presepe per la vita è sicuramente la frase che sintetizza meglio la volontà dell’Amministrazione comunale e della Croce Rossa Italiana di Bagnoregio e Lubriano di tracciare un percorso virtuoso che focalizza i proventi della manifestazione sulla realizzazione di progetti legati ad obiettivi sociali.

Civita di Bagnoregio

Anche quest’anno, in linea con gli obiettivi tracciati, si cercherà di acquistare un mezzo attrezzato per trasportare i disabili e le persone sole e fragili per ogni loro necessità (Testo a cura di CRI di Bagnoregio e Lubriano).

VIAGGIO A CIVITA DI BAGNOREGIO

Civita di Bagnoregio, frazione del Comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, è uno dei Borghi più belli d’Italia, un luogo magico, surreale, situato sulla vetta di un’altura di tufo e raggiungibile solo attraverso uno stretto ponte pedonale in cemento armato, costruito nel 1965 e lungo 300 metri dal quale si gode di uno dei panorami più spettacolari di tutto il Lazio, aperto su valli e calanchi scavati da millenni di erosione dell’acqua. Durante le giornate di nebbia questa incredibile città sembra letteralmente sospesa nel vuoto.

Civita di Bagnoregio, foto di Jonathan Fors

Salendo sulla Rupe Orientale si può ammirare lo stupendo spettacolo dei “Ponticelli”, gli enormi muraglioni naturali in argilla, ultima traccia di un processo erosivo iniziato migliaia di anni fa ed ancora in corso. Uno studio condotto sulla velocità di arretramento dei bordi dei calanchi ha rilevato un’erosione media di circa 7 centimetri/anno.

Per preservarlo dal turismo di massa e contingentare gli afflussi da giugno 2013 si può entrare nel borgo solo pagando un biglietto d’ingresso, una piccola tassa di entrata (5 euro) che permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e stabilizzazione e mantenere visitabile il borgo. Venendo incontro alle esigenze di chi vive o lavora in questo luogo, l’Amministrazione comunale ha emesso una circolare in cui dichiara che, in determinati orari, residenti e persone autorizzate possono attraversare il ponte a bordo di cicli e motocicli.

Civita di Bagnoregio è situata al centro della Valle dei Calanchi, tra il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro. In origine questi luoghi dovevano essere più dolci e accessibili ed erano attraversati da un’antica strada che collegava la valle del Tevere al Lago di Bolsena.

La Valle dei Calanchi

Il borgo medievale ha una storia molto antica che affonda le sue radici in epoca etrusca, come si evince dalla struttura urbanistica dell’intero abitato costituita da cardi e decumani secondo l’uso etrusco e poi romano, mentre l’intero rivestimento architettonico risulta medioevale e rinascimentale. Numerose sono le testimonianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona detta di San Francesco vecchio; infatti nella rupe sottostante il belvedere di San Francesco vecchio è stata ritrovata una piccola necropoli etrusca. Anche la grotta di San Bonaventura, nella quale si dice che San Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne poi San Bonaventura, è in realtà una tomba a camera etrusca. Si racconta che durante un suo soggiorno a Civita, San Francesco curò salvando da morte certa un giovane di nome Giovanni di Fidanza. La madre del ragazzo promise al Santo che una volta grande, il figlio sarebbe diventato un servitore di Dio. San Francesco si rivolse al bambino dicendogli “Bona Ventura”, per indicare la sua guarigione. In seguito Giovanni divenne Frate Bonaventura da Bagnoregio, (1217-1274) biografo di San Francesco di Assisi.

Civita di Bagnoregio, case in tufo, foto di Lorenzo Taccioli

Gli Etruschi, antico popolo che colonizzò gran parte dell’Italia centrale, fecero di Civita (di cui non conosciamo l’antico nome) una fiorente città, favorita dalla posizione strategica per il commercio, grazie alla vicinanza con le più importanti vie di comunicazione del tempo. Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze: di particolare suggestione è il cosiddetto Bucaione, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato, e che permette l’accesso, direttamente dal paese, alla Valle dei Calanchi. In passato erano inoltre visibili molte tombe a camera, scavate alla base della rupe di Civita e delle altre pareti di tufo limitrofe che, nel corso dei secoli, furono in gran parte fagocitate dalle innumerevoli frane. Gli Etruschi stessi erano a conoscenza dell’instabilità sismica di quest’area e misero in atto alcune opere allo scopo di proteggerla dai terremoti, arginando fiumi e costruendo dei canali di scolo per il corretto deflusso delle acque piovane. All’arrivo dei romani, nel 265 a.C., furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti avviate dagli etruschi.

Civita di Bagnoregio, Porta Santa Maria

Per secoli gli abitanti di Civita hanno dovuto lottare contro l’erosione e le frane provocate sia dall’azione dei due torrenti sia da quella della pioggia e del vento che progressivamente limitavano l’area del centro storico. Non è un caso che lo scrittore Bonaventura Tecchi, che vi trascorse la sua giovinezza, l’abbia definita “la città che muore”. Per fortuna però, grazie alle importanti opere di sostegno alla rupe dove sorge il borgo, Civita di Bagnoregio sta lentamente lasciando alle spalle i suoi trascorsi da “borgo fantasma”, tornando pian piano a vivere.

L’aspetto attuale del borgo risale alla fine del Medioevo e da allora è rimasto quasi intatto, donando a questo luogo l’aura affascinante di un luogo dove il tempo si è fermato. Per arrivare a Civita è necessario prima passare dal Comune di Bagnoregio per poi arrivare in via Bonaventura Tecchi dove si può lasciare l’auto e proseguire per il lungo ponte che conduce fino al centro del borgo. Appena prima del percorso si può ammirare la suggestiva statua posta dall’amministrazione di Bagnoregio che ogni giorno saluta Civita dall’altro lato della profonda valle.

Civita di Bagnoregio, chiesa di San Donato, foto di Lorenzo Taccioli

In passato Civita aveva ben cinque porte di accesso che, nel corso dei secoli, sono diventate inutilizzabili dal progressivo smottamento e dall’erosione che ha colpito questo luogo. Porta Santa Maria, oggi l’unico accesso al borgo, è sormontata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, simbolo della vittoria che gli abitanti di Civita di Bagnoregio ottennero nel 1457, quando riuscirono a ribellarsi al predominio della potente famiglia orvietana dei Monaldeschi. Appena entrati nel paese si rimane incantati dal suo aspetto suggestivo, con le strutture medievali abbracciate agli stretti vicoli che si inerpicano sul colle come un labirinto. Il centro storico è di per sé un’attrazione, vi si possono ammirare i palazzi nobiliari dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni, costruiti dalle importanti famiglie del viterbese nel corso del Rinascimento. In particolare, all’interno di Palazzo degli Alemanni si può visitare il Museo geologico e delle frane, un’interessante istituzione museale che, riunendo una vasta gamma di discipline, dalla geologia alla sismologia fino all’archeologia, illustra il particolare rapporto tra Civita e il suo territorio, con una grande attenzione al tema del dissesto idrogeologico.

Civita di Bagnoregio, case in tufo

L’intero centro urbano, che conserva anche un mulino del XVI secolo, è orientato in funzione della piazza principale di Civita, la piazza San Donato, dove si trova la chiesa principale del centro abitato, costruita sul sito di un antichissimo tempio etrusco. L’omonima chiesa di origini romaniche restaurata nel XVI secolo, è oggi un magnifico esempio di architettura cinquecentesca viterbese. Al suo interno si può ammirare uno splendido Crocefisso ligneo quattrocentesco della scuola di Donatello e un affresco della scuola del Perugino. Interessante anche la Cattedrale di San Nicola, costruzione risalente ai primi anni del XVII secolo, al cui interno vengono custoditi, tra le altre preziose opere, anche una Bibbia appartenuta a San Bonaventura ed una teca in argento, a forma di braccio, nella quale sono contenute le reliquie del Santo stesso. Vale la pena “perdersi” tra le viuzze con le tipiche case basse decorate da balconcini e scalette esterne tipiche dell’architettura medioevale, esplorare gli anfratti più segreti per ammirare gli scorci più suggestivi senza seguire un itinerario preciso.

Civita di Bagnoregio, AStar Civita

Uno dei punti più spettacolari del centro di Civita è il Belvedere, una piazzetta affacciata direttamente sullo strapiombo dei calanchi a Nord del paese, da dove si può ammirare una meravigliosa vista su tutta la Valle dei Calanchi.

Sebbene oggi risiedano a Civita solo pochi abitanti, nel centro si possono trovare alcune ottime trattorie e osterie dove poter assaggiare i prodotti tipici umbro-laziali e lasciarsi ammaliare da questo incredibile borgo. Per chi desiderasse soggiornare nel borgo per apprezzare in tranquillità tutte le sue bellezze, consigliamo AStar Civita, una struttura tranquilla e spaziosa situata all’interno di Civita di Bagnoregio. La casa è stata ristrutturata nel rispetto della tradizione e della cultura del luogo mantenendo i tipici materiali locali, le travi a vista in legno, elementi di tufo e basalto. A disposizione degli ospiti un ampio soggiorno con due comodi divani posizionati davanti al grande camino medievale, ottimi per rilassarsi sorseggiando una bevanda calda mentre si individuano le location da visitare. La cucina ha una finestra che si affaccia sul ponte di Civita, completano la struttura due camere matrimoniali e un bagno.

AStar Civita, il salone

L’intera casa è riservata ad uso esclusivo e può ospitare fino a un massimo di 5 ospiti. AStar Civita si trova in posizione privilegiata, collocata nel cuore di Civita di Bagnoregio, affacciata sul ponte di accesso del Borgo e su Piazza Colesanti, la piazzetta caratteristica di Civita di Bagnoregio.

CIVITA DI BAGNOREGIO NEL PIATTO

La cultura gastronomica di questo territorio non poteva che essere di estrazione antichissima e popolare, con piatti a base di carne accompagnati da materie prime che provengono dalle zone limitrofe. L’enogastronomia è quella tipica della zona della Tuscia e dei colli etruschi viterbesi. Tra i primi ricordiamo i Piciarelli al tartufo, tipica pasta di acqua e farina fatta a mano, simile a degli spaghettoni, di estrazione povera e popolare (non tutti potevano permettersi le uova). In questa ricetta in particolare vengono conditi con tartufo nero locale e rappresentano un primo piatto particolarmente apprezzato dai turisti in visita a Civita. Da provare anche l’Acquacotta, una zuppa di erbe selvatiche, pane raffermo e uova che caratterizza la cucina dell’alto Lazio (e della bassa Toscana) attingendo a piene mani dalla tradizione povera e contadina del posto.

Piciarelli al tartufo

Tra i secondi è rinomato il pollo alla Civitonica, semplificando si può parlare di una variante del pollo alla cacciatora, fatta con pomodoro e olive taggiasche, dopo aver cotto un soffritto con varie verdure ed erbe aromatiche (il tutto sfumato poi con del vino). Un’ottima alternativa è il pollo in porchetta, un arrosto arrotolato con strisce di pancetta. Attorno a Civita di Bagnoregio si estendono grandi pascoli dai quali provengono deliziosi formaggi e prodotti caseari, per lo più pecorini e ricotte utilizzati nelle cucine locali, ma non solo. A Civita c’è anche chi realizza un delizioso gelato a base di ricotta di pecora, proveniente da un caseificio della zona, che può essere accompagnato da una crema di nocciole del non lontano Monte Cimino (famoso nel viterbese per la coltivazione di questo frutto secco). A pochi chilometri da Bagnoregio si trova Celleno, piccolo comune rinominato Paese delle ciliegie per le ampie coltivazioni di questo frutto. Da qui questi prodotti arrivano anche sulle tavole della Città che muore in maniera “tradizionale” oppure sotto forma di confettura, da gustare da sola, abbinata a formaggi locali o declinata in deliziosi dessert.

Acquacotta

Le condizioni climatiche e la particolare composizione dei terreni ha da sempre favorito in questo territorio anche la coltura della vite, tanto che il marchio Tuscia viterbese è stato esteso a tutti i vini DOC della provincia. Caratteristico della zona è il DOC Colli Etruschi Viterbesi proveniente in prevalenza da monovitigni autoctoni come il grechetto, il violone e il cannaiola, vitigno molto antico coltivato già prima dell’anno mille.