Il nostro viaggio in Argentina non può che iniziare dalla sua capitale eccentrica e vibrante. Buenos Aires è la terza città dell’America latina in ordine di grandezza dietro le brasiliane Rio de Janeiro e São Paulo, tuttavia è assolutamente a misura d’uomo.
La capitale ben si presta, infatti, agli spostamenti a piedi, e quasi tutti i siti d’interesse turistico sono situati a breve distanza gli uni dagli altri. Famosa per il tango, il calcio e l’architettura d’ispirazione europea, ha anche alcune gemme nascoste, come i pittoreschi quartieri dalle vie acciottolate, i negozi sofisticati e una delle cucine più gustose e varie dell’intero continente. Cinema, gallerie d’arte, jazz club, teatri, caffè pieni d’atmosfera e mercati dell’antiquariato abbondano, mentre praticare uno sport o passeggiare per gli splendidi parchi all’inglese ricchi di vegetazione subtropicale è parte dello stile di vita porteño, dinamico e tranquillo, al contempo.
La città di Buenos Aires si compone di una serie di barrios (quartieri), tra i più pittoreschi, La Boca, celebre per le case in legno e ferro ondulato dai colori vivaci. Al tempo coloniale La Boca era una zona di grandi baracche per gli schiavi di colore ma, alla fine dell’Ottocento, fu popolata soprattutto da immigranti genovesi che le hanno dato l’aspetto attuale. Sicuramente è tra le zone più visitate dai turisti anche perché La Boca è molto legata all’immaginario del tango. Qui si trova il Caminito, una via con case colorate, nata dall’antica tradizione degli immigranti di dipingere con sgargianti pitture navali (rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo), i frontoni delle case. A circa metà della via è situata la fiera delle arti e dei mestieri che vi si tiene tutti i giorni. Qui è possibile assistere ad un improvvisato spettacolo di tango in strada. Il Caminito è un vero e proprio museo a cielo aperto.
San Telmo, da sempre il quartiere multietnico di Buenos Aires, conserva il suo caratteristico aspetto coloniale. Questa zona ogni domenica esplode di colori e musica per il mercato settimanale dell’antiquariato, la “Feria de San Pedro”. Tre le vie acciottolate del barrio e Plaza Dorrego si può “spulciare” tra le centinaia di bancarelle di artigianato locale. Imperdibile l’acquisto di un mates antico o di un coloratissimo sifone del selz ! A San Telmo non solo è possibile acquistare oggetti d’antiquariato e di artigianato locale a buon prezzo, ma si può anche partecipare o assistere a lezioni e spettacoli di tango, tutto rigorosamente improvvisato. Da non perdere la visita delle interessanti gallerie d’arte contemporanea e degli atelier, qui più numerosi che in tutta Buenos Aires.
Per gli appassionati di architettura moderna è consigliata una bella passeggiata nel barrio di Puerto Madero che si estende sulla foce del Rio de la Plata ed è l’anima ultramoderna della città. In quest’area sono concentrati tutti i grattacieli della città che ospitano molti alberghi di lusso e le sue costruzioni più ardite.
Tra queste spicca senz’altro il Puente de la Mujer, un ponte pedonale lungo 160 metri, opera dell’archistar Santiago Calatrava. Il ponte è composto da tre piattaforme e quella centrale ruota su un pilone conico per permettere il passaggio delle imbarcazioni. Il tutto in meno di due minuti! Il barrio di Montserrat è invece la parte più antica della città. Un ottimo punto di partenza per immergersi nel suo reticolo di stradine ed edifici storici è calla Defensa.
La Venida 9 de Julio, la strada cittadina più lunga del mondo, prende il nome dal giorno dell’indipendenza argentina dalla Spagna, avvenuta nel 1816. Su questa strada svetta un obelisco in pietra bianca alto circa 65 metri e simbolo del movimento modernista della città. Un’altra strada che merita una visita e Calle Florida, una via pedonale sempre immersa in un vivace brusio, piena di negozi e luogo prediletto degli artisti di strada. Il Barrio Palermo è associato al grande scrittore Borges, che abitava a Palermo Viejo, nucleo storico di questo quartiere. Val la pena concedersi qui un caffè o un pranzo veloce all’aperto in una delle tante trattorie affacciate sulla caratteristica piazza Serrano.
Suggerire di visitare un cimitero può sembrare inusuale ma a Buenos Aires non se ne può fare a meno. Il cimitero di Recoleta è tra i più belli del mondo, con ombrosi viali di tassi e cipressi, mausolei in granito nero, lapidi decorate e statue di angeli un po’ ovunque. Vicino all’ingresso del cimitero sorge la bianchissima basilica Nuestra Senora del Pilar, caratterizzata da piastrelle azzurre che ornano l’esile torretta. Fondato nel 1882 nei giardini del monastero francescano, il cimitero è molto visitato anche perché ospita le spoglie di Maria Eva Duarte de Perón, meglio nota come Evita, attrice, politica, sindacalista e filantropa argentina, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina dal 1946 fino alla morte nel 1952, avvenuta per un tumore, a soli 33 anni. Davanti alla sua tomba non mancano mai fiori freschi.
Uno dei punti più antichi della città, nonché suo centro culturale, storico e politico è Plaza de Mayo. Tra palme svettanti che le conferiscono un’atmosfera subtropicale, si possono ammirare due dei palazzi più importanti di Buenos Aires: la Casa Rosada, oggi residenza e ufficio del presidente della Repubblica, e l’antico Cabildo, un affascinante palazzo coloniale che ospita il museo nazionale della rivoluzione di Maggio.
Vicino a Plaza de Mayo c’è il “Caffè Tortoni”, uno dei bar più belli del mondo e il più antico di tutta l’Argentina, avendo aperto i battenti nel 1858. Si tratta di un posto unico, l’eleganza degli interni, il servizio impeccabile del personale, la bontà delle medialunas ripiene e gli spettacoli di tango serali non possono che conquistare che ogni viaggiatore !
UN ESCURSIONE DA NON PERDERE: COLONIA DEL SACRAMENTO
Da Buenos Aires partono ogni giorno i traghetti per Colonia del Sacramento, in Uruguay. Al momento esiste solo una compagnia di navigazione che opera questo servizio: Buquebus. La corsa viene effettuata 4 volte al giorno e dura circa circa 1 ora e 15 minuti. Spesso chiamata semplicemente “Colonia” è una delle città più graziose dell’Uraguay. Fondata dai portoghesi nel 1680, divenne rapidamente un punto nodale del contrabbando di beni verso le colonie spagnole. Oggi, nonostante il numero sempre crescente di turisti (molti dei quali arrivano, appunto, per un’escursione giornaliera da Buenos Aires), conserva inalterato un aspetto pittoresco, con il suo groviglio di strade lastricate e di edifici in tinte pastello.
Il Barrio Historico è stato dichiarato sito d’importanza culturale dall’Unesco, e basta girellare per le sue stradine per essere catapultati indietro nel passato.
SALTA E LE ANDE
Lasciamo Buenos Aires per raggiungere in volo Salta. Fondata il 16 aprile del 1582 dal conquistador spagnolo Don Hernando de Lerma come avamposto fra Lima (Perù) e Buenos Aires, la città è situata ad un’altitudine di 1152 metri nel nord-ovest dell’Argentina ai piedi della cordigliera delle Ande, capitale dell’omonima provincia. Famosa per la tipica architettura in stile coloniale spagnolo e circondata da magnifici paesaggi, è una delle più belle città argentine.
Soprannominata Salta la Linda (“Salta la Bella”), è visitata da un grande numero di turisti, attratti principalmente dai suoi edifici imponenti, come la cattedrale del XVIII secolo (il Cabildo) e dal parco cittadino Plaza 9 de Julio. La città ospita anche diversi musei, fra cui il Museo de Alta Montaña, nel quale sono esposti i corpi di 3 bambini Inca scoperti mummificati e congelati sul monte Llullaillaco nel 1995. Uno straordinario panorama della città e dei suoi dintorni è visibile dal Cerro San Bernardo (1.482 metri), un colle situato ad est del centro abitato, la cui cima è raggiungibile tramite ovovia o salendo i 1070 gradini che salgono serpeggiando nel bosco. Tra i monumenti principali della città ci sono la cattedrale di Nostro Signore e della Vergine del Miracolo, chiesa madre dell’arcidiocesi di Salta, risalente alla fine dell’Ottocento.
L’edificio, che sorge nella caratteristica piazza 9 luglio, è caratterizzato da uno stile neoclassico italiano. Interessante e molto suggestiva anche la chiesa di San Francesco di Salta con annesso convento francescano. Si trova sulla intersezione tra le vie Caseros e Córdoba, a 100 metri dall’animata piazza Nove luglio.
Un’escursione mozzafiato sulle Ande partendo da Salta si può realizzare prendendo il MoviTrack. Tra i luoghi che si visitano durante l’escursione con pernottamento a Purmamarca la cittadina di San Salvador de Jujuy che risale al 1593. L’architettura della città non è coloniale come quella di Salta a causa di un terremoto che la colpì nel 1863. Il centro storico è attorno a Plaza Belgrano sulla quale si affacciano il Cabildo, la Cattedrale – con il suo pulpito di legno laminato in oro, realizzato da un gesuita con l’aiuto di artigiani locali, che raffigura diverse scene bibliche- e la Casa del Governo. Da visitare il Mercato artigianale, il Museo Municipale di artisti plastici e il Museo di paleontologia e minerali.
L’escursione con il MoviTrack prosegue nella Quebrada di Humahuaca, la cui parte più pittoresca è costituita dagli 80 chilometri che uniscono Tumbaya – con una piccola chiesa coloniale in stile caratteristico – all’abitato di Humahuaca caratterizzato da strade acciottolate sulle quali si affacciano dimore coloniali o rustiche case di mattoni cotti al sole. Tra i principali monumenti della cittadina la bella cattedrale de Nostra Signora della Candelora e San Antonio, eretta nel XVI secolo. La vallata è cosparsa di piccoli villaggi e di chiese coloniali. Uno dei luoghi più particolari è Purmamarca, a 2.192 metri, nata da un insediamento indigeno. La città di Purmamarca, che consrrva una bella chiesa dedicata a Santa Rosa de Lima risalente al 1648, è stata costruita ai piedi del famoso “Cerro de Siete Colores” (la montagna dai sette colori) che riflette le diverse età della terra a partire dal periodo precambrico (570 milioni di anni fa). Il tour continua in direzione di Tilcara, lungo la strada si può ammirare il suggestivo cimitero di Maimarà, le formazioni rocciose alla base della montagna dietro il cimitero sembrano valve d’ostrica multicolore.
Proseguendo per 5 chilometri si raggiunge la fortificazione preincaica di Tilcara (ricostruita), posta ad un altitudine di 3.000 metri e dominata dalle drammatiche cime montuose circostanti. In tutta la regione si può apprezzare il saporito cibo locale, la ritmata musica andina con le danze, l’eccellente artigianato e l’ottima ospitalità della popolazione locale. Prima del ritorno a Salta un’ultima sosta alla suggestiva Salinas Grandes. Nella salita la vegetazione si dirada fino a scomparire fino ad essere praticamente nulla. Sosta d’obbligo per una fotografia laddove un monolito marca 4.170 metri. Si scende poi fino a 3.550 metri e l’azzurro del cielo si fonde con il bianco brillante delle Saline. I colori dei colli si perdono nella lontananza e l’orizzonte è solo un accecante deserto bianco.
LE CASCATE DI IGUAZU’
Quando si parla di Iguazú si intende un sistema di 275 cascate con altezze che arrivano fino agli 80 metri, che si estende per 2,7 chilometri con una portata d’acqua di 1,9 milioni di metri cubi al secondo. Le cascate di Iguazú sono formate dal fiume che porta lo stesso nome, 19 chilometri prima di confluire nel Rio Alto Paraná e formano un confine naturale tra la Provincia di Misiones in Argentina e lo Stato del Paranà in Brasile.
Il primo Europeo a scoprire Iguazù fu uno dei conquistadores spagnoli, Cabeza de Vaca, che arrivò qui nel 1542 cercando una via d’acqua per arrivare al Paraguay. Per visitare le cascate di Iguazú da entrambi i lati, quello argentino e quello brasiliano, occorrono almeno un paio di giorni. Sul lato argentino sono tre i percorsi che si possono effettuare: il circuito superiore, quello inferiore e il circuito della Garganta del Diablo. Il circuito superiore comincia a circa 200 metri dalla stazione del treno chiamata Estación Cataratas e si sviluppa per circa 1800 metri. Lungo tutto il percorso si godono dei panorami spettacolari sulla catena circolare che parte dalle cascate di Dos Hermanas, attraversando Chico, Ramírez, Bosetti, Adán y Eva e le cascate di Bernabé Méndez per terminare presso la cascata di Mbiguá e Salto San Martin. Questo circuito è senza dubbio quello che regala i panorami più belli del lato argentino con vista sopra il limite delle cascate, l’isola San Martin e in lontananza la passerella della Garganta del Diablo. Il percorso torna poi indietro attraversa il fiume per arrivare di nuovo alla Stazione del treno.
Il circuito inferiore è lungo 1700 metri e si sviluppa all’interno della foresta passando ai piedi delle cascate di Dos Hermanas, Chico e Ramírez per arrivare alla cascata di Bosetti. Imperdibile il circuito della Garganta del Diablo. Il balcone panoramico sopra la maestosa Gola del Diavolo permette di avvicinarsi a pochi metri dalla cascata più imponente di tutto il complesso di Iguazú: un salto di ben 82 metri, un muro d’acqua che scompare dentro un orrido circolare in un crescendo di nebbia che si innalza nell’aria per 150 metri. Il rumore è assordante, bisogna gridare per farsi sentire da chi si ha vicino. La passerella per arrivare alla Gola del Diavolo parte circa 1100 metri prima della balconata panoramica. All’inizio della passerella si arriva dopo aver percorso un tratto della foresta sul trenino ecologico (progettato per aver il minor impatto ambientale possibile) ed essere scesi alla stazione omonima. Tutto il percorso fino alla cascata è meraviglioso: le passerelle si sviluppano pochi metri sopra l’acqua del fiume Iguazú e delle tante isolette, case e rifugi di tantissimi uccelli ed animali.
Immancabile anche la visita del lato brasiliano delle cascate (ricordare il passaporto e il cambio di fuso orario tra i due lati di Iguazù) da raggiungere con l’autobus in partenza dal centro visitatori. Sebbene la cosa più bella del Parco sia la vista sulle cascate del lato argentino, ci sono anche qui tre cascate piuttosto famose: Benjamin Constant, Deodoro e Floriano. Divertimento assicurato con l’avventura nautica in gommone sotto le cascate effettuabile da entrambi i lati delle cascate. Dal centro visitatori, su un camion scoperto si attraversa la foresta fino al punto d’imbarco. La grande avventura comincia prima delle cascate, risalendo il fiume che diventa sempre più agitato man mano che ci si avvicina alle cascate. Si entra prima nel canyon della Garganta del Diablo dove si viene investiti da spruzzi d’acqua e poi si ridiscende per girare intorno all’isola San Martin e passare sotto la cascata Salto San Martin. La grande avventura nautica permette non solo di osservare Iguazú da una prospettiva differente ma soprattutto di “vivere intensamente” le cascate.
foto di Claudia Meschini