Fioriscono i “Germogli di Primavera” nella Marca trevigiana

Asparagi, erbette spontanee, fragole, la stagione mite è alle porte e la Marca trevigiana porta in tavola tutti i sapori di “Germogli di Primavera”. Otto appuntamenti targati Pro Loco che si fanno portabandiera dei prodotti di qualità e valorizzano un territorio tutto da vivere. Ritorna per il 13° anno consecutivo la rassegna “Germogli di Primavera”, il cartellone coordinato da Unpli Treviso, un vero e proprio progetto di promozione territoriale a 360 gradi, non solo feste della tradizione ma anche visite guidate, mostre e tantissimi prodotti enogastronomici da scoprire e gustare.

Asparago di Badoere IGP

Un percorso tra le provincie di Treviso e Venezia che partirà il 24 marzo da Quinto di Treviso per terminare il 10 maggio a Scorzè. Protagonisti indiscussi della rassegna gli Asparagi di Badoere e Cimadolmo, protetti da marchio di Indicazione Geografica Protetta. Da una parte le campagne del fiume Piave e dall’altra quelle solcate dai fiumi Sile e Zero, due territori che si sfideranno simbolicamente in una gustosa competizione dove l’obiettivo è unico: valorizzare le specialità orticole e le tipiche zone di produzione dei preziosi germogli. Nessun campanilismo dunque ma solo la volontà di fare sistema in un territorio che ha tantissimo da raccontare grazie all’impegno dei volontari.

GLI APPUNTAMENTI DI “GERMOGLI DI PRIMAVERA”

Il cartellone di “Germogli di Primavera” aprirà, come di consueto a Quinto di Treviso, domenica 24 marzo, con “Colori & Sapori di Primavera”, evento che idealmente chiude anche la stagione del Radicchio Rosso di Treviso, segnando l’ultima tappa della rassegna “Fiori d’Inverno”, iniziativa quest’anno alla 13° edizione, che promuove gli ortaggi per eccellenza più noti e pregiati della Marca, il Radicchio Rosso di Treviso IGP e il Radicchio Variegato di Castelfranco IGP.

Asparago Bianco di Cimadolmo

Dal 9 novembre 2018 sino alla tappa conclusiva del 24 marzo 2019, sono dodici gli appuntamenti che hanno attraversato la provincie di Treviso e Venezia, componendo il calendario di una rassegna dove le tradizioni culinarie fanno da traino per cinque mesi. Un richiamo turistico fortissimo per chi ama abbinare alla scoperta dei territori una esperienza enogastronomica autentica come le Feste della tradizione.

Ci si ghiaccia le mani a coltivare il Radicchio Rosso di Treviso, un ortaggio il cui 60% viene scartato, che necessità obbligatoriamente di una componente manuale e che per questo va protetto e valorizzato. A rendere omaggio alla pregiata cicoria ci hanno pensato per tutto l’inverno, i volontari delle Pro Loco dove il fiore che si mangia ha caratterizzato i tradizionali piatti come risotti o lasagne, ma anche aroma per birre o impasti. Un vortice di appuntamenti coordinati da Unpli Treviso in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio variegato Castelfranco IGP.

Tornando a “Germogli di Primavera” sono tre i percorsi proposti dalla Pro Loco di Quinto che celebrerà, oltre all’Asparago di Badoere IGP, bianco e verde, proprio il Radicchio di Treviso, nell’ultima produzione pasquale e il Radicchio Verdon. 

Badoere, Mostra dell’Asparago di Badoere IGP

Ad aprire le danze nel mese di aprile toccherà alla 23° “Mostra dell’Asparago di Badoere IGP” e alla 15^ “Festa di Primavera”, entrambe organizzate dalla Pro Loco di Zero Branco, un doppio evento in programma dal 5 al 7 e dal 12 al 14 aprile. Successivamente, dal 24 aprile al 5 maggio, la splendida Piazza di Badoere farà da cornice alla “Mostra dell’Asparago di Badoere IGP“, promossa dalla Pro Loco di Morgano e giunta quest’anno alla sua 52^ edizione. Per tutta la durata della manifestazione lo stand gastronomico proporrà tanti piatti a base di asparago bianco e verde e tantissimi eventi collaterali. Prevista per il 1 maggio la tradizionale mostra degli asparagicoltori, impreziosita dalla presenza di numerosi artigiani ed espositori locali, è un evento che richiama ogni anno migliaia di turisti e visitatori. Badoere, frazione del comune sparso di Morgano, è caratterizzato dalla splendida piazza denominata la Rotonda, un lungo porticato che si articola in due emicicli. All’interno è racchiuso un ampio spazio circolare (piazza Indipendenza) che costituisce il cuore del paese. La struttura, risalente alla metà del Settecento, era adibita a mercato di Badoere.

La splendida piazza di Badoere

Dal 26 aprile al 5 maggio, la 44° “Festa dell’Asparago Bianco di Cimadolmo“, sarà la protagonista del Quartier del Piave con la mostra-concorso dal respiro inter-regionale che conta la partecipazione di circa un centinaio di espositori, al termine della quale verrà premiato il miglior prodotto per ogni zona di produzione. Domenica 28 aprile l’intero paese di San Polo di Piave sarà invaso da “Gemme d’Aprile”, protagonista l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP, abbinato alla degustazione di prodotti tipici e vini locali.

Un piatto della sagra: risotto con asparagi o con fragole

“Germogli di Primavera” continua il primo weekend di maggio a Preganziol quando l’asparago si metterà in mostra assieme alle erbette spontanee primaverili e alle originali composizioni di fiori e asparagi: la 17^ “Mostra dell’Asparago IGP e delle Erbe Spontanee” sarà visitabile sabato 4 e domenica 5 maggio. L’ultimo appuntamento della decima edizione avrà come protagonisti i due prodotti ortofrutticoli primaverili per eccellenza: la fragola e l’asparago. A partire dal 10 maggio, per 10 giorni, la Pro Loco di Scorzè aprirà il sipario sulla 43a “Festa dell’Asparago e della Fragola“. Tutte le informazioni: www.germoglidiprimavera.tv. info@germoglidiprimavera.tv – tel. 0422.595780

VIAGGIO A QUINTO DI TREVISO

La denominazione del comune fino al 1868 era semplicemente Quinto. L’appellativo “di Treviso” servì per distinguerlo da alcuni comuni omonimi. Numerosi reperti, oggi in gran parte custoditi nei Musei civici di Treviso, testimoniano che la presenza umana si era radicata nella zona almeno dall’età del bronzo.

Quinto di Treviso, chiesa di San Giorgio Martire

Anche durante il periodo romano la civiltà era fiorente, vista anche la vicinanza al municipium di Treviso. Lo stesso toponimo denota le antiche origini di Quinto di Treviso: indicava una mansio, ovvero una stazione di cambio posta a cinque miglia dalla città, probabilmente lungo la strada che conduceva a Padova attraverso Levada, Loreggia e la via Aurelia.

Quinto rimase legata a Treviso anche nelle epoche successive. Un documento del 992 ricorda che i vescovi avevano alcune proprietà della zona e forse anche un fortilizio. Tuttavia bisognerà aspettare il 1152 per vedere citato il toponimo Quinto per la prima volta. L’economia del paese si basò per secoli proprio sul fiume Sile, soprattutto tramite l’attività molitoria, successivamente sotto l’egidia della Serenissima venne potenziata ulteriormente l’economia agricola e qui, a Quinto, si stabilirono numerosi proprietari terrieri ergendovi le loro ville. Nel XIV secolo l’antica pieve di Quinto fu sostituita da una nuova chiesa intitolata a San Giorgio ed edificata vicino al centro. L’attuale parrocchiale, intitolata appunto a San Giorgio martire, fu quasi completamente ricostruita su progetto di Antonio Beni nel secondo dopoguerra. 

Quinto di Treviso, chiesa di Santa Cristina

Del vecchio edificio, originario del XIV secolo, fanno parte due affreschi del XV secolo e due dipinti del Pozzoserrato; questi ultimi facevano parte di un trittico che si completava con un’opera oggi conservata nella cappelletta di villa Giordani-Valeri. Interessante anche la chiesa di San Cassiano martire, situata nei pressi del cimitero, antica pieve di Quinto nel periodo medioevale. Conserva alcuni pregevoli opere: l’altare ligneo, con un polittico di un maestro veneziano XVI secolo; il soffitto è di Jacopo Guarana (1758), e da ricordare sono pure le tele di Lattanzio Querena e Ascanio Spineda. Degno di nota è inoltre il fonte battesimale in pietra d’Istria (datato 1317) e l’ottocentesco organo “fonocromico” di Giovan Battista De Lorenzi. Il campanile, di origini medievale, conserva tre campane.

Un monumento religioso di grande bellezza presente nel comune di Quinto di Treviso è la chiesa di Santa Cristina. Anche se l’attuale edificio è stato costruito di recente, nel 1930, la chiesa ha origini molte antiche: l’esistenza del primo tempio dedicato alla Santa, è testimoniato infatti già nel 1125.

Lorenzo Lotto: Pala di Santa Cristina e Lunetta del Cristo morto e angeli

L’antica cappella a cavallo tra il XV e il XVI secolo subì importanti interventi di restauro e rifacimento, in quell’occasione fu dotata di un nuovo campanile e venne arricchita con la splendida pala di Santa Cristina, realizzata dal famoso pittore veneziano Lorenzo Lotto, agli albori della sua vita artistica. L’esterno della chiesa è caratterizzato da uno stile neogotico, conferitogli con la ricostruzione del 1930, e da un bel campanile che si erge inusualmente sopra il portale d’ingresso. Nell’interno a tre navate, finemente decorato con affreschi a motivo ornamentale e geometrico, sono conservate alcune opere di grande pregio e valore: le due magnifiche opere giovanili di Lorenzo Lotto, la pala della “Madonna in trono col Bambino tra i Santi Cristina, Pietro, Liberale e Girolamo” e la lunetta “Cristo morto e gli Angeli”; la settecentesca pala della Natività e soprattutto la succitata pala di Santa Cristina del XVI secolo.

L’esempio più pregevole di villa veneta della zona di Quinto di Treviso era palazzo Lollin, affrescato dal Pozzoserrato, che tuttavia andò distrutto nell’Ottocento. Alcune ville venete furono messe a disposizione, appena terminata la guerra, alle famiglie povere del paese. Tra queste ci fu villa Borghesan dove nacque il futuro bassista dei Pooh, Red Canzian. La villa venne abbattuta dopo una piccola tromba d’aria a metà degli anni 50 del ‘900. In questa villa dimorarono quasi tutti gli aviatori della 91a Squadriglia (La Squadriglia degli Assi) compreso Francesco Baracca che vi alloggiò fino alla data della morte. Un’attrattiva di grande interesse storico-artistico del comune di Quinto è Villa Memmo Giordani Valeri, la cui denominazione deriva dai nomi dei suoi più importanti proprietari.

Quinto di Treviso, Villa Memmo Giordani Valeri

Lo splendido edificio, che costituisce una delle poche testimonianze delle circa venti ville che nel Seicento erano disseminate su tutto il territorio comunale, viene citato per la prima volta in un estimo veneto del 1682, in cui è riportato il nome del proprietario, il nobile Costantino Memmo. Dopo una serie di passaggi di proprietà, nei primi anni del Novecento la villa è passata a Ettore Giordani, sindaco di Quinto negli anni che precedevano la Prima Guerra Mondiale.

Oasi naturalistica Cervara, l’antico mulino

A questo importante proprietario è dovuto l’attuale aspetto della nobile dimora: il Giordani, infatti, in memoria della figlia scomparsa prematuramente, le dedicherà la villa dopo averla ristrutturata. Oggi il complesso si presenta con un corpo centrale in stile neoclassico dotato di portico d’ingresso a colonne, due barchesse laterali, un’annessa cappella, una fontana in pietra di Verona degli anni trenta e un ampio parco contenente flora di grande pregio. Tra gli ambienti interni merita particolare menzione lo splendido atrio d’ingresso decorato con tele e stucchi dal famoso pittore Bressanin. Nel 1960 la villa è passata a Giorgio Valeri che ne ha mantenuto la proprietà fino al 1991, anno in cui l’ha ceduta a Luigi Cenedese. Qualche anno più tardi, dopo essere stata gestita anche da una società alberghiera, la prestigiosa residenza fu acquistata dal Comune di Quinto.

La zona di Quinto di Treviso offre al visitatore diverse occasioni di contatto con la natura. Per gli amanti dei percorsi in mountain bike, segnaliamo la pista ciclabile Ostiglia.

Garzetta dell’Oasi naturalistica Cervara

Si tratta di un percorso ciclo pedonabile realizzato in un tracciato di un ex ferrovia omonima Treviso-Ostiglia. Attualmente sono stati realizzati solo 44 chilometri percorribili (di 118). Il tratto che va da Treviso a Padova. Questo ambizioso progetto, prevede appunto di rendere percorribile una parte di pianura Padana in modo del tutto naturalistico, liberi dal traffico e dall’inquinamento.

Interessante anche la visita all’Oasi naturalistica Cervara, nata nel 1984. Qui si ha la possibilità di passeggiare fra sentieri lungo il fiume Sile ed i suoi canali, tra boschi e paludi a canneto, o ammirare il paesaggio direttamente dall’acqua navigando a bordo di barche con fondo piatto. Nel bosco si trovano alcuni punti di avvistamento di molti uccelli, tra cui diversi migratori. Tipici di questo posto sono gli aironi e le garzette. Nelle sponde dei canali si incontrano frequentemente il germano reale e la gallinella d’acqua. All’ingresso si ha la possibilità di ammirare un tipico mulino risalente al 1325, oggi completamente ristrutturato. 

Quinto di Treviso, B&B Nuova Ostiglia

Oltre al mulino si scorge la Cavana, casa in paglia, che un tempo serviva da riparo per le Pantane, tipiche barche del Sile. Altre strutture tipiche del posto sono il Casone e la Peschiera utilizzate un tempo dagli abitanti. E’ possibile usufruire di visite guidate per gruppi e scolaresche.

Per chi volesse godere della tranquillità di questi luoghi e scoprire le bellezze artistiche di Quinto di Treviso e dintorni, consigliamo il B&B Nuova Ostiglia. La struttura, situata a Quinto di Treviso è dotata di tre camere, due matrimoniali ed una singola, tutte con bagno privato, una grande terrazza, giardino e parcheggio privato gratuito in loco. Interamente non fumatori, il B&B Nuova Ostiglia offre ai propri ospiti internet WiFi, Tv a schermo piatto disponibili in tutte le camere, servizio di pulizia giornaliero e aria condizionata. Una struttura pulita, bella ed accogliente caratterizzata da un arredamento nuovo e moderno.