Anche quest’anno, da venerdì 27 a domenica 29 luglio, la Festa dell’Unicorno, tornerà ad animare lo splendido centro storico di Vinci (FI). Elfi, cavalieri, hobbit, orchi e maghi, si riuniranno nuovamente, in occasione della spettacolare manifestazione dedicata al mondo fantasy, la più grande d’Italia.
In programma oltre 100 spettacoli al giorno, dedicati a tutte le età, a partire dal seguitissimo Contest per la Migliore Creatura Fantastica e dalla spettacolare Disfida di Arti Magiche. La quattordicesima edizione sarà dislocata in 9 aree tematiche. Sarà possibile ritrovare la “Rocca Incantata”, cuore della Festa con concerti e giochi di ruolo dal vivo, così come l’area “Fumetti e Follie”, dedicata ai Fumetti e al Cosplay, la “Cittadella dei Cavalieri” a tema medievale, la “Baia dei Pirati” e la “Corte dei Sogni” dove i sogni si trasformano in realtà. Presenti inoltre anche le aree più recenti, come il “Villaggio degli Gnomi”, un’area verde totalmente dedicata ai bambini, “La Città degli Incubi”, popolata da zombie e mostruose creature, consigliata solo ai più coraggiosi ed intrepidi, “L’Abisso d’Acciaio”, spazio dedicato a Star Wars e al vasto mondo della fantascienza e infine “L’Anfiteatro del Bardo”, spazio dedicato alla musica.
Ogni area ospiterà un ricco programma di eventi, spettacoli, arte di strada, animazioni, laboratori e concerti, segno distintivo della manifestazione fantasy. Sui palchi coperti, delle aree più grandi, si esibiranno gli Epica, gruppo symphonic metal olandese, I Modena City Ramblers e Cristina D’Avena con I Gem Boy. Tante saranno anche le altre novità, come l’incontro sul palco tra Martina dell’Ombra e Lo Imperatore di Feudalesimo e Libertà e lo spettacolo dedicato a My Little Pony. Inoltre, l’area cosplay ospiterà, per ben due giorni, Gare tradizionali e Fantasy, in cui cosplayer di fama internazionale, ricopriranno il ruolo di giurati d’eccezione. Non mancheranno poi le convention dedicate a film e serie tv. Ospite d’eccezione sarà Sean Astin, attore de “Il Signore degli Anelli”, “I Goonies” e “Stranger Things”.
Tanti anche gli eventi e gli spazi dedicati ai più piccoli, con dinosauri, pirati, sirene e un’area Lego dedicata, e tanti gli ospiti attesi, tra cui il mitico conduttore di Art Attack, Giovanni Muciaccia. Come da tradizione, non potranno poi mancare gli appuntamenti più classici, come la poetica sfilata degli elfi e il macabro e spaventoso “Vicolo della Paura”. E ancora, la famosa Disfida di Arti Magiche e l’originale concorso delle Creature Fantastiche, in cui le diverse associazioni di GRV Italiane saranno pronte a dimostrare il loro valore. Infine, un rinnovato spettacolo di fuochi d’artificio, a cura dello Stregone Grigio in persona, chiuderà la festa domenica 29 luglio.
VIAGGIO A VINCI
Il borgo di Vinci (circa 40 chilometri da Firenze), Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, è situato nella zona settentrionale della Toscana, sulle pendici del Montalbano, incantevole massiccio collinare ricco di vigneti e oliveti e di terrazzamenti sorretti da caratteristici muri a secco.
A Vinci tutto parla del Genio: la casa dove nacque, la chiesa dove fu battezzato, gli istituti museali che operano per la ricerca e la divulgazione dell’eredità culturale di Leonardo da Vinci. Bizzarra la vita di Leonardo. Nacque il 15 Aprile del 1452 nel borgo di campagna di Archiano e trascorse a Vinci gli anni della sua fanciullezza. Figlio illegittimo di un nobile che conduceva affari a Firenze e della servetta di turno. Il bambino nacque, il nobile lo riconobbe come suo, tuttavia non poté farlo crescere come se fosse un figlio legittimo, pertanto lo lasciò in campagna con la madre, nei primi anni della sua esistenza, pur assicurandogli il necessario per vivere, per crescere e per istruirsi. Le colline del Montalbano ancora oggi sono chiamate Colline di Leonardo.
La parte più antica di Vinci presenta una pianta a forma di mandorla, insolita in questa zona della Toscana. Vista dall’alto, fa pensare a un’imbarcazione a due alberi (dove i due alberi sarebbero il campanile della chiesa di Santa Croce e la torre della Rocca dei Conti Guidi (Signori che dominarono Vinci fino al 12 agosto 1254, quando Vinci fu sottomesso a Firenze e trasformato in Comune).
La primitiva costruzione del Castello, tutt’ora presenza dominante a Vinci, risale all’Alto Medioevo. Al suo interno sono oggi conservati stemmi affrescati e scolpiti e la splendida ceramica Madonna col Bambino di Giovanni Della Robbia. Dalla terrazza del maniero si ammira lo scenario suggestivo del paesaggio toscano, ancora molto simile a quello che Leonardo raffigurò nei suoi celebri disegni di paesaggio. Dopo numerose vicissitudini e modifiche della struttura originaria, il Castello tornò di proprietà del Comune di Vinci nel 1919 ed è oggi una delle due sedi del Museo Leonardiano. L’idea di dedicare a Leonardo un museo nella sua città natale nacque nel 1919 durante le celebrazioni per il quarto centenario della morte, quando il Castello dei Conti Guidi fu donato al Comune di Vinci, ma fu solo dopo i restauri dell’edificio (1939-1942) e grazie alla donazione da parte di IBM di un’intera serie di modelli ricostruiti sulla base dei disegni leonardiani, che il Museo di Leonardo aprì al pubblico, il 15 aprile 1953. Allora il Museo Vinciano occupava solo quattro sale del Castello, condividendo gli spazi con la Biblioteca Leonardiana e fu solo a partire dal 1986 che, dopo una significativa ristrutturazione, assunse definitivamente il titolo di Leonardiano.
Si tratta di un delle raccolte più ampie e originali di macchine e strumenti, dedicata a Leonardo tecnologo e ingegnere, e più in generale alla storia della tecnica nel Rinascimento. Oltre 60 modelli di macchine leonardesche, ognuno dei quali presentato con precisi riferimenti ai disegni e alle annotazioni manoscritte dell’artista, accompagnati da animazioni digitali, testimoniano la vastità dei suoi interessi. Macchine militari e strumenti di uso scientifico, tra cui il modello funzionante, in scala 1:2, della gru realizzata per il completamento della cuspide della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, macchine in scala reale per il movimento nell’aria, nell’acqua e sulla terra, tra cui il carro automotore o “automobile” di Leonardo. Nella piazza panoramica retrostante l’ingresso al museo è collocata la scultura lignea di Mario Ceroli – L’Uomo di Vinci, del 1987 – che interpreta e visualizza l’immagine dell’Uomo vitruviano di Leonardo. Al genio di Leonardo è dedicato anche il monumento equestre in bronzo realizzato da Nina Akamu (2001), situato nella centrale piazza della Libertà.
Appartenente allo stesso complesso dell’antico Castello dei Conti Guidi, la chiesa parrocchiale di Santa Croce è ricca di memorie di interesse per la storia locale. Di origine romanica, restaurata più volte nel corso dei secoli, non conserva più la struttura originaria, difatti i lavori in stile neo-rinascimentale eseguiti negli anni 1925-1935 le hanno conferito l’aspetto attuale. Il battistero ricavato nei locali dell’oratorio della Compagnia del Corpus Domini, fu inaugurato il 15 aprile 1952 durante le celebrazione per i 500 anni dalla nascita di Leonardo da Vinci. Al centro del vano ottagonale, progetto di Ugo Giulio Arata, è conservato l’antico fonte battesimale, in cui si ritiene che il 16 aprile 1452 il parroco Piero di Bartolomeo Cecci abbia battezzato Leonardo. Sulla parete destra troviamo una lapide in cui si ricordano sia il luogo che la data della nascita del Genio, tratte da un documento del nonno Ser Antonio da Vinci. In Piazza Guidi, riconfigurata nel 2006 con un intervento d’arte contemporanea ideato da Mimmo Paladino, si affaccia l’ingresso alla Palazzina Uzielli che, dal 2004 ospita il secondo percorso espositivo dedicato a Leonardo, con le nuove sezioni dedicate alle macchine da cantiere, alla tecnologia tessile e agli orologi meccanici.
La prima sala documenta le rielaborazioni leonardiane sulla base dei progetti di Filippo Brunelleschi per la costruzione della cupola del Duomo di Firenze. Il giovane Leonardo, apprendista presso la Bottega del Verrocchio, rimase profondamente impressionato dalla complessità delle macchine di quel cantiere nel quale poté assistere alle fasi di fusione e installazione della grande sfera di rame posta sulla lanterna della cupola. La sala della tecnologia tessile documenta l’interesse di Leonardo per il ciclo produttivo dei tessuti e presenta i suoi ambizioni progetti per giungere all’automazione del ciclo manifatturiero. La passione del Vinciano per i meccanismi è testimoniata anche nella sala degli orologi meccanici che presenta i modelli di strumenti per la misurazione. All’interno della Palazzina Uzielli si trovano anche le sale per esposizioni temporanee ed un’ampia sala didattica per i percorsi didattici proposti dal museo.
Vistando il borgo di Vinci non possiamo trascurare la Biblioteca Leonardiana (via Giorgio La Pira), centro di documentazione di livello internazionale e ideatrice, insieme all’Università di Firenze, del portale www.leonardodigitale.com dove consultare gratuitamente tutti i manoscritti di Leonardo. La Biblioteca ospita il facsimile di tutti i manoscritti e disegni di Leonardo da Vinci, oltre a tutte le opere letterarie dello stesso. Venne inaugurata ufficialmente nel 1928, ma la sua origine risale al 1883, anno dell’elezione a sindaco di Roberto Martelli, che nella sua amministrazione ha prestato grande attenzione alla valorizzazione culturale di Vinci.
A soli 3 chilometri da Vinci possiamo visitare la Casa natale di Leonardo in località Anchiano, immersa nella campagna toscana, tipica dimora rurale del contado toscano, storicamente compatibile con la nascita del maestro.
Si presume che presso questa casa Leonardo tornasse a trovare i fratelli nei primi anni del Cinquecento, quando si dedicava a studi e progetti nei dintorni di Vinci. Si tratta di una costruzione in pietra, che i restauri hanno restituito alla sua estrema semplicità. Lo stesso vale per gli ambienti interni, che hanno conservato gli elementi essenziali dell’arredo originario, come il camino e l’acquaio. Il primo motivo d’interesse della visita è di carattere ambientale perché la casa sorge sullo sfondo di uno scenario rurale rimasto inalterato nei secoli. Questa circostanza ha suggerito l’allestimento al suo interno di una mostra didattica che comprende riproduzioni di studi leonardeschi dedicati alla campagna toscana; tra questi spicca una mappa del Valdarno, nella quale è immediato riconoscere le fattezze del paesaggio tra Firenze e il Montalbano. Sempre non distante da Vinci, all’incrocio fra le strade per Empoli e Cerreto Guidi troviamo il Santuario della Santissima Annunziata che conserva il pregevole dipinto con l’Annunciazione del pistoiese Fra’ Paolino, databile intorno al 1525.
MONTALBANO, “LE COLLINE DI LEONARDO”
Oltre ai luoghi leonardiani Vinci e dintorni offrono al visitatore la bellezza di una campagna suggestiva e ospitale, fra cui i sentieri escursionistici delle colline del Montalbano in cui Leonardo trasse ispirazione per i suoi studi e progetti. Territorio candidato al riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, l’area del Montalbano si estende per 16.000 ettari. Il paesaggio dominante è quello collinare, con la vite coltivata in pianura o in alcuni terrazzamenti, olivi diffusi sui pendii più alti e boschi di castagni, sulle sommità.
Lungo le colline del Montalbano (le cosiddette “Colline di Leonardo”) la strada sale e scende per boschi e tornanti, tra alberi in fiore e viste mozzafiato sulla vallata, l’area è particolarmente adatta per passeggiate ed escursioni che si possono effettuare su una estesa rete di percorsi pedonali e ciclabili che raggiungono località collinari immerse nel verde, siti archeologici, boschi antichissimi come il lecceto di Pietramarina. L’insediamento umano è caratterizzato da signorili ville padronali, eleganti fattorie e numerose case coloniche dislocate sui vari poderi. Lungo il percorso non si incontrano molti centri abitati. San Baronto merita una sosta. È una vera terrazza panoramica, e segna il punto lungo la via in cui si scollina per scendere nella valle di Pistoia e Prato. Sorge sul luogo di un antico convento e ha mantenuto nei secoli le caratteristiche dell’ospitalità: così oggi è una stazione turistica nel verde e nella quiete, e anche solo una sosta per una merenda vale la pena di farla, con i brigidini prodotti nella vicina Lamporecchio, o con la schiacciata farcita e un bicchiere di vino tipico di queste parti.
Lungo le colline del Montalbano si possono anche seguire percorsi eno-gastronomici come “La strada dell’olio e del vino del Montalbano”, un percorso che si snoda lungo la provinciale omonima che da Vinci giunge snodandosi tra le colline toscane fino su a Capraia e Limite, passando per Serravalle Pistoiese, Quarrata, Cerreto Guidi, Lamporecchio, Larciano e Monsummano Terme, che con le sue grotte, secondo Giuseppe Verdi, rappresenta l’ottava meraviglia del mondo.
La “Strada dell’olio e del vino del Montalbano e delle colline di Leonardo“, nasce grazie alla volontà degli otto comuni del comprensorio di salvaguardare e promuovere ambiente e prodotti, unificando nel territorio, produzioni agricole, arte e cultura. I vigneti di queste zone producono il pregiato Chianti Montalbano oltre ad altri vini di grande qualità come il Bianco dell’Empolese Doc, i Colli dell’Etruria Centrale Doc, il Cerreto Igt e, naturalmente, il Vin Santo.
Altro prodotto tipico di quest’area è l’Olio extra vergine di oliva, denominato appunto di Montalbano, considerato uno dei più pregiati al mondo, anch’esso garantito dal lavoro attento e scrupoloso degli agricoltori. A proposito di prodotti tipici in queste terre c’è solo l’indecisione della scelta. Oltre al pane di San Baronto si possono assaggiare i brigidini di Lamporecchio, friabili cialde prodotte con pochi semplici ingredienti: zucchero, farina, uova ed essenza (o semi) di anice; la minestra di farro, la pappa col pomodoro, la farinata di cavolo nero e la prelibata finocchiona, insaccato tipico toscano preparato con carne di maiale macinata, aromatizzata con semi di finocchio e bagnata con vino rosso. La cucina del Montalbano contempla i principali piatti della tradizione popolare toscana.