
Il Lido di Venezia
Il film francese “La mèlodie” di Richid Hami ha vinto l’edizione 2017 del “Premio Sfera 1932” assegnato dal Consorzio Venezia e il suo Lido e da Seguso Vetri d’Arte nell’ambito della 74.esima Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia al film più green della Mostra.

“Premio Sfera 1932”, realizzato da Seguso Vetri d’Arte
La sfera di cristallo consegnata durante la cerimonia di premiazione svoltasi al Grande Albergo Ausonia & Hungaria, al Lido di Venezia, è il riconoscimento conferito al film che più ha dimostrato di saper valorizzare la sostenibilità e promuovere il rispetto della natura e dell’ambiente, sensibilizzando al contempo il pubblico a intraprendere azioni concrete verso l’ecosostenibilità.
Il Consorzio Venezia e il suo Lido e Seguso Vetri d’Arte – Murano dal 1397, hanno istituito il Premio “Sfera 1932” con l’intento di premiare la pellicola che meglio sappia comunicare e con la maggior forza evocativa, la necessità di progettare il nostro futuro in modo sostenibile, rappresentando la necessità di orientare ogni scelta di sviluppo verso l’innalzamento della qualità della vita delle persone.
“Nello spirito del Premio “Sfera 1932” – hanno commentato all’unisono la presidente del Consorzio, Michela Cafarchia e Gianluca Seguso, presidente e CEO di Seguso Vetri d’Arte – “La mélodie” è la pellicola che nella nostra opinione rispecchia maggiormente le tematiche dello sviluppo e del miglioramento della qualità della vita delle persone”.

Lido, Grande Albergo Ausonia & Hungaria
“Abbiamo scelto questo film per il rigore con cui propone la creatività come straordinario fattore di socializzazione, di conquista della fiducia in se stessi e negli altri. Per l’armonia con cui mostra la positività del dialogo tra culture e generazioni diverse. Per la vitalità con cui racconta le peripezie dell’apprendimento musicale in una multietnica e problematica scuola media parigina. Per l’adesione a un umanesimo profondo e antiretorico, capace di rilanciare produttivamente le sfide della contemporaneità”. La motivazione della scelta è stata data dalla giuria, composta dal Presidente Luca Zambelli, Managing Director Galentis S.r.l., Anita Trivelli, professoressa di Storia e critica del cinema presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, Silvio Grasselli, docente per il Master di alta formazione sull’immagine contemporanea presso la Fondazione Fotografia di Modena. Questi gli altri film che concorrevano al Premio Sfera 1932: “Downsizing” di Alexander Payne (USA), “La villa” di Robert Guédiguian (Francia), “Human Flow” di Ai Weiwei (Germania, USA), “Lean on Pete” di Andrew Haigh (Gran Bretagna), “Ex Libris” di Frederick Wiseman (USA) e “La vita in comune” di Edoardo Winspeare (Italia).
“Rilanciare il turismo di qualità al Lido di Venezia nel segno della cultura e della sostenibilità ambientale – spiega la Presidente, Michela Cafarchia – è l’obiettivo principale del Consorzio. La scelta di creare questo premio rispecchia l’impegno profuso dagli imprenditori del Lido di Venezia per il progetto Green Lido, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”.

Lido, Grande Albergo Ausonia & Hungaria
Con questa iniziativa il Consorzio Venezia ed il suo Lido vuole rinnovare, anche in occasione della più autorevole rassegna di arte cinematografica, il proprio impegno per uno sviluppo dell’Isola all’insegna della sostenibilità e del recupero e della valorizzazione delle straordinarie risorse naturali, storiche ed artistiche del Lido: proprio sul tema del take care si sta sviluppando – in collaborazione con Confindustria, Pro Loco del Lido e Pellestrina ed altre associazioni ed organizzazioni – il progetto Green Lido, un piano di rilancio turistico, ma anche residenziale dell’Isola, attraverso la esaltazione delle straordinarie risorse di un territorio assolutamente unico, attivando il coordinamento delle attività sportive e la promozione di percorsi di benessere e remise en forme.
Il Premio “Sfera 1932” è un’opera in cristallo ideata e creata da “Seguso Vetri d’Arte – Murano dal 1397” che rappresenta la sapienza secolare e il valore dell’arte muranese. Realizzata in cristallo con lavorazione a ballotton e base acquamare, l’opera s’ispira a un prezioso modello dell’Archivio Storico Seguso, più precisamente al globo in vetro creato da Flavio Poli per la realizzazione dei lampioni del Gran Viale del Lido di Venezia che ancora oggi si possono ammirare.

Il Lido, spartiacque tra la città e il mare aperto
“Sono onorato che anche quest’anno Seguso Vetri d’Arte si trovi unita al Consorzio Venezia e il suo Lido per il Premio “Sfera 1932″- afferma Gianluca Seguso, Presidente e CEO di Seguso Vetri d’Arte – per noi la cultura della sostenibilità è uno dei quattro pilastri portanti, assieme a integrità, maestria e bellezza. Così, partendo dal passato, abbiamo voluto dare un segno per il futuro: riprendendo il disegno e il concetto dei lampioni che Seguso Vetri d’Arte fece per il Gran Viale del Lido negli anni d’oro e trasformandolo in un premio da consegnare a chi, meglio di noi, ha saputo trasmettere il senso di rispetto per la natura e per l’ambiente come semi di miglioramento culturale”.
VIAGGIO AL LIDO DI VENEZIA
Il Lido di Venezia affascina per i suoi scorci meno frequentati, per i suoi giardini e le ville immerse nella natura oltre che per le sue spiagge il cui fondale marino, dolcemente digradante, permette anche ai bambini più piccoli di bagnarsi in tutta tranquillità, grazie alla protezione delle due dighe di S. Nicolò e degli Alberoni e delle innumerevoli dighe che partono dalla riva di fronte ad ogni stabilimento balneare.

Lido, Hotel Excelsior
La leggenda vuole che il primo ad invaghirsi del Lido sia stato il poeta e politico inglese George Byron, che percorreva al galoppo le spiagge deserte dell’isola, fino ad arrivare davanti alla chiesa di San Nicolò, tuffarsi nel bacino e tornare a Venezia a nuoto.
La sottile isola, che si allunga tra mar Adriatico e laguna veneta, rappresenta un vero e proprio “spartiacque” tra la città e il mare aperto. Con il suo litorale basso e sabbioso, il Lido si estende per circa 11 chilometri e seduce i turisti con il suo ritmo lento e le sue incantevoli architetture. Perfettamente collegato al centro di Venezia grazie ai tradizionali vaporetti, è l’unica isola lagunare carrozzabile: i turisti possono raggiungerlo, infatti, anche in automobile, grazie a pratici ferry che partono dal Tronchetto. La motonave lo collega anche a Punta Sabbioni. La maggior parte dei visitatori, tuttavia, preferisce esplorare l’isola in bicicletta. In questo modo è possibile spostarsi agevolmente tra Lido – il centro principale dove si concentrano le strutture ricettive – Malamocco, colorato borgo di pescatori, e Alberoni, bocca di porto caratterizzata da alte dune sabbiose inserita in un’oasi protetta dal WWF.

Lido, Hotel Des Bains
Per chi visita il Lido, sicuramente da non perdere sono l’abbazia di San Nicolò, risalente al X secolo e dove riposa una parte dei resti del santo protettore dei naviganti, le imponenti architetture Liberty degli hotel di inizio Novecento che si affacciano sul lungomare Marconi e la vicina riserva di Cà Roman, paradiso dei birdwatcher. Suggestivi gli hotel in stile Liberty come l’Hotel Des Bains, attualmente dismesso (il più antico e con ospiti illustri come Thomas Mann, che vi ambientò il suo “Morte a Venezia”) o l’Hotel Excelsior che abbina al gusto tipicamente neoclassico le forti influenze orientali tipiche di Venezia.

Lido, un’immagine storica dell’imbarcadeo
Oggi rappresenta la meta preferita di registi ed attori durante la Mostra del Cinema, che si tiene nell’omonimo palazzo. Da visitare anche il cimitero israelitico che è stato restaurato nel 1999 con il recupero e la catalogazione di più di mille lapidi databili tra il 1550 e il primo Settecento. Utilizzato senza interruzioni dal 1386 alla metà del 1600, il cimitero dei cittadini veneziani di religione ebraica, cominciò un lento, ma costante, ridimensionamento dopo il 1641. In quell’anno venne ampliato al Lido il sistema di fortificazione per difendere la Città dai Turchi.
In seguito, la caduta della Repubblica veneziana, le occupazioni straniere e gli agenti atmosferici, portarono alla scomparsa di molti monumenti e al degrado del cimitero ebraico, fino a che venne definitivamente abbandonato dopo il promulgamento delle leggi razziali del 1938.
Hotel, residence, B&B, ma anche dimore storiche danno vita ad una variegata offerta per il turista che desidera soggiornare sull’isola, dove è inoltre possibile praticare sport come il golf, il tennis e l’equitazione.

Lido, il faro
Il Lido di Venezia, ritrovo del bel mondo degli anni Venti, mantiene nonostante tutto la sua atmosfera elegante e un po’ blasée: non offre le sterminate distese di ombrelloni, ma capanne singole e indipendenti, che permettono di trascorrere giornate di mare tranquille e serene, senza affanni del “posto” macchina o del “posto” sdraio. Non mancano comunque anche aree di spiaggia libera come le dune sabbiose di San Nicolò e degli Alberoni, gli scogli dei Murazzi settecenteschi (opera di difesa dal mare) e la spiaggia del Bluemoon strategicamente vicina alla fermata del vaporetto di Santa Maria Elisabetta, spesso però affollata di turisti anche perché attrezzata con docce bagni. La spiaggia degli Alberoni fa invece parte di un’oasi protetta dal WWF molto suggestiva per la sua ampiezza e per il suo carattere semi selvaggio, con alte dune e alle spalle una pineta di circa 30 ettari, ideale habitat per diversi uccelli marini tra cui i rari gruccioni e fratini, oltre ai più comuni garzette e gabbiani.

Liberty al Lido, Villa Erinna
L’architettura del Lido è tipicamente settecentesca mentre nella piazza che ospita l’ex Casinò i palazzi sono in classico stile Liberty. La vicenda della costruzione del Casinò di Venezia era cominciata il 16 luglio 1936 con un primo Regio Decreto che aveva concesso a Venezia i benefici accordati, nel 1927, al Comune di Sanremo.
Era previsto che gli introiti derivanti dal Casinò sarebbero serviti per restaurare la città. Fu concesso, quindi, di avere una sede estiva al Lido e una invernale in un grande palazzo cittadino.
Al Lido venne scelta una zona vicina al bellissimo Hotel Excelsior su un ex forte austriaco che, opportunamente demolito, permetteva l’utilizzo delle proprie fondazioni e buona parte della muratura per la nuova casa da gioco. Il Casinò del Lido, realizzato in soli 8 mesi, venne inaugurato il 30 giugno 1938 e fu l’ultima delle grandi inaugurazioni veneziane del ventennio fascista. Gli interni monumentali del nuovo palazzo furono particolarmente valorizzati dall’uso dei marmi chiari più belli d’Italia, specchi, vetri e maestosi lampadari, che sottolineavano la luminosità voluta con l’apertura di grandi finestre. L’edificio venne dotato di un salone delle feste, un palcoscenico meccanico, il quale “…installato al centro della sala…costituiva una particolare novità tecnica essendo il primo in tale genere costruito in Italia”. Questo ricco Palazzo del Lido funzionò come Casinò solo una cinquantina d’anni, dopo essere stato dotato di impianti di riscaldamento, condizionamento e di sicurezza, alla fine degli anni Novanta venne chiuso per la creazione in terraferma del nuovo Casinò di Ca’ Noghera.

Lido, Tempio votivo della Pace
Attualmente viene riaperto solo in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e concesso in uso, per quei giorni, alla Società di Cultura “La Biennale di Venezia“.
L’isola nell’isola, Malamocco è separata dal Lido (della cui municipalità fa parte) da uno stretto canale. Erede dell’antica Metamaucum romana, epoca in cui rappresentava il porto di Padova (a cui era collegata dalla foce del Brenta), fu il primo nucleo storico di Venezia e ancora oggi da il suo nome alla bocca di porto più a sud (nei pressi degli Alberoni), principale punto di accesso alla Laguna Veneta per i mercantili. Fu capitale del Ducato di Venezia fino al IX secolo, quando cominciò il suo declino soprattutto a causa della costante opera di erosione del mare e si decise di spostare il governo della città a Rialto su terre più protette. In quello che fu il primo palazzo del Podestà, oggi è ospitata un’esposizione permanente di reperti archeologici. Una piccola Venezia lontano dalla folla, con calli, antiche casette colorate e un porticciolo, dove il tempo pare essersi fermato.

Malamocco
Ogni angolo, ogni pietra qui racconta una storia, legata soprattutto alla saga della famiglia Alberti. Di origine fiorentina e banchieri della Serenissima, abitarono per secoli le due residenze nobiliari che oggi ospitano il Relais Alberti (Cà Alberti e Cà del Borgo), prima di partire per il Nuovo Mondo in fuga dalla grande pestilenza che colpì Venezia nel Seicento. Pietro Alberti fu il primo colono italiano a trasferirsi in quella che oggi è New York, dove il 2 giugno si celebra ogni anno l’Alberti Day.
Una curiosità riguarda la trattoria “Da Scarso” amata da Hugo Pratt. Il papà di Corto Maltese quando era a Venezia abitava poco lontano e la ritrasse anche in un fumetto: “L’Angelo della finestra d’Oriente”. Scomparso nel 1995, Malamocco gli ha intitolato la biblioteca comunale nel 2013.
Notizie estrapolate dai siti:
http://www.touringclub.it/itinerari-e-weekend/che-cosa-vedere-al-lido-di-venezia; http://www.algiardinovenezia.it/ita_venezia_spiaggia_lido.htm; http://www.veneziaunica.it/it/content/le-spiagge; http://www.veneto.eu/dove-andare-dettaglio?path=/DoveAndare/VeneziaLaguna/Lido&lang=it; http://www.settemuse.it/viaggi_italia_veneto/venezia_guida_isole_lido.htm; http://www.minube.it/cosa-vedere/italia/veneto/lido_di_venezia

Malamocco, Ca’ del Borgo