Una mostra mercato frutticola, gastronomica e commerciale con oltre 200 stand commerciali e centinaia di bancarelle, bande musicali, degustazioni, spettacoli, mostre artistiche e di moto d’epoca, presentazioni di libri ed eventi sportivi. Tutto questo è “TUTTOMELE“, in programma dal 4 al 12 novembre a Cavour, in Piemonte, una manifestazione che presenta e vende le migliori qualità di mele dei produttori dei 10 Comuni del CIFOP (Centro Incremento Frutticoltura Ovest Piemonte).
Incredibili sono le qualità e le quantità di mele che vengono esposte (e vendute) durante la festa. A vederle dall’alto, per la varietà dei colori assomigliano a festosi coriandoli. I commercianti del luogo allestiscono inoltre i loro negozi e botteghe, partecipando al concorso di “La mela in vetrina! Qui il programma completo dell’evento: “TUTTOMELE“. Una curiosità: “TUTTOMELE” nel 2012 è stata oggetto di una tesi di laurea dell’Università degli studi di Torino, facoltà di Lingue e Letterature Straniere, corso di laurea in Scienze del Turismo, tesi volta alla promozione turistico-culturale del territorio di Cavour.
“TuttoMele, sulla strada delle mele” E’ il tema della 38^ edizione della manifestazione autunnale di livello regionale che dal 1980 richiama a Cavour moltissimi visitatori. Grazie al partenariato con la Regione Piemonte, l’evento sarà l’occasione per il rilancio della “Strada delle Mele Pinerolese“, quindi dal manifesto, agli eventi in programma tutto sarà focalizzato su questo percorso. Nel 2009, per volontà di quindici amministrazioni locali, con il sostegno di Provincia di Torino e Atl, è stata inaugurata la “Strada delle Mele Pinerolese”, circuito ad anello di 63 chilometri, che si snoda attraverso 15 comuni della pianura e della collina pinerolese, toccando un centinaio di aziende frutticole ricadenti nel consorzio Pinfruit, la frutta del pinerolese. Il road book Esterbauer inserisce il percorso tra “Le più belle escursioni attraverso il paradiso dei gourmet“.
“La Strada delle Mele Pinerolese”, che attraversa i territori frutticoli di uno dei distretti agricoli più fertili e affascinanti del Piemonte, interseca sul territorio due tra i primi esempi di riqualificazione di ex sedimi ferroviari in piste ciclabili pure: la via delle Risorgive, tracciato di 20 chilometri da Moretta ad Airasca e la via della Pietra di Luserna, tracciato di 12 chilometri da Bricherasio a Barge.
Entrambi i percorsi sono in via di ultimazione e i primi tratti già realizzati sono oggi punto di riferimento per il cicloturismo locale e turistico. Il progetto “Le quattro abbazie”, di potenziale respiro culturale europeo, sostiene la promozione culturale e turistica di un percorso di valorizzazione delle abbazie di Cavour, Staffarda (Revello), Abbadia Alpina (Pinerolo) e Monte Bracco (Barge). I Comuni ora convenzionati sono: Bricherasio, Cavour, Frossasco, Luserna San Giovanni, Macello, Pinerolo, San Secondo, Bibiana, Campiglione Fenile, Cumiana, Garzigliana, Lusernetta, Osasco, Prarostino.
La “Strada delle Mele Pinerolese” si snoda, per oltre il 90 per cento del percorso, su strade a basso flusso di traffico: strade prevalentemente di campagna o di collina, già individuate e collaudate dai progetti precedenti (Marca Pinerolese, ciclopiste della pianura Pinerolese). E’ quindi percorribile in tutta sicurezza. Il completamento del recupero dell’ex ferrovia Bricherasio Barge permetterà inoltre la realizzazione di 12 chilometri di strada riservata alle sole biciclette. Già ideata come un percorso tematico, per la valorizzazione delle eccellenze locali (frutta, carne, gastronomia), “La Strada delle Mele Pinerolese” è stata oggetto, così come i percorsi della Marca Pinerolese, di investimenti per la posa della segnaletica verticale. Oggi almeno l’80 per cento del percorso risulta già provvisto di segnaletica. Questo percorso cicloturistico è percorribile anche a cavallo, al trotto o al galoppo, lungo gli sterrati o sotto le macchie di bosco, affiancando i frutteti e guadando il torrente Chisone, su un itinerario avventuroso e piacevole. Ulteriori informazione al sito internet www.stradadellemelepinerolese.it contenente indicazioni e tragitti. E’ disponibile anche una app dedicata (Strada delle Mele Pinerolese) per Android e Ios-Iphone.
VIAGGIO A CAVOUR
La cittadina di Cavour, una delle più antiche terre del Piemonte, è situata all’inizio della valle Po, non lontana dalla sorgente del fiume, e si trova proprio sul confine tra la Città Metropolitana di Torino e quella di Cuneo. Di vocazione prevalentemente agricola, vanta una tradizione gastronomica che si è già distinta negli anni cinquanta con i famosi “pranzi dei grassoni” (attualmente rilanciati a livello internazionale) e che oggi si è affinata con accostamenti di altre tipicità locali come le mele, le carni Doc, i salumi, grazie anche ai numerosi ristoranti e alle aziende agrituristiche presenti sul territorio.
La sua caratteristica principale è quella di essere ai piedi di una singolarissima montagna in miniatura, che sembra spuntare dal nulla, la Rocca, una punta alpina emergente per circa 162 metri dai depositi alluvionali della pianura Padana. La sua conformazione rocciosa risale al Carbonifero (345/280 milioni di anni fa). La Rocca, accorpata al tratto cuneese del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, è tutelata come Riserva Naturale Speciale per le sue caratteristiche archeologiche, storiche e naturalistiche, tra cui diverse incisioni rupestri, una pittura policroma risalente al post-paleolitico, ruderi e resti di fortificazioni medievali, una flora che comprende oltre 450 specie (alcune inconsuete a tali quote) e infine una fauna dove riveste particolare rilevanza l’aspetto ornitologico. Sul punto di altezza massima della Rocca (462 metri), da cui gode un incomparabile panorama a 360 gradi, si trovano diversi ruderi del Castello Superiore (secolo XI) ed il Pilone della Vetta, alto 15 metri, costruito nel 1931, dove sono custoditi i resti dei caduti nell’eccidio compiuto a Cavour dall’esercito guidato dal francese Nicolas Catinat del 1690.
Il 18 settembre 1955 sotto l’arcata del Pilone fu installata una grande statua della “Madonna della Medaglia Miracolosa” in marmo di Carrara, opera dello scultore Paolo Sanguinetti. che completa uno dei più belli e suggestivi angoli di Cavour.
Cavour ha una storia antica che vede le sue origini in epoca pre-romana quando venne fondata dalla popolazione celtica dei Caburni da cui forse proviene l’etimologia del nome della città, e numerose scoperte archeologiche nel territorio testimoniano questo importante periodo storico: tombe ad inumazione ed incinerazione, necropoli con arredi funebri, vasellame, tratti di acquedotto, fondamenta di siti abitativi, frammenti di ceramica e laterizio, lapidi ascritte. L’epoca romana ha lasciato i suoi segni sulla città, con il suo reticolo di vie perpendicolari tipico dell’urbanistica di quell’epoca. Cavour, cittadina molto suggestiva, ricca di storia conserva le testimonianze di tutto il suo grande patrimonio storico e la memoria di molti personaggi illustri che in diversi modi sono legati al suo sviluppo e al suo prestigio.
Camillo Benso, grande statista, è originario di questa terra dove inoltre visse e morì Giovanni Giolitti, più volte presidente del consiglio italiano. Il carattere piemontese contraddistingue Cavour in modo evidente; la pavimentazione curata, le ampie piazze e gli edifici storici sempre coperti dai caratteristici tetti in losa (pietra di Luserna).
Già nella centralissima Piazza Sforzini, dedicata al partigiano Alfredo Sforzini M.O. al Valore Militare, lì impiccato dai Tedeschi il 21 dicembre 1943, si può ammirare il Palazzo Comunale, settecentesco, sulla cui facciata sono collocati i busti di Giovanni Giolitti e del Conte Camillo Benso, inaugurati nel 1952 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Le epigrafi furono dettate da Benedetto Croce. Di fronte, il Palazzo dei Conti Bottiglia di Savoulx, edificio a destinazione residenziale di carattere signorile antecedente al 1750. Al centro della piazza il Monumento ai caduti inaugurato nel 1920.
L’Ala Comunale (tettoia per il mercato) risale al 1583. Sulla facciata un affresco settecentesco raffigurante S. Lorenzo, patrono del paese; sotto il porticato, nella parte anteriore, l’antica lapide con iscrizione in latino dedicata a Bernardino II, l’ultimo della stirpe dei Signori di Racconigi che governarono Cavour dal 1433 al 1605. Da vedere anche la “pietra della raggione” (detta anche “pietra della vergogna”) dove si facevano gli incanti, le deliberazioni della Comunità, le vendite pubbliche.
La visita al centro storico continua verso Piazza S. Lorenzo. Qui si trova la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, chiesa a tre navate costruita su precedente edificio sacro del XVI secolo (la Cappella della Concezione) e consacrata nel 1874 a S. Lorenzo Martire. Da vedere il prezioso soffitto a cassettoni con rosoni in legno dorato, eseguito, come il bel campanile, su progetto dell’Ing.Arch. Amedeo Peyron nella seconda metà dell’Ottocento. Vi si possono anche ammirare dipinti di Defendente Ferrari, del Morgari, del Buccinelli, oltre a diversi bellissimi stucchi opera degli scultori Brilla e Sassi.
Nel battistero, racchiuso da una cancellata di rara bellezza, un prezioso fonte battesimale del XVI secolo con l’arma dei Signori di Racconigi.
Sulla Casa-forte degli Acaja-Racconigi, costruita intorno al 1545 da Claudio di Racconigi, una lapide ricorda la storica “pace di Cavour” lì sottoscritta – un trattato di oltre 20 capitoli con cui il Duca Emanuele Filiberto di Savoia riconosceva l’esistenza dei Valdesi stabilendo i confini del territorio entro il quale avrebbero potuto abitare e predicare: primo esempio di tolleranza religiosa nell’Europa moderna.
La fontana “romana” è stata costruita nel 1829 sul luogo dove si pensa esistesse una piscina o un bagno romano, fatto testimoniato dal ritrovamento della cosidetta “lapide di Attia” sacerdotessa della dea Drusilla (1° sec. d.C.), attualmente custodita dalla Sovraintendenza di Torino. La scritta attuale sulla fontana è dell’insigne latinista Carlo Boucheron.
Proseguendo a lato del campanile ottocentesco della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Martire, su cui spicca dal 1986 un mosaico di fattura fiorentina raffigurante la Madonna Consolata, si può procedere alla visita della Rocca salendo la cosiddetta Scala Santa. Alla nostra sinistra troviamo Villa Giolitti, parte integrante della Riserva Naturale della Rocca, residenza estiva dello statista già appartenuta agli zii Plochiù. La Villa è stata ampliata e abbellita con affreschi all’inizio ‘900. Tutt’intorno castagni, betulle, querce secolari, e un maestoso cedro del Libano, messo a dimora dallo statista in occasione della nascita della figlia Enrichetta (1874).
Fuori dal centro abitato si trova l’Abbazia di Santa Maria (XI secolo). E’ questo il territorio della probabile ubicazione del Forum Vibii, il Municipium romano già menzionato da Plinio nella “Naturalis Historia“: tutt’intorno grandi e piccoli ritrovamenti archeologici testimoniano la sua esistenza, a partire dalle necropoli, dalle fondamenta abitative, dal materiale laterizio scoperto e dai numerosi frammenti di iscrizioni di epoca augustea. Partendo dal centro storico di Cavour (Piazza Sforzini), è possibile raggiungere a piedi l’Abbazia in circa 20 minuti.
Questo luogo di culto fu fondato ex-novo dal Vescovo di Torino Landolfo nel 1037 nello stesso punto ove sorgeva un edificio religioso risalente all’VIII secolo, forse distrutto dai Saraceni di Frassinetto prima dell’anno 1000. L’Abbazia visse secoli di gloria, governata da oltre 40 abati, soprattutto benedettini, e contribuì anche alla crescita della città di Cavour. Alle soglie del 1300 iniziò una lenta decadenza, culminata con la distruzione da parte dei Francesi di Lesdiguieres, nel 1592.
La ricostruzione nel 1728 seguì i canoni barocchi e comportò una notevole riduzione dell’edificio rispetto all’originale. Nonostante sia stata più volte danneggiata, è possibile ancora oggi riscoprirvi (al di là del restauro barocco e di quello più recente del 1964) ciò che rimane dell’opera Landolfiana: i diversi livelli delle pavimentazioni, i pilastri ottagonali, la stupenda cripta con l’altare più antico del Piemonte e, soprattutto, il prezioso materiale di reimpiego di epoca antecedente che testimonia la piccola struttura preesistente, probabilmente un antico tempio pagano. Dopo decenni di abbandono oggi l’Abbazia rappresenta una splendida testimonianza di recupero artistico e funzionale di un edifico che è parte fondamentale del patrimonio storico e monumentale di Cavour. L’ex monastero benedettino, che completava il complesso abbaziale è stato ristrutturato a partire del 1978, ed oggi ospita un salone conferenze, la sede dell’associazione che gestisce l’Abbazia, spazi espositivi e, nei locali dell’ex tinaggio (si sono rinvenute murature e selciati di antica epoca romana), la sede del Museo Archeologico di Caburrum.
Il museo Caburrum presenta i reperti archeologici recuperati nel corso di rinvenimenti casuali ed indagini mirate nel territorio di Cavour e illustra i diversi aspetti dell’occupazione umana, preistorica e storica della Rocca e della piana circostante. Il percorso si articola in varie sezioni, dalla preistoria all’alto Medioevo e costituisce una tappa della visita alla Riserva Naturale Speciale della Rocca di Cavour: vi sono ospitati numerosi oggetti, in gran parte provenienti da corredi tombali, ma anche da strutture insediative recentemente esplorate nell’ambito extra urbano, ed un ampio lapidarium, comprendente iscrizioni a carattere pubblico e privato dall’età romana all’alto medioevo. (I – VI / VII sec d.C.). Il Museo stesso sorge sul sito dell’antica città, come ha mostrato il rinvenimento di strutture, presentate al pubblico in occasione della ristrutturazione dell’edificio. Sussidi didattici accompagnano il visitatore nella ricostruzione delle vicende storiche e nella presentazione delle testimonianze materiali che documentano periodi più antichi di questo territorio, posto a cerniera tra le valli alpine e la pianura, lungo percorsi da sempre sfruttati per i commerci e l’approvvigionamento di materie prime tra le Gallie ed Augusta Taurinorum.
Un altro interessante museo di Cavour si trova all’interno dell’antica chiesa della confraternita del S.S. Nome di Gesù e Maria. Inaugurato nel 1998, il Museo “Arte Sacra Parrocchiale” mira a testimoniare l’amore antico del popolo cavourese per la Liturgia ed il Sacro. Vi sono raccolti: calici, candelabri, turiboli, ostensori, piviali, abiti delle Confraternite, lanterne professionali, pissidi, pianete, reliquiari riccamente scolpiti, paramenti preziosi. Quadri e statue provenienti dalle antiche case dei cavouresi completano l’esposizione.