Orte festeggia San Sebastiano

Contrada San Sebastiano, una delle sette contrade di Orte, borgo che sorge a 24 chilometri da Viterbo nel Lazio, ospiterà dal 26 al 28 maggio la dodicesima edizione “San Sebastiano in Festa“, evento organizzato in collaborazione con il Comune di Orte, l’associazione Culturale VeraMente Orte, l’Ente Ottava Medievale di Orte, la Proloco Orte e l’Istituto Omnicomprensivo Orte. Per tutti gli aggiornamenti sulla festa basta cliccare sulla pagina Facebook di Contrada San Sebastiano.

Sbandieratori a “San Sebastiano in Festa”

Dopo il successo della scorsa edizione, anche quest’anno la festa apre le porte alla primavera, ai profumi e ai colori dei fiori, fin’ora protagonisti indiscussi, e conferma tutta una serie di eventi turistici, culturali, storici, tradizionali, enogastronomici e musicali, per offrire al visitatore la possibilità di conoscere, scoprire e gustare l’unicità del borgo.
I visitatori avranno la possibilità di accedere ad un locale del 1700, recentemente restaurato, adibito a rimessa e mangiatoia per animali, singolare nel suo genere e raro esempio di tradizione contadina rimasto nel centro storico. Oltre a mangiare nelle tipica “Taverna della Civetta”, riscoprendo le antiche ricette della cucina locale, si avrà il piacere di assistere ad una disputa tra le migliori contradaiole nella preparazione del famoso carciofo dolce ortano, che da sempre incuriosisce per la sua originale realizzazione. Ogni contrada partecipante porterà la propria versione di questo dolce tipico ortano a forma di fiore e domenica 28 sarà proclamato il vincitore del palio con degustazione presso la piazzetta del Poggio.

Il famoso carciofo dolce ortano

Dalla suggestiva piazzetta del Poggio, con il suo ricco mercatino di arti e mestieri, il percorso che porta alla “Taverna della Civetta” attraverserà l’Arco de’Pajacci, dove sarà per l’occasione ospitata una galleria d’arte con le opere dei nostri pittori locali. Per tutta la durata dell’evento sarà inoltre possibile visitare gratuitamente la mostra “La Storia della Contrada San Sebastiano” che ripercorre nel tempo la vita della contrada, i costumi del corteo storico della Contrada San Sebastiano, oltre a documenti fotografici che raccontano la storia della Taverna e della Contrada. Tra gli appuntamenti di “San Sebastiano in Festa“, spettacoli di musici e sbandieratori, un’interessante conferenza dedicata alla cosmesi nel medioevo e le affascinanti visite guidate di Orte Sotterranea (partenza ogni 30 minuti), accompagnate da speciali degustazioni allestite nei cunicoli etruschi, dove si potranno assaporare i prodotti locali offerti e presentati dalle migliori aziende agricole delle campagne intorno ad Orte.

“San Sebastiano in Festa”

Sarà possibile acquistare un pacchetto turistico al prezzo di 20 euro che include la visita guidata del percorso Orte Sotterranea (pozzo di neve, cunicolo e stalla), l’aperitivo a base di prodotti e vini locali nella Stalla e la cena/pranzo nella “Taverna della Civetta”, con piatti tipici della cucina locale. Il pacchetto turistico sarà identico nei due giorni e potrà essere acquistato in piazza della Libertà o direttamente in Taverna in via Manin, 13. Per prenotazioni chiamare il numero +39 3387128331

VIAGGIO AD ORTE

Grazie alla sua posizione in cima ad un’alta rupe di origine tufacea, è possibile scorgere il borgo di Orte già da lontano. Centro della Valle del Tevere la cittadina appare circondata a Nord ed a Est da un’ansa del fiume Tevere e a Sud dal solco del suo affluente torrente Rio Paranza. Orte fu a lungo dominio Etrusco e grazie alla sua posizione strategica divenne un fiorente Municipio centro di numerosi scambi commerciali con la vicina Roma.

Orte sorge su una rupe tufacea

Il centro storico ha una struttura compatta a pianta ellittica, adattata alla forma del colle: le case periferiche si impiantano direttamente sul ciglio delle pareti a picco che appaiono perforate a varie altezze da antiche abitazioni scavate nella roccia tufacea.
Conosciuta dai più come nodo ferroviario e stradale, Orte riserva sempre una gradita sorpresa al turista che si allontana (di poco) dagli itinerari più comuni. La cittadina offre, anche al visitatore frettoloso, un centro storico ricco di memoria, che rivela ancora i lustri del passato e che conserva una notevole quantità di opere d’arte, in una cornice verde e suggestiva quale la media valle del Tevere, poco corrotta nonostante l’intenso pulsare di vita. Tutto questo non si trova ad Orte per caso. Una storia millenaria ha prodotto e custodito gelosamente un tale patrimonio.
Come già accennato, gli Etruschi l’hanno abitata dal VI secolo, lasciando nelle necropoli corredi ora conservati nei Musei Vaticani. Roma, che ha qui, nelle due battaglie del lago Vadimone (309 e 283 a. C.) lo scontro decisivo con gli Etruschi, la eleva a municipio agli inizi del I secolo a. C.

Orte all’alba

Il territorio è disseminato di ville e fattorie, che beneficiano del transito per Orte della Via Amerina (sotto l’Arco di Porticata) e dell’importante porto fluviale del Castellum Amerinum (Seripola), potenziato in età agustea. L’affermarsi del Cristianesimo, con l’elevazione a sede vescovile agli inizi del VII secolo e l’aggiunta di fortificazioni ad opera dei Bizantini, sono alcuni dei segni che si colgono, nell’Alto Medioevo, della crescita di Orte in ambito tiberino.
Dopo essere stata a lungo contesa dai Longobardi, per assicurarsi il controllo delle strade principali di collegamento tra Roma e Ravenna, Orte conosce un ulteriore sviluppo nella metà del IX secolo, con la fondazione di una seconda cattedrale (poi S. Maria Assunta) ed il potenziamento delle mura. Occupata dagli Arabi e riconquistata nel 914, intensifica nel X ed XI secolo il proprio controllo sul fiume, contendendone il primato ad Amelia, a Narni e all’abbazia di Farfa. Qui comincia il periodo più florido della città che accresce la sua superficie con lo sviluppo di borghi suburbani ed ingloba intorno al 1150 il ponte sul fiume. Nel 1330 conta 5.000 abitanti.

Rio Paranza, affluente del Tevere

I secoli che vanno fino al XV, non a caso, sono quelli che hanno lasciato ad Orte il maggior numero di opere d’arte. L’accentramento del potere pontificio, le lotte interne, le epidemie ne hanno ridotto nei secoli successivi l’estensione, con l’abbandono dei borghi, e affievolito le risorse; situazione aggravata dal crollo del ponte sul Tevere nel 1524 e dalla costruzione, alla fine del 500, di un nuovo ponte lungo la Via Flaminia (Ponte Felice) che ha privilegiato quest’ultimo percorso.
La recessione economica tra i secoli XVI e XVIII ha portato con se l’aumento del latifondo e della pastorizia e l’incremento dell’arte della lana, con l’ascesa sociale di alcune famiglie, che hanno lasciato importanti palazzi nel centro storico. Ciò nonostante Orte è rimasta una delle città principali del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, già nel 600 sede di Governatorato per un territorio esteso quanto quello Diocesano.
Piazza della Libertà, l’Antica “Platea Sancte Marie”, Piazza di Santa Maria, è da sempre cuore della città, luogo d’incontro tra la vita religiosa e quella civile. Resti archeologici testimoniano la presenza del foro in epoca romana.

Orte, Piazza della Libertà

Vi sfociano le sette strade provenienti dalle sette contrade cittadine; sul punto d’accesso le catene: al loro posto già nel 1400 avevano funzione di carattere giuridico.

Numerose le chiese custodite nel borgo: la chiesa di San Biagio, di origine romanica, appartenuta all’Ospedale romano di Santo Spirito in Saxia del quale si conserva il simbolo, la croce di Lorena, si presenta oggi elegante e particolare, nel 1754 un terribile incendio la distrusse lasciando intatte solo le mura perimetrali, fu successivamente ricostruita nel 1757. Particolarmente interessate visitare la navata centrale interna. Interessante anche la chiesa di Sant’Angelo di chiaro stile romanico con qualche richiamo al gotico. La chiesa ed ex Convento di Sant’Agostino è il risultato dell’accorpamento di tre edifici sacri sorti in epoche differenti: la chiesa di Santa Croce, l’oratorio di Sant’Egidio e la chiesa di Sant’Agostino. La presenza dei frati agostiniani dentro la città è documentata nel 1278.

Orte, la Cattedrale di Santa Maria Assunta

La Basilica Cattedrale di Orte, affacciata sulla piazza principale (Piazza della Libertà) è dedicata a Santa Maria Assunta. L’attuale cattedrale, costruita in sostituzione della precedente basilica medievale, di cui conserva l’impianto a tre navate, fu aperta al culto nel 1721 dal vescovo Giovanbattista Tenderini ma la facciata, come si presenta oggi, risale al 1901. La decorazione a stucchi è di un pregevole rococò, piuttosto sobrio ed elegante. Dietro l’altare maggiore, in marmi policromi, l’abside è animata da un coro ligneo, di buona fattura e dalla grande tela di Giuseppe Bottani “Regina Martirum e otto santi”. Il pavimento, originariamente in cotto, fu sostituito nella seconda metà del Novecento con marmo bianco di Carrara e fasce di bardiglio. Sotto l’altare maggiore sono conservate, in teca di vetro, le reliquie dei SS. Martiri, compatroni della città. Particolarmente pregevole è l’organo a canne, costruito nel 1721 da Domenico Densi (1691-1779), che riutilizzò parte del materiale fonico dello strumento preesistente costruito nel 1582 da Domenico Benvenuti.

Orte, chiesa di San Biagio

Un edificio interessante di Orte è la cosidetta “Casa di Giuda”. Ristrutturato radicalmente pochi anni or sono, ha conservato la tipica architettura del suo portico medievale, che si ritrova spesso in altri edifici del centro storico. Nel medioevo apparteneva ad un traditore della comunità, al quale vennero confiscati i beni. Di qui il nome.
Merita una visita il Museo Diocesano, infatti la raccolta, anche se costituita da un nucleo non vasto, presenta opere di notevole qualità ed interesse. Numerose le tavole a fondo oro dei secoli XII-XVI di scuola altolaziale, umbra e senese, tele, argenteria e paramenti sacri. D’eccezionale importanza il prezioso frammento di mosaico della “Madonna bizantina” (VIII secolo) proveniente dall’oratorio di Giovanni VII (705-707) nella basilica di San Pietro in Vaticano. Il museo ha sede presso la chiesa romanica di San Silvestro risalente all’XI secolo. È allestito invece nell’antica chiesa di Sant’Antonio, il Museo Comunale Civico Archeologico che custodisce ed espone i reperti rinvenuti negli scavi eseguiti ad Orte e nell’ambito del territorio comunale. È articolato in tre sezioni: Etrusca (dalla fine del VI agli inizi del III secolo a.c), Romana (dalla media Repubblica al tardo Impero) ed Alto Medioevo (dal VI all’XI secolo). Altro museo interessante è quello delle Confraternite di Orte che si trova nella grande sacrestia della chiesa di Santa Croce (già ospedale). Conserva la più bella suppellettile delle Confraternite ortane. Gli oggetti devozionali esposti (XVII- XVIII secolo) sono utilizzati il venerdì Santo per la processione del Cristo Morto. Tra tutte le opere spiccano la bara del 1626, il basamento dell’Addolorata (antecedente di un decennio), due lampioni rossi settecenteschi, il bianco crocione seicentesco e una tavola cinquecentesca raffigurante Sant’Egidio.

Orte

Altri manufatti di interesse storico sono i corredi devozionali delle singole Confraternite. Il museo, unico nel suo genere nella regione Lazio, rappresenta una interessante scoperta nel mondo laico. Dotato di un sistema automatico di guida permette la visione e la spiegazione delle opere e il loro utilizzo nella processione del Venerdì Santo.

Un manufatto ricco di storia che possiamo ammirare ad Orte è la fontana Ipogea: scavata in epoca romana, rappresenta il terminale dell’antico acquedotto, il cui condotto si potrebbe far risalire al periodo etrusco. Per secoli unica fonte di approvvigionamento e deposito idrico pubblico della città. Da notare i segni lasciati sulle pietre del vascone dalle brocche delle donne che per secoli hanno fatto la fila per attingere acqua. Sanzioni severe erano previste per chiunque l’avesse sporcata. Un custode, incaricato dai Priori, era tenuto a pulirla e tenere le chiavi della porta che a nessuno era lecito aprire all’infuori di lui. L’antica fontana è stata sistemata nelle forme attuali nel primo seicento.

Orte sotterranea, la Colombaia

Tra i bei palazzi storici che caratterizano Orte, ricordiamo Palazzo Alberti alla Rocca, dalle linee severe ed eleganti, costruito tra il 1598 ed il 1602 dal ramo ortano degli Alberti. Al piano nobile un’elegante sala presenta cicli d’affreschi del XVII-XVIII secolo e ancora il Palazzo Comunale che si affaccia sulla piazza principale della città, attestato già nel 1295.

Sulla facciata sono posti tre stemmi: a destra quello di Papa Clemente VII Medici (1528), a sinistra quello di Paolo III Farnese (1535), al centro, sul vecchio portale ingresso, l’antico stemma della Città di Orte. Interessante anche Palazzo Nuzzi, fatto costruire agli inizi del ‘700 dal Cardinale ortano Ferdinando Nuzzi, Prefetto dell’Annona e Vescovo di Orvieto, su progetto dell’architetto Carlo Fontana. Dopo l’Unità d’Italia divenne sede municipale e fu accorpato all’antica residenza comunale. Nell’androne sono esposti reperti marmorei classici e altomedievali di provenienza locale.

Esiste anche una Orte sotterranea: infatti l’abitato vanta una continuità di vita dalla fine dell’età del Bronzo (XII secolo a.C.) ai tempi odierni e all’interno della rupe di tufo che lo accoglie, nel corso di quasi 2500 anni di vita ininterrotta, sono state ricavate la rete di rifornimento idrico (cunicoli, cisterne, pozzi) e di evacuazione delle acque reflue, i magazzini, i depositi, le cantine, le stalle, le colombaie ricavate nella parete prospiciente la valle del Tevere, alcuni vani di abitazione, i laboratori artigianali (per la lavorazione di lana e canapa), i lavatoi, le fontane, i triclini estivi, i vivai e i luoghi di delizie di giardini privati.

Le terme di Orte

Una particolarità ipogea è il pozzo per la conservazione della neve, ove venivano custoditi i medicinali del locale ospedale.
In un unico itinerario sono riuniti i luoghi di maggior richiamo turistico ed un servizio guide può condurre il visitatore alla scoperta di questi monumenti del sottosuolo urbano.

E per finire in bellezza la visita di Orte cosa c’è di meglio di un po’ di relax ? Il complesso termale, che utilizza acque sulfuree naturali che sgorgano a 30° è aperto da maggio a settembre. Le due grandi piscine, l’ampio parco attrezzato ricco di querce e conifere, fanno di questo luogo un’oasi di relax e divertimenti. Per un souvenir sempre dedicato al benessere e al relax ricordiamo i prodotti di erboristeria realizzati artigianalmente dalle Monache Benedettine che dal 1957 risiedono nel Monastero di Santa Maria delle Grazie.