
Sagra delle Rane a San Ponso
A San Ponso, piccolo centro dell’Alto Canavese, in Piemonte, va in scena la 17° edizione della “Sagra delle Rane”, una settimana di degustazione e folklore, in programma dal 21 al 30 aprile. La “Sagra delle Rane” di San Ponso, appuntamento nato con l’intento di promuovere la specialità tipica della zona: la rana fritta in pastella, prende spunto dal passato del territorio, un tempo ambiente umido e paludoso, habitat perfetto per rane e rospi.

Locandina con programma della sagra
In epoca pre-romana parte del territorio canavesano (San Ponso incluso) era formato infatti da una miriade di specchi d’acqua popolati da una notevole quantità di anfibi che lì trovavano un habitat perfetto; nonostante l’opera di bonifica operata dai romani molte zone rimasero acquitrinose e in queste continuarono a proliferare rane e rospi che ben presto diventarono una fonte importante di sostentamento per le popolazioni locali. Gli stessi abitanti del paese sono ancora oggi simpaticamente soprannominati nel Canaverse i ranër (in piemontese, “quelli delle rane”).
Le rane saranno le protagoniste dell’offerta culinaria della sagra, ogni anno sempre più frequentata. Dalla cucina allestita dalla locale Pro Loco usciranno però tante altre specialità del territorio non solo a base di rane, il tutto allietato da buona musica e balli e da svariati appuntamenti.
IL PROGRAMMA DELLA 17^ SAGRA DELLE RANE DI SAN PONSO:
venerdì 21 aprile, alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 serata latino revival con l’animazione di Radio Gran Paradiso; sabato 22 alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con l’Orchestra Mirage; domenica 23 dalle 9.30 5° Raduno Vespa e Moto Club, esposizione statica e giro turistico nei paesi limitrofi (circa 20 chilometri), dalle 10 fino al tardo pomeriggio, voli introduttivi in elicottero a cura del campo volo Pegasus di Busano, percorso del Santo Bevitore presso il piazzale del battistero con assaggi di birre artigianali a cura dei mastri birraioli, esibizione di arco antico a cura dei Comes Palatinus, alle 12.30 pranzo con rane e non solo.

Rane fritte alla sagra
Sempre domenica, dalle ore 14.30 alle 17.30 visita guidata al battistero romanico in collaborazione con l’associazione Il Battistero. Alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con l’orchestra Franco e la Band Italiana; lunedi 24 aprile alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con il gruppo Acquamarina; martedì 25 dalle 9 di mattina V raduno delle 500 in collaborazione con Club Fiat 500 Alto Canavese e VIII Raduno auto storiche e d’epoca. Dalle 10 fino al tardo pomeriggio, esibizioni con moto da trial a cura del Club Valli del Canavese trial team con piloti di livello nazionale e possibilità di prova pratica e voli introduttivi in elicottero a cura del campo volo Pegasus di Busano e simulazione di volo con droni all’interno di un’area delimitata a cura de I Droni, alle 12.30 pranzo con rane e non solo. Dalle 14.30 alle ore 17.30 visita guidata al battistero in collaborazione con l’associazione Il Battistero, alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con Marco Picchiottino.

Sagra delle Rane di San Ponso
Giovedi 27 alle 20.30 cena con menù speciale rane e non solo, alle 22.30 serata danzante con Marco Picchiottino; venerdì 28 alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con l’orchestra Franco e la Band Italiana; sabato 29 alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 si balla con l’orchestra Mirage; domenica 30 aprile alle 9 di mattino VII raduno trattori e VII raduno moto storiche, dalle 10 fino al tardo pomeriggio esposizione statica, dimostrazione aratura con mezzi d’epoca. Novità, traino del tronco, dalle 10.30 fino al tardo pomeriggio simulazione d’intervento di soccorso con il corpo nazionale dei vigili del fuoco, la croce bianca del canavese, protezione civile e la scuola cani salvataggio “Al Blu”. Esercitazioni e per i più piccini e non solo, giochi a squadre con attrezzature ad acqua. Diventa anche tu eroe per un giorno. Mangia con noi e ti divertirai ! Alle 12.30 pranzo con rane e non solo, alle 15.00 in occasione dei festeggiamenti del 35° compleanno dei Cantori Salesi esibizioni di canti popolari, alle 16.30 giro del paese con trattori e moto d’epoca, alle 20.30 cena con rane e non solo, alle 22.30 serata latino revival musica 360° con l’animazione di Radio Gran Paradiso. Per pranzi e cene è gradita la prenotazione. Tutti gli ingressi alle serate danzanti sono gratuiti. Ma San Ponso non è solo sagra… questo piccolo paese vanta un passato di tutto rispetto e monumenti storici di grande rilevanza.

Rane fritte con limone ed insalatina
VIAGGIO A SAN PONSO
Il paese di San Ponso, piccolo centro dell’alto canavese, sorge a quota 374 slm e dista circa 40 chilometri da Torino e 36 da Ivrea. La storia antica di San Ponso è scritta quasi unicamente sulla pietra. La presenza di numerose lapidi, tra le quali quattro in marmo bianco, incise con molta cura, a fianco di altre steli di tradizione gallica, conferma l’intenso processo di romanizzazione di San Ponso e fa supporre che in epoca romana qui sorgesse un insediamento importante, forse sede di uffici amministrativi dipendenti da Augusta Taurinorum (Torino). All’epoca romana appartengono anche diversi tumuli con embrici, medaglie e monete auree di Nerone. Le notizie circa la fase longobarda, cui risale la pieve, sono piuttosto frammentarie, nonostante la presenza di un villaggio fortezza sulle alture di Belmonte. Nei secoli bui del Medioevo, San Ponso ha seguito le sorti di tanti piccoli centri dilaniati dalle guerre, flagellati dalla miseria e dalle pestilenze. Nel XVI e nel XVII secolo risulta frazione di Salassa e sotto la giurisdizione dei Conti di Valperga, passando successivamente sotto i marchesi del Monferrato. Riacquista la propria autonomia civile con la costituzione in comune nel 1693, per poi perderla nel 1929, quando viene nuovamente aggregato a Salassa. Torna definitivamente autonomo nel 1947.

Facciata principale del complesso plebano di San ponso
L’antico complesso plebano sorge all’estremità del paese sulla sinistra della strada per Salassa su un piccolo poggio. Oggi il complesso è formato dalla vecchia canonica sede di associazione assistenziale, dalla chiesa con facciata del 1700 e dal battistero con il campanile. Il battistero costituisce un’importante testimonianza storica dello sviluppo dell’architettura romanica nell’alto Canavese. Si tratta di una costruzione risalente al tardo X secolo – inizio XI secolo che doveva affiancarsi ad una pieve romanica, posta ove oggi si erge la barocca parrocchiale dedicata a San Ponzaio Martire. Il sito ospitava sin dall’epoca romana un’area cimiteriale, come testimoniano alcune lapidi del I-II secolo d.C riportate alla luce. Alcune di queste sono di elevata eleganza e indicano la loro provenienza da laboratori specializzati e non da scalpellini qualunque: furono commissionate da personaggi altolocati e importanti, o comunque da famiglie di buona se non alta condizione economica. A San Ponso sono rimaste circa una decina di lapidi fra quelle murate nelle facciate e quelle conservate nell’oratorio. Tornando al battistero, l’edificio presenta un aspetto architettonico alquanto inconsueto, con la sua forma esageratamente slanciata a causa dell’alto campanile posto sulla cupola.

Lo slanciato campanile del battistero di San Ponso
L’edificio è a pianta ottagonale con lati di diversa lunghezza; su di essi si aprono otto absidi alternativamente a sezione rettangolare e semicircolare. Le mura sono poderose, con uno spessore quasi ovunque superiore al metro. Su tale massiccia struttura si erge un tiburio che sostiene una cupola emisferica con copertura esterna a lose (pietre piatte e sottili). La soluzione architettonica adottata (caratterizzata dall’alternanza di absidi rettangolari e semicircolari e dalla presenza di un tiburio a pianta ottagonale) mostra marcate similitudini con soluzioni lombarde (in particolare con il battistero di Lomello). L’alto campanile posto sopra la cupola rappresenta una curiosa aggiunta del 1585, incongrua con lo stile romanico. Su una parete laterale vi è una meridiana datata 1767 sovrastata dal grosso quadrante dell’orologio che ha un’unica lancetta segna ore ancora mossa da un meccanismo settecentesco
L’aspetto del battistero è assai rustico: gli unici motivi decorativi sono rappresentati da coppie di archetti su lesene, di dimensioni alquanto irregolari; le finestre hanno profonde strombature che danno vita ad una apertura a feritoia. La modesta porta di ingresso è sormontata da un blocco di pietra che funge da architrave; si tratta di un reperto di epoca romana sul quale è incisa una figura di donna vista dall’alto. La figura femminile è supina, indossa un velo e una corona sulla testa e nella mano sinistra strige uno specchio, una borsa o un altro oggetto di difficile identificazione, la forma è molto primitiva e con caratteristiche che la fanno supporre risalire a prima del V secolo. Nella parte centrale della stele si legge anche una iscrizione disposta su due righe che indica il nome della defunta Secundin(a) Aebutia seguita dalle lettere puntate T. P. con il significato di titulum posuit cioè preparò l’iscrizione sepolcrale. Altre lapidi si ritrovano sul contrafforte dell’ abside e sulla parte terminale della chiesa.

L’interno della chiesa di San Ponzio Martire
La chiesa dedicata a San Ponzio Martire sorge a fianco dell’antico battistero; l’edificio ha subito nei secoli numerosi rimaneggiamenti. Secondo alcuni studiosi ha uno schema planimetrico tipico dell’edilizia paleocristiana nel periodo intorno al V secolo e solo ristrutturazioni successive modificarono la forma attuale di tipo protoromanico. Altro elemento che conferma l’ antichità di questo edificio è l’ uso di materiale edilizio proveniente da recuperi di manufatti di epoca romana come pare evidente da uno spigolo del contrafforte dell’abside formato da un blocco squadrato con scritte di tipo funerario; altri blocchi simili di pietra si evidenziano in altre parti della chiesa compreso anche un frammento di stele in gneiss analogo a quello che forma l’ architrave del battistero. Nella parete nord della chiesa si apre la sacrestia, nella parete opposta vi è l’oratorio settecentesco di collegamento con il battistero (ora trasformato in piccolo museo lapidario). Alla fine del XVI secolo la chiesa risulta sconsacrata ma una serie di interventi edili determinati anche da un aumento della popolazione e da un miglioramento economico del borgo le ridaranno dignità parrocchiale ma finiscono di trasformarne in parte l’originale struttura. Nel Seicento l’interno fu suddiviso in tre navate, separate da pilastri; attualmente la chiesa presenta una semplice facciata ingentilita da quattro snelle colonne e conserva nella parte superiore una statua raffigurante San Ponzio.

L’architrave scolpito del battistero di San Ponso
La denominazione San Ponso (o San Ponzio o San Ponzo) sarebbe dovuta a un santo Martire trucidato presso Cimiez (non lontano da Nizza in Francia) durante la persecuzione degli imperatori Valentiniano e Gallieno. (padre e figlio) intorno al 250 d.c. Il culto di San Ponso piuttosto raro in Piemonte si espanse al di qua delle Alpi solo in epoca carolingia quindi è assai improbabile che a quel santo fosse dedicata una chiesa in epoca longobarda.
Dall’8 settembre 2012, all’interno della chiesa parrocchiale, è stato allestito un presepe visitabile tutto l’anno.
Da non dimenticare, visitando San Ponso, anche il piccolo eremo o romitorio campestre dedicato a Sant’Ilario vescovo. Romitorio deriva da “romito”, cioè “eremita” detto di persona solitaria che si isola volontariamente per concentrarsi nella meditazione e/o nella preghiera. Il romitorio è dunque il luogo dove dimora l’eremita. L’edificio si trova piuttosto distante dal centro abitato di San Ponso, immerso nella più completa tranquillità, in un paesaggio naturale molto pittoresco caratterizzato dalla presenza di antichi e rigogliosi pioppi e da platani.

L’eremo dedicato a Sant’Ilario vescovo (foto Alberto Bracco)
Adiacente al romitorio risalente al XI secolo sorge la cappella di Sant’Ilario del XVIII secolo, edificata sulle rovine di una più ampia e antica cappella. Meritano una visita anche la chiesetta dell’Annunziata risalente a XVIII secolo, con interessanti decorazioni pittoriche nella balconata del coro, villa Genisio (oggi di proprietà della famiglia Vallero), la settecentesca villa Giacoma e la casa della famiglia Trione-Bertotto costruita nella seconda metà del 1600.