Una terra di natura selvaggia, Ande e vulcani, pianure sterminate della Patagonia e ghiacciai maestosi, come il Perito Moreno.
Un viaggio in Argentina è un’esperienza straordinaria. Una terra di passioni, dove bellezza e divertimento ci sorprenderanno in centinaia di scenari diversi e dove il calore della gente, ci accoglierà già dall’arrivo a Buenos Aires. Ottavo paese al mondo per dimensioni, l’Argentina vanta una varietà di ambienti naturali tale da soddisfare la voglia di avventura di ognuno di noi. Dalle vette ghiacciate ai deserti punteggiati di cactus, dalle spiagge di sabbia candida agli imperdibili paesaggi della Terra del Fuoco.
E poi Buenos Aires, metropoli cosmopolita e seducente che non ha eguali nel mondo per vita notturna, shopping, ristoranti, cultura, musei e “milonghe” per ballare il tango.
Ecco l’itinerario di un viaggio che Horca Myseria Viaggi ha messo a punto per farci scoprire alcune delle più belle mete dell’Argentina: Buenos Aires, il ghiacciaio Perito Moreno e il Lago Argentino, Ushuaia e il Canale di Beagle nella Terra del Fuoco dove si possono ammirare leoni marini, cormorani e pinguini.
Partiamo, quindi, da Buenos Aires, città con un’atmosfera più europea che sudamericana, caratterizzata da strade animate, sontuosi viali, caffè vecchio stile e ristoranti di classe. La vita culturale rappresenta assieme al tango, una delle proposte più accattivanti di questa metropoli affacciata sul Río de La Plata. Scopriremo una città dove, accanto alle antiche costruzioni coloniali, svettano splendidi palazzi in stile francese che ricordano la Parigi dell’Ottocento. Visiteremo La Boca, antico quartiere di pescatori dalle case coloratissime, il Microcentro, cuore pulsante della città, San Telmo, con i suoi negozi d’antiquariato, il mercato all’aperto, gli artisti di strada.
Secondo le stime, poco meno della metà degli Argentini ha scelto di vivere nella capitale del Paese, meta irrinunciabile di un viaggio in questa terra. Tra i quartieri più pittoreschi, La Boca.
Al tempo coloniale La Boca era una zona di grandi baracche per gli schiavi di colore ma, alla fine dell’Ottocento, fu popolata soprattutto da immigranti Genovesi che le hanno dato l’aspetto attuale.
Sicuramente è tra le zone più visitate dai turisti anche perché la Boca è molto legata all’immaginario del tango. La Vuelta de Rocha, dove il Riachuelo fa un’ampia curva, è uno dei suoi luoghi più caratteristici assieme al mercatino dell’artigianato ed al Caminito.
Il “Caminito“, è una via con case colorate, dall’antica tradizione degli immigranti di dipingere con sgargianti pitture navali i frontoni delle casette; le case venivano dipinte con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti. Un tripudio quindi di casette colorate messe in fila, su una strada in cui ballerini di tango invitano i turisti a scattare una foto mentre i venditori ambulanti propongono, con fare esperto, le loro molteplici merci. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto (Museo de Arte al Aire Libre). Uno dei locali italiani più vecchi e noti è il Rancho Banchero, fondato dalla famiglia genovese Banchero che propone cucina popolare argentina ed italiana, caratteristiche gastronomiche della Boca come la Fugazza con queso (la Fugassa genovese, ovvero focaccia al formaggio) e la Fainà (la Fainaa genovese, ovvero la farinata).
Altrettanto interessante è il quartiere di San Telmo che ogni domenica esplode di colori e musica per il mercato settimanale dell’antiquariato. Le vie del Barrio e Plaza Dorrego si riempiono di gente, indaffarata a spulciare tra le centinaia di bancarelle messe in piedi. Si fanno veri affari e ci si diverte un sacco, infatti qui non solo è possibile acquistare oggetti d’antiquariato e di artigianato locale, ma si può anche partecipare o assistere a lezioni e spettacoli di tango, tutto rigorosamente improvvisato.
Da sempre il quartiere multietnico di Buenos Aires, San Telmo conserva l’aspetto coloniale e l’impronta delle civiltà che qui si sono date appuntamento nei secoli. In questa zona si trova anche la maggior parte delle gallerie d’arte contemporanea e degli atelier di tutta Buenos Aires.
Il quartiere di Puerto Madero si estende sulla foce del Rio de la Plata ed è l’anima ultramoderna di “Baires”. In quest’area sono concentrati tutti i grattacieli della città che ospitano molti alberghi di lusso e le sue costruzioni più ardite. Tra queste spicca senz’altro il Puente de la Mujer, un ponte pedonale lungo 160 metri, opera dell’archistar Santiago Calatrava. Il ponte è composto da tre piattaforme e quella centrale ruota su un pilone conico per permettere il passaggio delle imbarcazioni. Il tutto in meno di due minuti! Venida 9 de Julio è la strada cittadina più lunga del mondo e prende il nome dal giorno dell’indipendenza argentina dalla Spagna, avvenuta nel 1816. Su questa strada svetta un obelisco in pietra bianca, alto poco più di 65 metri e simbolo del movimento modernista della città.
Da non perdere poi una visita al cimitero di Recoleta, tra i più belli del mondo, con mausolei, lapidi decorate e statue di angeli un po’ ovunque. Riposano qui tutti quelli che contano o hanno avuto un peso intorno alla metà del secolo scorso. Vi si trovano anche le spoglie di Maria Eva Duarte de Perón, meglio nota come Evita, attrice, politica, sindacalista e filantropa argentina, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina dal 1946 fino alla morte nel 1952, avvenuta per un tumore, a soli 33 anni.
Uno dei punti più antichi della città (è stata costruita nel Sedicesimo secolo) e il suo centro culturale, storico e politico è Plaza de Mayo. A farle da sipario, due palazzi importantissimi, la Casa Rosada, oggi residenza e ufficio del presidente della Repubblica, e l’antico Cabildo, un affascinante palazzo coloniale che oggi ospita il museo nazionale della rivoluzione di Maggio. Vicino a Plaza de Mayo c’è il “Caffè Tortoni”, uno dei bar più belli del mondo e il più antico di tutta l’Argentina, avendo aperto i battenti nel 1858. Si tratta di un posto unico, l’eleganza degli interni, il servizio impeccabile del personale, la bontà delle medialunas e gli spettacoli di tango serali vi piaceranno un sacco.
Lasciata la capitale, in un viaggio in Argentina, è impedibile la visita della Tierra del Fuego che rappresenta una delle estremità meridionali della Terra. Raggiungere “la fine del mondo” è un’esperienza possibile in questa parte del Paese che resta nel cuore per la sua natura selvaggia e prorompente, popolata di specie animali e vegetali uniche. Spazi sconfinati, ghiacciai perenni, la Patagonia offre ai suoi visitatori la possibilità di vivere un’esperienza unica. 63.000 ettari di boschi, fiumi, laghi, cascate e caratteristiche baie dove si possono vedere i famosi pinguini di Magellano.
Alle porte del Polo Sud, navigando fra ghiaccio e rocce al confine estremo del mondo, Magellano avvistò innumerevoli fuochi che rischiaravano debolmente il buio denso della notte australe e che gli apparvero come temibili fiamme rituali. Quei fuochi, accesi dagli Indios Onas all’inizio del XVI secolo, diedero il nome alla regione più meridionale del nostro pianeta, oltre la quale si estendono le infinite distese di ghiaccio del continente antartico.
Il capoluogo della Terra del Fuoco, Ushuaia, è la città più a Sud del mondo, incastonata in un suggestivo scenario di vette innevate e di fitte distese boschive. La città rappresenta la base per le escursioni al Parco Nazionale Terra del Fuoco e per la navigazione nel Canale di Beagle. Qui nelle notti dei giorni vicini al solstizio d’inverno, il sole non scenda mai di più di 12 gradi al di sotto dell’orizzonte, permettendo di intravedere uno scorcio di luce anche nella totalità delle ore notturne ed in particolare a mezzanotte.
La storia della colonia di Ushuaia, raccontata nel libro “Ultino confine del mondo” di Lucas Bridges, inizia nel 1868, quando i missionari della South American Missionary Society scelsero la sua baia per costruirvi un primo edificio, Casa Stirling, al quale poi si aggiunse il resto della colonia. Il Parco Nazionale Terra del Fuoco, istituito nel 1960, è situato a soli 11 chilometri ad ovest di questa bella cittadina ed è caratterizzato da un paesaggio molto suggestivo ricco di grandi insenature e piccole spiagge circondate da imponenti montagne e vallate create dall’erosione glaciale, offrendo così ottime opportunità per escursioni, arrampicate, kayak e pesca. Primo parco nazionale del litorale argentino, il Parco Nazionale Terra del Fuoco, ha la particolarità di avere sei chilometri di coste lungo il canale di Beagle e questo permette di preservare un ecosistema di tipo marittimo. Il canale deve il suo nome alla nave HMS Beagle che effettuò ricerche idrografiche nella regione dal 1826 al 1830. Particolarmente affascinante è la navigazione in queste acque condivise con il Cile tra suggestivi isolotti popolati da esemplari stupendi di fauna marina.
Il primo uomo si insediò nella Terra del Fuoco 10.000 anni fa e l’area oggi occupata dal parco era abitata dagli Yamana, che si accamparono sulle spiagge cacciando mammiferi marini.
Nel 1880 con i primi coloni, inizialmente missionari, gli Yamana iniziarono a morire di malattia. Oggi l’unica testimonianza di questi antichi abitanti è data dalla presenza di mucchi di gusci di mitili ricoperti di erba vicino alla spiaggia, che indicano le antiche zone di insediamento Yamana. Nelle foreste che ricoprono il parco si trovano 20 specie di mammiferi tra cui la volpe, il guanaco, la lontra ed il castoro canadese, nonchè numerosi uccelli quali l’albatros dall’occhio nero, il condor, l’anatra e la procellaria pescatrice. Un eden naturalistico che per molti versi, proprio grazie all’istituzione del Parco nazionale, rimane del tutto simile a come lo trovò nel 1833 Charles Darwin che vi giunse a bordo della nave Hms Beagle a metà del viaggio che fra il 1831 e il 1836 lo avrebbe portato a compiere il giro del mondo e a formulare la sua celeberrima teoria dell’evoluzione.
Per molti Argentina, significa Perito Moreno. Questo famosissimo ghiacciaio si trova all’interno del Parco Nazionale Los Glaciares, Los Glaciares (che in spagnolo significa “I Ghiacciai”), un Parco nazionale che si trova nella provincia di Santa Cruz, nella Patagonia argentina.
Il Parco, istituito nel 1937 ed inserito nel 1981 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, è il secondo per dimensioni in Argentina. Oltre al Perito Moreno, qui si trovano il ghiacciaio Upsala e il ghiacciaio Spegazzini, che scorrono tutti verso il Lago Argentino. Un’escursione tipica si effettua in barca fra gli iceberg del lago per visitare Bahía Onelli e gli altrimenti inaccessibili ghiacciai (Upsala e Spegazzini, appunto), mentre il Perito Moreno è raggiungibile anche via terra.
Questo colossale ghiacciaio, attualmente in fase di accrescimento, costituisce una delle attrazioni irrinunciabili della Patagonia. Le visite partono dalla cittadina di El Calafate e possono prevedere uscite di trekking o in traghetto. Il ghiacciaio, prende il proprio nome dall’esploratore Francisco Moreno, un pioniere che studiò la regione nel XIX secolo e giocò un ruolo di primo piano nella difesa del territorio argentino nel conflitto sorto intorno alla disputa sul confine internazionale con il Cile. La particolarità del Perito Moreno è che è un ghiacciaio in movimento. Il fronte è formato da una lingua anteriore lunga circa 5 chilometri che si staglia per oltre 60 metri sul lago Argentino. Il movimento è dovuto all’esistenza alla base del ghiacciaio di una sorta di cuscino d’acqua che lo tiene staccato dalla roccia.
Particolare attrazione turistica è rappresentata da un’altra caratteristica tipica del Perito Moreno: il “ponte di ghiaccio”. L’erosione sulla diga di ghiaccio da parte dell’acqua del lago Argentino crea un ponte di ghiaccio tra il fronte del ghiacciaio in avanzamento e la sponda del lago stesso.
Lasciata El Calafate, dopo circa due ore di bus si arriva alla prima veduta panoramica del Perito Moreno presso la “Curva dei Sospiri”, una curva di strada che rivela l’immensità di questo spettacolare campo di ghiaccio. Splendide poi le vedute ravvicinate, possibili grazie ad apposite passerelle di legno che conducono fino alle piattaforme panoramiche poste in punti strategici e ci permettono di ammirare il ghiacciaio da tutte le angolazioni e i livelli e gustarsi lo scenario delle montagne e delle foreste circostanti.
Una vista ancora più ravvicinata è possibile grazie ad un giro in barca di circa un’ora che consente di navigare tra i blocchi di ghiaccio accanto all’imponente parete frontale. Se si è fortunati si potrà ammirare lo spettacolo memorabile dei blocchi di ghiaccio che si frantumano nell’acqua accompagnati da un roboante rumore.
Ma un viaggio in Argentina non può prescindere dal tango, e così durante il soggiorno a Buenos Aires, sarà imperdibile la classica cena con tango show.
Basato sull’improvvisazione, il tango si caratterizza per la sua eleganza e passionalità. In tutto il mondo la sua diffusione è in costante crescita, segno di questo è il proliferare delle milonghe, cioè i luoghi dove si balla e si “vive” il tango, nonchè la nascita di compagnie che rappresentano il tango sul palcoscenico e di orchestre. Ma assistere ad uno spettacolo di tango a Buenos Aires è diverso e sicuramente ineguagliabile, nonostante festival ed eventi legati a questo ballo e alla sua musica siano ormai presenti in quasi tutte le grandi e medio-grandi città del mondo.
E veniamo alla cucina, che in un viaggio ha sempre la sua importanza. La cucina argentina ha subito l’influsso della tradizione spagnola e creola. Poiché l’Argentina ha il primato mondiale per la bontà delle sue carni (gli animali vengono fatti pascolare dai gauchos nella Pampa), i piatti tipici sono a base di carne. Ricordiamo l’asado, grigliata di carne mista che in passato veniva cotta all’aperto direttamente sul fuoco; las empanadas, mezzelune di pasta brisé ripiene di carne di vitello, pollo, prosciutto e formaggio, ecc. Anche il pesce è molto buono e viene preparato in vari modi. Tra i dolci tipici, ricordiamo gli alfajores e il dulce de leche. Per quanto riguarda le bevande, i porteños amano bere il mate, una bevanda a base di erbe che vengono fatte filtrare attraverso una bombilla, una cannuccia in metallo. È tradizione bere dalla stessa bombilla.
foto di Claudia Meschini e Gianmarco Maggiolini (ad esclusione della foto di apertura e della locandina)