Se l’oro giallo nasce nei depositi alluvionali e dai minerali rocciosi, “l’oro verde” di Montelibretti prende vita sulla Carboncella, il Frantoio, la Salviana e il Leccino. Saranno le varietà di ulivi locali, che da tanti secoli consentono una produzione di inestimabile valore, i grandi protagonisti di “Pane, Olio e…”, la manifestazione che tornerà ad animare il 19 e il 20 novembre il paese in provincia di Roma.
Tra degustazioni, visite guidate ai frantoi, appuntamenti sportivi e una ricca fiera mercato con i prodotti tipici del territorio, al centro dei due giorni di festa ci sarà il prelibato olio extravergine d’oliva dal caratteristico colore giallo-oro, lievemente ambrato e dal tipico sapore fruttato, con sentori che vanno dall’erba fresca, al carciofo, alla mandorla: un prodotto di impareggiabile leggerezza con un’acidità prossima allo zero, che gli hanno consentito il conseguimento del marchio DOC prima e successivamente di quello DOP; la spremitura a freddo delle olive, raccolte poco prima della loro maturazione entro le prime 24 ore, costituisce uno dei segreti di un prodotto ormai famoso in tutto il Paese.
E così per un intero fine settimana, il grazioso centro agricolo che sorge tra la valle del Tevere e quella del Fosso Carolano si trasformerà nel “cuore dell’olio” della Sabina, “l’oro verde” da degustare sulle bruschette e all’interno di una ricca carrellata di piatti tipici locali esaltati dal suo sapore e dal suo profumo; ma non solo: visitando i frantoi si potrà scoprire il processo produttivo dell’olio, vedendo uscire dalle molazze in pietra la pasta ottenuta dalla lacerazione della polpa, della buccia e del nocciolo dell’oliva, un vero e proprio viaggio in un universo tutto da scoprire.
Grande novità di quest’anno sarà la “Fiera dell’olio” allestita nei locali e nelle cantine di Montelibretti, dove sarà possibile degustare e acquistare tartufo, cioccolata artigianale, passate di frutta nei barattoli, verdure sott’olio, formaggio, miele, pane cotto nel forno a legna, con assaggi di prodotti da forno cucinati al momento, marmellate e dolci fatti in casa, senza dimenticare l’olio presentato da diverse aziende locali; a tutto questo si affiancherà un ricco mercato di artigianato e di antiquariato, con tantissime idee regalo per il prossimo Natale. In occasione della XII edizione della Sagra riaprirà anche lo storico “Ristorante S. Rocco”, gestito dalla Pro Loco, che sabato a pranzo e a cena e ancora domenica a pranzo proporrà un ricco menù a base di piatti tipici locali, dalle bruschette ai frittelli col broccolo, dai paccheri asparagi e salsiccia alle carni alla brace, senza dimenticare la pizza fritta cannetana. Domenica mattina ci sarà spazio anche per lo sport con la seconda edizione de “La staffetta dell’olio”, la gara di mountain bike organizzata per raccogliere fondi destinati alle zone colpite dal terremoto che attraverserà il paese snodandosi nei suoi caratteristici vicoli medievali dai quali si possono ammirare gli splendidi panorami del territorio circostante.
Adagiato sulle pendici occidentali dei Monti Sabini, Montelibretti è infatti un piccolo gioiello all’interno del quale meritano una visita il seicentesco Palazzo Barberini e la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, oltre alla necropoli di Colle del Forno, con tombe a camera sotterranea scoperte nel 1970 e risalenti al VII secolo a.C. “Pane, Olio e…” rappresenta quindi un’ottima occasione per andare alla scoperta di Montelibretti e del suo passato, attraverso il prodotto di punta di un intero territorio che unisce idealmente centri densamente abitati e piccoli borghi, luoghi ricchi di storia e nuclei moderni. In questa terra rigogliosa compresa fra Roma e Rieti, l’olio di oliva non è solo un prodotto tipico, ma è qualcosa di più: da secoli è il simbolo delle fatiche quotidiane nei campi e fonte primaria di sostentamento, è un legame profondo e inscindibile che si tramanda da padre in figlio.
VIAGGIO A MONTELIBRETTI E DINTORNI
Montelibretti sorge sulle pendici occidentali dei Monti Sabini su uno sperone roccioso tra la valle del Tevere e quella del Fosso Carolano, a circa 37 chilometri da Roma.
Il fenomeno dell’incastellamento si ebbe a Montelibretti, come nel resto della Sabina, a partire dal VII° sec sotto la spinta delle scorrerie dei longobardi, prima, e poi di quelle ben più cruente e distruttive dei saraceni. La parte nuova si è sviluppata ai lati della strada che conduce alla via Salaria. Di origine e tradizioni agricole, Montelibretti incarna tutte le caratteristiche della Sabina Romana, di cui ne rappresenta il fulcro, poichè fornisce l’unico prodotto naturale, di qualità superiore, ottenuto direttamente dalla spremitura delle olive – l’olio extravergine. Le varietà delle olive – primi su tutti il Leccino e la Carboncella – il clima mite e le ideali peculiarità della propria terra, garantiscono una produzione annuale di circa un milione di litri di eccellente olio, invidiatoci a livello internazionale. Ad alto contenuto di vitamine A e E, l’olio extravergine di oliva, le cui salutari proprietà furono riconosciute già in epoca classica, è in grado di prevenire numerosi disturbi dell’organismo nonche di contribuire ad un equilibrato sviluppo durante l’età evolutiva. Ma Montelibretti è anche altro.
Il binomio Sabina – terra di tradizione agricola – è supportato anche da un’importante e significativa produzione di ciliege, pesche, prugne, fichi e albicocche forniteci dai suggestivi frutteti che, insieme agli alberi d’olivo, costituiscono l’affascinante paesaggio che fa da cornice al paese e che durante la stagione primaverile offre un tripudio di profumi e colori. Il territorio, caratterizzato da un ambiente incontaminato, dà vita ad un paesaggio molto gradevole costituito da una ricca zona boschiva, interessanti varietà di flora e fauna, un importante allevamento di cavalli lipizzani e sorgenti solfuree e ferruginose immerse nel territorio agricolo. Il centro abitato si è costituito a partire da quello storico dove sono ubicati il suggestivo Palazzo Barberini del XVII secolo, a pianta quadrata e con torri cilindriche, sorto su un più antico Castello degli Orsini e la chiesa parrocchiale del Castello, ovvero San Nicola da Bari costruita nel 1535 e ristrutturata nel 1773 che conserva i dipinti Madonna in trono con Bambino e Santi Domenico e Caterina del 1600. All’esterno, nella lunetta, sovrastante il portale, vi è un dipinto raffigurante Gesù Crocefisso, nei rispettivi lati, San Nicola di Bari e San Cristoforo, sullo sfondo si intravede il Castello di Montelibretti.
La prima cappella dedicata alla Madonna del Carmine risale intorno alla seconda metà del 1700, l’aumentare della popolazione richiese un ampliamento dell’edificio religioso per poter soddisfare al meglio le esigenze liturguche di allora. Soltanto il 14 novembre 1914 (documentazione ceta) si rese indipendente dalla chiesa del Castello. Oggi la chiesa della Madonna del Carmine ha perso, al suo interno, tutte le linee originali, perché è stato rifatto il pavimento, sono stati rimossi i sei altari laterali, sostituito l’altare maggiore ed il tabernacolo, demolite le massicce colonne e le volte con la risultante di una maggiore e necessaria funzionalità, ma con la perdita di un po’di armonia. Il Palazzo del Municipio, anticamente caserma dei carabinieri, fu costruito nella prima meta del novecento e fa parte delle strutture costruite nel nuovo centro del paese in stile umbertino. All’interno del territorio montelibrettese, in località Colle del Forno sono stati individuati i resti di una necropoli etrusca, conservati in parte anche nel museo nazionale di Copenaghen (un carro da guerra). La necropoli di Colli del Forno o di Monti del Forno (il nome secondo le ipotesi più attendibili, sembra essere derivato dalla presenza di forni per la cottura di laterizi), venne alla luce nel dicembre del 1970, mentre si procedeva ai lavori di sistemazione per i laboratori del C.N.R. (Centro Nazionale Ricerche), in località Colli del Forno di Montelibretti. Inizialmente si notarono tracce di scavi clandestini. Scavi successivi riportarono alla luce una vera e propria necropoli identificata come appartenente all’antica città di Eretum. Sono state scoperte alcune tombe del tipo a camera sotterranea, con dromos (corridoio di accesso) che hanno restituito i corredi di ricchi personaggi.
Sono attribuite al periodo tra il VII secolo a.C. e la prima metà del VI. L’antico centro abitato è stato individuato sulla vicina collina di Casacotta. Non lontano da Montelibretti troviamo le Terme Sabine di Cretone a Palombara Sabina. Immerse nel verde della natura circostante ed ai piedi di un rigoglioso bosco, offrono un’opportunità unica di svago e relax essendo dotate di tre grandi piscine, di cui una per bambini e sono alimentate direttamente da sorgenti termominerali sulfuree. Si avvalgono di un’acqua nota per le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche fin dall’antichità e dal 1987 sono riconosciute dalla sanità per il trattamento di malattie della pelle, delle vie biliari, dello stomaco, artroreumatiche nonché di affezioni all’apparato respiratorio. Nel cuore dell’antica terra Sabina, ai piedi del monte Acuziano, in un’atmosfera di mistico silenzio, che avvolge anche il caratteristico borgo che la circonda, sorge la storica abbazia di Farfa, immersa nel fascino di una natura verdeggiante e sorridente. L’abbazia di Santa Maria di Farfa, monastero della congregazione benedettina cassinese, prende il nome dall’omonimo fiume (il Farfarus di Ovidio) che scorre poco lontano e che ha dato il nome anche al borgo adiacente l’abbazia. L’abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia uniche in Italia che si possono distinguere nella base dell’unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove si distinguono, perfettamente conservate, le caratteristiche lesene. Il resto del campanile con le trifore è opera di un periodo successivo.
Nella struttura sono state ritrovate tracce che testimoniano la presenza del westwerk (costruzione architettonica tipicamente medioevale di epoca carolingia). La chiesa abbaziale, di tipo basilicale con pianta a croce latina e tre navate, è situata al centro del complesso. La facciata presenta al centro un portale con cornice marmorea sormontato da una lunetta dipinta ad affresco raffigurante la Madonna col Bambino incoronata da due angeli tra i santi Benedetto e Scolastica.
Nella facciata, che termina in alto con un semplice frontone triangolare, si aprono tre rosoni, uno in corrispondenza di ciascuna navata interna, dei quali il centrale è il più grande. L’interno della chiesa, pur mantenendo la struttura originaria, è in stile barocco, con le navate divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su colonne marmoree ioniche. La controfacciata è interamente dipinta con il Giudizio Universale di Dirck Barendsz (1561). L’abbazia di Farfa, luogo particolarmente attraente, ricolmo di pace e di semplicità, come sono semplici i monaci benedettini che vi vivono, fu dichiarata monumento nazionale nel 1928, per la bellezza architettonica ed artistica del monastero e della basilica, testimonianza di una storia più che millenaria. All’interno del monastero, che si articola attorno al chiostro, sono esposti molti pezzi di epoca medievale, fra questi alcuni pregevoli affreschi ed una lapide dell’Abate Sicardo (IX secolo). Annessa all’abbazia troviamo la biblioteca statale dove si possono trovare molti volumi (inclusi manoscritti, codici ecc.) che nel corso del tempo non furono trasferiti in altre sedi. Intorno l’abbazia sorge il suggestivo borgo di Farfa, abitato da poche decine di persone.
Nel borgo sono presenti caratteristici negozi per lo più artigianali e di prodotti tipici enogastronomici. GASTRONOMIA IN SABINA Terra di antica ed autentica tradizione rurale, la Sabina ha molto da offrire anche nella sua gastronomia. L’olio extra-vergine di oliva Sabina DOP si distingue tra i prodotti del territorio e accompagna, valorizzandole, le altre eccellenze della gastronomia locale. La Strada dell’Olio, un itinerario che guida alla scoperta delle zone di produzione, percorre borghi e paesi della Sabina; tappe del percorso sono Fara Sabina, dove si fa ammirare l’olivo più grande d’Europa, e Castelnuovo di Farfa, il cui “Museo dell’Olio” celebra questa specialità del territorio. Altro protagonista indiscusso delle terre reatine è il tartufo che abbonda, in tutte le sue varietà, in molte zone della provincia. E’ possibile avventurarsi nei boschi alla ricerca delle tartufaie naturali, oppure gustare preparazioni al tartufo in uno dei tanti ristoranti della zona. Numerose sagre a tema animano i paesi della provincia, nella seconda metà di agosto, mentre tutto l’anno l’itinerario turistico denominato “La Strada del tartufo e della Castagna”, propone escursioni dedicate agli estimatori di questi due ottimi prodotti locali.
In autunno, il profumo delle caldarroste si diffonde nei centri storici dei paesi durante lo svolgimento di feste e sagre, in cui si degustano alcune tra le varietà più apprezzate, come le castagne rosse del Cicolano o i marroni di Antrodoco. Il tour gastronomico della Sabina non può tralasciare l’assaggio dei tanti piatti a base di verdure, legumi, formaggi, carni o salumi, accompagnati dal vino locale. L’antica tradizione contadina rimane viva nella miriade di piccoli campi ed orti coltivati per la produzione familiare, che di stagione in stagione offrono ancora prodotti genuini, da trasformare nelle gustose pietanze di una cucina rustica e di forte carattere. Ogni paese ha le sue tradizioni, anche per la pasta fatto a mano: si possono trovare tagliatelle, tagliolini gnocchi e fregnacce, maccheroni a Fezze, sagne, strengozzi, pizzicotti, sfusellati e stracci.