Buon vino, artisti di talento, diversi linguaggi musicali, degustazioni e arte.
Sarà un evento all’insegna del buon vino e della buona musica la III edizione di “Primitivo Jazz Festival”, in programma da venerdì 5 a domenica 7 agosto a Maruggio (TA), in Puglia. Accanto ai grandi nomi internazionali della musica jazz, il vino avrà un ruolo centrale all’interno della manifestazione voluta dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, ente che controlla una delle eccellenze della produzione vitivinicola pugliese e simbolo del Made in Italy. La realtà pugliese ha da poco ricevuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il prestigioso Erga Omnes, riconoscimento che gli attribuisce il ruolo di decisore e coordinatore esclusivo di tutte le politiche di valorizzazione, oltre che di tutela, delle denominazioni d’origine controllata del Primitivo.
Il centro storico di Maruggio, detto anche “Terra murata”, per essere anticamente racchiuso nelle mura medievali, già sede della Commenda Magistrale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, ai piedi delle murge tarantine e a pochi chilometri dal mare, farà da cornice a questo riuscitissimo festival che, come tradizione, spazierà su diversi linguaggi musicali, segno di un’inclinazione particolare verso le diverse interpretazioni del jazz.
Ad esibirsi nel cartellone del “Primitivo Jazz Festival” 2016 ci saranno, anche quest’anno, importanti artisti del panorama nazionale ed internazionale. Tra gli interpreti il Tito Schipa Percussion Academy con la direzione di Giuseppe Cacciola, primo percussionista dell’ Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e Felice Clemente Quartet (Felice Clemente al sax; Marco Pacassoni, marimba e vibrafono; Paolino Dalla Porta, contrabbasso; Massimo Manzi, batteria). Poi il piano di Mirko Signorile, il pianoforte di Soo Cho con il sax di Javier Girotto e, infine, le note del flauto di Gianluca Milanese con il basso di Richard Sinclar.
Anche stavolta, quindi, una grandissima programmazione per celebrare con sempre maggiore successo l’incontro tra due intense esperienze sensoriali: l’ascolto della musica jazz e la degustazione del vino di qualità. Un connubio, questo, che negli anni ha visto crescere la partecipazione ed i consensi di un pubblico sempre più attento e competente. Inoltre, accanto alla buona musica e al buon vino sarà possibile anche degustare i prodotti tipici locali e avranno spazio anche l’arte e il cinema con il cortometraggio “Vino su tela” di Agnese Correra sull’arte enoica di Arianna Greco che dipingerà su tela con il vino, stupendo il pubblico presente.
“Primitivo Jazz Festival” nasce da un’idea del suo direttore artistico Umberto Summa con il contributo del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria e il patrocinio del Comune di Maruggio.
COSA VEDERE A MARUGGIO
Maruggio (Marubium in latino, Marùggiu in dialetto brindisino), si trova in un avvallamento naturale a circa 2 chilometri dal golfo di Taranto, ai piedi delle Murge tarantine, nel Salento nord-occidentale. Il bosco Pindini è una piccola area boschiva situata ad ovest del paese, lungo la strada che conduce a Monacizzo. Rappresenta uno stralcio dell’antica Foresta Oritana che un tempo si estendeva su tutto l’alto Salento e di cui oggi non restano che pochi tratti sparsi tra tarantino e brindisino.
Il territorio di Maruggio si affaccia sul mar Ionio e la sua costa, estesa per oltre 9 chilometri, rappresenta uno degli ambienti costieri meglio conservati della penisola salentina. Prevalentemente sabbiosa, con tratti rocciosi nella parte orientale, ad iniziare dalla periferia di Marina di Maruggio (Campomarino di Maruggio) fino alla località Monaco Mirante, la costa si caratterizza anche per la presenza di dune. Meglio conosciute come Dune di Campomarino, sono tra i sistemi dunali più estesi del Salento e per la loro integrità sono stati nominati tra i Siti d’Interesse Comunitario dalla Comunità Europea. Si estendono lungo tutta la costa di Maruggio dalla località di Acquadolce Cirenaica fino a Monaco Mirante e infine Borraco in territorio di Manduria e sono alte oltre 10 metri.
La loro esposizione perfettamente a sud ha creato un habitat botanico particolare, fatto di numerose specie mediterranee che qui crescono particolarmente rigogliose, tra cui i ginepri, il timo, il rosmarino e il lentisco.
Le dune degradano poi dolcemente verso il mare, dando origine a diverse spiagge sparse lungo tutta la costa, ad eccezione di brevi punti dove lasciano il posto a basse scogliere a picco sul mare. Le spiagge del litorale di Maruggio sono molto diversificate tra loro e presentano sabbia non dappertutto omogenea: si va dalla sabbia finissima e chiara alla sabbia più grossa e dorata. Proprio grazie alle caratteristiche della sabbia, grazie all’ambiente mediterraneo delle dune ben conservato e grazie alla limpidezza e alla pulizia delle acque del mare, le spiagge del litorale rappresentano anche una grande risorsa turistica che, in estate, attrae numerosissimi visitatori.
Il paese di Maruggio fu fondato tra l’870 e il 963 in una posizione nascosta entro un avvallamento naturale per non essere molto visibile dal mare e quindi per difendersi dagli attacchi saraceni. Fu abitato dai superstiti dei casali di Castigno, Olivaro, San Nicolò, Civitecchia, Albano e Roselle, che erano stati distrutti da tali incursioni. Nel corso del tempo divenne feudo dapprima della famiglia Cateniano e in seguito, a partire dal 1130, anno in cui Ruggero II di Sicilia unificò il ducato di Puglia a quello di Calabria dando vita al Regno di Sicilia, fu in possesso dei De Marresio (o Marrese). I Templari ottennero una mansione nel feudo e grazie a loro furono prosciugati i terreni paludosi attorno al paese e si sviluppò l’attività di estrazione del sale dagli stagni lungo la costa.
Al momento della soppressione dei Templari nel marzo 1308, a Maruggio i loro beni furono assegnati nel maggio del 1312 da papa Clemente V ai Giovanniti (o Cavalieri di Malta). Il passaggio del feudo ai nuovi proprietari ebbe luogo solo nel 1317. I Cavalieri di Malta diedero grande impulso allo sviluppo cittadino, contribuendo alla protezione del paese contro i pirati turchi con la costruzione del castello, delle mura di cinta (oggi non più visibili) e delle torri costiere. Ai Cavalieri di Malta che governarono Maruggio ininterrottamente dal 1317 al 1819, si attribuisce inoltre la fondazione della chiesa di San Giovanni e quella della Madonna del Verde.
A Maruggio e nel suo territorio sono svariati i luoghi d’interesse a cominciare da quelli archeologici. Sulla sommità della duna della Madonnina, in località Capoccia Scorcialupi, poco a ovest di Campomarino di Maruggio, dove oggi sorge una piccola cappella votiva dedicata alla Madonna dell’Altomare, sono ancora visibili resti di un sacello di epoca magnogreca dedicato alla divinità di Artemis Bendis, ubicato al confine tra il territorio magnogreco di Taranto e il resto del Salento messapico.
Numerose terracotte raffiguranti la dea sono state portate alla luce in scavi condotti nel 1968. Nel 1964 l’archeologo Peter Trockmorton scoprì nello specchio d’acqua antistante alla duna anche i resti di una nave greca con all’interno un carico di anfore corinzie datate tra il VI e il V secolo a.C.
Il centro storico (detto anche Sciangài in lingua locale, o “Terra murata”, per essere anticamente racchiuso nelle mura medievali) è la zona più antica di Maruggio. Comprende un dedalo di viuzze strette e tortuose su cui si affacciano piccole abitazioni imbiancate a calce (soprattutto nella parte sud) e antichi palazzi signorili con balconi decorati e logge (in particolar modo nella parte nord). Vi si trovano inoltre la chiesa madre, la torre dell’Orologio e il castello. Dal 2011 nel centro storico sono in atto lavori di riqualificazione, con il ripristino della pavimentazione a chianche in alcune vie del borgo antico.
La chiesa matrice, o chiesa madre, dedicata alla Natività della Vergine Maria fu edificata nel XV secolo. Oggetto di ricostruzioni e modifiche dopo il terremoto di Nardò del 1743 e di altri restauri nel Novecento (il rosone e il portale della facciata), presenta tre navate con cupola sul presbiterio. Nella cripta è custodito il corpo di San Costanzo, donato a Maruggio dal commendatore Chigi nel 1733. Altra chiesa interessante quella di San Giovanni Battista Penitente edificata intorno alla fine del XV secolo per volontà dei Cavalieri di Malta al di fuori delle antiche mure di cinta cittadine e per questo conosciuta anche come San Giovanni Fuori le Mura. In origine nei pressi della chiesa vi era un ospedale che accoglieva malati e pellegrini, già in cattive condizioni nel XVII secolo. In seguito l’edificio diventò un ospedale per i feriti che giungevano dalla Terra Santa e dagli infetti da malattie come il colera.
La chiesa fu definitivamente chiusa al culto nel XIX secolo e ceduta a privati. La facciata si presenta lineare ed austera, delimitata da due lesene fino al cornicione di coronamento che a sua volta delimita la cuspide della facciata a capanna. Il centro della facciata è occupato da una finestra architravata ora balconata, sulla quale sono posti tre stemmi dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, fatti inserire forse nel 1503, come riporta lo stemma centrale. All’interno l’ex chiesa presenta un’unica navata e originariamente era provvista di tre altari, uno dei quali venne spostato nella chiesa della Madonna del Tempio (o del Verde). Nel 2016 è stata acquistata dal Comune di Maruggio ed è in progetto il restauro dell’edificio e la sua trasformazione in Museo Multimediale dell’Ordine di Malta.
ll convento di Santa Maria delle Grazie risalente al XVI secolo è oggi sede del municipio del Comune di Maruggio. Fu costruito dai frati minori osservanti che ebbero l’autorizzazione da papa Clemente VII il 6 aprile 1534, e fu ultimato nel 1575. La struttura comprende una chiesa e un annesso chiostro. La chiesa fu costruita su un edificio sacro di epoca precedente, di cui si conservano solo resti di antichi affreschi e la forma dell’antico rosone, poi murato. Fin dall’origine era formata da un’unica navata. In occasione di un successivo ampliamento in profondità dell’edificio, vennero edificate una cappella a destra e una cappella a sinistra, con un altare in stile barocco i cui materiali furono in seguito riutilizzati in altre parti della chiesa (leggio in pietra e sedia in pietra riservata al sacerdote). La cappella a destra ospita un semplice altare con un Crocifisso. In seguito, in epoca barocca inoltrata, furono edificate le altre due cappelle sulla sinistra, le quali presentano altari in stile barocco leccese. Il chiostro si presenta come un quadriportico a 20 arcate divise da pilastrini ottagonali.
28 lunette contengono affreschi seicenteschi, alcuni dei quali riproducono scene delle vite di San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova, San Pasquale Baylon e San Bernardino da Siena. Il soffitto è caratterizzato da volte a crociera in carparo locale e tufo biancastro. Al centro del chiostro è presente un pozzo sormontato da colonne che sostengono una statua di Sant’Antonio con il Bambino.
La chiesa di Santa Maria del Tempio (XVI secolo) detta anche della “Madonna del Verde”, annessa al cimitero comunale dal 1876, fu probabilmente edificata nel 1585 quando a governare era il commendatore Paolo Affaitati, su di una cappella preesistente di origine templare. La facciata però venne modificata alla fine dell’Ottocento ed è in stile neoclassico. L’interno, a navata unica, presenta un altare in pietra leccese in stile barocco, originario della chiesa di San Giovanni Battista fuori le mura, che ospita un’immagine della Vergine col Bambino, la stessa che compare nelle insegne araldiche municipali. Lungo la navata è possibile ammirare dei resti di affreschi raffiguranti la Vergine e altri Santi.
Il castello dei Cavalieri di Malta, detto anche palazzo dei Commendatori, fu edificato nel 1368 per volontà dei Cavalieri dell’ordine di Malta, addossato alle mura di cinta della città. Nel corso del tempo ha subito numerose ristrutturazioni. È fregiato da un grande trittico con stemma ed armi del gran maestro dell’epoca, Hugues Loubenx de Verdalle.
Visibile sull’arco all’entrata, anche lo stemma del commendatore Alliata, stemma presente anche sulla facciata della chiesa matrice. Il castello si affaccia su piazza del Popolo, la piazza principale di Maruggio, ma l’entrata è da via Umberto I, dove un arco accede al cortile, nel quale si trovava in origine la cappella della Madonna della Visitazione. Il castello si compone di due piani e comprendeva alcune stanze al primo piano e frantoi e magazzini al piano terra.
Palazzo Caniglia (XVII secolo, via Umberto I e piazza San Giovanni), sede della biblioteca comunale dal 3 settembre 2005, fu edificato a ridosso delle antiche mura di cinta, delle quali sono visibili i resti annessi alla struttura seicentesca e dalle quali prende il nome la via-galleria che passa al di sotto del palazzo (via Torre Murata).
Nel territorio comunale di Maruggio esistono 15 masserie alcune sono ancora in funzione, altre sono state abbandonate. Numerose anche le ville ed i casini signorili. Villa Boschetto (XIX secolo), è un’antica villa rurale edificata nella prima metà dell’Ottocento per volere di una nobile famiglia manduriana a pochissima distanza dalla Masseria Mirante. Il nome Boschetto deriva dall’antico nome della zona, che designava un’area caratterizzata da una folta vegetazione mediterranea spontanea (tuttora parzialmente presente). La villa ha costituito da sempre un casino di caccia e luogo di villeggiatura. Nel territorio di Maruggio vi è anche una forte presenza di trulli (li tròdduri in dialetto locale) e altre strutture chiamate lu cannizzàru, dal tetto in canne. Anticamente quest’area era caratterizzata anche da altre costruzioni rurali, li pajari, strutture realizzate con muri a secco e dal tetto fatto di fasci di sparto, che davano agli edifici un aspetto simile ai cottage irlandesi. Oggi queste strutture sono pressoché scomparse ma il paesaggio rurale di Maruggio resta ugualmente di grande fascino e suggestione.