Paesi Baschi: Bilbao e San Sebastian tra avanguardia e tradizione
Il nostro viaggio in terra basca ci condurrà alla scoperta delle due anime che la caratterizzano: “avanguardia e tradizione”. Bilbao, città-laboratorio in cui si sono confrontate, a volte quasi sfidandosi, figure di spicco dell’architettura mondiale. La città diventa lo sfondo estremamente intrigante, da cui emerge, valorizzato, l’impianto urbanistico, per lo più ottocentesco, del suo centro storico. Il viaggio prosegue poi a San Sebastian “la Perla dell’Oceano”, una cittadina che ha saputo rinnovarsi e riproporsi in chiave cosmopolita.

Bilbao, Bizkaia Delegation Palace
Ci muoveremo tra palazzi Art Nouveau e Street Art, con le sculture esposte ai venti del mare o nelle piccole gallerie d’arte, elementi di un rinnovato fervore espressivo che si manifesta anche nella “nuova cucina basca”. San Sebastian infatti, con i suoi celebri chef stellati, è riconosciuta come una delle capitali culinarie del Continente.
Saremo a Bilbao durante la “Semana Grande“, la festa popolare più sentita e partecipata dei Paesi Baschi. In questa ricorrenza, che si svolge dal 20 al 28 agosto, scopriremo il folklore e la tradizione che caratterizzano il paese.
La “Semana Grande” “Aste Nagusia” è la festa popolare dedicata alla Madonna Begona, protettrice della città di Bilbao. La tradizione narra che la Vergine Maria apparve nel Cinquecento sulla collina dove oggi sorge la Basilica di Begona. Per tutta la settimana le vie della città si animano di concerti, fuochi d’artificio, parate, sfilate di carri e tanto folklore, imperdibile per conoscere la cultura basca e un’occasione per godere le prelibatezze della sua cucina, dai pintxos (la versione basca delle tapas) al vino genuino della Rioja Alavesa. Lungo le rive del fiume Nerviòn sono infatti allestiti decine di stand gastronomici per gustare le specialità basche.

Bilbao, “Semana Grande”
Il rilancio della festa per la Santa Protettrice della città ha una storia relativamente recente; dopo la fine del regime franchista, durante il quale furono vietate molte feste della tradizione basca, si decise di avviare un progetto per consolidare, attraverso il rafforzamento delle tradizioni folkloristiche, il senso di appartenenza della popolazione alle sue radici. Dal 1978 Txomin Barullo, personalità di rilievo nella città, organizzò l’evento insieme ai quartieri e all’Amministrazione Comunale. Icona della festa è Marijaia, un pupazzo gigante, con le sembianze di una grande signora con le mani alzate, realizzato dall’artista Mari Puri Herrero. Elemento caratteristico della festa sono infatti le comparsas (ce ne sono circa una trentina), gruppi di persone vestite con i costumi tradizionali, che cantano e ballano per le vie della città. La “Semana Grande” prende il via dal balcone del Teatro Arriaga, dove ogni anno viene scelta una personalità di spicco, pregonero per la lettura del bando di apertura della festa. Il lancio di un razzo, la chupinera è l’atto con cui ufficialmente inizia “Aste Nagusia“.

Bilbao
La cultura basca, attenta custode delle sue tradizioni, rimarca con orgoglio un grande senso di appartenenza alla sua lingua, al suo territorio, alla sua storia. Eppure in questi ultimi decenni ha testimoniato una grande capacità di apertura alle influenze più variegate: dalla cucina global all’avanguardia architettonica.
Allungato in una splendida fascia costiera che si affaccia sul golfo di Biscaglia, il Paìs Vasco/Euskadi si articola in tre province: Guipùzcoa, Alava e Vizcaya a cui fanno capo i tre principali centri: San Sebastiàn (Donostia), Vitoria-Gasteiz e Bilbao (Bilbo). Lo sviluppo di quest’area è stato per lungo tempo alimentato da una fiorente industria siderurgica e dopo la crisi degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, proprio l’apertura del Museo Guggenheim di Bilbao (1997) ha innescato un formidabile e rapido processo di conversione al turismo, mettendo in luce la capacità di accoglienza del popolo basco, che è riuscito a preservare la sua unicità di “mondo a parte” pur rimanendo permeabile alle influenze artistiche e culturali che lo infiltravano. A partire dagli anni ’90, una serie di progetti di riqualificazione urbana delle più grandi “archistar” del mondo ha arricchito la città di edifici ed infrastrutture moderne di forte richiamo, rendendola una meta ideale per gli appassionati di architettura contemporanea.

Puppy, la scultura di Jeff Koons
Nel cuore del quartiere di Abandoibarra, che un tempo ospitava industrie e magazzini, e intorno a Plaza Euskadi, si concentrano i più importanti edifici, simbolo della rinascita di Bilbao. Uno dei più famosi è la Torre Iberdrola, progettata dall’argentino César Pelli, il più alto della città. A poca distanza dal Guggenheim, il ponte Zibuzuri (ovvero, in lingua basca: il ponte bianco) attraversa il fiume Nerviòn. Progettato da Santiago Calatrava, le sue forme avveniristiche e l’utilizzo trasgressivo di materiali inconsueti privilegiano più l’estetica che la funzionalità.
Così come per il ponte di Calatrava a Venezia, fin dalla sua inaugurazione si scatenò tra l’archistar ed il Comune una guerra di carte bollate, perché anche in questo caso il ponte pedonale in metallo e cristallo è risultato essere fragilissimo e pericoloso. Effetto opposto sulla cittadinanza ha avuto la splendida Metro, progettata da Norman Foster, i cui caratteristici accessi in acciaio e vetro, hanno meritato l’affettuoso appellativo di fosteritos.
Dopo Bilbao ci accoglie l’elegante cittadina di San Sebastian con la sua splendida baia, che da oltre un secolo è meta di un turismo balneare di élite. Situata nella area nord-orientale della regione, posta sul mar Cantabrico, la città si sviluppò grazie alla pesca e ai commerci marittimi.

San Sebastian, Casa del Sidro
Per la sua posizione strategica (vicina alla Francia e sul Cammino di Santiago di Compostela) e per il notevole impatto scenico dei suoi panorami, dal 1845 la regina Isabella la scelse per trascorrervi parte della stagione estiva con la sua corte. A fine Ottocento, la vita di ozio e mondanità che la animarono durante la Belle Epoque, insieme all’ampliamento del suo impianto urbanistico con l’edificazione di boulevard sul fiume Urumea, le meritarono l’appellativo di “piccola Parigi”. Ai giorni nostri San Sebastian ha saputo interpretare in modo originale le nuove tendenze della cultura e degli stili di vita, guadagnandosi fama a livello internazionale. Aspetti rilevanti della sua capacità di rinnovarsi, proponendosi in chiave cosmopolita, come la sua cucina stellata (riconosciuta per la qualità ed il talento creativo dei suoi chef) e il rilievo internazionale dei Festival del Cinema e del Jazz, le hanno fatto guadagnare il riconoscimento di “capitale della cultura europea” del 2016.

Pintxos Bar
La tipica e molto rinomata cucina locale, si presta ad essere apprezzata anche attraverso i pintxos o pinchos, in castigliano, (la versione atlantica delle tapas spagnole, così chiamate perché venivano gustate in piedi infilzando i bocconcini adagiati su semplici fettine di pane con uno stuzzicadenti, il pintxos appunto). Questa formula diventa un’occasione rilassata e informale di socializzazione, una cucina in miniatura, che qualcuno ha ribattezzato “nanogastronomia”, in realtà per molti chef è un vero e proprio banco di prova dove cimentarsi tra gusto e presentazione artistica. La parte vecchia della città con le sue vie che sbucano dal porto saranno una tappa obbligata del nostro pintxos tour. Le zone più tipiche per uscire per pintxos a Bilbao sono il Casco Vecchio, Abando,e Indautxu
BILBAO, CITTA’ LABORATORIO DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA
Bilbao è un teatro in cui va in scena l’esaltazione dell’Architettura Contemporanea. Negli ultimi vent’anni il panorama urbano ha subito una trasformazione radicale e la città, divenuta un cantiere a cielo aperto, ha saputo dare forme al suo fervore innovativo, accogliendo nel suo centro storico edifici all’avanguardia dell’urbanistica moderna. Nel nostro immaginario il Guggenheim è divenuto il simbolo di Bilbao, per la forza con cui si è imposto nello spazio con geometrie che sembrano contraddire le leggi della fisica. Dal 1997 questo must del turismo culturale ha prodotto un “effetto Guggenheim” che ha attratto intorno a sé un circuito virtuoso di investimenti ed idee, innescando numerosi progetti urbanistici affidati ai più grandi nomi dell’architettura internazionale: Frank Gehry, Norman Foster, Santiago Calatrava, Rafael Moneo, Arata Isozaki, Álvaro Siza, Zaha Hadid e altri ancora.

Museo Guggenheim di Bilbao
Immersi in questa “città del futuro”, sarà un’esperienza interessante ritrovare le tracce di un passato barocco e rinascimentale, dalla Cattedrale di Santiago alla Basilica di Begona, dal centro storico di Casco Viejo al Mercato de la Ribera. La storica Funicular de Artxanda a cremagliera, dalla sponda destra del Nervìon, offre una splendida panoramica sulla città. Inaugurata nel 1915, snoda il suo percorso quasi tutto a cielo aperto, permettendoci di ammirare lo straordinario skyline. Muovendoci con la metro continuiamo la nostra esperienza di architettura urbanistica di avanguardia. Il progetto di quest’opera fu assegnato allo studio di Norman Foster nel 1995. Il famoso architetto disegnò varie stazioni e i caratteristici ingressi, che emergono dal sottosuolo come tubi di cristallo.

Bilbao, piazza Moyua
La stazione di Sarriko, con la sua grande volta trasparente, ha meritato il Premio Brunel al disegno ferroviario nel 1998 e perfino le panchine, ottennero nel 2000 il Premio Nazionale di Disegno Industriale.
Raggiungiamo così il Puente Vizcaya, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il ponte sospeso unisce dal 1893 le due sponde del fiume Nerviòn, la rìa, come lo chiamano gli abitanti di Bilbao. Progettato da Alberto de Palacio e Ferdinand Arnodin, è una straordinaria opera in ferro realizzata senza saldature e con un sistema di rivetti inseriti a caldo. Una passerella panoramica, che sale fino a 50 metri sopra l’acqua, offre una vista magnifica sulla città.
Il quartiere del Getxo, tradizionalmente abitato da pescatori, è un piccolo borgo con caratteristiche vie, ai suoi margini sorgono le belle ville dei ricchi bilbaini, che nei primi del ‘900 lo trasformarono così in un centro residenziale per la villeggiatura. Ci aspetta poi la visita del Guggenheim Museum, un edificio in titanio, pietra e cristallo, ideato dall’architetto nordamericano Frank Gehry. Opera del 1997, simbolo dell’architettura contemporanea, che solo nel primo anno ha attratto un milione di visitatori, incrocia la sua forma sinuosa con linee interrotte che alleggeriscono la sua mole colossale (l’edificio ha una superficie di 24.290 mq, con un’area espositiva di 10.560 mq).

Bilbao, Maman di Louis Bourgeois, l’enorme ragno al bordo della rìa
All’interno, questa struttura “futurista” ingloba un pezzo storico della città, un vecchio ponte di ferro che, per precisa indicazione della Municipalità, doveva essere mantenuto e integrato nel nuovo complesso. Il ponte detto “della Salve” accoglieva i marinai al ritorno nel porto ed è un omaggio alla memoria ed al passato di questa città, che ha saputo sporgersi verso il futuro inventando soluzioni tecniche ed estetiche di eccellenza. Il Museo si articola in tre gallerie che corrono intorno ad un luminoso e monumentale atrio centrale, collegate tra loro con passerelle curve, sospese al soffitto e ascensori di vetro. Alcune delle opere esposte in mostra permanente sono diventate un’icona del museo, come il Puppy, la scultura di Jeff Koons, che raffigura un cane coperto di fiori o il Maman di Louis Bourgeois, l’enorme ragno al bordo della rìa.
BILBAO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
La nostra giornata inizia dal cuore della vecchia Bilbao, il Casco Viejo: il centro storico che costeggia il fiume Nerviòn, testimone delle diverse anime e stratificazioni storiche della città tra edifici barocchi e bei palazzi ottocenteschi. Seguendo l’ansa del fiume giungiamo al cinquecentesco Santuario de Nuestra Senora de Begona, eretto sui resti di un tempio antico, è uno dei maggiori luoghi di culto del territorio basco, perché custodisce l’immagine della Vergine (XIII secolo) Santa Patrona della provincia.

Bilbao, Santuario de Nuestra Senora de Begona
L’imponente edificio è situato su una collina da cui domina la città, ristrutturato in epoche diverse porta i segni di tre differenti stili architettonici: manierista, gotico e barocco.
Da qui ci spostiamo al Mercado della Ribera, costruito nel 1929, considerato il più grande tra i mercati tradizionali europei con i suoi 11.000 mq di superficie, offre una ricca varietà di banchi con prodotti locali, soprattutto pesce e frutti di mare. Particolari ed eleganti le belle vetrate del terzo piano, in stile Art Deco, recentemente restaurate. Da visitare per una degustazione l’Alhòndiga, un vecchio magazzino di vini in stile modernista, recuperato da Philippe Starck con attenzione filologica alle forme esteriori ed interni dal design postmoderno. Dal grande atrio coperto una raggiera di percorsi conduce alle varie attività ospitate (negozi, libreria, auditorium, ristorante, caffè …).
DA BILBAO A SAN SEBASTIAN “LA PERLA DELL’OCEANO”
San Sebastian chiamata la “Perla dell’Oceano”, un tempo frequentata dall’aristocrazia spagnola, è considerata ancora oggi una delle località balneari più eleganti del nord della Spagna. La splendida baia è limitata ai due capi dai monti Urgull ad est e Igueldo a ovest, dai quali si godono spettacolari panorami. A causa degli effetti della marea, per poche ore al giorno, compare una piccola spiaggia che guarda la città sull’isoletta di Santa Clara.

La splendida baia di San Sebastian
Iniziamo dalla visita del Casco Viejo (centro storico) costituito per lo più da edifici ottocenteschi in stile Belle Epoque, perché ciò che esisteva prima fu distrutto da un incendio nel 1813. Calle 31 de Agosto è l’asse storico della città vecchia ed è animata da ristorantini e sidrerie dove gustare i tradizionali pintxos. La chiesa di San Vicente, in austero stile gotico, iniziata nel 1507 e rimaneggiata nel 1750 è la più antica della città. Al lato opposto della Calle, dietro la chiesa di Santa Maria si apre Piazza della Trinidad, dove a volte si svolgono gare di pelota (uno dei più seguiti sport tradizionali). Cuore della città vecchia è la quadrata Plaza della Constituciòn, limitata da portici neoclassici. Vivaci inserti colorati e una curiosa sequenza di numeri decorano le facciate delle case, le cui balconate in passato diventavano palchi per assistere alla corrida.

San Sebastian, una delle località balneari più eleganti del nord della Spagna
Dalle scogliere, ai piedi del monte Igueldo si può ammirare la scultura-istallazione Peine del Viento (pettine del vento) opera di Eduardo Chillida. Con il suo linguaggio poetico, l’artista cerca di catturare metaforicamente l’entrata del vento nella sua città, “pettinandolo” con le sue sculture. Secondo le indicazioni dello scultore, l’opera respira con il soffio del vento e si nutre delle onde del mare. Raggiungiamo poi la stazione della Funicular, che con i suoi treni originali del 1912 ci porterà sulla sommità del monte Igueldo, da cui si può godere uno splendido panorama della città e di un lungo tratto di costa vedendo tramontare il sole sull’Oceano.
SAN SEBASTIAN: ARTE CULTURA E TRADIZIONE BASCA
La spiaggia principale, Playa della Concha affacciata sull’Oceano della cittadina ha uno splendido lungomare che, durante la giornata, si contende con la marea l’esteso bagnasciuga… un “gioco” scandito dal suonare di una campanella, che invita i bagnanti a spostarsi all’asciutto. Oltre il Pico del Loro, che delimita il lungomare verso ovest, si stende la Playa de Ondarreta, più esposta alle onde è preferita da chi vuole allontanarsi dal centro cittadino.

San Sebastian, il porto
Il Museo San Telmo, un involucro traforato che si incastra geometricamente tra le rocce del monte Urgull, è il più antico museo dedicato alla cultura dei Paesi Baschi, recuperato da un progetto dello Studio Nieto Sobejano, completato nel 2011. Il concept del progetto recita così: “Come espressione della relazione natura/artificio che pervade la nostra proposta, il nuovo edificio-schermo è avvolto da una pelle forata in rete metallica che funziona da supporto per muschi, licheni, e piante rampicanti che potranno nel tempo ricoprire anche l’intero edificio. In questo modo il nuovo edificio, “dissolvendosi” nel paesaggio del monte Urgull, valorizzerà gli edifici storici”. La nuova ala, con la sua vocazione mimetica, darà così risalto all’ex convento domenicano del XVI secolo, nucleo originario della struttura.