Se dovessi pescare a caso, tra i ricordi del mio viaggio in Tunisia, il primo consiglio che ne salterebbe fuori, sarebbe senza dubbio quello di: ” non andate in Tunisia solo per il mare ! “. Difatti questo Paese offre molto di più. Prenota il tuo volo da Roma a Tunisi con Volagratis e lasciati affascinare da questo splendido Paese.
Prima tappa del mio viaggio in Tunisia è stata Sousse, una città molto viva, terza per dimensioni, sviluppatasi grazie al turismo, ma ancora molto legata alle antiche tradizioni. La medina, con il suo intricato dedalo di stradine tortuose, i suoi mercati colorati, le piccole moschee con i minareti finemente lavorati, da cui parte il richiamo alla preghiera dei muezzin, è la parte più interessante della città ed ha inizio appena dietro la piazza centrale di Place Farhat Hached. Il Ribat, ben conservato come il Nador, la sua torre di avvistamento, è la struttura più antica della medina e risale alla fine dell’VIII sec.; chiaramente aveva puri scopi difensivi ed era abitato da monaci guerrieri, un po’ sullo stile dei templari cristiani.
Continuando ad addentrarsi nella medina s’incontra un altro importante monumento, tipico esempio di architettura ottomana, è la Zaouia Zakkak, che ospita al suo interno una moschea ed una scuola coranica; non è visitabile, ma dall’esterno si può ammirare l’elaborato e affascinante minareto. Proseguendo per una complicata trama di stradine e vicoli chiusi, che si intersecano e si rincorrono come a formare un disegno astratto, si arriva al punto più alto della medina, l’antica Kasbah. Al centro spicca la mastodontica torre quadrata Kalefh, utilizzata anticamente come avvistamento e difesa, e trasformata oggi in un faro. Oggi in un’ala della Kasbah è ospitato il Museo Archeologico accessibile solo da una strada esterna .
TUNISI – SIDI BOU SAID
La visita della città di Tunisi e del graziosissimo paesino di Sidi Bou Said è una delle escursioni giornaliere che normalmente i tour operator propongono a chi soggiorna sulla costa.
La moderna Tunisi, che esisteva già all’epoca di Cartagine con l’antico nome di Tynes, è arrivata oggi ad inglobare, con i sui sobborghi di candide villette immerse in quieti giardini, le antiche rovine della città fenicia, che così tenacemente contrastò lo sviluppo di Roma nell’area mediterranea.
E’ con la costruzione della Grande Moschea di Zitouna (Moschea dell’Ulivo) risalente al 732 d.C. che si può collocare l’inizio del vero e proprio sviluppo della città di Tunisi. La moschea, utilizzata ancora oggi per il culto e visitabile solo nel cortile interno con il suo bel colonnato a fregi geometrici, è il cuore dell’antico souq ed è la prima tappa della visita nella medina. Un’interessante prospettiva si può godere dall’alto, salendo sul tetto di uno dei numerosi bazar che la circondano. Impossibile trovare le scale d’accesso senza una guida che sappia districarsi tra viuzze e portici, aggirare montagne di tappeti e dare uno sguardo compiacente al mercante che concede il passaggio sperando in un buon affare al ritorno. Tetti che di per se rappresentano delle piccole opere d’arte, arricchiti con finissime decorazioni, realizzate con mattonelle di ceramica dipinte a mano. Terminata la visita della moschea potete girovagare per la medina cercando di non perdervi nell’autentico labirinto di stradine, ma lasciandovi trasportare al contempo in un caleidoscopio di colori, profumi e sapori che da ogni angolo attireranno la vostra l’attenzione, in un susseguirsi di piccole moschee, portoni colorati, piccoli bar, bazar di tutti i tipi e carichi di ogni genere di merce. Quando vi sarete infine stancati di girare recatevi a visitare il Museo del Bardo al cui interno è ospitata una delle più importanti collezioni al mondo di maschere e mosaici romani realizzati tra il II e IV secolo, opere rinvenute negli anni durante gli scavi archeologici condotti nei vari siti ubicati in Tunisia.
Per completare la visita di Tunisi ci rechiamo a vedere il parco archeologico di Cartagine. Non aspettatevi grandi cose perché la maestosa città fenicia venne rasa al suolo subito dopo la conquista romana e di quella edificata successivamente dai vincitori non rimangono che pochi resti, come le Terme fatte edificare da Antonino Pio in prossimità del mare.
Più interessante si rivela la visita del caratteristico paesino di Sidi Bou Said a circa 17 chilometri da Tunisi. Qui il paesaggio ricorda molto da vicino le atmosfere dei paesi delle isole greche. Sidi Bou Said sovrasta il mare dalla cima di una collina verdeggiante ed è caratterizzato dai colori tenui delle sue casette, dalle diverse sue famose porte gialle, verdi o azzurre, dai fiori e dalle piante che spuntano da minuscoli giardini incastrati tra una casa e l’altra. E’ un vero piacere passeggiare tra le sue stradine e fermarsi a bere un tè alla menta in uno dei bar che dalla piazzetta principale si affacciano a picco sul mare sopra la piccola spiaggia di sabbia del paese.
DOUGGA – THUBURBO MAJUS
La visita di questi due siti archeologici è normalmente inserita in tutti i tour della Tunisia ed è proposta anche come gita giornaliera per quelli che soggiornano in una località marina lungo la costa.
Partiamo e lasciando la costa ci addentriamo verso l’interno in un susseguirsi di paesaggi che alternano zone di tipo mediterraneo, coltivate a frutta, a zone via, via sempre più desertiche. Il sito di Dougga era probabilmente già abitato fin dall’inizio del II millennio a.C. grazie alla presenza di sorgenti d’acqua ed alla posizione strategica che lo vede dominare da una collina sulla vasta pianura sottostante, arrivando ad ospitare, durante la dominazione romana, alcune migliaia di persone.
Subito dopo l’ingresso si trova lo stupefacente Anfiteatro cittadino, eretto nel 188 d.C. dove anticamente venivano rappresentati i classici dell’epoca. Superato l’anfiteatro, che ancora oggi ospita migliaia di spettatori in occasione del festival internazionale di drammi classici di Dougga, si prosegue lungo la strada che porta al Campidoglio, uno dei monumenti meglio conservati e più ammirati di tutta l’epoca romana. Appena prima del tempio si apre la piccola Piazza dei Venti sul cui pavimento era posto un mosaico che recava le indicazioni e le direzioni dei 12 venti conosciuti (riconoscibile l’antico nome Africanus dello Scirocco).
Su una piattaforma rialzata, subito dietro la piazza, si erge maestoso il Campidoglio con colonne alte quasi 10 metri. Proseguendo verso sud si incontrano il Foro, luogo di incontro e di commercio con ancora ben visibili gli spazi riservati alle varie botteghe, e poco distante il grande Tempio della Concordia, quello di Frugifero e Liber Pater e le grandi Terme di Licinio, uno dei tanti complessi termali di cui si giovavano in ogni stagione gli antichi romani, con la stanza del frigidarium (dove si prendevano i bagni di acqua fredda) che conserva ancora praticamente intatte le pareti perimetrali. Appena ai margini di una strada sterrata che chiude il lato sud del complesso archeologico si trova la Casa del Trifoglio, l’antico bordello cittadino il cui nome attuale deriva dalla forma a fiore di trifoglio di una stanza interna. Di fronte si trovano le Terme dei Ciclopi ormai in rovina, ma in cui si sono conservate praticamente intatte le latrine dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, in cui evidentemente i romani erano soliti condividere anche i momenti più intimi.
Dopo la sosta per il pranzo ed un meritato riposo, sulla strada del ritorno ci fermiamo a visitare il sito archeologico di Thuburbo Majus. Siamo a 60 chilometri a sud-ovest di Tunisi, nei pressi del paese di El-Fahs. Antico insediamento di tribù Berbere cadde sotto il controllo cartaginese nel V sec. a.C., e dopo averne condiviso la sfortunata sorte, solo nel 128 d.C., in seguito alla visita dell’imperatore Adriano, riuscì a conquistarsi il titolo di municipalità romana divenendo in breve tempo un ricco ed importante centro per il commercio di prodotti come l’olio, il vino ed il grano. I principali resti archeologici del sito risalgono al periodo di maggior splendore della città e sono datati all’incirca al II secolo d.C. Uno degli edifici più interessanti è la Palestra dei Petroni, luogo all’aperto adibito alla pratica sportiva fatto edificare dalla famiglia di Petronius Felix nel 225 d.C., di cui rimane intatta una parte del Portico conosciuto con lo stesso nome.
TUNISIA DEL SUD
E finalmente partiamo per questa due giorni non stop, inoltrandoci dalla costa mediterranea verso la porta d’ingresso del Sahara. Prima tappa d’obbligo la cittadina di El-Jem per visitare il ben conservato anfiteatro romano, costruito tra il 230 e il 280 d.C. su incarico del console Giordano, un Colosseo appena più piccolo di quello più noto. Lungo 138 metri per 144 di larghezza si sviluppa su tre ordini di gradinate fino a toccare i 30 metri in altezza, si ritiene che potesse arrivare a contenere fino a 30.000 persone. Lasciata El-Jem riprendiamo il nostro viaggio verso Sud sotto un sole implacabile che non ci abbandona un attimo.
Percorriamo un tratto di costa fino a Gabès deviando poi in direzione di Matmata in un paesaggio che si fa via via sempre più arido e lunare. Basse e spoglie colline si profilano all’orizzonte, punteggiate da rare macchie verdi formate da una bassa vegetazione e da sparute palme abbarbicate alla terra arsa, ci si aspetta quasi di vedere da un momento all’altro la capsula lunare ammarata di Armstrong con la voce di Tito Stagno in sottofondo che ripetete incredulo “… ecco ha toccato terra, il primo uomo è sbarcato sulla luna.. “. Non a caso, quindi, Matmata fu scelto per ospitare il fantastico set del film Guerre stellari, Episodio IV – Una nuova speranza (1977).
Qui i turisti vengono portati per visitare le cosiddette case troglodite, tipiche abitazioni che i Berberi, antica etnia ancora maggioritaria nella zona, costruirono sotto il livello del terreno e che ancora oggi qualcuno di loro sembra preferire alle moderne costruzione sopraelevate. Le case, ricavate scavando vari ambienti intorno ad un pozzo centrale che ne costituisce l’ingresso e l’unica fonte di luce e ricambio d’aria, godono di una temperatura fresca ed isotermica, risentendo in maniera inferiore degli sbalzi giornalieri e stagionali del clima.
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando arriviamo a Douz, la porta del Sahara al margine nord-est del Grande Erg Orientale, ci sistemiamo nell’albergo dove trascorreremo la notte e usciamo di nuovo per una breve cammellata nel deserto, seguendo piste immaginarie come viene più comodo al cammello che probabilmente non ne può più di scarrozzare turisti sulla sua groppa. E’ una simpatica esperienza se non l’avete mai provata, un po’ come sentirsi dei novelli Lawrence d’Arabia. L’unico consiglio è quello di indossare dei pantaloni vecchi, perché l’odore dell’animale per osmosi si trasferirà in maniera permanente sui vostri vestiti lasciandovi cosi un indelebile ricordo dell’esperienza. A Douz si può visitare il grande palmeto, centinaia di migliaia di palme inserite nella più grande oasi della Tunisia.
La mattina seguente ripartiamo per la successiva tappa del mini tour, la mitica città di Tozeur, avvolta in quell’aurea magica così struggentemente cantata da Battiato. La strada per Tozeur attraversa la depressione dello Chott el-Jerid, un immenso lago salato di quasi 5000 Kmq. Per la maggior parte dell’anno il lago è asciutto e non è raro vedere fantastici effetti ottici creati dai raggi del sole che si riflettono sullo strato di sale della superficie. La strada che attraversa lo Thuburbo Majus è ricavata su un terrapieno nella sua parte più settentrionale, ogni tanto si incontrano delle stazioni di sosta dove la maggiore delle attrazioni è costituita dalle bancarelle di venditori ambulanti in cui è possibile acquistare, tirando alla morte sul prezzo, pietre e minerali della zona, in particolare la famosa Rosa del Deserto, una formazione minerale che nasce dal fenomeno di evaporazione di vene di gesso umido, presenti sotto la sabbia. Il gesso risalendo verso la superficie si cristallizza e forma delle concrezioni che ricordano molto da vicino i petali del fiore della rosa. Arrivati a Tozeur non abbiamo molto tempo per respirare il misticismo che dovrebbe avvolgere e coprire come un sottile manto tutta la cittadina. Appena scesi dal pullman saliamo a gruppi su piccoli calessi avviandoci così per la visita del grande palmeto.
Qui assistiamo ad una breve descrizione di come avvenga l’impollinazione, aiutata dall’uomo, della palma femmina, quella che produce i datteri, da parte della palma maschio che al contrario non produce nulla.
Molto affascinante si è rivelata la successiva tappa del viaggio con la visita delle Oasi di montagna. Una macchia di verde che la natura si è divertita a disegnare in un mare di ocra sui contrafforti della catena dello Jebel en-Negeb. Le cosiddette Oasi di montagna sono formate dai villaggi Berberi di Tamerza, Midès e Chebika, già esistenti in epoca numida. Dei tre villaggi solo Tamerza è raggiungibile in auto e come gli altri venne abbandonato nel 1969 in seguito ad un’alluvione disastrosa, durata 22 giorni, che spazzò via in un attimo le case fatte con i mattoni di terra. Oggi la città è stata riedificata con criteri moderni a poca distanza dalle rovine dell’antica Tamerza che conserva, con le sue tortuose stradine strette tra gli scheletri delle case abbandonate, un fascino veramente unico. Poco sopra la città abbandonata si trova la sorgente d’acqua che da sempre alimenta la vita dell’oasi e che consente alle palme di dare i loro frutti, considerati dalla gente di qui i migliori di tutta la Tunisia.
Lasciato lo struggente paesaggio delle Oasi riprendiamo il tour verso l’ultima tappa, la città santa di Kairouan. La città venne fondata nel 670 d.C. da un generale arabo, racconta la leggenda che il luogo prescelto fu identificato dal miracoloso ritrovamento di una misteriosa coppa d’oro, sepolta sotto la sabbia, sparita dalla Mecca alcuni anni prima. Oggi Kairouan è considerata la quarta città santa dell’Islam oltre ad essere un rinomato centro di produzione dei tappeti. Se riuscirete ad evitare l’immancabile visita di una delle tante fabbriche, vi rimarrà un po’ di tempo per visitare la medina circondata dalle mura edificate per la prima volta nel VII secolo. All’interno troverete tutti gli edifici più interessanti della città, come la Grande Moschea, la Moschea delle Tre Porte, i Bacini degli Aghlabiti ed altri ancora, ma se siete stanchi di visitare moschee e musei potete tranquillamente andarvene a zonzo per le sue stradine cercando di cogliere gli aspetti più quotidiani della vita locale.
di Maurizio Fortunato e Claudia Meschini