Cetona…….”Sul filo dell’olio”

Torna ad animare Cetona, da sabato 31 ottobre, per due weekend, la kermesse “Sul filo dell’olio” con degustazioni di olio nuovo, visite ai frantoi e altre iniziative dedicate a sapori e tradizioni del territorio.

A Cetona tornano protagonisti i sapori e il gusto intenso dell’olio nuovo, con la seconda edizione di “Sul filo dell’olio”. Per due weekend – sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre e sabato 7 e domenica 8 novembre – il borgo è animato da un itinerario che unirà cibo, arte e musica, affiancato dall’esposizione di moto d’epoca, animazione per adulti e bambini e laboratori di artigianato artistico.

A unire gli appuntamenti sono le degustazioni di olio nuovo di produzione locale e le visite ai frantoi in cui nasce una delle eccellenze di Cetona, riconosciuta con il marchio DOP Terre di Siena, per assaporarne tutta la qualità della produzione 2015, eccellente secondo i dati organolettici.
La manifestazione “Sul filo dell’olio”, promossa dalla Pro Loco di Cetona e dal centro commerciale naturale “Il Borgo” con il patrocinio del Comune, si apre sabato 31 ottobre alle 14 in Piazza Garibaldi e va avanti fino alle 22 con la mostra-mercato di prodotti tipici e dell’artigianato locale a cui si uniscono i prodotti provenzali di Le Beausset, città francese gemellata con Cetona. Il pomeriggio continua nelle cantine del centro storico con la degustazione di olio nuovo e le numerose iniziative collaterali, dall’animazione di strada agli spettacoli itineranti fino ai laboratori di artigianato artistico, a cui si unisce anche la mostra di moto d’epoca organizzata dai cittadini di Cetona.

L’esposizione si svolge in Via Volpini, presso la Sala Polivalente comunale, con moto degli anni Sessanta, e in Via Risorgimento con moto degli anni Settanta.
Domenica 1 novembre la Festa torna protagonista nel borgo di Cetona dalle 9 fino alle 22 con gli stessi ingredienti: degustazioni di olio novello, visite guidate ai frantoi, laboratori artistici, animazione per bambini, la mostra-mercato di prodotti tipici dell’artigianato e dell’enogastronomia locale e l’esposizione di moto d’epoca. Nei due giorni è possibile visitare anche il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, ospitato al piano terra del Palazzo comunale, per compiere un viaggio indietro nel tempo in spazi moderni e accoglienti.

Un particolare dell’Archeodromo di Cetona

La manifestazione “Sul filo dell’olio” prosegue poi sabato 7 e domenica 8 novembre con altre iniziative di riscoperta e valorizzazione di tradizioni e sapori locali. Per informazioni sul programma e sulle visite ai frantoi, da raggiungere con mezzi propri, è possibile contattare l’Ufficio turistico in Piazza Garibaldi, al numero 0578-239143 oppure scrivere un’e-mail all’indirizzo proloco@cetona.org.

COSA VEDERE A CETONA
Il toponimo Cetona probabilmente deriva da un’antica pieve paleocristiana, citata nei documenti come “baptisterium Sancti Johannis de Queneto o de Queteno”, forse in riferimento al torrente Chieteno che scorre poco a sud.
Cetona, situata nell’estrema propaggine meridionale della provincia di Siena, ha la fisionomia tipica di un piccolo borgo toscano con i lineamenti disegnati nella pietra e nel cotto. Per l’ambiente ancora intatto il Touring Club Italia ha concesso al ciitadina di potersi fregiare della “Bandiera Arancione” e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha giustamente inserito Cetona sin dal 2001 nel novero dei “Borghi più belli d’Italia”.

Cetona, Piazza Garibaldi

Il piccolo e ordinato centro storico vale davvero una visita, che ci porterà a salire le spire delle stradine che scalano il colle per andare a culminare alla Rocca, che con il suo maschio superstite, sommerso dal verde, domina tutto l’abitato. Da lontano, con il suo agglomerato urbano che sembra ancora cercare riparo e protezione dal Castello, Cetona appare come un cono di pietra che risalta ancora di più stagliandosi contro il verde intenso della montagna.
Arrivando in paese il visitatore ha accesso al borgo da una magnifica piazza di forma rettangolare, oggi dedicata a Giuseppe Garibaldi, realizzata nel XVI secolo da Gian Luigi Vitelli. Egli volle costruire un nuovo accesso al borgo medievale dando più respiro all’architettura del luogo tanto che colpisce il fatto di trovare una piazza così grande in un abitato così piccolo.

Tra i vicoli di Cetona

Circoscrivono lo spazio alcuni notevoli edifici, quali l’antico Palazzo Vitelli, l’ex chiesa SS. Annunziata, la chiesa San Michele Arcangelo e le Logge.
La vicina frazione di Piazze da sempre legata alle vicende del borgo di Camporsevoli, dovrebbe il suo curioso nome alle “piazze” in cui i carbonai cuocevano il carbone. Il piccolo centro vanta una chiesa risalente al secolo XVI intitolata a San Lazzaro, oggi sede di un’associazione civica e un bel monumento dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
Camporsevoli, piccolissimo borgo fortificato, mantiene perfettamente visibili i suoi “tratti somatici” di castello difensivo, ma la sua storia è molto più antica visto che già 2500 anni fa qui era un importante insediamento etrusco, come testimoniano un’infinità di reperti venuti alla luce durante le tante campagne di scavo dell’800. Camporsevoli è da sempre stato considerato un sito strategico, un punto di avvistamento privilegiato e anche un luogo di ottima vivibilità rispetto alla sottostante Val di Chiana, in altri tempi palude malsana.

Impedibile a Cetona la visita del Museo civico per la preistoria del monte Cetona, ubicato nel palazzo comunale. Istituito nel 1990, l’insieme documenta le varie fasi del popolamento umano nel territorio che gravita intorno al monte Cetona, a partire dal Paleolitico medio (50.000 anni da oggi) fino all’Età del Bronzo (4.000 anni da oggi).

Tra i vicoli di Cetona

Le vicende preistoriche del territorio iniziano infatti nel paleolitico medio: l’uomo di Neandertal ha abitato alcune grotte del Cetona, lasciando come traccia del suo passaggio, strumenti di pietra scheggiata e resti degli animali cacciati. Dopo una sporadica frequentazione durante il neolitico e l’età del rame, si registra un intenso popolamento nel corso del II millennio a.C., soprattutto a Belverde, sul fianco orientale della montagna, dove l’uomo ha costruito capanne, abitato i ripari sotto roccia, seppellito i propri morti. Di questa fase resta una ricca documentazione archeologica che costituisce il nucleo principale del museo. Strettamente collegato al museo è il Parco Archeologico Naturalistico di Belverde: è possibile visitare alcune delle cavità che si aprono nel travertino, adeguatamente illuminate e attrezzate come la grotta di San Francesco, gli antri della Noce e del Poggetto, frequentate dall’uomo per scopi funerari o di culto, e i resti degli abitati all’aperto. L’area del parco è una sorta di oasi in cui l’elemento storico archeologico e quello naturalistico sono intimamente legati.
L’Archeodromo di Belverde, situato non lontano dall’omonima zona archeologica, è un percorso didattico creato per completare ed integrare la visita al Museo e al Parco. Le ambientazioni, le strutture e i manufatti riprodotti si ispirano alle due fasi della preistoria meglio documentate in questo territorio: sono stati ricostruiti una parte di un villaggio dell’età del bronzo, con capanne a grandezza naturale e aree per le attività artigianali, e un abitato in grotta del paleolitico medio. I due settori sono collegati da un itinerario nel bosco e lungo la balza rocciosa sovrastante la cavità di Belverde, da cui si gode un ampio panorama sulla Valdichiana. In un’apposita area è allestito uno spazio per la simulazione degli scavi archeologici.

Villa Vignola

A Cetona si trova una straordinaria villa risalente alla fine del 1700, Villa La Vagnola.
La villa fu fatta edificare, a partire dal 1750, dal nobile cetonese Salustio Terrosi, in occasione delle sue nozze con Maria Antonietta Vagnoli e per dare risalto alla sua casata (la villa è conosciuta infatti sia come Terrosi sia come La Vagnola). Il luogo, sul quale in precedenza sorgevano anguste casupole seicentesche, fu completamente bonificato e trasformato con imponenti opere di livellamento di terreno. Intorno alla villa si estende il parco Terrosi di oltre quindici ettari che ospita alcune attrazioni e abbellimenti come una tomba etrusca, la Tomba della Pania, risalente al VII secolo a.C., ricostruita dopo essere stata smontata e qui trasportata dal luogo di rinvenimento e un anfiteatro, con oltre duecento posti a sedere, il Roccolo per la caccia e la Casina Turca con i suoi affreschi. Quest’ultima si trova su di una terrazza al cui centro sta un obelisco. Da qui si snodano viali chilometrici perfettamente ghiaiati costeggiati da boschetti all’inglese, giardini, orti e terrazzamenti pietrificati di uliveti e lecci. La villa è oggi di proprietà del famoso stilista Valentino e può essere visitata esclusivamente nelle quattro giornate concordate con i proprietari tra agosto e settembre.

Una delle tante ville di Cetona, Villa Siena

Interessante anche la Villa La Palazzina, villa settecentesca circondata da un ampio parco e adornata da un giardino pensile all’italiana aperto sulle colline circostanti. Il giardino formale ospita una collezione di rose e peonie ed è punteggiato da palme. Ai lati, le due limonaie un tempo usate per il ricovero degli agrumi. Attraverso due viali alberati si passa dal giardino al parco, anch’esso di impianto settecentesco. Tutto il parco offre svariati punti d’osservazione sul paesaggio circostante, aprendosi con viste magnifiche sull’orizzonte.
Salendo per via Roma si arriva a Palazzo Minutelli realizzato intorno alla metà del XVII secolo e sede del Municipio dal 1873. Fra le sue particolarità architettoniche i portali e le cornici in travertino, che si distinguono nella facciata.
La Rocca che si staglia troneggiando sull’abitato risale probabilmente al X secolo e costituisce il nucleo più antico di Cetona. Durante il XVI secolo, sotto il presidio di Chiappino Vitelli, con l’aggiunta di altri corpi edilizi, venne trasformata in abitazione. Il Corpo di Guardia della Rocca venne costruito dopo il 1500 innanzi all’antica porta del castello che rimase inglobata nella parte interna destra. Da qui, mediante rampa di accesso, si saliva alla piazza d’armi e al mastio. In antico il castello era difeso da almeno tre torri, ma gli eventi bellici ed il tempo hanno contribuito a ridurne il numero tanto che oggi ne resta solamente una, in pietra, peraltro molto rimaneggiata con l’aggiunta della copertura.

La Rocca

Risale invece al XVI secolo la Torre del Rivellino che era collegata alla terza cinta muraria a protezione del borgo di Cetona. In origine aveva all’apice un orologio a sei ore, non più esistente. “…Per secoli si sono succeduti i custodi di quell’orologio fino a quando nel 1886 per 1200 lire fu deciso di cambiare il quadrante diviso in sei con uno “moderno” da 12 ore, suonante le ore, la replica e le mezze ore. Aveva un solo difetto di origine: il dover essere caricato ogni 24 ore mentre comunemente gli orologi da torre si caricano ogni otto giorni”.
Belle e ricche di fascino le chiese di Cetona, come la chiesa della Santissima Annunziata, edificata sulla piazza pubblica nella parte bassa del borgo. Oggi la facciata ha perso il suo aspetto originario ed è inglobata nelle costruzioni adiacenti. Rimane però il portale cinquecentesco.

San Michele Arcangelo

La chiesa di Santa Maria si trova in località Belverde. La tradizione vuole che nella grotta retrostante la chiesa si ritirasse in preghiera San Francesco: per questo nel 1367 vi furono edificati l’eremo e la chiesa da un nobile orvietano. È preceduta da un portico su pilastri gotici, sormontato da un alto campanile a vela e ha una originale struttura interna composta da tre oratori disposti su due piani. La chiesa inferiore è interamente decorata con affreschi trecenteschi.
La chiesa di San Michele Arcangelo fu fondata nel 1155. La chiesa conserva però ben poche tracce della sua antichità essendo stata ampliata ed arricchita con l’aggiunta della nuova sagrestia nel 1614 . All’interno, di pregio, vi è una statua lignea del 1300 raffigurante la Madonna delle Grazie, conservata nell’altare della navata destra.
La collegiata della Santissima Trinità, sorta tra XII e XIII secolo, deve il suo fascino particolare alla compresenza di più stili architettonici. In origine ebbe una sola navata ma poi fu ampliata nel secolo XVI. Sul lato destro si possono vedere tre finestre in stile gotico e, sotto la prima, si può notare il portale romanico. La facciata risale invece ad epoca rinascimentale.

Un bel casale

All’interno è possibile ammirare alcuni affreschi del tardo Quattrocento tra i quali spiccano una Madonna con Bambino e un Santo di un artista anonimo e una bellissima Madonna Assunta attribuita alla scuola del Pinturicchio.
Allontanandoci dall’abitato e dirigendoci verso la strada che costeggia la montagna, troviamo il convento di San Francesco, risalente al 1212 immerso in una suggestiva cornice naturale e sovrastato da un pianoro conosciuto come “Salto del diavolo”.
Da non perdere anche il Romitorio di Santa Maria in Belverde e l’annessa chiesa su due livelli, divisa in tre oratori. All’interno sono presenti pregevoli affreschi della seconda metà del XIV secolo. Le due strutture sono oggi sede della “Comunità Mondo X” per il recupero dei tossicodipendenti.
Il Monte Cetona, quello che qui tutti comunemente chiamano la Montagna, con i suoi 1148 metri rappresenta la vetta più alta della Val di Chiana. La forma a cono del monte ha fatto in passato ipotizzare che fosse un antico vulcano ormai spento, o almeno in stato di tranquilla sonnolenza, ma questa teoria è stata ormai sepolta dai moderni rilievi che ne hanno evidenziato origini geologiche completamente diverse.

Cetona: tra i borghi più belli d’Italia

La natura in questo territorio è la vera padrona, testimonianza ne è una fauna e una flora ricchissima. Volpi, tassi, cervidi, poiane e altri rapaci, istrici, cinghiali e sicuramente qualche timida famiglia di lupi, vi albergano quasi indisturbati.
Per tutto questo il Monte Cetona è un luogo da visitare, a piedi, a cavallo o in mountain bike, con profondo rispetto seguendo i tanti sentieri che si snodano, avvolgendone i fianchi, per chilometri, attraverso boschi fittissimi di querce e roverelle.