Palermo, metropoli mediterranea, con i suoi tesori d’arte, la posizione incantevole, l’armonia delle sue coste e della natura che la circonda, il clima dolcissimo, la vivacità del suo popolo è oggi meta obbligata ed ambita del turismo internazionale. Una vacanza a Palermo può essere per molti la scelta giusta per coniugare visite culturali, spiaggia e buona cucina e la ricerca del miglior volo per raggiungere la città è semplice, basta un click su http://www.volagratis.com/offerte/voli/palermo e si è già in partenza.
Stesa lungo l’omonimo golfo nel Mar Tirreno e adagiata sulla pianura della Conca d’Oro, così chiamata per via delle colorazioni tipiche degli agrumi che un tempo dominavano il paesaggio, è circondata completamente da una cinta muraria naturale: i monti di Palermo.
Fondata come città-porto dai Fenici intorno al 734 a.C., è stata sempre un nodo culturale e commerciale fra occidente e Asia, dunque uno strategico luogo di transito al centro del Mediterraneo. Possiede una storia millenaria che le ha regalato un notevole patrimonio artistico ed architettonico che spazia dai resti delle mura puniche per giungere a ville in stile liberty, passando dalle residenze in stile arabo-normanno, alle chiese barocche ed ai teatri neoclassici. Il maggior numero di monumenti della città è dislocato all’interno del centro storico; altri sono distribuiti in tutto il territorio palermitano: ville storiche, torri d’avvistamento, tonnare, graffiti rupestri o antiche chiese o palazzi nobiliari.
Palermo conta numerosi monumenti risalenti al periodo normanno, ne citiamo alcuni dei più noti. Nei pressi del Palazzo dei Normanni, che è diventato la sede del Parlamento Siciliano, è collocata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti che, con le sue caratteristiche cupole rosse, è diventata uno dei simboli della città; va ricordata poi la chiesa della Martorana, dalla ricchissima decorazione a mosaico, del più puro stile bizantino, situata in piazza Bellini. Situata vicino alla chiesa della Martorana, è la chiesa di San Cataldo, una costruzione normanna del 1160, dalla caratteristica facciata tripartita sormontata da grosse cupole realizzate su tamburo, che meglio conserva il suo aspetto originario. All’interno è notevolmente interessante il pavimento musivo.
Sul Cassaro si affaccia lo splendido complesso della Cattedrale eretta nel 1185 su un’area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba. La splendida commistione artistica presente nell’edificio sembra ripercorrere l’intera storia cittadina e dei popoli che l’hanno guidata mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico catalano, una facciata quattrocentesca, un’abside con decorazioni arabo-normanne e una cupola tardo barocca. In seguito ad un disastroso incendio degli ultimi anni del XVIII secolo l’interno venne ricostruito in stile neoclassico.
Nell’arco del XIII secolo, in maniera particolare durante la dominazione angioina in città si sviluppò lo stile architettonico del gotico che possiamo ammirare in esempi come la chiesa di San Francesco d’Assisi, caratterizzata nell’interno da continue trasformazioni e rifacimenti nel tempo che giustificano la complessità e la varietà dei linguaggi artistici in essa presenti. Numerose chiese della città risalgono al periodo barocco, fra cui: la chiesa del Santissimo Salvatore situata lungo Corso Vittorio Emanuele e la chiesa Convento dei Carmelitani Scalzi in Piazza Indipendenza. Un particolare interesse ha il Santuario di Santa Rosalia sito sul Monte Pellegrino, costruito nel 1626 sul luogo del presunto ritrovamento del corpo di Santa Rosalia, patrona della città.
Di particolare interesse sono anche i Qanat, imponente opera di ingegneria idraulica costruita sotto la città tra la dominazione araba e il periodo normanno. A questo periodo risalgono anche diversi palazzi appartenuti ai sovrani normanni ed utilizzati come residenze di villeggiature immerse spesso nel verde. Fra questi ricordiamo La Zisa e il suo sistema di fontane, La Cuba dallo stile austero e severo, il Castello di Maredolce antico sollazzo arabo circondato dalle acque di un lago e sito all’interno del Parco della Favara. Durante il dominio aragonese, la città si arricchisce di pregevoli palazzi nobiliari e chiese caratterizzati da un tipico gotico proveniente dalla Catalogna (il gotico catalano). Il Palazzo Sclafani, che sorge in prossimità del Palazzo Reale e quindi in una posizione privilegiata, fu costruito nel 1330 dal feudatario Matteo Sclafani.
Di periodo barocco le importanti sistemazioni urbanistiche per la città. Nel 1600 con il tracciato della via Maqueda si venne a creare il nuovo salotto della città: all’incrocio con il Corso Vittorio Emanuele, si trovano I Quattro Canti, o teatro del Sole, una piazza ottagonale che costituiva il centro fisico e simbolico della città. Poco lontano in piazza Pretoria si può ammirare la Fontana Pretoria, da poco restaurata sulla quale si affacciano il Palazzo Pretorio o Palazzo delle Aquile, sede del Comune, e la chiesa di Santa Caterina.
Nel XVIII secolo la zona limitrofa della città muta considerevolmente grazie all’introduzione del sistema delle ville. La decisione di spostarsi all’esterno della città consolidata non deriva soltanto dalla “moda della villeggiatura” incalzante nel periodo, ma è dovuta anche all’aumento della pressione fiscale all’interno della città e alla volontà dei nobili di avere una maggiore presenza nei loro fondi agricoli così da poterne tenere sotto controllo la produzione; per questo motivo gli edifici neoclassici si trovano quasi tutti al di fuori delle mura. Tra gli edifici neoclassici della città va senz’altro ricordato l’Orto botanico di Palermo con il suo gymnasium che venne progettato alla fine del Settecento dall’architetto francese Leon Dufourny fuori dalle mura di Palermo vicino il quartiere della Kalsa, dando così adeguato spazio a quello che diventerà uno dei più importanti giardini botanici d’Europa. La imponente costruzione è in stile dorico e ai lati si trovano due sfingi dello scultore palermitano Gaspare Firriolo. Al neoclassico va aggiunto inoltre il Palchetto della Musica. L’esempio più originale invece è senza dubbio la Palazzina Cinese, dimora di villeggiatura di Ferdinando IV, all’interno della tenuta di caccia del “Real parco della favorita”, che unisce i canoni dell’architettura neoclassica con l’eclettismo del tempo di ispirazione orientale.
Nel 1885, iniziò la realizzazione di un secondo asse che attraversava la città, collegando la stazione ferroviaria con la zona portuale. Per la realizzazione di questa nuova arteria, Via Roma, vennero demoliti numerosi edifici, che lasciarono spazio a palazzi di architettura eclettica e liberty.
All’inizio del XX secolo, la città comincia ad estendersi fuori le mura verso nord, soprattutto lungo una nuova strada chiamata via Libertà. In questo quartiere vengono costruite numerose ville in stile liberty, da parte di Ernesto Basile e dei suoi allievi. Particolarmente significativo è l’Hotel Villa Igiea (inizialmente concepita come villa privata, solo recentemente divenuto albergo) costruito alla fine del XIX secolo per volontà della famiglia Florio e su progetto dell’architetto Ernesto Basile, che ha concepito sia l’architettura, che le decorazioni, che il mobilio dell’edificio in puro stile liberty.
Fra i molti villini liberty va ricordato senz’altro il Villino Florio nei pressi del castello della Zisa, che con il suo stile eclettico rappresenta un magnifico esempio dell’Art Nouveau. L’esempio più significativo di liberty a Mondello è lo stabilimento balneare realizzato nel 1912 dalla società italo-belga, costruito sull’acqua dalla nota impresa di costruzioni d’epoca della famiglia di architetti ed imprenditori Rutelli. Mondello presenta oggi molte strutture ricettive, numerosi club nautici e circoli esclusivi, ristoranti, negozi e un porticciolo. Nel periodo estivo vengono offerti diversi servizi incentrati, per esempio, sull’affitto di cabine o su abbonamenti per accedere a frazioni private della spiaggia. Mondello (in siciliano Munneddu) è raggiungibile per mezzo dei tanti viali reali alberati o tramite collegamenti secondari. La zona è rinomata per la spiaggia, che rappresenta uno dei lidi più ambiti della Sicilia, per le sue numerose ville in stile Liberty, note come migliore espressione dell’Art Nouveau in Italia, e per i siti di interesse storico. È sede del World Festival on the Beach.
Palermo vanta numerose e bellissime piazze, tra queste, piazza Pretoria, delimitata tra il Palazzo Pretorio, la chiesa di Santa Caterina Palazzo Bonocore, oltre che dalla via Maqueda, sulla quale si affaccia la chiesa di San Giuseppe dei Teatini. Al centro della piazza, l’imponente fontana di Francesco Camilliani. La piazza è conosciuta anche come “Piazza della Vergogna” con riferimento alla nudità dei soggetti immortalati dalle sculture della fontana. A pochi passi, la piazza ottagonale che rappresenta il centro della città, piazza Vigliena, o Quattro canti raffigurante, le quattro stagioni, le quattro sante patrone del capoluogo, e i quattro re spagnoli di Palermo.
Palermo conserva ancora gran parte del suo aspetto mediterraneo nei vari mercati storici disseminati nella città: i più caratteristici sono la Vucciria e Ballarò. La Vucciria si estende tra via Roma, la Cala e il Cassaro, all’interno del mandamento Castellammare. La vicinanza al porto cittadino stimolò l’insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani si riscontra tuttora nella toponomastica. Il termine Bucceria deriva dal francese boucherie, “macelleria”. Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello ed alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Anticamente era chiamato “la Bucciria grande” per distinguerlo dai mercati minori. Ballarò è il più antico tra i mercati di Palermo e si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory, verso Porta Sant’Agata. È uno dei più pittoreschi mercati di grascia, cioè d’alimentari. I prodotti venduti provengono dalle campagne del palermitano.
Non lontano da Palermo e facilmente raggiungibile anche con i bus di linea c’è Monreale che merita sicuramente una visita. La costruzione più rappresentativa di Monreale è il Duomo costruito, per volontà di Guglielmo II, fra il 1172 e il 1176. Lo stile di questo monumento conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo è composito, poiché si uniscono gusti differenti che rimandano all’architettura dell’Europa del nord e all’arte araba. Le due torri massicce e solenni, fiancheggianti il portico d’ingresso costruito nel sec. XVIII) non conservano la forma originale, poiché in seguito ad un fulmine (1807) una è rimasta mutilata. Molto importanti sono le porte bronzee in stile romanico: quella principale, eseguita da Bonanno Pisano, è composta da quaranta pannelli con scene tratte dalle narrazioni bibliche.
L’interno, illuminato dai magnifici mosaici rilucenti d’oro che creano l’illusione di trovarsi in un luogo paradisiaco, è a croce latina, con le navate divise da colonne sormontate da una sequenza ritmica d’archi ogivali. L’intero edificio è rivestito da mosaici risalenti al tempo di Guglielmo II il Buono e forse di Tancredi (1194). La narrazione, che s’estende per ben 7584 metri quadri, racconta l’intera storia del cristianesimo nei momenti dell’attesa di Cristo, della sua vicenda terrena e di ciò che è avvenuto dopo la sua morte e risurrezione. Pur rimandando alla cultura bizantina, questi mosaici (soprattutto quelli più recenti) risentono del linguaggio romanico di quelli di San Marco a Venezia.
Uno dei momenti più alti è costituito dall’immagine del Cristo Pantocratore (nel catino absidale) che sembra dominare l’intera aula sacra. Il chiostro, altro luogo di delizie per gli occhi ed il cuore, è un vero capolavoro dell’arte della scultura e dell’intarsio di pietre dure. Le 228 colonnine gemine, ognuna delle quali presenta decori differenti, sono sormontate da elaboratissimi capitelli che sostengono archi d’ispirazione araba. Anch’esso coevo alla costruzione del Duomo, il chiostro ha forma quadrangolare e racchiude, in un piccolo spazio, un intero campionario di forme e di culture desunti dall’arte provenzale, borgognona, dal classicismo dell’area salernitana e, come sempre in questa zona della Sicilia, dall’arte araba. Nell’angolo meridionale è il recinto quadrato con la fontana con alto stelo, che evoca la forma del tronco di una palma, e rimanda, con la delicatezza delle forme e dei colori, alle magiche e sensuali atmosfere delle dimore orientali.
GASTRONOMIA
La cucina tipica palermitana comprende buona parte dei più classici piatti siciliani. Fra i primi piatti ricordiamo la pasta con le sarde, in cui entrano anche finocchio, pinoli e uva passa, la pasta incasciata, sorta di timballo di lasagne o di maccheroni, la pasta con le seppe e la pasta con i broccoli. I secondi piatti invece sono specialmente a base di pesce: tonno con cipollata, uva e cannella; polpi e naselli in tegame. Le verdure sono preparate in vari modi; primeggiano le caponate di melanzane. Piatti tipici di rosticceria sono gli sfincioni, i caciotti e le panelle. Formaggi tipici sono il caciocavallo, il pecorino che nella varietà più fresca, detta “tuma” rientra nella preparazione di vari piatti e la ricotta che entra anche in taluni dolci tipici (cassate e cannoli), che insieme ai torroni ed ai pasticcini di pasta di mandole sono tra i dolci più noti e apprezzati di Palermo.