Il Lazio in treno e bici. La via Via Appia Antica.
Il Parco Regionale dei Castelli Romani continua a essere minacciato dal cemento e da nuove strade che assorbono ulteriore traffico. Purtroppo, negli ultimi decenni le aree urbane si sono sviluppate talmente che in alcuni punti costituiscono un’interminabile sequenza di edifici e di strade senza soluzione di continuità. L’intera area è quindi spesso disturbata dal traffico, a volte anche molto intenso, e non è stata una facile impresa trovare strade idonee per il cicloturismo. È un peccato, perché l’area meriterebbe ben altre attenzioni e rispetto.
Data la vicinanza a Roma, in questo capitolo vi sono alcuni itinerari che conducono direttamente in città con la bici, sfruttando il salto altimetrico in discesa. Tutti i percorsi si possono praticare in qualsiasi stagione e, specie quelli attorno al Lago Albano, riservano la possibilità di fare un bagno ristoratore prima della discesa finale. Oltre al Parco Suburbano dell’Appia Antica, attraversiamo il Parco Suburbano dei Castelli Romani, che assieme costituiscono un unico enorme cuneo archeologico-naturale dai Castelli al centro storico di Roma.
LA VIA APPIA ANTICA
Santa Maria delle Mole (143 metri) – Circo Massimo (22 metri) – Variante più breve dalla stazione di Torricola (70 metri)
“Alla ricerca della Regina Viarum perduta”, si potrebbe intitolare quest’itinerario, tanto è irto di ostacoli nella prima parte, con la ferrovia che lo interrompe bruscamente, i cespugli, i rovi e le pozzanghere che ne rendono a volte difficoltoso l’attraversamento. La Via Appia Antica è senza dubbio la strada dell’antichità più bella e meglio conservata al mondo, un patrimonio archeologico d’inestimabile valore che però nel passato non ha ricevuto le dovute tutele e attenzioni. Offesa in diversi punti, basta citare le ignobili interruzioni a opera del Grande Raccordo Anulare, della ferrovia Roma-Velletri e, per ultima, l’invadente presenza del cavalcavia della tangenziale tra la chiesa Domine Quo Vadis? e Porta S. Sebastiano. Solo ultimamente si è provveduto al suo recupero con la costituzione del Parco Archeologico dell’Appia Antica e dei Castelli Romani di cui la strada costituisce la spina dorsale, con la pedonalizzazione domenicale di un lungo tratto e, soprattutto, con la ricostituzione dell’unità dell’arteria tramite l’interramento del GRA. È stato inoltre completamente sostituito l’asfalto con i sanpietrini e recuperati alcuni tratti di basolato romano: scenograficamente è un’opera perfetta ma che trascura i ciclisti. C’è da dubitare molto che questo lavoro sia stato realizzato da tecnici che sappiano andare in bicicletta visto che non sono state previste passerelle laterali accanto al basolato per favorire il passaggio delle bici. Nei primi due chilometri e mezzo, il percorso risulta un po’ accidentato, in ogni caso è da evitare dopo abbondanti piogge per la presenza di pozzanghere. Per evitare la parte iniziale “avventurosa”, c’è la possibilità d’iniziare l’itinerario da via Casal Rotondo utilizzando il treno fino alla stazione di Torricola. Percorso da fare con i bambini di domenica o nei festivi, per la chiusura al traffico dell’Appia Antica in quei giorni: da escludere assolutamente il mercoledì per la chiusura dell’area delle Catacombe di S. Callisto che costringe a percorrere un tratto di Appia Antica stretto, trafficato e molto pericoloso.
Difficoltà: molto facile
Lunghezza: 16,6 chilometri (12 chilometri dalla stazione di Torricola)
Dislivello totale in salita: 50 metri (70 metri dalla stazione di Torricola)
Dislivello totale in discesa: 170 metri (120 metri dalla stazione di Torricola)
CARATTERISTICHE DEL PERCORSO
Orografia: prevalentemente in falsopiano in discesa; solo brevissime salitelle nel finale; strada: nel tratto iniziale di 1,5 chilometri fino a via Capanne di Marino, praticamente un sentiero, coperta da manto erboso e, a tratti, da cespugli, sterrata e più comoda per altri 2,5 chilometri completamente con sanpietrino poi, con alcuni tratti di basolato, l’originale rivestimento romano; si dovrà oltrepassare un facile guado su un piccolo torrente tra S. Maria delle Mole e via Capanne di Marino. E’ sconsigliata la bici da corsa, a causa del pavè presente su tutto il percorso e di alcuni tratti di basolato romano; traffico: quasi assente fino al Circo di Massenzio, completamente pedonalizzato fino a Porta S. Sebastiano la domenica e nei festivi.
L’ITINERARIO
Già nel Parco Suburbano dell’Appia Antica, dalla stazione di S. Maria delle Mole (143 metri) si percorre un sentiero lastricato di cemento lungo la ferrovia, sul lato sinistro di questa in direzione di Roma, fino al ponticello ferroviario: la Via Appia Antica si scorge ad appena un metro e mezzo sotto il livello della ferrovia, tagliata in due da questa. Sull’altro lato della ferrovia è visibile il tratto terminale della Via Appia Antica, di circa un chilometro, che, in una suggestiva prospettiva nella campagna e in salita porta alla Via Appia Nuova a Frattocchie (189 metri), percorribile con l’itinerario Lago Albano (cfr. itin. n. 12, Variante per l’Appia Antica). Dal ponticello si scende sul livello della Via Appia Antica, che in questo punto conserva l’antico lastricato romano. Sparsi qua e là si scorgono i resti degli antichi monumenti sepolcrali. Il primo tratto dell’antica via, di circa 1,5 chilometri fino all’incrocio con via Capanne di Marino (1,7 chilometri), è abbastanza dissestato e solo in qualche punto è percorribile in bicicletta: inoltre, a meno di un chilometro dalla stazione di S. Maria delle Mole, bisogna attraversare il guado sul torrente Almone e bisogna fare i conti con alcune zone cespugliose, facendo molta attenzione ai rovi che ogni tanto sbarrano la strada.
Oltre via Capanne di Marino si può finalmente salire di nuovo in bicicletta su un tratto sterrato fino al successivo incrocio, dopodiché la strada diventa asfaltata (attualmente è in rifacimento la pavimentazione con sanpietrino) fino all’altezza del Grande Raccordo Anulare (5 chilometri; 90 metri), recentemente interrato, con vista dell’acquedotto Alessandrino sulla destra. Poi si sale leggermente e si giunge al Casal Rotondo, dopo l’incrocio con via di Torricola (6,7 chilometri; 89 metri).
Il PARCO SUBURBANO DELL’APPIA ANTICA
Localizzazione geografica: settore sud-orientale del territorio della città di Roma tra la Via Appia Nuova e la Via Ardeatina, fino al territorio di Ciampino e Marino, lungo l’Appia Antica, la Regina Viarum tra le antiche Consolari.
Superficie: 3.296 ettari.
Ambiente: il parco conserva aspetti rappresentativi del paesaggio delle coltri di tufi eruttate dal vicino Vulcano Laziale e incise da strette “vallecole”. Tra le curiosità geologiche la colata di lava leucitica di Capo di Bove che costituì il basamento sia per la Via Appia che per il Mausoleo di Cecilia Metella. La flora arborea del parco annovera specie dal leccio alla sughera, dal rovere all’olmo e al lauro. Diffusa la flora a carattere “ruderale” che riveste le antiche mura di ville, mausolei e fortezze medioevali. La fauna è rappresentata dal nibbio bruno, dal gheppio, dall’allocco, dall’istrice, da tritoni nei piccoli stagni.
Per informazioni: tel. 065130682, www.parks.it/parco.appia.antica
VARIANTE DALLA STAZIONE DI TERRICOLA
Dalla stazione di Torricola (70 metri), si raggiunge la trafficata via omonima a destra, che si percorre fino alla salitella che incrocia la Via Appia Antica (2 chilometri; 89 metri), dove si gira a sinistra verso il Casal Rotondo.
Dal Casal Rotondo (7 chilometri; 89 metri) si continua in direzione di Roma, si supera la Villa dei Quintili (8 chilometri; 85 metri) e, dopo via Tor Carbone (9 chilometri; 80 metri), incontriamo tre lunghi tratti di basolato romano restituito alla luce dai recenti lavori di ripristino archeologico della via. In discesa passiamo davanti alla maestosa Tomba di Cecilia Metella (11,7 chilometri; 56 metri) e alla chiesa gotica di S. Nicola sull’altro lato, si supera l’entrata del Circo di Massenzio e giungiamo all’incrocio con via delle Sette Chiese prima del quale, nei giorni feriali, vi è un brevissimo tratto da fare a piedi a causa del senso vietato: all’angolo sulla sinistra, c’è l’entrata (12,3 chilometri; 44 metri) per le Catacombe di San Callisto, la cui strada rappresenta un percorso obbligato: il tratto di Via Appia Antica sino al Domine Quo Vadis?, risulta trafficato e molto stretto (cui si aggiunge il recente senso unico che complica ulteriormente le cose). Si sale, quindi, la ripida rampa e, lungo un bel viale panoramico con doppio filare di cipressi, giungiamo all’ingresso delle Catacombe: più avanti, dopo una ripida e panoramica discesa, la strada si ricongiunge all’Appia Antica (14 chilometri; 14 metri), all’altezza della chiesa di Domine Quo Vadis?: da questo punto, se si devia a destra per cento metri, a sinistra s’incontra v. d. Caffarelletta che introduce al Parco della Caffarella. Si prosegue sulla Via Appia Antica su pavè. Dopo il cavalcavia della tangenziale, una leggera salita conduce all’imponente Porta di San Sebastiano (14,6 chilometri; 31 metri), quindi si gira a destra salendo sul marciapiede che fiancheggia le Mura Aureliane. Si seguono le mura fino alla Porta Latina (15 chilometri; 40 metri), svoltiamo a sinistra superando le mura e scendiamo a piazza Numa Pompilio (16 chilometri; 22 metri): qui si consiglia di far proseguire i bambini lungo la corsia laterale di v. d. Terme di Caracalla e più avanti sul marciapiede. Si giunge al Circo Massimo dove si trova la stazione della metropolitana (16,6 chilometri; 22 metri) per tornare alla stazione Termini avvalendoci del servizio Metro+Bici (nei giorni festivi).
IN TRENO
Andata: fino alla stazione di S. Maria delle Mole, treni per Velletri dalla stazione Termini (20 minuti) con fermata alla stazione Capannelle; fino alla stazione di Torricola, treni per Nettuno dalla stazione Termini (10 minuti).
IN METROPOLITANA
Ritorno: dalla fermata della metropolitana di Circo Massimo della Linea B, treni per Roma Termini (5 minuti) solo nei giorni festivi.
Percorso tratto dalla guida “Lazio. Treni&Bici”, volume 2 Lazio Meridionale
a cura di Ediciclo Editore (www.ediciclo.it)