Come si fa a vivere appieno nonostante il cancro? Un ospite d’eccezione è giunto a Bergamo, lo scorso novembre, per rispondere a questa domanda raccontando la sua storia. Si tratta del tedesco Randolph Westphal, ospite dell’hotel Mercure Palazzo Dolci per la sua tappa orobica nel suo personale tour ciclistico del 9-10 novembre.
Randolph è la prova vivente di come non si debba arrendersi di fronte alle avversità, perfino nel caso di malattie gravi come il cancro. Nel 1987 gli fu diagnosticato un melanoma maligno esteso e, nonostante l’operazione subita, la sua aspettativa di vita era di un anno al massimo.

Quarto giro del mondo
Dopo un iniziale momento di comprensibile depressione, chiedendosi perché gli fosse successo questo – specie considerando che aveva sempre avuto uno stile di vita salutare – Randolph decise di reagire, di non arrendersi e non lasciarsi morire: se proprio doveva andarsene, voleva fare ciò che gli piaceva fare, iniziando un viaggio in bici per l’Europa, attraversando anche le Alpi, per dimostrare a se stesso che non era realmente moribondo, ma solo un paziente con il cancro. Dopo un anno, nonostante tutte le stime, era ancora vivo e, soprattutto, determinato a rimanere in quella condizione. A oggi, è riuscito a fronteggiare tutte le avversità e tutte le previsioni mediche, continuando a viaggiare fino a percorrere 173mila chilometri – circa 5 volte il giro del mondo – in bici tra Europa e Nord America, fermandosi solo per le operazioni per il cancro: un totale di 28, tra cui quattro in condizioni tra la vita e la morte.
In questi 23 anni, passati in viaggio in compagnia della sua bici e dei suoi cani da slitta, non ha proseguito il suo progetto solo per se stesso, ma anche per gli altri pazienti di cancro. Quando, a seguito di un check-up in Quebec, gli fu chiesto di parlare agli altri malati per raccontare la sua storia, si rese conto di ciò che poteva fare. Vedendo i suoi interlocutori commuoversi e trovare la voglia di reagire e l’interesse mediatico per la vicenda, scoprì che il suo modo di vivere poteva ispirare le persone, insegnando che “guarire” è qualcosa che si può fare solo con le proprie forze, perché il compito della medicina si ferma al “curare”. Da allora cerca di trasmettere il suo messaggio, sfruttando i media per cercare di raggiungere il maggior numero di persone possibili e raccogliendo beneficenza per le fondazioni che aiutano chi è affetto da cancro e le fondazioni mediche associate.
“Andate avanti e non arrendetevi: non rimanete seduti in un angolo ad aspettare di morire”, spiega Randolph, illustrando il suo modo di vivere “Aprite gli occhi, perché il mondo è magnifico. Fate ciò che vi piace fare. La vita stessa è la miglior medicina”. Ed è quello che Randolph ha fatto – affrontando il clima gelido dell’Alaska fino al congelamento, respingendo l’assalto di un orso, finendo in coma a seguito di un incidente – continua a fare, con il suo nuovo tour europeo che lo porterà a raggiungere il sesto ‘giro del mondo’. Ricordate: mai arrendersi e continuate a fare ciò che vi piace.
di Gianmarco Maggiolini