Un tuffo nel passato a Cocconato, in provincia di Asti, dove sabato 16 settembre, a partire dalle 18 e domenica 17, per l’intera giornata, si svolgerà la tradizionale Fiera Medievale, evento che precede il Palio degli Asini in programma ogni anno a Cocconato la quarta domenica di settembre. Giunto alla quest’anno alla 54° edizione il Palio è basato su reali avvenimenti storici avvenuti nel borgo tra il
1200 e il 1400, con personaggi rigorosamente in costume d’epoca.
Anche la Fiera Medievale, nata circa 30 anni fa, si caratterizza per l’allestimento medievale. Nello scenario davvero unico dell’antica e centrale via Roma, saranno presenti bancarelle, locande, artigiani del ferro e del legno, giochi e in generale scene di vita dell’epoca medievale in uno scenario suggestivo fatto di candele, torce, menestrelli, mendicanti, cartomanti e musiche del tempo. Nelle locande allestite per l’occasione come taverne d’epoca, si potranno degustare piatti tipici realizzati secondo antiche ricette medievali, serviti in piatti di coccio con posate in legno, accompagnati dal buon vino locale in bicchieri di coccio; ogni dettaglio è curato per trasportare il visitatore nel passato. Nel mercato allestito nella piazza antistante il Municipio saranno allestite bancarelle commerciali provenienti da tutta la regione, uno spazio sarà dedicato all’Ente Agosto Medievale di Ventimiglia che esporrà le sue produzioni artigianali.
Le musiche del gruppo Sonagli di Tagadam e Arkana, gli intrattenimenti con Milfo Lo Buffon, un esilarante giullare di corte, e i giochi di fuoco dei Burgo Turris animeranno la due giorni di rievocazione della Fiera Medievale. Sonagli di Tagatam è un gruppo di musica medievale composto da cinque cornamuse, rauschpfeifen, davul, jambè, bodhram, tamburo e cimbali. In repertorio si possono ascoltare ballate tradizionali medievali e musica antica. Arkana Pipe Band unisce tamburi scatenati alla cornamusa e bombarda: un suono antico ma innovativo per travolgere il pubblico trascinandolo in una sorta di trance e in una danza selvaggia e liberante.
VIAGGIO A COCCONATO
Posto a 490 metri sul livello del mare, su una delle colline del Monferrato che domina la valle del rio Meinia e la valle del torrente Stura, il borgo di Cocconato d’Asti offre scorci panoramici incredibili e, grazie alla sua posizione geografica, gode di un clima particolarmente mite che favorisce la crescita di piante tipiche di località marittime, come gli ulivi, le mimose e anche le palme.
Grazie a questa peculiarità Cocconato è soprannominata la “Riviera del Monferrato”. Il nome, dal latino cumconatu, indica lo sforzo necessario per salire in cima alla collina su cui sorge il borgo. Secondo altri, deriverebbe da cuccus, corruzione di acutus, riferito a ciò che termina in punta, come un monte o un colle. La storia del borgo è legata ai conti Radicati che, ottenuto il feudo nel X secolo, lo amministrarono fino al 1450 rendendolo, grazie ad abili alleanze, quasi uno stato autonomo, con poteri di giurisdizione, compreso quello di battere moneta, sui territori circostanti. Dal 1480 e fino al 1586 il feudo divenne poi parte dei possedimenti dei Savoia. Seguì un periodo buio e anche una rinascita quando, divenuto possedimento napoleonico, Cocconato diventò sede di una stazione di telegrafo ottico per collegare Parigi, Milano e Venezia. Nel 2019, Cocconato è entrato a far parte dei Borghi più belli d’Italia, ovvero l’associazione che tutela e valorizza i piccoli centri urbani di interesse storico e culturale.
Tra i criteri di selezione vi sono la qualità urbanistica, la qualità architettonica, le iniziative di valorizzazione e di promozione. I riconoscimenti ottenuti da Cocconato non finiscono qui: il borgo è anche l’unico Comune della provincia di Asti ad avere ottenuto la bandiera arancione del Touring Club per il triennio 2018 – 2020. Il marchio della bandiera arancione TC valorizza i borghi dell’entroterra italiano che si distinguono per la qualità turistico ambientale.
Svariati i luoghi d’interesse di Cocconato. La Torre che domina il borgo è il rifacimento ottocentesco della torre originale costruita nel X secolo appartenente al castello che fu completamente distrutto nel 1556 dai francesi. Si salvò solo la torre merlata, a sua volta demolita nel 1836 e riedificata a breve distanza di analoga foggia e adibita per alcuni anni a mulino a vento. Oggi la Torre di Cocconato, parte di una casa privata con il nome di Villa Pia, resta l’emblema dell’abitato.
Nelle giornate limpide si può godere da questo luogo di un magnifico panorama sulle Alpi e sull’Appennino Ligure, oltre che su molte città come Novara, Vercelli, Saluzzo, Cuneo.
Entrare nel centro storico di Cocconato è come inoltrarsi in un piccolo borgo di montagna. Le strette vie in pietra si inerpicano verso la chiesa di Santa Maria della Consolazione che domina il paese. Inaugurata nel 1689, la parrocchiale mostra tracce sia della costruzione originale, sia degli interventi successivi, fino all’ampliamento ottocentesco, che ha portato alla struttura attuale. La vista del paesaggio monferrino da qui è sempre incredibile, ma tutto diventa ancora più affascinante al tramonto, quando il sole cala alle spalle dell’inconfondibile cima del Monviso.
Consigliamo due possibili vie d’accesso al centro storico di Cocconato: il viale alberato realizzato nell’Ottocento, un tempo principale via di accesso al borgo.
Vi si accede da Corso Pinin Giachino e, sviluppandosi lungo l’esterno del paese, permette di osservare, passo dopo passo, i centri abitati e i vigneti che colorano le colline circostanti. La seconda via d’accesso è invece da piazza Cavour che ancor oggi i Cocconatesi chiamano Ponte, a ricordo del luogo dove sorgeva il ponte levatoio del castello dei conti Radicati. Da questa piazza si risale verso la parte alta dell’abitato percorrendo via Roma, un tempo chiamata contrada del mercato vecchio e via Maestra. Antiche case con balconcini caratterizzati da ringhiere Liberty in ferro battuto e portoncini in legno scolpito, si affacciano sulla via realizzata in sienite di Balma, una roccia magmatica impiegata a lungo come materiale da costruzione ed ornamentale. All’imbocco della via si incontra la seicentesca chiesa della Santissima Trinità, costruita nel 1617 dall’omonima congregazione per voto della popolazione contro la peste. Fra i negozi che si susseguono lungo il tragitto, merita una visita la settecentesca farmacia (oggi sede di attività commerciale) che conserva all’interno l’arredo originario. Proseguendo si nota sulla destra l’imponente sagoma del Palazzo comunale. L’edificio, frutto della ricostruzione quattrocentesca di parte del castello, di cui rappresenta la propaggine meridionale, è uno dei rari esempi in Piemonte di edifici civili in stile gotico, con le eleganti finestre contornate da formelle decorate in cotto e le arcate a sesto acuto del porticato. Tra i documenti rinvenuti all’interno di questo palazzo è annoverata anche una ricetta del vino vermouth che viene riproposta tutt’oggi.
Oltrepassato il municipio e abbandonata via Roma, che prosegue inerpicandosi con un percorso acciottolato verso la parrocchiale di Santa Maria della Consolazione, si piega a sinistra giungendo in piazza Statuto. Questa piazzetta rappresentava il cuore della Cocconato dei primi decenni del Novecento con negozi, botteghe artigiane, caffè e una banca. Oggi è dominata dal Palazzo Martelletti, sapientemente riportato all’antico splendore dagli attuali proprietari, la famiglia Dezzani. Proseguendo lungo via Garibaldi si osservano le due principali strutture sociali sorte a fine Ottocento: l’Ospedale mandamentale Erminio Serra, dove fino agli anni Cinquanta era in funzione la camera operatoria, e che oggi è una casa di riposo, ed il Giardino d’infanzia Regina Margherita, attuale sede della scuola materna statale. Al bivio con via Giustinito si può scendere in corso Pinin Giachino e raggiungere l’ombroso viale alberato realizzato a fine Ottocento con un’imponente opera di riporto di terra e di consolidamento.
Sviluppandosi lungo l’esterno del paese, permette di osservare, passo dopo passo, i centri abitati e i vigneti che colorano le colline circostanti. Un tempo questo ameno viale rappresentava, come già accennato, la principale via di accesso al borgo e tuttora resta il luogo preposto alle passeggiate ma anche alle soste, all’ombra dei secolari olmi. Al centro del viale è collocato il monumento ai Caduti, donato dal farmacista Edoardo Barcolla nel 1931. L’originaria statua bronzea raffigurante la Vittoria Alata venne rimossa durante la Seconda Guerra Mondiale, per recuperare il metallo, e sostituita da una colonna marmorea. Dal viale si torna in piazza Cavour, dove si affacciano rinomati negozi di alimentari, caffè e ristoranti dalla lunga tradizione.
Poco fuori da Cocconato, sulla strada che da qui porta in direzione di Montiglio Monferrato, si trova uno dei suoi luoghi più affascinanti: la chiesetta romanica, o Pieve, della Madonna della Neve. Costruita attorno al X secolo, ma con testimonianze certe della sua esistenza risalenti al 1250, la chiesa della Madonna della Neve è immersa tra i vigneti di Barbera, Chardonnay, Sauvignon e Albarossa e adagiata sulla sommità di un colle da dove si può godere di una vista spettacolare.
Nella bella stagione diventa la romantica sede di aperitivi in vigna: un’occasione unica per degustare i vini locali, proprio là tra i filari da cui nascono.
COCCONATO NEL PIATTO
La fama della cucina cocconatese, nata dalla fortunata coincidenza della disponibilità di prodotti provenienti dalle cascine del luogo e dalla presenza di valenti cuochi, in grado di esaltarne le peculiarità, è antica e testimoniata dal fiorire di locande, ristoranti, alberghi, per accogliere la venuta in paese di forestieri, attratti dalle attività commerciali e dal fiorente mercato. A Cocconato non mancano gustose tipicità piemontesi e tradizioni enogastronomiche legate al borgo. Tra queste spicca la Robiola di Cocconato, un formaggio di latte vaccino a pasta molle, senza crosta, con un cuore cremoso simile alla crescenza. Il sapore è dolce e delicato. Cocconato si inserisce inoltre nella lunga lista di paesi produttori di salumi piemontesi d’eccellenza: qui si possono gustare salami cotti e crudi, ma anche il tipico prosciutto crudo di Cocconato, la cui stagionatura gode del particolare microclima del paese.
Un’altra specialità della zona è la schiciola, una sorta di focaccia impasta con farina, lievito e acqua da gustare con salumi, robiola e quant’altro si desideri. Tutte queste prelibatezze si abbinano magnificamente ai vini del territorio: a Cocconato si possono produrre tutti i vini con denominazione “Monferrato DOC”, dai più noti Barbera del Monferrato e Barbera d’Asti o Nebbiolo, a qualche rosso del Monferrato meno noto, che si rivelerà una piacevole scoperta. Tra questi il Dolcetto, un vino corposo, secco, dal carattere deciso, e la Freisa, una delizia dal profumo fruttato dotata di grande freschezza.