Il Carnevale Storico di Pont-Saint-Martin, in programma quest’anno dall’8 al 14 febbraio, accompagna da ben un secolo la vita della piccola comunità valdostana, tanto da aver raggiunto nel tempo un’importanza che va al di là della semplice tradizione.

Il rogo del Diavolo Satana in un’esplosione di fuochi d’artificio
Espressione di vitalità e di allegria, con il suo carattere spensierato e trasgressivo, questo evento è fortemente sentito dalla popolazione locale e non solo e, in un’epoca caratterizzata dalla progressiva perdita della cultura popolare, rappresenta un importante momento di aggregazione, un appuntamento con la tradizione festeggiato da tutti: grandi e piccoli, giovani e meno giovani.
ll Diavolo, Satana, Belzebù, è il personaggio principale del Carnevale Storico di Pont-Saint-Martin. Colui che ne riveste il ruolo, nei quattro giorni di feste carnevalesche, impersona il Diavolo beffato da San Martino che gli fa costruire il magnifico ponte ma, alla resa dei conti, non gli concede il premio pattuito come vuole la più classica delle leggende. San Martino, vescovo di Tours, dovendo ritornare dall’Italia nella sua diocesi, si trovò bloccato dal torrente Lys, che con la sua piena aveva travolto l’unica passerella. Il Diavolo gli propose di risolvere il problema costruendo, in una sola notte, un ponte solido, un bellissimo arco, sul torrente Lys, ma in cambio chiese l’anima che per prima vi fosse transitata.

La corsa delle bighe
Il Santo accettò, ma la mattina dopo, lanciando un pezzo di pane all’altra estremità del ponte, fece sì che il primo ad attraversarlo fosse un cagnolino affamato. Il Maligno si infuriò e voleva distruggere la propria opera: aveva già aperto una breccia sul parapetto del ponte, ma San Martino piantò una croce nel suo punto più alto e fece scomparire il Diavolo tra lampi e zaffate di zolfo, e così alla popolazione rimase il ponte. In seguito venne eretto un oratorio nel luogo dove era stata fatta la breccia, per annullare il maleficio che non permetteva di ripararla in nessun modo.
Vestito con il costume rosso fuoco, cuffia con corna rosse e lunga coda strisciante, mantello svolazzante nero e rosso, tridente bicolore, il Diavolo del Carnevale di Pont-Saint-Martin, dimostra in ogni momento il proprio carattere irriverente ed inquieto. In opposizione al Santo Vescovo Martino, mite e cortese, si mostra agitatissimo, furioso: con risate sgangherate ed urli agghiaccianti chiama a raccolta i suoi invisibili diavoli e scorrazza per strada, scompigliando il severo corteo.

La Ninfa del Lys con le sue Ancelle
Numerosi altri personaggi animano i giorni di festa: il Console Romano, un personaggio che non ricorda alcun Console romano in particolare, seppur alcuni indichino il nome di Appio Claudio Pulcro, i Tribuni della Plebe, le Guardie Romane e il loro Comandante, i Salassi del Lys, popolazione di origine celtica che abitava il Canavese e la valle della Dora Baltea, tutti fanno parte del ricco corteo di personaggi ispirati all’antica Roma e legati alla realtà storica del maestoso ponte romano. Il personaggio femminile più importante ed ammirato dalla popolazione di Pont-Saint-Martin e La Ninfa del Lys, alias La Fata di Colombera (Réchanter), nella leggenda, una donna bellissima che abitava le caverne di quel luogo. Questo personaggio, dapprima malefico, diventa poi benefico, per il popolo di Pont-Saint-Martin. La accompagnano due Ancelle, personaggi creati nel 1954 per accompagnare la Ninfa nei diversi momenti del Carnevale e non lasciarla come unica presenza femminile in mezzo ai numerosi uomini del Corteo Storico. Per tradizione sono due ragazze non maritate, di verde età, di considerevole bellezza, rappresentanti il meglio della giovinezza del paese.

La sfilata dei Carri Allegorici
I Salassi furono introdotti nel Carnevale nel 1976, in occasione della prima “Disfida in costume d’epoca tra Salassi e Romani”. Si tratta di un gruppo di individui di ambo i sessi, interpretato da persone robuste, con abbondanti capelli lunghi, vestiti con abiti di rozza fattura e gambali di pelo o di tela grezza. Ultimamente il corteo è stato arricchito da un gruppo di fanciulle romane a piedi: le donzelle indossano una semplice veste di foggia romana con un mantello blu, verde o porpora. ll presentatore ufficiale del Carnevale storico è il Magistrus che sovrintende a tutte le cerimonie ufficiali e controlla il rigoroso rispetto degli ordini di sfilata. Un momento particolare della manifestazione è la corsa delle bighe in ricordo dell’occupazione Romana al tempo dei Salassi. Ogni rione o Insula ha una propria biga e un proprio equipaggio costituito da un auriga e da atletici ragazzi o ragazze che provvedono al “traino”. Il martedì è il giorno dedicato alla sfilata dei carri allegorici provenienti sia dal paese stesso, sia dai vicini centri del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Carnevale di Pont-Saint-Martin
La giornata termina sotto l’arcata dell’antico ponte romano con il rogo del Diavolo Satana ed un’esplosione di fuochi d’artificio. Durante la settimana sono numerosi gli eventi in programma, come la sfilata con i personaggi storici in costume d’epoca che percorrono a cavallo le vie del centro storico, l’esibizione dei gruppi folkloristici e della Banda Musicale, i balli in maschera ed gli intrattenimenti per i più piccoli. Da non perdere anche la parte gastronomica della festa, come il gustoso menu completo preparato dalle Insulae, da degustare in allegria con musica e maschere in Piazza IV Novembre, oppure, in caso di maltempo presso l’Espace de la Rencontre ai Giardini pubblici. Qui tutto il programma del Carnevale Storico di Pont-Saint-Martin.
GENESI DEL CARNEVALE STORICO
Cent’anni fa, dalla sera del sabato 5 febbraio del 1910 alla notte del martedì 8, si svolse a Pont-Saint-Martin, in Valle D’Aosta, il primo dei Carnevali ispirati alla leggenda della costruzione del ponte romano ad opera del diavolo e di San Martino. Da allora non ci fu Carnevale a Pont-Saint-Martin senza che il diavolo facesse la sua comparsa, se non altro sotto forma di fantoccio destinato al rogo. Si trattò di una assoluta novità.

La sfilata delle Insulae
Rispetto ai Carnevali precedenti tutto fu cambiato e venne inaugurata con enorme successo una nuova tradizione carnevalesca destinata a mettere solidissime radici. Naturalmente a Pont-Saint-Martin il Carnevale veniva festeggiato anche prima del 1910, ma il riferimento storico-leggendario non aveva una tradizione consolidata. La protagonista femminile nel 1902, 1903 e 1905 fu la Regina del Lavoro, ma si trattò di un tentativo poco duraturo di introdurre un personaggio nuovo, di stampo locale. L’interprete maschile invece, prima del 1910, fu sempre, invariabilmente, il Generale, il celebre eroe del Carnevale di Ivrea e di molti centri del Piemonte. L’influenza del modello canavesano era inevitabile: fin dall’Ottocento, a Carema, per citare il primo comune al di là della Valle d’Aosta e confinante con Pont-Saint-Martin, il Carnevale era imperniato sulle figure della Mugnaia e del Generale. Con l’edizione del 1910, grazie alla genialità di chi ebbe l’idea di rinnovare il Carnevale legandolo profondamente all’epica e alla storia locale, fu abbandonato definitivamente il riferimento eporediese di origine napoleonica e prese vita un Carnevale fatto su misura per Pont-Saint-Martin.

Una suggestiva immagine del ponte romano
Un Carnevale che evocava gli eventi storici locali deformati dalle credenze e dalla fantasia popolare, in cui tutto il paese si riconosceva. Vi si celebravano i diversi aspetti dell’epopea tipicamente ponsammartinese: il mito della costruzione del ponte diventato nei secoli l’emblema della cittadina, le gesta di un santo da cui è tratto il nome stesso del paese e il passaggio attraverso il borgo degli eserciti romani lungo la via consolare delle Gallie. L’identità del paese si rispecchiava nel nuovo Carnevale, che conteneva tutti i requisiti per suscitare nella popolazione un immediato sentimento di appartenenza. Nell’arco di cento anni, soltanto le guerre e i divieti del regime hanno potuto impedire l’annuale comparsa dei personaggi-chiave nati dalla felice intuizione degli ideatori del Carnevale del 1910.
VIAGGIO A PONT-SAINT-MARTIN
Pont-Saint-Martin, borgo situato al confine con il Piemonte e “porta d’ingresso in Valle d’Aosta”, prende il nome dal ponte romano dedicato a San Martino di Tours, un poderoso arco in pietra che attraversa il torrente Lys e che nel corso di quasi 2.000 anni ha consentito il passaggio dalla regione di Eporedia (l’attuale Ivrea) verso la Valle d’Aosta.

Un tratto della Via delle Gallie
Pont-Saint-Martin conserva nei suoi pressi i resti dell’antica strada romana per le Gallie, la Via delle Gallie, strada consolare costruita per collegare Roma alla Valle del Rodano. Il percorso ha nel tratto della vicina località di Donnas uno dei suoi punti più caratteristici e spettacolari, intagliata com’è nella viva roccia per una lunghezza di 221 metri. In un luogo dove, in antico, il promontorio roccioso arrivava a tuffarsi nelle acque della Dora, i Romani hanno lanciato una vera e propria sfida alla Natura intagliando una roccia viva e tirando su pareti perfettamente verticali nel cui grembo hanno ricavato il sedime stradale. Emozionante ed insolita, qui la Via delle Gallie dà il meglio di sé offrendo lo spettacolo di un passaggio ad arco di 4 metri di spessore, 4 metri di altezza e quasi 3 metri di larghezza che illustra eloquentemente la mole di roccia asportata, mostrando tutta la raffinatezza di una tecnica stradale mai più raggiunta fino ai viadotti e alle gallerie moderne. Nel Medioevo servì come porta del borgo di Donnas, che veniva chiusa durante la notte; le altre difese erano naturali: da una parte la montagna e dall’altra il fiume.

Il castello di Pont-Saint-Martin
Una strada fondamentale, molto utilizzata nel corso dei secoli come, effettivamente, testimoniano i profondi segni lasciati dal passaggio dei carri e l’usura del piano di calpestio che, in più punti, presenta rattoppi e risarciture operate nel tempo. Poco oltre, sulla destra, si riconosce il profilo aggettante di un miliario, anch’esso risparmiato nel banco roccioso, che ci informa in merito alla distanza da Augusta Praetoria (Aosta): XXXVI miglia (circa 54 chilometri).
Nel Medioevo il borgo di Pont-Saint-Martin era amministrato dalla signoria locale, i Signori di Bard, che nel 1200 fecero erigere il castello feudale di Pont-Saint-Martin, le cui rovine ancora sovrastano scenograficamente il paese su un’altura all’imbocco della Valle di Gressoney. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, il borgo fu devastato da un bombardamento, ma il ponte romano resistette così chè Pont-Saint-Martin ha tutt’oggi ha nello spettacolare arco di epoca romana il suo monumento più celebre, testimonianza dell’antica strada consolare delle Gallie che qui transitava.

La Casa Forte delle Rivoire
Ancorato alla viva roccia da entrambi i lati, è alto 25 metri, largo 5 e la sua unica arcata in pietra è lunga 35 metri. Alla base sono visibili, scavati nella viva roccia, gli alloggiamenti per le travi lignee che hanno costituito l’impalcatura necessaria per la costruzione dell’arcata in pietra. A fine Ottocento furono collocate alcune chiavi in ferro per consolidare la struttura. Sempre nell’Ottocento fu costruito, poco più a valle, un altro ponte in legno, sostituito poi nel 1876 dall’attuale costruzione in muratura. Imponente testimonianza della romanizzazione della Valle d’Aosta, per lungo tempo fu quindi l’unico passaggio per i viaggiatori diretti in Valle. Incerta la sua datazione: per alcuni sarebbe stato costruito verso il 120 a.C., per altri nel 25 a.C..
La Casa Forte delle Rivoire di Pont-Saint-Martin, edificata nei pressi della chiesa Parrocchiale di San Lorenzo fu realizzata nel Cinquecento e rimaneggiata successivamente, conservando, in parte, le caratteristiche di una casa forte. Da vedere sono la Sala Domini, con camino e soffitto ligneo a travature. Dopo varie vicissitudini che hanno portato alla distruzione parziale degli interni, oggi la Regione è proprietaria di due piani dello stabile mentre il resto è ancora oggi in mano a privati.
Merita una visita il castello Baraing situato nel comune di Pont-Saint-Martin. Il maniero fu fatto costruire dal dottore e filantropo locale Annibale Baraing dopo il suo matrimonio con Delfina Bianco. Esso è frutto dello stile ottocentesco tipicamente neogotico e si articola su una costruzione a quadrilatero iniziata e terminata nel 1894, poco prima della morte del proprietario. Il castello Baraing voleva, simbolicamente porsi come erede del vecchio castello di Pont-Saint-Martin che si trovava nella parte alta del paese.

Pont-Saint-Martin
La moglie di Annibale Baraing mantenne la proprietà sino al 1931 quando il castello venne donato al comune di Pont-Saint-Martin che ne fece la sede del municipio che lì rimase sino alla fine della seconda guerra mondiale. Successivamente, la struttura ospitò l’Avviamento Professionale Regionale, attualmente, dopo anni di abbandono ed un successivo accurato restauro, è diventata sede della Unité des Communes valdôtaines Mont-Rose.
Interessante, per chi viene a trascorrere alcuni giorni a Pont-Saint-Martin, anche la visita dei ruderi del più antico castello del borgo, il cosiddetto Castellaccio o Castello Vecchio, che sorge su di un’altura morenica a dominare il borgo di Pont-Saint-Martin. Lo scopo della struttura era quello di entrare in comunicazione visiva con la vicina Torre di Pramotton per trasmettere segnali luminosi a scopo difensivo. La parte di più antica costruzione relativa al Castello Vecchio è la cinta muraria risalente con ogni probabilità al XI secolo, che un tempo conteneva un donjon, oggi scomparso.

Riserva Naturale dello stagno di Oley
Una delle prime cose che si nota facendo ingresso all’interno del castello è un corpo abitativo del due-trecento. I vani della struttura recano resti di camini monumentali tra cui è degno di nota soprattutto quello della cucina. Di interesse storico è la prigione nella quale fu fatto morire il cugino di Caterina di Perloz. Il Castello Vecchio è caratterizzato da un mastio a pianta esagonale, ispirato dai castelli inglesi di Cornaevon e Arundel. Abbandonato secoli fa, è ridotto a rudere e meta di passeggiate da parte degli appassionati di trekking. L’amministrazione comunale intende valorizzare l’area; è in corso l’acquisizione dei terreni dai privati per poter dar via ad un’opera di consolidamento della struttura e una messa in sicurezza del sentiero. Per gli amanti della natura e delle passeggiate, Pont-Saint-Martin offre la possibilità di trascorrere ore piacevoli all’aria aperta, immersi nel verde, tra castagni centenari e betulle al Bousc Daré, oppure sulle rive del torrente Lys ai giardini pubblici. Da segnalare, inoltre, l’escursione che porta a Suzey (Ivery), dove si trovano le rovine di un antico castello e la Riserva Naturale dello stagno di Oley, e al Monte Parassone (1799 metri) da dove si gode di una splendida vista su tutta la valle centrale.

Il castello Baraing