L’Oman, un viaggio meraviglioso che vi permetterà di scoprire un luogo autentico, ancora incontaminato dal turismo di massa. Un viaggio alla scoperta di un paese di gente cordiale, morfologicamente ricco di contrasti: dalla città costiera di Muscat all’entroterra omanita, passando per antichi e caratteristici villaggi ancora abitati, montagne, deserto, valli rigogliose, suggestive fortificazioni e pittoreschi mercati.
L’Oman, una destinazione dall’immenso fascino che ci porta a scoprire deserti di una bellezza struggente, insenature lambite da acque cristalline, oasi suggestive nascoste tra le rocce. Questo paradiso naturale è una meta poco battuta e proprio per questo prodiga di grandi soddisfazioni per il viaggiatore, che si ritrova a vivere un contesto autentico, lontano dagli eccessi.
Dal 1970 ad oggi il sultano Qaboos ibn Sàid, da oltre quarantaquattro anni al potere, ha fatto molto per trasformare l’Oman in un paese moderno. Grazie alle ricchezze del suolo, petrolio ma soprattutto gas naturale, e ad una gestione del potere decisamente illuminata, ha creato una società colta e benestante, pur sempre nel rispetto delle tradizioni.
Siamo arrivati a Muscat, capitale dell’Oman. Le prime cose che ci sorprendono sono la gentilezza e la cordialità degli omaniti e la larghezza e l’illuminazione delle strade. Le carreggiate a tre corsie della Sultan Qaboos Highway si snodano, per circa 40 chilometri dall’aeroporto As Seeb fino a Muscat Old Town.
Il paesaggio circostante è costituito da montagne brulle, dal deserto e da bastioni rocciosi, interrotto di tanto in tanto da belle e ordinate cittadine adorne di aiuole fiorite e da spartitraffico veramente bizzarri, costituiti da mappamondi giganti o da grandi brocche omanite.
Ci informiamo sulla sicurezza nel paese e scopriamo che non vi sono zone a rischio, in quanto gli organi di sicurezza effettuano un controllo assiduo ed efficace su tutto il territorio.
Ovviamente la prima località da noi visitata è la capitale Muscat, città costituita da più agglomerati urbani. E’ molto piacevole passeggiare nelle vie di Muscat Old Town, la vecchia zona del porto dove ha sede il modesto palazzo del sultano e dove si ergono i forti Jalali e Mirani, che fanno la sentinella all’ingresso di Muscat. Entrambi i forti sono stati costruiti intorno al 1580 durante l’occupazione portoghese della città.
Muttrah è situato a tre chilometri da Muscat ed è il più importante quartiere commerciale e residenziale della zona del porto. Le maggiori attrazioni sono l’affollatissimo souq e la romantica corniche. L’ingresso principale al souq è sulla corniche; alla sinistra dell’ingresso si trova un caratteristico caffé dove vengono serviti the e bevande a base di frutta. Il souq è uno dei più antichi del paese ed è un labirinto di antichi vicoli coperti di tettoie di palma.
Ci colpiscono immediatamente i profumi e i colori. Vi si trovano tutti i tipici prodotti locali: gli incensi (il più caratteristico è il frankincense), i tessuti, gli abiti tradizionali, i monili d’argento (come il khanjar, tipico pugnale a lama ricurva, con l’impugnatura arricchita da pietre preziose, avorio e argento) e in bronzo, i cesti omaniti (mandoos), le spezie e i profumi (tipica è l’essenza di rosa).
Rimaniamo affascinati anche dai costumi tradizionali della moltitudine di donne, uomini e bambini che si aggirano da un negozietto all’altro.
Gli uomini, estremamente ordinati e profumati, indossano tuniche candide perfettamente stirate, lunghe fino ai piedi (dishdashas), e il tipico cappello (kumma), ostentando in qualche occasione il khanjar appeso alla vita.
Le donne invece indossano una tunica ed un velo di colore nero; solo alcune hanno il viso coperto. In generale sono truccatissime e da sotto la tunica si intravedono abiti colorati e jeans.
Ruwi e Qurum costituiscono la moderna area commerciale della città. Numerosi sono i centri commerciali (come il SabCo Centre o il Capital Commercial Center) dove si possono trovare negozi di abbigliamento, di elettronica, profumerie, ma anche negozi di artigianato locale. Caratteristiche e numerose sono anche le sartorie per uomo e per donna.
Il centro urbano di Azaiba ospita la Grande Moschea, dalle raffinate architetture di marmo, simbolo della rinascita del Paese. E’ l’unica moschea del paese che consente l’accesso ai non musulmani, ma è obbligatorio avere un abbigliamento consono agli usi locali (maniche lunghe e pantaloni) e le donne devono coprirsi il capo con un velo. La Grande Moschea, costruita tra il 1995 ed il 2001, si caratterizza per i suoi cinque minareti, ciascuno dei quali rappresenta i cinque momenti di preghiera quotidiana previsti dalla religione musulmana (5.30, 7.30, 12.30, 15.30, 18.30).
Impressionante alcuni dei complementi d’arredo di questa Moschea: un tappeto di 4.200 mq, del peso di 21 tonnellate, costituito da 1 milione e 700 mila nodi, per la cui costruzione sono stati impiegate 600 donne per 4 anni e un lampadario di cristalli Swarovski, di 8 metri di larghezza e 14 di altezza, con 1.122 lampadine. La stanza principale può contenere fino a 6.600 persone, mentre tutta la struttura può ospitare fino a 22.000 persone. Impressionante davvero !
Dopo Muscat visitiamo la regione di Dakhiliyah, considerata nei tempi antichi un’importante regione “cerniera” tra la costa e l’interno; le numerose fortificazioni e torri di guardia ne testimoniano il tormentato passato.
Detiene un posto importante tra le regioni dell’Oman per il suo contributo culturale, i poeti, gli scienziati, i capi religiosi che vi hanno avuto i natali.
Durante il percorso da Muscat rimaniamo affascinati dalle spettacolari montagne che ci circondano. Si tratta della catena montuosa dell’Hajar, la cui cima più elevata è il Jebel Akhdar “montagna verde”, con i suoi 2.980 metri.
Arriviamo così a Nizwa, che fu capitale del regno nel XVI e XVII secolo; la città è distesa nel mezzo di una folta oasi di palme che si allunga per otto chilometri lungo il corso di due wadi naturali. Visitiamo il forte, dalla singolare forma circolare, uno dei forti più vecchi e più grandi dell’Oman, costruito per proteggere la città, importante crocevia della rotta carovaniera. La sua possanza architettonica è addolcita dalle porte in legno intagliato e dal gioco di ombre e luci che si appoggia sugli intonaci restaurati da poco; colpiscono le stanze destinate all’Imam, attentamente ricostruite con oggettistica originale.
Dalla cima della sua merlatura si gode uno splendido panorama, con una vista a 360° sulla città, il souk e la campagna circostante. Vicino al forte si erge una bellissima moschea, dalla cupola blu e oro, il cui accesso è vietato ai non musulmani. L’altra importante attrazione di Nizwa è il souk, visibile sulla sinistra all’ingresso della città, circondato da possenti mura con bellissimi portali di legno che si aprono su cortili e negozi. Costruito in stile tradizionale con archi, vicoli e finestre in legno intarsiate, i palazzi del souq sono incorporati nelle vecchie mura e ricoprono un’area di 7.600 metri quadrati per la vendita di frutta, verdura, carne, pesce, datteri e manufatti. Qui si possono trovare oggetti della tradizione locale come gioielli in argento, khanjar, oggetti in rame, vasi di terracotta e tessuti. I prezzi sono decisamente inferiori rispetto a quelli del souk di Muttrah.
Notiamo che qui non tutti parlano inglese; chi vive fuori da Muscat o chi non lavora in strutture commerciali parla solamente arabo. Visitando il souk nelle giornate di giovedì e venerdì è possibile assistere anche alla compravendita del bestiame, che si svolge nell’arena circolare posizionata a sinistra dell’ingresso principale. Da Nizwa procediamo verso Tanuf dove visitiamo le rovine di un antico villaggio di fango, abbandonato circa 50 di anni fa, e situato ai piedi di una spettacolare gola. La città è stata rasa al suolo, su richiesta del Sultano Said bin Taimur, dai bombardamenti aerei durante la selvaggia guerra civile (the Jebel War) del 1950. Percorrendo la strada che passa dietro la parte vecchia del villaggio è possibile ammirare una rigogliosa oasi di palme e piccoli terrazzamenti coltivati.
Da Tanuf ci dirigiamo verso Bahla, una città vivace e pittoresca sorta ai piedi della montagna, circondata da circa 12 chilometri di cinta muraria, in pietra e argilla risalente ai secoli XII e XIII. Bahla è la più antica area civilizzata dell’Oman ed oggi è un importante centro per la lavorazione della ceramica. Qui ammiriamo l’imponente forte, che si erge su 15 porte e 132 torrioni.
Non molto lontano si erge il castello di Jabrin, uno dei più caratteristici e ben conservati in Oman. Costruito nel 1670 dall’Imam Bil’arub bin Sultan, venne riccamente decorato e arricchito nel corso degli anni fino a diventare il piccolo gioiello che è oggi. L’accesso principale al forte conduce agli ambienti comuni: le cucine, scrupolosamente ricostruite con utensili dell’epoca, le dispense e un ampio cortile dove si trovano un pozzo e un pratico sistema di canali per la distribuzione dell’acqua nei vari ambienti; più in alto, si possono ammirare finestre di varie fogge e un imponente balcone in legno.
La maggior parte degli archi e dei soffitti sono decorati con iscrizioni coraniche e con elaborati ed originali motivi geometrici rossi e neri. Una stanza al secondo piano fu fatta costruire esclusivamente per ospitare il cavallo del sultano. All’ultimo piano, su una terrazza che dà l’accesso alle torri di guardia, c’è la scuola coranica, con i libri e tutto il necessario per l’apprendimento.
Proseguiamo per Al Hamra, dove nella parte vecchia della città si possono ammirare le antiche case in stile yemenita, a 2-3 piani, in mattoni di fango e con finestre e porte di legno colorato.
Da Al Hamra ha inizio anche il tratto montano che conduce al Wadi Bani Auf (70 chilometri di strada sterrata che attraversa i Monti Hajar). Indecisi se avventurarci o meno, visto l’orario tardo e l’avvicinarsi della sera, optiamo per percorrere lo stesso Wadi, il giorno successivo, accedendovi dalla parte opposta, cioè dalla strada che collega Rustaq a Nakhl.
Partiamo di buon’ora alla volta di Rustaq, capitale del paese dal 1624 al 1744. Da sempre Rustaq costituisce un importante centro amministrativo e commerciale, grazie anche alla sua posizione strategica in grado di favorire gli scambi tra i villaggi montani del Jebel (produttori di frutta e ortaggi) e le città costiere della regione di Batinah (ricche di pesce, agrumi e banane).
Giunti a Rustaq visitiamo il souk, dove finalmente riusciamo a trovare i datteri in una confezione trasportabile in aereo (fino ad allora avevamo trovato solo sacchi zeppi di datteri, impossibili da acquistare) e il forte, uno dei più antichi del paese. La sua edificazione risale infatti al 600 a.C., centinaia di anni prima dell’arrivo dell’Islam in Oman. Il forte si erge su tre piani ed è provvisto di quattro torri: la torre dei venti (la più larga, contenente alcuni cannoni inglesi posizionati in modo simmetrico rispetto alla grande colonna centrale), la torre Devil (la più alta, ma non visitabile), la torre rossa (costruita nel 1744) e la torre nuova (edificata solo nel 1906).
Le stanze più belle, dai soffitti finemente decorati con elaborati motivi geometrici neri, rossi e bianchi, sono quelle del secondo piano destinante all’Imam.
Terminata la visita del forte, ripartiamo in direzione di Nakhl, alla volta del Wadi Bani Auf, la strada montana più spettacolare e suggestiva di tutto l’Oman. I primi 20 chilometri li percorriamo lungo il letto pianeggiante, ma alquanto accidentato, del wadi, immersi in una lussureggiante vegetazione caratterizzata per lo più da manghi, papaye, banani, lime e oleandri. Attraversiamo numerosi bacini d’acqua ed ammiriamo le rocce bianche di quarzo naturale sparse qua e là ai margini del wadi. All’altezza del villaggio di Zammah (a circa 22 chilometri dalla strada asfaltata), svoltiamo a sinistra in direzione Bilad Sayt, un pittoresco villaggio montano scampato alle numerose guerriglie che si sono combattute nel corso dei secoli e alla selvaggia Jebel War (per questo motivo il suo nome deriva da bilad nasaytuhu, ovvero “la città dimenticata”… dalla guerra). Qui la strada inizia vertiginosamente a salire e l’emozione si fa veramente grande. Ci circonda un paesaggio mozzafiato: 10 chilometri di curve, salite e discese, sovrastati dalla profonda Snake Gorge.
Giunti a Bilad Sayt, attirati dal gran vociare dei bambini, ci addentriamo nei vicoli, dove giovani ragazzi del posto ci invitano a casa loro e ci offrono caffè omanita e datteri locali.
L’Oman continua, giorno dopo giorno, ad offrici piacevoli sorprese, come Al Mintirib, piccolo villaggio ai margini del deserto e punto di partenza per l’ escursione a Wahiba Sand, il deserto omanita con dune alte fino a 100-150 metri. A circa metà strada, all’altezza di Ibra, il paesaggio comincia a cambiare, pian piano le rocce lasciano spazio alla sabbia e alle dune del deserto.
Oltrepassato il piccolo forte che sovrasta il villaggio, il Bidiyah Castle, veniamo subito inghiottiti dalle dune altissime di sabbia rossa punteggiata qua e là da radi cespugli. E’ un’emozione veramente grande, sopratutto per me, che sino ad oggi il deserto lo avevo solo sognato. Ci facciamo guidare per circa due ore su e giù dalle dune; ogni tanto ci fermiamo per toccare la sabbia, finissima e dalle mille sfumature rossastre, e per godere appieno dell’immensità e della purezza che questo grandioso panorama ci trasmette.
Dal deserto al mare turchese per vivere un’esperienza bellissima, l’incontro con le tartarughe. Situata nella regione di Al Sharqiyah la riserva marina della tartaruga occupa una serie di spiagge vicino a capo Had dove un gran numero di tartarughe marine si reca abitualmente a deporre le uova. Uno momenti più indelebili di un viaggio in Oman è quello di assistere alla cova delle enormi tartarughe franca, specie a rischio di estinzione. Presso la spiaggia di Ras al Jinz è stata istituita un’attrezzata riserva naturale, a protezione di questa specie. Ogni sera dell’anno, è possibile partecipare ad un tour a piedi sulla spiaggia accompagnati dagli specializzati guardiani e assistere a questo spettacolo straordinario. Dal centro visitatori si cammina per una decina di minuti sulla spiaggia fino a raggiungere il mare, con torce dalla luce rossastra per non disturbare le tartarughe. Durante il nostro tour abbiamo avuto la fortuna di assistere a tutte le fasi: lo scavo dell’enorme buca, la deposizione delle uova, il loro sotterramento e la prima camminata di alcune neonate tartarughe verso il mare, il mare color turchese dell’Oman.
Con il contributo del diario di viaggio di Cristiana Fiorini
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Nizwa