Per due giorni, sabato 7 e domenica 8 ottobre, Teano, cittadina in provincia di Caserta, diventerà un unico affollato teatro con stand gastronomici, chocolate show, degustazioni e laboratori artistici. “Cioccolateano“, festa dedicata al cioccolato ma non solo, giunta alla tredicesima edizione, avrà il suo cuore nel centro storico della città.
Ogni piazza sarà costantemente animata con esibizioni di artisti di strada ed esibizioni musicali di vario genere, (jazz, musica leggera e classica) ed è prevista anche animazione per i bambini per entrambe le giornate. Alla manifestazione, organizzata dalla Pro Loco “Teanum Sidicinum”, partecipano maestri cioccolatieri e produttori artigianali del cioccolato provenienti da tutta la Campania. Inoltre, in occasione della festa, la Pro Loco, unitamente all’Associazione “Teano in Movimento”, ha previsto tour e visite guidate alla scoperta della storia della città, come quella al Museo Archeologico che si terrà dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 22.
“CioccolaTeano” permette la degustazione della cioccolata in vari modi. Difficile per i ghiotti di cioccolato scegliere tra cioccolatini, praline, tavolette, e tra i dolci quali mostaccioli, bombe, cornetti, focaccia alla nutella, o ancora: cioccolata cremosa al bicchiere, bicchierini di cioccolato per la degustazione di distillati (rum e grappa), barattoli di crema gianduia, ed infine proposte insolite sia dalle evocazioni esotiche quale il chocokebab, sia nostrane come la pasta artigianale al cioccolato in vari formati.
VIAGGIO A TEANO
Definita da Strabone come la più grande città posta lungo la via Latina subito dopo Capuae, Teano sorge ai piedi del complesso vulcanico di Roccamonfina, il più antico vulcano della Campania. Il territorio, ricco di sorgenti d’acqua tra cui la famosa “Acqua Acidula” nominata da Vitruvio e circondato da ricchi boschi pieni di vita, fu meta ambita dall’uomo fin dall’epoca preistorica.
Fondata dai Sidicini, una tribù discendete probabilmente dagli antichi Ausoni, divenne la città principale di questa popolazione. Alleata di Roma, la città fu eletta a Colonia Classica Firma Teanum probabilmente dopo la battaglia di Azio quando Augusto distribuì le terre migliori ai veterani della flotta. L’importanza e la vitalità economica di Teano si deduce non solo dai fastosi edifici pubblici e privati costruiti tra II e III d.C., ma anche dall’attenzione posta dai governatori e Imperatori al territorio attraverso atti di liberalità, come il rinnovamento del teatro.
L’abbondanza delle materie prime come la pietra lavica e la pozzolana, il legno e la fertilità dei terreni sono tra i fattori che hanno permesso a Teano di avere un ruolo strategico nel territorio anche durante il periodo tardo-antico, quando si stabilì una forte comunità cristiana con un proprio vescovo. L’abbandono della città bassa avvenne tra il VI e l’VIII d.C., periodo in cui ci fu la contrazione dell’abitato alla sola città alta (Arx). Nel VIII d.C. Teano fu sede di Gastaldato alle dipendenze di Capua, ed è in questo periodo che fu costruita, la torre quadrangolare sede del Gastaldo e le prime strutture difensive medievali. Nel X sec. d.C. fu conquistata dai Normanni, i quali ampliarono tali strutture difensive. Nel XIV sec. d.C. fu costruito il Loggione-Cavallerizza, edificio inserito in un complesso palaziale monumentale di cui oggi si può apprezzare solo una minima parte dell’imponente struttura. Il grande salone del loggione ospita il Museo archeologico di Teanum Sidicinum, aperto al pubblico nel marzo 2001, mentre sulla terrazza panoramica ogni anno si svolge la manifestazione musicale Teano Jazz. Il museo espone reperti trovati nel corso degli anni durante le varie campagne di indagine nel territorio sidicino.
I reperti coprono un arco cronologico che va dall’epoca preistorica all’epoca tardo antica, tra questi i doni votivi provenienti dai santuari urbani e extraurbani, così come i ricchi corredi funebri rinvenuti nelle varie necropoli.
Dal punto di vista urbanistico la città si sviluppa intorno alla cima della collina che corrisponde al’Arx dell’antica Teanum Sidicinum. Il centro storico, riconoscibile in quanto cinto ancora dall’antica cinta muraria medievale, presenta ancora l’antica viabilità romana: una grande arteria centrale, corrispondente all’attuale Corso Vittorio Emanuele, che percorre da Nord-NordEst a Sud-SudOvest l’intero centro. Su di esso si aprono varie vie secondarie che portano all’interno del borgo medievale, ricco di vicoletti su cui si affacciano abitazioni storiche di epoca cinquecentesca-settecentesca realizzate con numerosi riusi romani. Tutta la zona meridionale della città, in grossa parte ancora adibita a campagna, è interessata dalla presenza di resti archeologici dell’antica città di Teanum Sidicinum. La zona nord, invece, è di origine moderna essendosi sviluppata dopo la Seconda Guerra mondiale.
La millenaria storia di Teano ha permesso la costruzione e la nascita di innumerevoli siti di interesse culturale e paesaggistico, ognuno con una propria unicità. All’epoca preromana (resti sidicini) si riferiscono varie necropoli (di Carrano, del Fondo Ruozzo, di Orto Ceraso, di Gradavola, di Torricelle), le cui tombe hanno restituito numerosi materiali pertinenti ai corredi funerari, inclusi gioielli. L’area in cui sorse il santuario urbano di Iuno Popluna detto “di Loreto” era già frequentata come luogo sacro nel VI secolo a.C. e intorno al 490 a.C. furono edificati i primi edifici di culto associati ad altari. Un altro grande santuario è localizzato nella località Masseria Soppegna, in un’area, quindi, extraurbana che occupava la sommità di un pianoro delimitato su due lati dal fiume Savone e da un suo affluente. Dal tetto di un tempio qui costruito provengono delle splendide antefisse con testa femminile entro un fiore di loto, che si alternano a teste di Gorgone. Nel santuario si celebravano riti connessi al passaggio dall’età infantile a quella adulta sotto la protezione di Popluna, massima divinità celebrata nel santuario.
Teano è conosciuta soprattutto per i resti appartenenti all’epoca romana. L’edificio pubblico più significativo che si è conservato dall’età romana è il teatro, con annesso tempio di Apollo, il più antico teatro romano noto in Italia. L’edificio venne costruito nel I secolo a.C. in opera reticolata e ampliato sotto Settimio Severo in laterizio alla fine del II secolo d.C. e a questa seconda fase risalgono i resti della scena monumentale in marmi bianchi e colorati. È stato individuato poco lontano dal sito del teatro anche un anfiteatro, ancora sepolto, che avrebbe dimensioni imponenti, tanto che il diametro maggiore supererebbe i 100 metri. All’epoca medievale risalgono molti edifici, posti sulla sommità del colle che sovrasta la valle, sul sito dell’antica città romana. Il primo nucleo del castello teanese è la torre (donjon) realizzata in epoca normanna insieme al circuito murario. Successivi ampliamenti e rimaneggiamenti hanno trasformato il castello di teano in grande complesso monumentale di cui si possono vedere ancora oggi alcune vestigia inglobate nei palazzi di epoca post medievale.
Di notevole interesse anche la cattedrale di San Clemente, principale luogo di culto della città e cattedrale della diocesi di Teano-Calvi. Costruita sull’antica tomba di San Paride, patrono di Teano, la chiesa attuale è la ricostruzione post bellica dell’antica chiesa romanica che qui vi era eretta. All’interno è possibile ammirare numerosi elementi di riuso di epoca romana, il coro cinquecentesco, il crocifisso risalente al XIV secolo e l’ambone cosmatesco. Nella cripta sono custoditi i marmi originali che adornarono la chiesa nel corso dei secoli e numerose epigrafi funerarie, tra cui le prime attestazioni della presenza di una forte comunità cristiana nel territorio sidicino. E’ inoltre possibile accedere ad una grande cisterna di epoca romana, divisa in tre navate, riutilizzata dai primi cristiani per funzioni liturgiche.
La chiesa di San Paride ad Fontem (o San Paride fuori le mura), che la tradizione vuole come prima cattedrale della città, è collocata nella parte bassa della città antica in prossimità del fiume Savone. La basilica sorge su resti di epoca romana appartenuti ad un santuario.
La leggenda vuole che proprio in questo luogo San Paride sconfisse il drago che minacciava gli abitanti di Teano. La chiesa deve il suo nome alla vicinanza di una sorgente, che veniva utilizzata come fonte battesimale. Il 6 ottobre 1943 la cattedrale venne distrutta da bombardamenti alleati: si salvarono il coro di legno, in seguito restaurato, il pulpito ed un Crocefisso. Nello stesso bombardamento andarono distrutti anche il palazzo vescovile ed il seminario. La cattedrale fu riedificata in stile neo-romanico. All’interno della cripta della cattedrale, è situato il museo diocesano, che ospita anche numerose reliquie. L’ex chiesa dell’Annunziata ebbe origine nel XIV secolo come istituzione di assistenza all’infanzia abbandonata e alle giovani madri su modello della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli. Della struttura originale si conserva ancora il maestoso campanile, simbolo della città di Teano, la facciata esterna e parte degli interni. La struttura è attualmente destinata ad esposizioni e manifestazioni di vario genere.
Curiosa la leggenda che circonda il monastero di Santa Reparata: fondato verso il IX secolo d.C. da Paga, figlia del duca di Benevento Sicone. La leggenda vuole che il duca portò la figlia a Scauri, presso le reliquie della santa, per guarirla. Ottenuto il miracolo, trafugò le reliquie per portarle a Benevento ma giunti a Teano il carro che portava i resti della santa sprofondò nel torrente della pineta e non volle più muoversi. La figlia Paga, allora, attribuendo questo episodio al volere divino, perorò perché il corpo della santa restasse a Teano. La stessa Paga rimase nel monastero per custodire il corpo della santa. Oggi il convento è gestito da un gruppo di padri Liguorini. La chiesa, che si presenta a navata unica, ospita nell’area del presbiterio due affreschi raffiguranti uno il martirio di Santa Reparata e l’altro la leggenda del carro sprofondato nel torrente.
Il Monastero e chiesa di Santa Caterina, composto da numerosi fabbricati che col tempo andarono ampliandosi, venne fondato nel 1554 dalla principessa di Teano Clarice Orsini. Accolse nei secoli le monache provenienti dai ceti di estrazione sociale modesta, ricevendo comunque donazioni importanti che hanno permesso la sopravvivenza del monastero fino ad oggi.
La chiesa presenta ancora la decorazione barocca originale. Al di sotto del convento, nell’ala occidentale, fu rinvenuto un enorme ninfeo romano.
Nel territorio di Teano sono ancora visibili tratti basolati delle antiche strade che collegavano la città antica con le città circostanti. La meglio conservata è indubbiamente la Via Adriana, posta a ovest della città e che metteva in collegamento Teano con Sessa Aurunca. Altre strade degne di essere visitate sono la via Teanum-Allifae e la Molara, quest’ultima eccellente da percorrere a piedi o in bicicletta per una salutare passeggiata immersi nella natura.
La natura, oltremodo generosa con questo territorio, ha arricchito Teano di uno straordinario ambiente naturale che spazia dalla collina che sale verso il vulcano spento di Roccamonfina, con i suoi fitti boschi, i corsi d’acqua, le cascate, i castagneti, gli uliveti e i vigneti, fino alla pianura che corre verso il litorale domizio con i suoi frutteti e gli orti di primissima qualità. Tanti i sentieri che possono essere battuti, in base alle esigenze dei visitatori, accompagnati da esperte guide pronte ad illustrare tutte le caratteristiche dei luoghi attraversati.
Teano seppe sfruttare sin dall’antichità le sue risorse naturali con numerosi edifici termali (famosissima già dall’epoca pre-romana la sorgente termale delle “Caldarelle”, a circa 1 chilometro dal centro) e con una miriade di opifici (mulini, frantoi, piccole concerie) disseminati lungo l’incantevole corso del Savone, con le sue cascate (naturali ed artificiali) che alimentavano i numerosi mulini e le sue rinomate ferriere.
Volontari della Pro Loco stessa, esperte guide e giovani “ciceroni” appositamente formati sono a disposizione di singoli, gruppi organizzati, scolaresche, ecc. per effettuare visite guidate alla scoperta degli straordinari monumenti e delle bellezze naturali che Teano possiede. Contattando la Pro Loco è possibile concordare orari e modalità delle visite guidate, scegliendo uno dei percorsi tematici proposti o integrando i diversi percorsi in una visita che consenta di cogliere in rapida sintesi i diversi aspetti della storia di Teano.
Da sempre specializzata nella produzione di ottimi vino ed olio, la località campana è oggi indirizzata prevalentemente verso la frutticoltura (soprattutto mele, pesche ed albicocche) e la produzione di nocciole e castagne, il tutto favorito dalla mitezza del clima e dal fertilissimo terreno vulcanico. Tra i prodotti locali può essere annoverato un particolare tipo di formaggio, chiamato “Caso di Marzo” (in italiano Cacio Fiore), realizzato con latte di pecora e caglio con fiore di cardo. La procedura di realizzazione di tale formaggio è particolare: esposto alla rugiada notturna, viene poi cosparso da un particolare timo chiamato Pimpinella (in italiano Nepitella o anche Mentuccia) ed è pronto a marzo. Tra le attività più tradizionali vi sono quelle artigianali, che pur non essendo diffuse come nel passato non sono del tutto scomparse, e si distinguono per l’arte della ceramica con la produzione di oggettistica e suppellettili molto apprezzati anche dai turisti.
Il territorio di Teano è caratterizzato da una sentita tradizione religiosa che viene ancora oggi profondamente vissuta nelle tante “feste” che scandiscono con i loro riti, talvolta antichi, lo scorrere delle stagioni.
Come è noto, Teano è considerata la culla dell’Unità d’Italia perché è qui, che la mattina del 26 ottobre 1860 si è realizzata, con l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, l’unione tra il Mezzogiorno ed il resto della Nazione. La visita guidata consente di vedere il luogo esatto – località Borgonuovo – dove si è verificato l’Incontro, la “stalluccia” dove Garibaldi consumò la colazione con pane, formaggio e fichi, il Palazzo Sant’Agapito dove il Re alloggiò per tre giorni e, infine, il Museo Garibaldino dove sono conservati affascinanti documenti e materiali della storia risorgimentale.