Viaggio in Cambogia, non solo Angkor

Matrimonio ad Angkor

Phnom Penh, capitale della Cambogia, offre al visitatore alcune interessanti attrazioni. E’ molto piacevole, ad esempio, passeggiare tra le ville coloniali francesi ed i viali alberati del centro, o visitare il bel palazzo reale con la sua pagoda d’argento (il tetto e’ ricoperto da ben 5329 tegole in argento massiccio).

Psicologicamente più impegnativa è la visita al tristemente famoso museo del genocidio, Tuol Sleng, ex campo di sterminio dei Khmer Rossi, dove vennero rinchiusi, torturati e uccisi migliaia di presunti oppositori del regime maoista di Pol Pot.

Il tempio Bayon

Con un breve volo aereo si può raggiungere Siem Reap, cittadina alle porte dell’antico sito archeologico Khmer di Angkor. A prima vista, i templi appaiono devastati dal tempo e da secoli di abbandono, poi una visita più accurata consente di apprezzarne i particolari: i raffinati bassorilievi dell’Angkor Wat (costruito tra il 1113 ed il 1150 dal Re Suryavarman II) e del Banteay Srei, gli enigmatici volti di pietra (ben 216) che decorano le torri del Bayon, tempio costruito da Jayavarman VII alla fine del 12 ° secolo e l’inizio del 14 ° secolo e ancora le sorprendenti radici d’albero abbarbicate come enormi serpenti, alle antiche pietre del Ta Phrom, il tempio che meglio rappresenta lo stato di Angkor al momento della sua scoperta, quando la natura aveva ancora il sopravvento su questo affascinante sito archeologico del XII secolo.

Il tempio Ta Phrom

La capitale Khmer di Angkor è considerata una delle meraviglie più misteriose e affascinanti del mondo ed è iscritta al patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.

A soli 15 chilometri da Siem Reap si può fare un piacevole giro sulle placide acque del lago Tonlè Sap con il suo animatissimo villaggio di pescatori, costruito su palafitte e grandi imbarcazioni,

APSARA, LA DANZA DELLE FATE

Secondo la religione induista, le Apsara sono delle abili e belle danzatrici, mogli dei musicisti che risiedono nel Paradiso del Dio di Gandharva. Cantano e ballano per il piacere degli dei.

Apsara è però anche una danza popolare della Cambogia, nata intorno al 1000 e sviluppatasi all’epoca di Angkor, tanto che erano più di 3000 ballerini presenti ad Angkor durante il regno del re Jayavarman VII. Numerose sono le statue ed i bassorilievi dell’antica città Khmer che rappresentano belle donne intente a danzare l’Apsara.

Palazzo reale di Phnom Penh

Con la decadenza di Angkor anche l’Apsara, la danza di corte, scomparve a poco a poco, tanto che per secoli non si hanno più notizie di questa danza tradizionale, caratterizzata da movimenti lenti, leggiadri ed eleganti. Solo nel diciannovesimo secolo, intorno al 1940, grazie all’interessamento della principessa di Buppha Dev, è tornata a far parte delle tradizioni cambogiane.

Per mantenere in vita e sviluppare l’Apsara, ogni anno i gruppi artistici composti da ballerini professionisti si recano nelle scuole primarie per scegliere le bambine tra gli 8 ed i 9 anni di età da indirizzare al ballo. Vengono selezionate soprattutto le bambine orfane in modo da fornire loro un’occasione di lavoro futuro. L’Apsara è per i cambogiani una sorta di omaggio ad una vita tranquilla, piena di prosperità, un modo per lodare la bellezza della natura e onorare gli antenati e gli Dei. Durante il viaggio i turisti possono assistere alle danze, interpretate da belle e brave danzatrici, in occasione di cene o buffet offerti dai grandi alberghi ma anche dai vari locali d’intrattenimento.