Nè turisti, nè viaggiatori, ma solo passeggeri: siamo di passaggio da un luogo all’altro: voliamo, atterriamo, visitiamo una località per qualche giorno e poi via si torna all routine quotidiana “.
Massimo Cacciari, 67 anni, veneziano, filosofo, uomo politico ex sindaco della sua città, è un personaggio piuttosto particolare: non ha un automobile, né la televisione e ama girare in bicicletta. Attualmente insegna Estetica e forme del fare nella Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Cacciari si è cimentato anche nella pubblicità a sfondo filosofico, culturale e sociale, prestando la sua immagine ad Emergency, Medici senza Frontiere e “Le Garzantine” di filosofia. “E’ chiaro che sono questi i motivi per cui lo faccio. Non pubblicizzo certo i collant !”.
Lo incontriamo per discutere con lui di un argomento che forse non ha mai avuto modo di affrontare in una intervista: il viaggio.
Che differenza c’è tra turista e viaggiatore?
“Turista è un termine che viene da “tour” e rievoca quei grandi viaggi che, tra il 1600 ed il 1700, i ricchi intellettuali dell’epoca intraprendevano per interi mesi, a volte anni, in giro per l’Europa, soprattutto verso sud, con meta finale e simbolica, l’Italia, il Paese sicuramente più amato. Viaggiatore è un termine, invece, più banale e prosaico, un termine in cui arte e cultura risuonano meno. Oggi siamo un po’ tutti viaggiatori, chi avrebbe mai il tempo e il denaro per andarsene in giro due o tre anni come aveva fatto Goethe? Anzi, più che viaggiatori possiamo definirci “passeggeri”. Siamo di “passaggio” da un luogo all’altro: voliamo, atterriamo, visitiamo un posto per qualche giorno e poi via si torna alla routine quotidiana. Nei viaggi di oggi manca il senso dell'”attraversamento” e quindi della vera scoperta e conoscenza di un posto”.
A quale luogo o Paese si sente più affezionato?
“Sono tornato più volte in Grecia, per ragioni più letterarie e filosofiche che artistiche. Purtroppo, rispetto al passato, molte località della Grecia sono oggi “massacrate” dal turismo di massa e dall’incuria, altre, fortunatamente, si sono salvate e c’è una rinnovata attenzione al loro recupero. Forse, però, il posto che amo di più in assoluto è la Sicilia”.
Cosa maggiormente l’attrae in un viaggio? Cosa cerca?
“Per me è sicuramente importante l’aspetto architettonico, artistico e monumentale di un Paese piuttosto che quello paesaggistico”
E le persone? Ama conoscere la gente del posto?
“Mi interessa ancor meno dei paesaggi! Quando sono a Venezia e lavoro vedo gente da mattina a sera, se parto cerco solo silenzio e contemplazione altrimenti non lo vivrei come un viaggio mi sembrerebbe di essere ancora al lavoro !”
Preferisce i tour organizzati da un agenzia turistica o il viaggio “fai da te”?
“Dipende da dove voglio andare, anche se sicuramente preferisco viaggiare in autonomia per fermarmi dove e quanto voglio e non essere pressato dalle esigenze del tour operator. Purtroppo, però, questo non sempre è possibile, ad esempio in Iran o in Cina di certo non puoi andarci da solo, anche per questioni strettamente pratiche come la lingua e la difficoltà di comunicazione”.
Che tipo di viaggio preferisce? In compagnia di un gruppo di amici, in coppia o da solo ?
“Anche questo dipende dal momento e dal posto. Ho fatto viaggi in gruppo, in coppia e anche da solo. Soprattutto da ragazzo viaggiavo da solo, spostandomi in treno o in autobus, soprattutto in Italia, Umbria e Toscana, in particolare”.
Come è la sua valigia quando parte?
“Piccola, anzi piccolissima, una borsetta ! Mi lavo mutande, calzini e magliette ogni sera e porto con me poco altro, a parte un libretto per prendere appunti di viaggio e spero sempre che anche i miei compagni di viaggio facciano altrettanto”.
Quindi tiene un diario dei suoi tour?
“Sempre”.
E non hai mai pensato di pubblicare qualche suo resoconto di viaggio?
“Assolutamente no, non sono mica Goethe di “Viaggio in Italia”. Non reputo che questi miei scritti abbiamo un valore se non quello strettamente personale”.
Il viaggio dei suoi sogni è riuscito a realizzarlo o è ancora un sogno nel cassetto?
“E’ un sogno nel cassetto ma non potrà essere realizzato, almeno nel modo che intendo io. Mi sarebbe piaciuto visitare il Tibet, ma non quello di oggi, “massacrato” e deturpato dai cinesi e dal turismo, ma quello di 60 anni fa, quello raccontato dall’orientalista Giuseppe Tucci, per intenderci”.
Quali posti l’attraggono di più, in genere?
Forse quelli che devono ancora conoscere il vero sviluppo turistico, quelli fuori dai grandi circuiti di massa, come ad esempio la Cirenaica in Libia e l’Iran. Anche la Spagna di un tempo aveva il suo fascino: 25 anni fa il Cammino di Santiago era un’esperienza indimenticabile, oggi è solo un pellegrinaggio turistico. Ma non parlo con nostalgia reazionaria, si tratta di destini inesorabili. Anzi, vorrei a questo punto, spezzare una lancia a favore dell’Italia, un Paese che, nonostante sia sempre stato un luogo di turismo di massa, è riuscito a salvaguardarsi, a non essere “massacrato” dalle orde dei visitatori. Tante località sono sostanzialmente preservate e restano intatte nella loro bellezza e nel loro fascino come 40 anni fa, l’Umbria e la Toscana, in particolare, anche se la strada asfaltata che porta alla basilica di S.Fracesco di Assisi non è stata una grande idea. Bisognava continuare ad andarci a piedi, camminando, altro che in macchina!”
Quando ha qualche giorno libero dove le piace andare?
A Parigi, è così bella, se invece ho una settimana di tempo vado in Sicilia, in Campania, in Lazio”.
Nel 2006 ha visitato la Siria proprio in concomitanza con la guerra scoppiata nel vicino Libano. Ha avuto qualche genere di problema, anche solo burocratico?
“Assolutamente no, uno dei viaggi più tranquilli che ho fatto !”
Si è mai trovato in una situazione di pericolo durante un viaggio ?
“Si una volta, in Marocco, stavo attraversando in macchina una pista nel deserto e sono incappato in una vera e propria tempesta di sabbia, non si vedeva più nulla, buio totale. Mi sono fermato non sapendo più che fare, poi per fortuna ho visto dei fari. Era una macchina con gente del posto, l’ho seguita e così sono arrivato al paese più vicino. Una bella paura, però !”.
Fa foto o filmini durante i suoi viaggi?
“Odio scattare foto e tanto più girare con una telecamera, preferisco guardarmi intorno, talvolta però, faccio qualche disegnino.
E come sono i suoi disegni?
“Direi decisamente bruttini!!!”
di Claudia Meschini