Non solo spiagge e divertimento, ma anche suggestivi borghi, rocche e castelli da scoprire lungo le belle vallate del Marecchia e del Conca.
Tutti conoscono Rimini: la località di vacanze più famosa d’Europa. Buona parte della sua popolarità deriva dai 230 stabilimenti balneari, dai suoi 15 chilometri di spiaggia, dagli oltre 1.000 alberghi (dal Grand Hotel alla pensione a conduzione familiare), dai parchi tematici e dalle mille occasioni di divertimento. Rimini è la città che più di ogni altra in Italia rappresenta la cultura dell’ospitalità.
Ma Rimini, anzi l’antica Ariminum, è anche una città d’arte con oltre 22 secoli di storia dove è bellissimo girovagare, soprattutto nella parte storica dove le auto sono bandite e ogni cinque minuti bisogna fermarsi perché si incontra un monumento romano o un castello rinascimentale. Per cominciare a conoscere Rimini dal principio, cioè dalla Rimini romana (anche se la città fu fondata molto prima), si parte dall’Arco di Augusto, il più antico degli archi romani superstiti. Svetta in posizione strategica (segna la fine della via Flaminia) e fu voluto dall’imperatore Augusto nel 27 a.C. A 500 metri ecco le splendide piazze centrali: Tre Martiri e Cavour sulla quale si affaccia la parte più vecchia del centro, quella attorno alla vecchia Pescheria. Nel giro di pochi metri ci sono due gioielli della Rimini rinascimentale. Il primo, il candido tempio Malatestiano (1449), con la facciata di Leon Battista Alberti: doveva essere il grandioso mausoleo di Sigismondo Malatesta e della sua giovane amante, poi sua moglie; un sogno mai realizzato per la caduta in disgrazia di Sigismondo.
Il secondo è una fortezza: Castel Sismondo, simbolo del potere della signoria dei Malatesta a Rimini. Ristrutturato con cura ospita frequentemente mostre d’arte. La passeggiata termina al Ponte di Tiberio, uno dei più notevoli ponti romani superstiti, iniziato da Augusto nel 14 e completato da Tiberio nel 21 d.C, si impone per il disegno architettonico, la grandiosità delle strutture e la tecnica costruttiva.
Ultimo ma non meno importante, non perdetevi una sosta in piazza Ferrari per visitare la piccola Pompei riminese: il sito archeologico denominato Domus del Chirurgo. L’adiacente Museo della Città, nella sezione archeologica, ospita l’eccezionale strumentario chirurgico rinvenuto nella domus, il più completo mai ritrovato al mondo giuntoci dall’antichità. Sempre al Museo, si possono ammirare la bellezza delle opere di Giovanni Bellini e del Ghirlandaio o dei dipinti secenteschi di Cagnacci e Guercino.
Come non ricordare che Rimini è la città di Federico Fellini, del quale si può visitare il museo oppure passeggiare nell’antico borgo marinaro di San Giuliano, dove è nato e nel quale si trovano murales che ricordano scene dei suoi importanti film. Infine il Grand Hotel un vero mito mondiale, grazie al film Amarcord di Federico Fellini. Candido e turrito, in stile Liberty, fu inaugurato nel 1908, in piena belle époque.
LA DOLCE VITA DELLE COLLINE RIMINESI
Signoria dei Malatesta: è il nome della regione storica che si è formata tra Medioevo e Rinascimento nel lembo meridionale della Romagna, fra il mare Adriatico e le colline del Montefeltro. Tra il XIII e il XVI secolo i Malatesta rappresentano una delle famiglie che fanno la storia d’Italia. I loro possedimenti si estendono in varie regioni ma il cuore della Signoria, il centro del potere, è rappresentato da Rimini, la capitale, e dalle colline circostanti. I segni di questo dominio sono oggi ben visibili sia a Rimini che nei borghi, rocche e castelli sparsi lungo le belle vallate del Marecchia e del Conca.
VALLE DEL MARECCHIA
Siamo nella terra che ha visto le origini dei Malatesta: la disputa storica è fra Pennabilli, nel Montefeltro, entro i confini della provincia di Pesaro, e Verucchio. Comunque sia, è certo che la casata è partita dalla valle disegnata dal fiume Marecchia, che nasce in Toscana, sul Monte Zucca, nel complesso dell’Alpe della Luna, e sfocia a Rimini. È una valle dal paesaggio attraente: dolci colline e campagne coltivate si alternano a imponenti speroni di roccia calcarea sui quali sono state costruite torri e fortezze. Sono punti dai quali si gode una vista invidiabile sia verso il mare che verso i monti. Il Comune più vicino a Rimini è Santarcangelo di Romagna, una cittadina che ha conservato un centro storico ben curato, con antichi palazzi, scalinate e caratteristiche piazzette. Il borgo è dominato da una rocca di epoca malatestiana, ed è ricco di ristoranti e osterie dove è possibile gustare l’autentica cucina romagnola.
Fedele alle proprie tradizioni e aperta alla cultura moderna, Santarcangelo ama accogliere i suoi ospiti, specialmente durante la fiera di San Martino (11 novembre) e a luglio con il famoso festival teatrale. Da segnalare le antiche grotte tufacee scavate sotto la parte antica della città e l’antica tintoria dove è ancora funzionante un mangano settecentesco per le stampe a ruggine.
Sdraiato sopra tre piccole alture che proseguono la dorsale di Santarcangelo, è il piccolo Comune di Poggio Berni. Nelle campagne sono numerosi gli edifici storici, palazzi e ville appartenuti alla nobiltà locali, ed è facile pure imbattersi in antichi mulini che servivano le attività agricole circostanti.
Verucchio, ben visibile sullo sperone di roccia che domina la pianura, vanta di essere la culla dei Malatesta. I segni del glorioso passato sono ben visibili nel centro storico che ha conservato l’impronta medievale e dove, fra pregevoli palazzi e antiche chiese, spicca la rocca che è sede ogni anno di interessanti mostre, feste e spettacoli. Anche in tempi più remoti era fiorita da queste parti una ricca civiltà: le testimonianze sono raccolte nel museo Villanoviano che ha ottenuto un riconoscimento europeo e che conserva uno splendido trono di epoca etrusca e che ogni anno si arricchisce grazie agli scavi non ancora giunti al termine.
L’antico nome di Torriana, Scorticata, rende bene l’idea di questo paese tutto abbarbicato sulla nuda roccia. I Malatesta vi edificarono una fortezza a guardia della via Maior, l’antica strada che risaliva la Valmarecchia verso la Toscana. Un autentico gioiello storico è il borgo di Montebello con la sua bellissima rocca nella quale si è consumato il dramma della leggenda di Azzurrina “…e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”
VALLE DEL CONCA
Il paesaggio che la Valle del Conca offre ai visitatori è una miscela irripetibile di dolci colline, campagne coltivate, vigneti, uliveti, pascoli per la pastorizia, rocche e borghi fortificati, paesi con un passato importante alle spalle. Quello della Valconca è un territorio dove regna l’armonia tra uome e natura, tra insediamenti storici, zone agricole e aree lasciate alla vegetazione spontanea. È una valle che conserva ambienti di grande interesse, come le grotte carsiche di Onferno nel Comune di Gemmano, o come il bosco di Albereto nel Comune di Montescudo dove la quercia roverella cresce in abbondanza.
Posta ai confini coi territori che appartenevano al Ducato di Urbino, tutta la valle è disseminata di castelli eretti dai Malatesta a difesa dei propri possedimenti e rocche medievali tra le quali si distingue quella di Montefiore Conca, un importante complesso militare e residenziale dove trovarono rifugio principi, imperatori e papi.
Mostre, rassegne e spettacoli vi si tengono durante tutto l’anno, ma è lo stesso antico borgo di impianto medievale ad attirare moltissimi turisti per il suo fascino, oltre che per le sagre e per le numerose feste che gli abitanti amano organizzare. Un’altra rocca la cui posizione era considerata strategica tanto da avere la fama di “imprendibile” da parte di coloro che provarono ad espugnarla, è quella di Mondaino che oggi ospita un Museo Paleontologico ricco di fossili. Il paese conserva una interessante piazza semicircolare teatro principale delle sfide del Palio del Daino a metà agosto.
La valle del Conca tra il XVI e il XIX secolo ha avuto come “capitale” Saludecio, una cittadina che è sopravvissuta al declino dei Malatesta. Potenti famiglie costruirono palazzi di pregio, intellettuali locali conquistarono la fama e, nel massimo del suo splendore, vi venne costruita una chiesa che ancora oggi è considerata una piccola cattedrale. Il centro storico rimasto intatto ospita in primavera e in estate rassegne e festival di grande richiamo popolare. È una valle attenta a conservare le vestigia del passato. Un’ intero borgo, Montegridolfo, che ha conservata integra la struttura medievale, ha visto negli ultimi anni un accurato restauro con lo scopo di far rivivere il paese in una prospettiva di ospitalità, turismo e cultura.
a cura di Legambiente