I misteri dell’Aquila

La città abruzzese, costruita sulla pianta di Gerusalemme, custodisce forse il tesoro dei Templari ?

I canti della Divina Commedia sono 99 più uno introduttivo. Novantanove è un multiplo di 3, che rappresenta simbolicamente la Trinità. Ma è anche un multiplo di 9. I primi Templari erano soltanto nove e rimasero così per alcuni anni. La loro avventura era iniziata con la conquista di Gerusalemme, in seguito alla Prima crociata bandita da Urbano II. Sarà un caso che ciò sia avvenuto nel 1099 ? Il numero 9 è sacro ai Templari, probabilmente perché nella cabala è il numero della verità, una verità che i Templari conoscevano e che custodirono segretamente in cambio di favori e privilegi. Una verità scomoda per la Chiesa che, proprio per questo, comprò a caro prezzo il silenzio dell’Ordine. Nove cavalieri conoscevano la verità, che probabilmente scoprirono nei sotterranei del Tempio di Salomone, a Gerusalemme. Scavarono per 9 anni e trovarono un tesoro enigmatico, forse antichi documenti, forse un segreto che, se svelato, avrebbe cambiato il mondo.

L’Aquila, piazza del Duomo

I Templari si pensa che abbiano nascosto il loro tesoro non solo in un punto, ma in diversi luoghi della penisola, dell’Europa, forse del mondo. Uno di questi potrebbe essere la città de L’Aquila. Essa sarebbe stata costruita sulla pianta di Gerusalemme. Tuttavia, il nord di quest’ultima corrisponderebbe al sud della prima. Chissà se tale curiosa inversione delle coordinate polari potrebbe c’entrare qualcosa con il quadrato magico del Sator di San Pietro ad Oratorium di Capestrano, uno dei tre presenti nella provincia de L’Aquila, visto che si trova capovolto sulla facciata della suddetta chiesa.

LA BASILICA DI COLLEMAGGIO E CELESTINO V

L’Aquila, basilica di Santa Maria di Collemaggio

Gli studiosi Luca Ceccarelli, Paolo Cautilli e Michele Proclamato hanno trovato alcune interessanti similitudini tra L’Aquila e Gerusalemme, divise entrambe in quattro parti, entrambe fondate a poco più di 700 metri di altezza, entrambe legate al numero 99 (o 66 per Gerusalemme, se dovessimo invertirlo). Questo è il numero sacro della città abruzzese, che secondo la tradizione venne fondata in seguito all’unione di 99 villaggi locali, per volere imperiale. Nella città troviamo un’importante fonte battesimale, chiamata delle 99 Cannelle, costruita nel 1272. L’acqua sgorga dalla fontana fuoriuscendo dalla bocca di 99 volti, alcuni di essi mostruosi. Le coordinate geografiche del centro dell’Aquila sono latitudine 42, 21°, longitudine 13,23°. La somma delle parti intere e dei decimali dà ancora 99. La Chiesa cittadina di Santa Giusta sarebbe affine al Monte del Tempio. Il Monte degli Ulivi invece sarebbe analogo alla Basilica di Collemaggio, costruita tenendo conto delle stelle, come molti altri luoghi iniziatici. La stessa città dell’Aquila, sarebbe stata realizzata a immagine e somiglianza dell’omonima costellazione.

Interno della basilica di Collemaggio

Sul sagrato di Santa Maria di Collemaggio, il 29 agosto 1294, nell’anniversario della decapitazione di San Giovanni Battista, venne eletto papa Pietro da Morrone con il nome di Celestino V. Era la prima volta che tale cerimonia veniva celebrata fuori dalle mura di Roma. Celestino, è risaputo, era in contatto con i Templari. Li incontrò al Concilio di Lione nel 1274 e soggiornò presso di loro per alcuni mesi. Fu forse Celestino l’uomo a cui i Templari affidarono il loro tesoro? Sta di fatto che, prima di divenire papa, Pietro da Morrone era un umile eremita e non possedeva molto denaro. Tuttavia, fu proprio lui a fondare e abbellire la Basilica di Collemaggio, dove ancora oggi riposa il suo corpo. Si suppone che nella costruzione della stessa concorsero i Cavalieri templari, che per e

rigerla potrebbero aver utilizzato parte del loro tesoro. Qui vennero conservate alcune importanti reliquie giunte dal Medio Oriente nel periodo delle crociate, come una delle spine della corona che avrebbe portato sul capo Gesù durante il suo calvario e soprattutto l’indice della mano destra di San Giovanni Battista. Ricordiamo quanto il santo fosse particolarmente sacro ai Templari.

Rosone centrale sulla facciata di Collemaggio

La basilica venne ideata ancor prima che Pietro da Morrone divenisse papa, con il probabile intento di adibirla alla raccolta di tesori e sacre reliquie.

Nel 1228 Gerusalemme era caduta in mano ai musulmani. Occorreva un luogo che potesse fungere da “nuova città santa”. Si scelse L’Aquila e la Basilica di Collemaggio. Infatti, i primi documenti nei quali si accenna alla fondazione della città risalgono al 1229, l’anno successivo alla caduta di Gerusalemme. Probabilmente anche la Sacra Sindone passò dall’Aquila. Anche la Santa Casa della Madonna, trasportata in Italia dalla Terra Santa e ricostruita a Loreto, era destinata in origine alla Basilica di Collemaggio, ma non ci arrivò mai. La leggenda vuole che sia stata trasportata in volo da degli angeli. Più probabilmente, giunse per errore a Loreto nel 1294, per mezzo della famiglia bizantina degli Angeli Comneno. La tradizione vede nella Santa Casa di Loreto il luogo nel quale Maria visse l’esperienza dell’Annunciazione. Se la Santa Casa si fermò a Loreto fu perché Celestino rimase papa per soli quattro mesi. Abdicò, per via delle pressioni di Benedetto Caetani, che lo fece arrestare da Carlo II d’Angiò per poi divenire papa al suo posto con il nome di Bonifacio VIII. Il papa seguente fu quel Clemente V che, insieme al re di Francia, determinò lo scioglimento dell’Ordine del Tempio. Filippo il Bello e Clemente V non trovarono mai il tesoro dei Templari. Che sia realmente sepolto all’Aquila, la nuova Gerusalemme, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio? Dei rilevamenti non invasivi nei locali sotterranei della chiesa hanno appurato la presenza di una stanza lì dove un tempo doveva esserci la cripta. Sulla tomba dell’umile Celestino troviamo stranamente l’emblema di Re Salomone, personaggio simbolo di saggezza e di conoscenze iniziatiche. Si tratta solo di coincidenze oppure di qualcosa di più? D’altronde, in Abruzzo si parla sì di un tesoro dei Templari, ma non sarebbe l’unico. Ad Alba Fucente vi sarebbe l’ancora inviolato tesoro di re Saturno, che lo nascose in un pozzo per sottrarlo ai Romani, che stavano per entrare in città. Altri tesori si troverebbero nascosti in provincia dell’Aquila: ad Alfedena, Castel di Sangro, Luco dei Marsi e Lucoli; in provincia di Chieti: ad Atessa, Gessopalena e Tornareccio e a Torricella Sicura (Te). Roccacasale, nei pressi dell’Aquila, è interessante per un altro motivo, ugualmente di rilievo.

S. Maria del Suffragio in Piazza del Duomo

Nella contrada Dietro le Mura vi sono due pozzi dai quali in passato, si narra, uscivano le fate. Che si tratti di pozzi scavati su un ingresso per il mondo sotterraneo? Anche a Fossa, in provincia dell’Aquila, precisamente nella chiesa cistercense di Santa Maria ad Criptas del XIII secolo, ritroviamo tracce templari. Negli affreschi, il Gesù raffigurato presenta similitudini con l’uomo della Sindone. È probabile che nel XIII secolo, al tempo della realizzazione degli affreschi, i Templari fossero in possesso della sacra reliquia, che in seguito finì a Torino. In un affresco della stessa chiesa, vicino al soffitto vi sono due cavalieri, San Giorgio e San Martino, vestiti con abiti Templari. Quindi, come abbiamo visto, i Poveri cavalieri di Cristo sembrerebbe che abbiano avuto un peso rilevante nell’Italia del basso medioevo e anche dopo la loro disfatta, il loro ricordo sarebbe sopravvissuto per i secoli a venire.

a cura di Eremon Edizioni

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